Arrivo in ritardo non solo di qualche ora, ma addirittura di qualche giorno, su questa notizia: file di decine e decine di persone ai CAF del sud Italia per richiedere il modulo del reddito di cittadinanza. Detto sinceramente, pensavo che fosse una bufala o, quantomeno, che la notizia fosse stata gonfiata dai mass media per ridicolizzare i Cinque Stelle e i suoi elettori. Quando poi ho visto la notizia ripresa da diverse testate giornalistiche provenienti dai più disparati schieramenti politici (il Corriere della Sera, la Repubblica, l’Unione Sarda, il Primato Nazionale), oltre a diversi servizi realizzati dai tg regionali, mi sono convinto che si, effettivamente la notizia in questione è vera. La mia fiducia nell’italiano medio, in special modo quello del sud, è stata tradita ancora una volta.
Bari, Giovinazzo, Salerno, Palermo e altre località: è
qui che, sia presentandosi agli sportelli, sia subissando i poveri funzionari
di telefonate, decine e decine di persone hanno chiesto informazioni su come
ottenere il reddito di cittadinanza. La dimostrazione, palese, che il Movimento
Cinque Stelle è stato votato da una pletora di imbecilli – purtroppo, dicono i
giornali, anche e soprattutto giovani – caratterizzati innanzitutto da un’ignoranza
spaventosa e, diciamolo chiaramente, anche da una certa voglia di non fare una
cippa dalla mattina alla sera, perché tanto i cretini come il sottoscritto e
qualche altra decina di milioni di italiani sono costretti a pagare salate
tasse anche per loro.
Questa massa di imbecilli – (in)degni rappresentanti di
quel Movimento che ha capito, più di ogni altro, come trasformare una massa
enorme di italiani fancazzisti e nullafacenti in elettori – pretende il reddito
di cittadinanza ancor prima che Giggino e compagni (nel senso “sinistro” del
termine) si siano insediati al Governo, e Dio ce ne scampi e liberi da una
sciagura simile. E anche se si verificasse questo flagello, è molto difficile
che il reddito di cittadinanza passi, prima di tutto perché non vi è alcuna
copertura economica.
Un servizio di un tg del sud (non ricordo quale sia) mostra
molto chiaramente che tipo di scansafatiche siano quelli che vorrebbero
beneficiare di una cosa simile: la telecamera inquadra un gruppo di ragazzi sui
trent’anni che, al tavolino di un caffè, a metà mattina di un giorno feriale,
sorseggiano tranquillamente una birra, ridendo e scherzando. Nessun impegno,
nessuna incombenza, niente di niente da fare, se non quella di blaterare
davanti alla telecamera che loro hanno votato Giggino e compagni per il reddito
di cittadinanza. Col sorriso da imbecille stampato sulla faccia. Reddito di
cittadinanza che, beninteso, dovrebbe essere pagato da noi, che a metà mattina
di un qualunque giorno settimanale stiamo lavorando e dovremmo continuare a
lavorare anche per permettere a questi parassiti di continuare a cazzeggiare
tranquillamente.
Ecco i danni che ha provocato un Movimento capitanato
da uno che è passato da 8.000 euro all’anno di reddito a 140.000 solo campando
sulla cretinaggine della gente, e un altro che si faceva ritrarre
strafatto e con la maglietta con falce e martello: l’aver risvegliato l’endemico
fancazzismo del sud Italia che, per giunta, è diventato pure politicamente
importante.
Tempo fa un amico, scherzando, mi disse che se anziché parlare
di Fascismo, di sovranità nazionale, di socialismo nazionale e di revisionismo,
avessimo parlato di “più gnocca per tutti”, con slogan come “tutti tromberanno
di più” oppure “faremo trombare anche chi non carica nemmeno un bidone dell’umido”,
saremmo diventati la prima forza politica italiana. Al tempo mi feci una grossa
risata e risposi che ci avremmo lavorato su, ché l’idea non era nemmeno così
malvagia. Oggi quelle parole mi sembrano addirittura profetiche.
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