venerdì 16 marzo 2018

Smentita l'ennesima fake new immigrazionista, ma i giornali servi tacciono



Per giorni ci siamo dovuti subire le false lacrime e i finti pianti dei buonisti per la morte del clandestino Segen, arrivato illegalmente nel nostro Paese insieme ad altri 90 uomini e morto poco dopo lo sbarco dalla ennesima carretta del mare. 

“Sembrava il prigioniero di un campo di concentramento nazista, come le immagini che spesso abbiamo visto nelle fotografie”, piagnucolava il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna. “Ecco l’ennesima tragedia di migranti!” il titolo che campeggiava sulle pagine dei giornali, sempre pronti ad inchinarsi al politicamente corretto ed alla follia immigrazionista.

Ora, sarebbe da persone intelligenti chiedersi perché mai dovremmo sentirci in colpa per genti straniere che, violando palesemente le leggi del Nostro Stato, cercano di entrare illegalmente all’interno del Nostro territorio e, per un motivo o per un altro, perdono la vita. Sarebbe come sentirsi in colpa se un ladro che cerca di introdursi furtivamente (nel caso dei migranti nemmeno tanto furtivamente, visto che la Marina Militare Italiana si è improvvisata scafista per portarli qui in tutta sicurezza, ma tant’è…) all’interno della nostra abitazione scivolasse sul cornicione della finestra e, dopo una caduta, morisse. Questa ipocrita indignazione la lasciamo ai benpensanti, ai cristiani ed ai sinistri: respingiamo al mittente questa commozione di quart’ordine perché non ci sentiamo, né dobbiamo sentirci, assolutamente in colpa se qualcuno vuole violare la sovranità territoriale italiana ed entrare qui illegalmente e, per un motivo o per un altro, non vi riesce o perde la vita. Conserviamo il cordoglio per gli anziani soli, gli italiani in difficoltà economica, il 40% di giovani disoccupati e spesso discriminati per far posto alla bassa manovalanza allogena.

Sia come sia, sono le stesse autorità ad aver chiarito molto bene che, dopo gli accertamenti medici, si è scoperto che il clandestino non è morto per il disastroso viaggio in mare, bensì per un male incurabile: dovremmo sentirci in colpa anche per questo?

L’ennesima “fake news” montata ad arte dalla stampa di regime, con tanto di smentita clamorosa ignorata dalla stampa ufficiale perché in contraddizione lampante con il mantra immigrazionista e radical-chic.

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