giovedì 30 dicembre 2010

Assassini, e loro complici

È una decisione già annunciata, alla quale manca solo l’ufficialità: oggi il Presidente del Brasile, Lula, dovrebbe respingere la richiesta di estradizione avanzata dall’Italia nei confronti del terrorista Cesare Battisti. La motivazione fa a dir poco ridere: non si consegna all’Italia un pluriassassino, condannato a diversi ergastoli, per preservare la sua salute e la sua integrità psicofisica. Del resto non fu proprio Battisti a dire che “Se torno in Italia mi ammazzano”? Quasi come se le carceri dell’Italia, che è universalmente conosciuta per la grande tolleranza nei confronti dei criminali di qualunque specie, fossero uguali a quelle della Turchia o della Russia d’altri tempi. Quasi come se le sentenze della Magistratura Italiana, che più e più volte ha emesso il suo inoppugnabiule verdetto, fossero delle cretinate che il Brasile può tranquillamente permettersi diu ignorare.


Ha paura che lo ammazzino, Cesare Battisti. Ma fino a prova contraria quello che ammazzava la gente era lui, in nome dell’ideologia più sanguinaria e più anti-umana di tutto il mondo e di tutta la Storia, quella comunista. E, sempre fino a prova contraria, sembra proprio che non verrà assolutamente giudicato. Resterà tranquillamente in Brasile, nonostante abbia le mani lorde di sangue. Quelle di Antonio Santoro, innanzitutto, che venne uccise senza pietà a colpi di pistola sulla faccia; quelle di Luigi Torregiani, il gioielliere simbolo dello Stato borghese, per il cui assassinio non si esitò nemmeno a sparare contro il figlio, all’epoca molto piccolo, che ancora oggi porta sul suo corpo i risultati di quell’azione violenta e assassina, essendo uscito da quell’assassinio vivo si, ma paralizzato per tutta la vita; l’agente penitenziario Andrea Campagna: chi rappresenta al meglio lo “Stato borghese” più di un agente di Polizia penitenziaria? E poi Lino Sabbadin, di professione macellaio, che ebbe il solo torto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Sembra di essere tornati alla dottrina Mitterrand, quando il Presidente francese accoglieva tutta la feccia rossa italiana, che andava a svernare in Francia tra sontuosi alberghi, interviste e altri lussi di ogni genere.

Notate la differenza: Pedro Valera è un semplice libraio che, in Spagna, è incarcerato per reati di opinione, cioè aver diffuso libri che non ha nemmeno scritto e spesso nemmeno letto, che hanno il solo torto di andare controcorrente rispetto alle idee della maggioranza della popolazione. Cesare Battisti è uno che in Italia ha ucciso, spesso senza alcuna pietà per le proprie vittime, e sta in Brasile, a svernare, bello e tranquillo. Basta che l’assassino sia rosso, e che magari abbia anche scritto qualche libro, per farlo passare come il famosissimo “compagno che ha sbagliato”, magari anche un grande intellettuale, con qualche passato burrascoso alle spalle, certo!, ma pur sempre un grande intellettuale, e che diamine!! Ve li ricordate i compagni che sbagliavano? Erano quelli che sparavano, uccidevano, ma che mamma PCI difendeva sempre e comunque: erano o non erano compagni? Ora l’immunità deve essersi estesa a dismisura, oltre l’Italia e anche oltre la Francia di Mitterrand, e ha toccato anche il Brasile. Che è governato da un politico di sinistra, Lula, che vuole andarsene (il suo mandato sta scadendo a breve) e venir ricordato come uno che ha fatto qualche cosa di sinistra. E sicuramente qualche cosa di sinistra la sta facendo: difende i terroristi e gli assassini.

Non concedendo l’estradizione a Battisti, e impedendo che venga quindi giudicato per i suoi reati, si attenta così alla memoria delle vittime e dei loro cari. E alla sovranità dell’Italia. Sarebbe un bel regalo di fine anno se il nostro governo reagisse con un po’ di polso.

Intanto noi di Fascismo e Libertà abbiamo già una simpatica idea: il boicottaggio di tutti i prodotti “solidali” brasiliani che sempre più spesso troviamo negli scaffali dei nostri supermercati, anche quelli della grande distribuzione. Voi che comprate il cioccolato solidale del Brasile, la prossima volta pensateci.

martedì 28 dicembre 2010

Un euro a settimana vi sembra tanto?


Arriviamo alla conclusione di questo 2010. Noi di Fascismo e Libertà facciamo gli auguri a tutti, ma specialmente alla nostra gente, ai nostri amici, ai nostri camerati, ai nostri militanti. Che il 2011 ci trovi ancora forti e degni, pronti alle nuove e vecchie sfide di sempre, pronti a restare in piedi tra le nostre rovine, che vogliamo continuare a custodire e a difendere, come abbiamo sempre fatto.

Se dovessi tracciare un bilancio di questo anno che sta per andarsene via definitivamente, un bilancio puramente politico, la conclusione sarebbe una sola: quest’anno è stato dimostrato, casomai ce ne fosse ancora bisogno, come la politica istituzionale, quella fatta dentro i palazzi che contano oppure incappucciati dentro le logge massoniche, sia una politica irrimediabilmente lontana dalla realtà. E come destra e sinistra siano solo le facce della stessa patacca (chiamarla “medgalia” sarebbe osare troppo), dedite unicamente alla spartizione di poltrone e prebende di ogni genere, mentre le decisioni vere vengono prese fuori dal Parlamento.

E mentre i soliti movimenti e movimentini di destra si uniscono tra di loro per formare l’ennesimo cartello elettorale, oppure si preparano a salire sul carro berlusconiano, nell’eterna incoerenza che contraddistingue da sempre la stragrande maggioranza dei gruppi o gruppuscoli della cosiddetta “area”, noi siamo ancora qui. Ancora pronti. Per quante leggi possano inventare, per quanti magistrati rossi potremo incontrare, per quante Fiamma Nirenstein possano chiedere di tapparci la bocca, mai nessuno ci costringerà al tradimento e ad ammainare le nostre bandiere nere. Le portiamo nel cuore, con i nostri simboli, e nessun sionista ce le può togliere.

A tal proposito vi annuncio che la campagna per l’anno 2011 è aperta già da un po’. E, come ogni fine anno, mi tocca prendere atto della solita incoerenza di quelli che per tutto il resto dell’anno si spacciano come camerati: da chi ha troppo poco tempo da dedicare al Movimento, a chi ha semplicemente paura, a chi preferisce le più facili strade dei partitini istituzionalizzati, a chi millanta decine e decine di tesseramenti che pioveranno sul MFL come una pioggia torrenziale, salvo poi svanire nel nulla. Per concludere poi con i migliori (si fa per dire!) di tutti: quelli che si lamentano dell’eccessivo costo della tessera, chiedendoci di abbassarla per venire incontro alle loro tasche, salvo poi sfoggiare il telefonino all’ultima moda, oppure l’ultimo televisore LCD che fa miracoli, e via dicendo. A tal proposito ripetiamo quello che abbiamo sempre detto: che innanzitutto il prezzo del tesseramento al MFL non è molto diverso da quello di tanti altri movimenti, e quindi l’eccessivo costo della tessera suona, il più delle volte, come una scusa. Inoltre, giova ricordarlo, Fascismo e Libertà è un gruppo che non gode di prebende di alcun genere, e conta solo ed esclusivamente sulle sue risorse interne per sopravvivere: non possiamo assolutamente permetterci di svendere o regalare tessere.

Ma poi, calcolatrice alla mano, basta fare un piccolo calcolo per capire che il tesseramento a Fascismo e Libertà costa solamente qualcosa come 4 euro al mese; all’incirca sono 1 euro a settimana. E nonostante ciò qualcuno ci dice che tesserarsi da noi è troppo caro. Allora vi chiedo: non riuscite proprio a grattare un euro a settimana per tesserarvi con noi, oppure anche solo per sostenerci? Non abbiamo amici da sistemare, politici trombati a cui trovare un lavoro ben retribuito, cognati a cui affittare case, né a Montecarlo né altrove; non giriamo con le autoblu, non tiriamo di coca, non andiamo a trans con la macchina della Presidenza della Regione e non facciamo scortare le nostre puttane dalla Polizia di Stato. Abbiamo solo delle idee valide, e noi stessi. Pensateci quando e se sceglierete di sostenere un qualche partito. Siamo piccoli, ma siamo onesti, leali e coerenti.

Buone Feste a tutti voi.

sabato 18 dicembre 2010

Non date i vostri soldi ai boia

In questi giorni ben pochi di voi saranno riusciti a non farsi travolgere dal vero e proprio can can mediatico, anche e specialmente sulla rete RAI, che in pieno clima di feste natalizie sponsorizza, con tanto di trasmissione no-stop su Raiuno, la raccolta fondi organizzata da Telethon.

Anche questo Natale, come ogni anno, il regime mediatico italiano si mobilita in massa per cercare di convincerci a donare soldi a questa fondazione, Telethon per l’appunto, che si occupa di studiare e guarire le malattie genetiche.

Quello che in pochi sanno, però, è che questa fondazione conduce le sue ricerche e i suoi esperimenti servendosi in gran parte della sperimentazione animale, vale a dire la vivisezione. Ovvero quella pratica barbara e crudele che fa si che nei laboratori italiani, anche con i soldi di Telethon e donati a Telethon, ogni anno migliaia e migliaia di animali vengano crudelmente torturati ben oltre i limiti della barbarie, e ciò al solo scopo di condurre delle ricerche mediche che costituiscono una vera e propria miniera d’oro per le industrie ma che, illustri studi medici pubblicati anche su riviste specializzate e autorevoli lo confermano, ben poco hanno contribuito a guarire una qualsiasi malattia dell’uomo. L’inutilità della sperimentazione animale è, per chi abbia avuto la voglia di informarsi un minimo riguardo a questo tema, un fatto acclarato e verificato; e questo perché la sperimentazione animale parte da una base fondamentalmente non scientifica: la premessa che le scoperte che vengono fatte sugli animali valgano anche per l’uomo. Cosa ancora tutta da dimostrare.

Non date i vostri soldi ai boia. Non date i vostri soldi a chi li utilizzerà per torturare animali con scariche elettriche, malattie causate artificialmente, per mutilarli, per ucciderli tra atroci sofferenze. Destinate le vostre attenzioni a quegli istituti che compiono i propri studi non utilizzando la sperimentazione animale. Date un’occhiata più accurata agli scaffali dei supermercati quando cercate la vostra lozione per capelli o il vostro bagnoschiuma, e privilegiate chi fabbrica prodotti non testati su animali: ci sono, esistono, sono ottimi prodotti e spesso costano quanto e addirittura meno di tanti altri prodotti ben più blasonati. Prendetevi la soddisfazione di colpire gli assassini e i boia nel loro punto nevralgico, quello per loro più sensibile: il soldo. Non date i vostri soldi ai boia. Non dateli a Telethon.

mercoledì 1 dicembre 2010

Difendono la Nazione, "loro"


Mi sono preso la briga di segnalare l’immagine che mi hanno segnalato su Facebook, e ve la ripropongo qui sotto. L’unica democrazia del Medio Oriente sta allestendo un vero e proprio campo di concentramento per gli immigrati che proveranno ad entrare irregolarmente all’interno di Israele.

Netanyahu ha detto: “L’immigrazione modifica il volto della Nazione, e pertanto va bloccata”.

Che discorso nazionalista, quasi di estrema destra, oseremo dire! Del resto l’estrema destra, in particolar modo quella italiana, fino a qualche anno fa andava a braccetto con i sionisti, prima di scopiazzare la politica estera del MFL.

Aspettiamo di vedere come si regolerà il mitico Gianfranco Finoglio, colui che fino a qualche tempo fa parlava di bloccare l’immigrazione, di chiusura delle frontiere e altro, e che invece oggi gli vuole concedere pure il diritto di cittadinanza non appena mettono piede nella nostra Patria. E aspetto di vedere come si regolerà con lui tutta la destra italiana.

Ci aspettavamo di vedere qualche entusiastico articolo di prima pagina, magari de La Padania, come per dire: vedete che lo fanno anche “loro”? “Loro” che sono l’esempio più illustre di moralità, di altruismo, di democrazia! Ma immagino che taceranno tutti sui metodi di difesa del nazionalismo sionista, che in molti strati della popolazione – in particolar modo per gli ebrei ortodossi – ha un significato più propriamente razziale.

Attendiamo, del resto, le sdegnate reazioni di quella sinistra che si strappa i capelli ogni qualvolta un immigrato irregolare su un milione viene rispedito al suo luogo di origine, e anzi diciamo: se ci pagate anche solo la metà dei vostri giornalisti prezzolati, buoni a tirare fuori come al solito le solite balle sull’antirazzismo, sulla democrazia e sui diritti umani, gli articoli contro Israele ve li scriviamo noi. A furia di sentire le vostre balle potremmo anche scriverle come voi. Anzi, anche meglio.

Ma stiamo già mettendo le mani avanti. Come al solito quando si tratta di qualche notizia che può sporcare la reputazione di Israele all’estero i nostri giornali, sia quelli di destra che di sinistra, taceranno democraticamente. Mica si possono accusare di costruire i campi di concentramento, “loro”…