Non avrei potuto iniziare
con un titolo diverso questo scritto. L’estrema sintesi di un pensiero
pericoloso, talmente cattivo e crudele che è rimasto nella mia testa e nella
mia coscienza come un mostriciattolo irriverente, nascosto per mesi, se non
anni, pronto a spuntare fuori al momento giusto. Ma i risultati delle ultime
elezioni MFL sono il momento giusto, a quanto pare.
Ho “solo” 28 anni. Mi
ritengo abbastanza giovane, mentalmente aperto (per quanto si dia del “brutto,
sporco e cattivo” ai Fascisti, vi assicuro che con me non esiste conversazione
– nemmeno la più scabrosa – che non possiate fare serenamente), mi sono formato
una mia cultura sui libri e sulla vita di ogni giorno che mi rende generalmente
bendisposto verso il prossimo, sono un cittadino attivo socialmente e
politicamente, quello che Cicerone avrebbe definito “homo politicus”. Con in
più la fortuna di militare in un movimento fantastico con dei militanti
fantastici quali quelli di Fascismo e Libertà. Scusate se è poco…
Ma c’è una cosa che mai e
poi mai avrei pensato di provare: un odio profondo verso questo Paese, verso i
suoi abitanti, verso i miei concittadini. Ho sempre pensato che questa Nazione
fosse composta da persone e da cittadini stupendi, magari un po’ troppo
arrendevoli, ma comunque non meritevoli dei Pertini e dei Monti che la sorte e la
avventatezza italica hanno assegnato al mio popolo. Ho sempre pensato che gli
italiani meritassero un Mussolini, e che di Mussolini l’Italia ne meritasse
tanti in virtù della sua Storia, della sua grandezza, della sua civiltà. Ora invece
capisco che è esattamente l’opposto di quanto io mi sono sempre sforzato di
pensare. Mussolini è l’eccezione, la stella che la Storia ci ha assegnato. Ma voi
siete un popolo di merda: il massimo che vi meritate è questa classe politica,
e forse per voi è anche troppo. Vi meritereste un Pol Pot qualsiasi, che se vi
degna di attenzione lo fa giusto per scaricarvi qualche sventagliata di mitra
nella schiena, che si ingozza di caviale e di puttane mentre voi crepate di
fame. Non meritate di più: state benissimo nella merda in cui siete, e del
coraggio degli italiani del ’19 non avete più nemmeno una briciola… siete
mediocri, vigliacchi e cacasotto. Vi bevete tutte le balle che vi dicono da settant’anni
a questa parte senza fiatare mentre vi contano anche i peli del culo. Usare internet
per un qualche vostro miglioramento personale: non sapete nemmeno che cosa sia.
Il massimo per il quale utilizzate internet è per pubblicare le vostre inutili
stronzate su Facebook o per cercare qualche puttana: non conoscete un utilizzo
di internet che sia un poco più elevato di questo.
L’avete dimostrato alle
ultime elezioni alle quali il MFL si è presentato. A Santeramo si è presentato
un candidato sindaco ventenne con altri ragazzi desiderosi come lui; Lassandro,
Viti, De Ritis, Kostina e mi perdonino gli altri che ora non ricordo, hanno
cercato – con successo – di portare qualche gradino più su la discussione
elettorale; vi hanno parlato di signoraggio, del patto europeo di stabilità, dell’ESM,
un vero e proprio cappio al collo per tutte le nazioni europee, vi hanno
parlato di disoccupazione, di viabilità, di trasporti pubblici della vostra
città, dei problemi che ci sono e di come fare per affrontarli… Di tutto questo
non ve ne è fregato un cazzo: vi è bastato vedere il nome e il simbolo per
dargli voti da uno virgola qualcosa. Tutte cose che non sapete, che non capite,
e delle quali non vi interessa nulla: state pensando alla Juventus che ha vinto
il campionato, o agli ultimi uccelli che si è presa Belen Rodriguez: la vostra
coscienza non va oltre, non vede più in la’ di queste cosette… Siete abituati
al genere di comizi elettorali di quei coglioni che, come voi, sono solo più furbi,
e hanno capito che possono campare alle vostre spalle (meglio: sulle vostre
palle) dicendo le solite quattro cazzate confezionate da un portaborse. Il voto
di scambio è forse il concetto più alto che riusciate ad afferrare delle
elezioni. Capite solo frasi come “Mi dia il voto, che poi a sistemare sua
figlia ci penso io”, “Mi dia il voto, che poi a cambiare la destinazione d’uso
del suo terreno ci penso io”, “Mi dia il voto, che quella pratica ferma in Comune
la chiudo in metà tempo”…
Qualcuno forse si starà
chiedendo come io possa parlare dei miei concittadini e dei loro problemi con
un “Voi” così irriguardoso, come se io non facessi parte di questa Nazione. La risposta
è semplice: faccio parte di questa Nazione, ce l’ho scritto sulla carta di
identità, ma non faccio parte dell’Italia: questo popolo non è più il mio. Non
vedo un popolo, e se c’è non lo voglio. Il vero divertimento sarebbe guardare
questa nave che va a picco, con voi coglioni che chiedete disperatamente
qualche salvagente, mentre noi ce ne stiamo comodamente seduti sulla banchina
del porto a sorseggiare un Green Jamaica. Ma per sfortuna nostra e (forse) per
fortuna vostra non possiamo farlo: sulla barca che va a fondo ci siamo anche
noi. Sarebbe molto divertente goderci lo spettacolo dei vostri piagnucolii ora
che Monti vi sta dissanguando: il problema è che, con voi, Monti dissangua
anche noi; sarebbe divertente vedere come, dopo decenni in cui ci avete
emarginato, ucciso, picchiato, deriso e umiliato perché vi dicevamo che questa
terra sta diventando ultima spiaggia per negri, albanesi, cinesi e altra feccia
simile, sarebbe divertente, dicevo, vedere come ora vi subite i musulmani che
fanno il diavolo a quattro se nella tenda dei terremotati emiliani viene
servita la carne di maiale: il problema è che tra i terremotati ci siamo anche
noi, o persone che noi amiamo; sarebbe divertente godersi le vostre facce da
idioti quando andate a pagare l’IMU, dopo aver applaudito il criminale massone
Monti perché almeno lui non si tromba le mignotte come faceva l’impresentabile
Berlusconi: il problema è che l’IMU ce la dobbiamo pagare anche noi; sarebbe
divertente godersi le vostre facce in un aula di Tribunale, quando vi dicono
che il negro che ha violentato e ucciso vostra figlia non si prende più di sei
anni di carcere, e che tra buona condotta e permessi-premio sarà fuori dopo tre
anni: il problema è che a sentirci dire queste cose siamo anche noi. La cosa
triste è proprio questa: dovremmo poter ridere di gentaglia come voi, e invece
ci viene da maledire il destino ogni giorno che passa perché siamo sulla stessa
barca. E’ solo per questo che teniamo botta, che chiudiamo gli occhi e tiriamo
avanti: sulla barca che affonda ci siamo anche noi. Se combattiamo è per una
questione di sopravvivenza. Nostra, non vostra. Se fossimo sdraiati sulla
banchina del porto, col Green Jamaica in mano, non varreste nemmeno un
materassino gonfiabile. Siete delle merde.