lunedì 12 marzo 2018

Il Movimento Cinque Stelle e il risveglio del parassitismo meridionale




Arrivo in ritardo non solo di qualche ora, ma addirittura di qualche giorno, su questa notizia: file di decine e decine di persone ai CAF del sud Italia per richiedere il modulo del reddito di cittadinanza. Detto sinceramente, pensavo che fosse una bufala o, quantomeno, che la notizia fosse stata gonfiata dai mass media per ridicolizzare i Cinque Stelle e i suoi elettori. Quando poi ho visto la notizia ripresa da diverse testate giornalistiche provenienti dai più disparati schieramenti politici (il Corriere della Sera, la Repubblica, l’Unione Sarda, il Primato Nazionale), oltre a diversi servizi realizzati dai tg regionali, mi sono convinto che si, effettivamente la notizia in questione è vera. La mia fiducia nell’italiano medio, in special modo quello del sud, è stata tradita ancora una volta.

Bari, Giovinazzo, Salerno, Palermo e altre località: è qui che, sia presentandosi agli sportelli, sia subissando i poveri funzionari di telefonate, decine e decine di persone hanno chiesto informazioni su come ottenere il reddito di cittadinanza. La dimostrazione, palese, che il Movimento Cinque Stelle è stato votato da una pletora di imbecilli – purtroppo, dicono i giornali, anche e soprattutto giovani – caratterizzati innanzitutto da un’ignoranza spaventosa e, diciamolo chiaramente, anche da una certa voglia di non fare una cippa dalla mattina alla sera, perché tanto i cretini come il sottoscritto e qualche altra decina di milioni di italiani sono costretti a pagare salate tasse anche per loro.

Questa massa di imbecilli – (in)degni rappresentanti di quel Movimento che ha capito, più di ogni altro, come trasformare una massa enorme di italiani fancazzisti e nullafacenti in elettori – pretende il reddito di cittadinanza ancor prima che Giggino e compagni (nel senso “sinistro” del termine) si siano insediati al Governo, e Dio ce ne scampi e liberi da una sciagura simile. E anche se si verificasse questo flagello, è molto difficile che il reddito di cittadinanza passi, prima di tutto perché non vi è alcuna copertura economica.

Un servizio di un tg del sud (non ricordo quale sia) mostra molto chiaramente che tipo di scansafatiche siano quelli che vorrebbero beneficiare di una cosa simile: la telecamera inquadra un gruppo di ragazzi sui trent’anni che, al tavolino di un caffè, a metà mattina di un giorno feriale, sorseggiano tranquillamente una birra, ridendo e scherzando. Nessun impegno, nessuna incombenza, niente di niente da fare, se non quella di blaterare davanti alla telecamera che loro hanno votato Giggino e compagni per il reddito di cittadinanza. Col sorriso da imbecille stampato sulla faccia. Reddito di cittadinanza che, beninteso, dovrebbe essere pagato da noi, che a metà mattina di un qualunque giorno settimanale stiamo lavorando e dovremmo continuare a lavorare anche per permettere a questi parassiti di continuare a cazzeggiare tranquillamente. 

Ecco i danni che ha provocato un Movimento capitanato da uno che è passato da 8.000 euro all’anno di reddito a 140.000 solo campando sulla cretinaggine della gente, e un altro che si faceva ritrarre strafatto e con la maglietta con falce e martello: l’aver risvegliato l’endemico fancazzismo del sud Italia che, per giunta, è diventato pure politicamente importante.

Tempo fa un amico, scherzando, mi disse che se anziché parlare di Fascismo, di sovranità nazionale, di socialismo nazionale e di revisionismo, avessimo parlato di “più gnocca per tutti”, con slogan come “tutti tromberanno di più” oppure “faremo trombare anche chi non carica nemmeno un bidone dell’umido”, saremmo diventati la prima forza politica italiana. Al tempo mi feci una grossa risata e risposi che ci avremmo lavorato su, ché l’idea non era nemmeno così malvagia. Oggi quelle parole mi sembrano addirittura profetiche.

Nessun commento: