Per giorni ci siamo dovuti subire le false lacrime e i
finti pianti dei buonisti per la morte del clandestino Segen, arrivato
illegalmente nel nostro Paese insieme ad altri 90 uomini e morto poco dopo lo
sbarco dalla ennesima carretta del mare.
“Sembrava il prigioniero di un campo di concentramento
nazista, come le immagini che spesso abbiamo visto nelle fotografie”,
piagnucolava il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna. “Ecco l’ennesima
tragedia di migranti!” il titolo che campeggiava sulle pagine dei giornali,
sempre pronti ad inchinarsi al politicamente corretto ed alla follia immigrazionista.
Ora, sarebbe da persone intelligenti chiedersi perché mai
dovremmo sentirci in colpa per genti straniere che, violando palesemente le
leggi del Nostro Stato, cercano di entrare illegalmente all’interno del Nostro
territorio e, per un motivo o per un altro, perdono la vita. Sarebbe come
sentirsi in colpa se un ladro che cerca di introdursi furtivamente (nel caso
dei migranti nemmeno tanto furtivamente, visto che la Marina Militare Italiana
si è improvvisata scafista per portarli qui in tutta sicurezza, ma tant’è…) all’interno
della nostra abitazione scivolasse sul cornicione della finestra e, dopo una
caduta, morisse. Questa ipocrita indignazione la lasciamo ai benpensanti, ai
cristiani ed ai sinistri: respingiamo al mittente questa commozione di quart’ordine
perché non ci sentiamo, né dobbiamo sentirci, assolutamente in colpa se
qualcuno vuole violare la sovranità territoriale italiana ed entrare qui
illegalmente e, per un motivo o per un altro, non vi riesce o perde la vita. Conserviamo il cordoglio per gli anziani soli, gli italiani in
difficoltà economica, il 40% di giovani disoccupati e spesso discriminati per
far posto alla bassa manovalanza allogena.
Sia come sia, sono le stesse autorità ad aver chiarito
molto bene che, dopo gli accertamenti medici, si è scoperto che il clandestino
non è morto per il disastroso viaggio in mare, bensì per un male incurabile:
dovremmo sentirci in colpa anche per questo?
L’ennesima “fake news” montata ad arte dalla stampa di
regime, con tanto di smentita clamorosa ignorata dalla stampa ufficiale perché in
contraddizione lampante con il mantra immigrazionista e radical-chic.
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