lunedì 31 maggio 2010

Ora sappiamo



Viene proprio da chiedersi quale tremendo pericolo rappresentasse la Flotilla di attivisti filo-palestinesi che cercavano di entrare a Gaza, a portare soccorso ad una popolazione che da diversi anni è sotto embargo, cinicamente e crudelmente privata dei mezzi minimi di sussistenza.

Viene da chiedersi quale attentato all’esistenza di Israele rappresentassero quelle tonnellate di medicinali, di vestiti e di giocattoli per i bambini palestinesi.

La flotta di attivisti, che avevano come unico scopo quello di soccorrere una popolazione martoriata ed umiliata da uno dei pochi Stati-canaglia della terra, è stata militarmente attaccata dall’esercito israeliano. Con gravissime conseguenze, se anche i giornali ufficiali di regime, di solito sempre così comprensivi nei confronti del “povero popolo che ha tanto sofferto”, hanno ritenuto necessario dare una minima copertura mediatica all’evento. I morti vanno dai 10 ai 30, secondo quanto riportato da Al Jazeera, dalla BBC, dalla CNN e da altre testate internazionali.

Ma al di la’ delle nude cifre, e della cronaca che verrà fatta nelle prossime ore, la vicenda dimostra sempre di più che il comportamento di Israele nei confronti del diritto internazionale, nonché verso tutti coloro che a torto o a ragione criticano la sua politica, sta assumendo sempre di più una escalation criminale. Che l’ha portata ad attaccare militarmente una flotta di attivisti armati solo ed esclusivamente di magliette, carne e latte per bambini, uccidendone diversi tra loro.

“No pasaran!”, aveva urlato con rabbia Israele. Quegli attivisti determinati a portare un po’ di conforto ai palestinesi mal si conciliavano con la “cura dimagrante” (come la definì un cinico e spregiudicato Olmert qualche tempo fa) che i sionisti hanno deciso di imporre a Gaza. Pur di mantenere fede alla parola data non hanno esitato a sparare contro dei cittadini che non portavano armi, non erano atti ad offendere, non compivano alcuna azione militarmente pericolosa per lo Stato ebraico. Non c’è quadro migliore per descrivere il disprezzo sionista nei confronti della comunità internazionale e nei confronti di chi, anche con azioni dimostrative come questa, cerca di ri-direzionare le criminali azioni di Israele entro un quadro di legalità.

Ora sappiamo che questo Stato pericoloso, aggressivo, paranoico, arrogante, rabbioso e vendicativo non solo disattende decine e decine di risoluzioni dell’ONU nella più completa impunità; non solo destabilizza l’intera regione mediorientale minacciando continuamente i suoi vicini di aggressione, violando il loro spazio aereo e militare, moltiplicando in continuazione gli incidenti di frontiera e le provocazioni; non solo ha rinchiuso una intera popolazione dentro un recinto, sottoponendola a bombardamenti indiscriminati e genocidi un giorno si e l’altro forse, con lo scopo di rubare la sua terra e di allontanare con il genocidio ed il terrore la sua popolazione; non solo pretende di dare lezioni all’Iran e alla Siria sul nucleare, quando egli stesso ha un arsenale nucleare compreso tra le 300 e le 500 bombe atomiche per le quali non si è mai sottoposto a nessuna delle ispezioni che continuamente reclama a spese altrui.

Ora sappiamo che non solo l’Iran, i palestinesi e i libri di Faurisson costituiscono una grave minaccia all’esistenza stessa di Israele. Ora sappiamo che anche dei giochi per bambini e del latte in polvere sono una minaccia serissima, che l’entità sionista non può in alcun modo tollerare.

Ora sappiamo. Lo abbiamo sotto gli occhi. Vedrete che in qualche modo salterà fuori una qualche versione in base alla quale questi attivisti si trasformeranno di colpo in criminali pericolosi, che magari hanno assaltato per primi i poveri soldati israeliani, costretti loro malgrado a rispondere al fuoco. Il nostro Ministro Israeliano con delega alla colonia Italia parlerà pertanto di legittima difesa: hanno dovuto rispondere al fuoco, sono stati aggrediti dai feroci militanti filo-palestinesi, si tratta di legittima difesa. Mai sottovalutare il potere della innominabile lobby.

Ora sappiamo. E faremo finta di non sapere. Come sempre.

sabato 29 maggio 2010

Il boicottaggio della Coop era una bufala

A volte capita anche al sottoscritto di sbagliare. Giusto ieri notte scrivevo di come la Coop e la Conad avessero deciso di boicottare i prodotti israeliani, suscitando anche la replica indignata del nostro Ministro Israeliano con delega alla colonia Italia. Questa notizia è apparsa in diversi quotidiani regionali e nazionali, legittimata quindi dalla informazione ufficiale. Ma il SN Gariglio mi informa che, proprio ieri mattina, su La Stampa di Torino è comparsa una pagina a pagamento della Coop, in cui non solo si smentiva con sdegno questa notizia (come abbiamo anche solo potuto pensare che qualcuno potesse ringhiare contro il padrone sionista?), ma addirittura si affermava chiaramente che Coop e Conad hanno concluso un vantaggioso affare che permetterà di aumentare i prodotti di Sion sui nostri ansiosi scaffali.

Mi sono sbagliato, e con me diversi giornali nazionali e regionali italiani. Vi chiedo scusa. Forse pensare una cosa del genere, in questa Italia di servi e di lacchè, era comunque troppo.

E' da un supermercato che arriva un sussulto

La notizia è importante, segno di come, anche nell’opinione pubblica italiana, e seppur in misura limitatissima e debole, cominci a formarsi un movimento di opinione chiaramente contrario alla politica genocida che Israele attua da decenni contro il popolo palestinese.


La Coop e la Conad, celebri catene di supermercati italiani, hanno deciso di boicottare i prodotti israeliani. Sarà quindi impossibile, in futuro, trovare sugli scaffali i datteri di Sion, oppure le rinomate arance elette innaffiate con l’acqua rubata ai palestinesi.


Niente di nuovo sotto il sole: l’informazione italiana, specialmente quando si tratta di Israele, dimostra ancora una volta la sua vigliaccheria.


Il nostro Ministro degli Esteri, Franco Frattini, protesta vivacemente: “Si introduce nella dinamica del mercato un elemento pericoloso di razzismo. E’ una decisione che mi sembra avventata e prematura”. Che si parli di razzismo contro uno Stato che attua deliberatamente una politica di apartheid e di segregazione razziale contro una popolazione inerme e rinchiusa dentro pochi chilometri quadrati, privata anche delle più elementari materie prime per poter sopravvivere; uno Stato che ha violato decine e decine di risoluzioni dell’ONU con una arroganza che, se fosse stata mostrata anche in misura molto minore da altri Stati li avrebbe immediatamente esposti al rischio di bombardamento; uno Stato che pratica giornalmente l’espulsione coatta dei palestinesi dalle loro case, e che spara sui contadini palestinesi che hanno l’ardire di avventurarsi nei terreni vicino ai confini israeliani; uno Stato che fa il tiro a segno con le imbarcazioni palestinesi; uno Stato che, ciclicamente, sfoga tutto il suo potente esercito in pericolosissime e devastanti incursioni aeree e di terra senza neanche il minimo rispetto per gli edifici ed il personale internazionale, come l’ultima mattanza di Piombo Fuso ha recentemente dimostrato. Ebbene, reagire a questi sorprusi, di cui l’occidente si è reso complice a causa della viltà, è per Frattini razzismo.


Curioso Ministro, il nostro Franco. Di lui non si sente mai parlare. E’ un Ministro che, nell’agenda politica, è spesso abbastanza defilato. Anche quando lo si chiama in causa per questioni importanti, come per esempio i nostri connazionali all’estero che sono rinchiusi in carceri di massima sicurezza senza neanche sapere di cosa sono accusati, o come la vicenda di Francesco Pio che anche RaiTre, proprio oggi, ha rievocato, dove la giustizia americana se ne strafrega apertamente di due cittadini italiani che hanno trovato una orribile morte nelle strutture sanitarie a stelle e strisce. Lui è sempre assente. Di lui si sente parlare relativamente poco. Ma quando si tratta di Israele, eccolo che torna in scena come un leone. E’ una decisione affrettata, ci dice il nostro.


Pensa forse Frattini che per protestare contro lo sterminio dei palestinesi si debba aspettare che anche l’ultimo venga definitivamente fatto fuori? Sai com’è…

sabato 15 maggio 2010

Riflessioni di un trombato, di Carlo Gariglio

Ho già illustrato ai Camerati lettori i risultati elettorali delle liste MFL; in questa sede mi preme soltanto ribadire la soddisfazione per i successi del nostro piccolo movimento, boicottato in ogni modo dai cosiddetti “poteri forti”, ma ancora in grado di dire la sua partecipando a competizioni elettorali ed eleggendo, di tanto in tanto, qualche Consigliere Comunale, come accaduto nel Comune di Parella, che ha visto Fabio Toma raccogliere un lusinghiero 4,53% che gli ha consentito l’elezione.

Parlando, invece, della esperienza fatta dal sottoscritto alle elezioni regionali piemontesi come candidato indipendente di altra lista, presente nella sola provincia di Torino, non si può non parlare di fiasco colossale e di vero e proprio tradimento operato da amici, parenti, colleghi di lavoro e sedicenti Camerati (tesserati e non)… Tradimento che mi sta facendo seriamente riflettere circa l’opportunità di proseguire a fare politica, stanti l’ignoranza e la cialtroneria da cui sono afflitti la maggior parte degli elettori italiani… In primis quelli che si spacciano a vario titolo per “camerati”.

Una premessa è comunque doverosa, e spero servirà a ricacciare in gola la risata di soddisfazione che immagino presente sui volti dei tanti idioti buoni solo a criticare e diffamare restandosene seduti sulla poltrona di casa propria… Ovvero, il sottoscritto non ha mai avuto alcuna possibilità di essere eletto a queste elezioni regionali, indi lo sfogo contenuto nel presente articolo è una semplice e neutra analisi dell’affidabilità dell’elettore medio (specie di quello che si spaccia per “camerata”), nonché della sua reale intenzione di cambiare qualcosa nella politica italiana. Non, quindi, il grido di dolore del politico che si illudeva di sbarcare in Regione e che invece è stato “trombato” alle elezioni, ma l’urlo di rabbia di chi si illudeva di potersi fidare di varie persone e della loro voglia di cambiamento.

Se anche avessi ottenuto il centinaio di preferenze che avevo preventivato, non avrei avuto altra soddisfazione all’infuori di essere il più votato della lista che mi ha ospitato, ma nulla di più… E se per caso questa lista sconosciuta ai più avesse ottenuto un clamoroso successo elettorale, neppure con il mio centinaio di preferenze avrei potuto essere fra i più votati ed ambire all’elezione al Consiglio Regionale.

Perché mai mi sono candidato, si chiederà qualcuno… Per semplice amore della battaglia, nonché per cercare altre strade da percorrere per fare conoscere il nostro MFL a sempre più persone, rispondo io. Contrariamente a tanti sedicenti Camerati, infatti, il sottoscritto ha effettuato (nel suo piccolo) una campagna elettorale chiaramente e dichiaratamente Fascista, denunciando in ogni suo stampato questo regime mafioso ed antifascista ove un Fascista vero è costretto ad essere ospitato in altra lista, assolutamente non Fascista, per potere partecipare ad una elezione importante; abbiamo già visto lo scorso anno come 4 magistrati mafiosi possano buttare fuori da una elezione provinciale una lista Fascista… Figuriamoci da una elezione Regionale, ammesso e non concesso che un movimento piccolo come il nostro potesse superare le Forche Caudine delle migliaia di firme da raccogliere in più province!

Campagna elettorale Fascista, dunque, al contrario di quanti millantano la loro “fede” fascista in privato, dichiarandosi poi in pubblico “di destra”, “cattolici” o quant’altro.

Inoltre, è bene ricordare che la Provincia di Torino conta ormai su circa 2 milioni e mezzo di abitanti, mentre il sottoscritto, con i suoi poveri mezzi, ha raggiunto con la sua pubblicità cartacea al massimo tremila famiglie.

Nonostante ciò ci ho provato, consapevole del fatto che almeno tremila famiglie della provincia di Torino (senza contare la propaganda effettuata tramite internet) avrebbero saputo che esiste un certo Carlo Gariglio, che è Segretario Nazionale del MFL e che non si piega ai diktat di un regime retto da magistrati mafiosi e fondato su una falsa storia Patria, buona al più per quei sottosviluppati mentali che ancora amano definirsi “di sinistra”…

Cosa mi ha portato il mio sforzo? Otto voti a Torino città e ben nove in Provincia, per un totale di diciassette preferenze! Con buona pace dei tanti “camerati” che avevano giurato di votarmi e di farmi votare da amici e parenti, nonché di amici e colleghi di lavoro che avevano fatto promesse simili… Ed è proprio questo che ferisce di più; infatti, se possiamo dare per scontato che la stragrande maggioranza delle persone sconosciute non mi avrebbe certo votato in virtù di un depliant trovato nella buca delle lettere, non si può accettare con altrettanta sportività la presa per il deretano di quanti ti conoscono, ti frequentano, vivono e lavorano a stretto contatto con te, fingendo persino di stimarti!

A mio modesto parere, indipendentemente dalle idee politiche del singolo, già il fatto di potere votare, una volta tanto, per una persona onesta, che lavora e non campa di politica sulle spalle altrui, dovrebbe essere visto come un’occasione da non perdere; dopo tanti anni passati a fare i pecoroni che si mettono in coda per votare politici già noti per essere ladri, incapaci e privi della pur minima coerenza, non ci si dovrebbe fare scappare l’occasione!

Quanto sopra vale, a maggior ragione, per i tanti imbecilli della cosiddetta “area”, i quali hanno trascorso decenni a farsi prendere per il deretano dai vari Almirante, Fini, Rauti, Romagnoli, Tilgher, Fiore, senza imparare nulla dalla loro stupidità.

Intendiamoci, non ho nulla di personale contro quelli che votano per certe sigle sapendo di votare non per dei Fascisti, ma per degli esponenti di una destra becera, clericale e sempre disponibile al compromesso con la destra ufficiale di Berlusconi, Fini e Bossi; costoro votano secondo coscienza e fanno bene… Ma che dire dei tanti coglioni che votano per certa gente credendo ancora di fare gli interessi del Fascismo? Che dire di chi vota Forza Nuova fingendo di ignorare le dichiarazioni antifasciste degli stessi responsabili (dichiarazioni che non mi stancherò mai di riportare su queste pagine)?

E di chi continua a votare FT o addirittura AN sentendosi per questo un vero fascista?

Questa amara esperienza mi ha ulteriormente convinto della inutilità delle nostre battaglie politiche, quanto meno se ci riferiamo alle generazioni presenti di elettori; oramai è inutile nutrire speranze di riscatto facendo affidamento sui sedicenti camerati che vanno dai 30 anni fino ai 90… Si tratta di lobotomizzati dal regime, incapaci di sostenere quelle stesse idee che dicono di avere, convinti di essere Fascisti mentre sostengono apertamente l’antifascismo, buoni a nulla incapaci di documentarsi sul Fascismo e circa il passato politico di quanti oggi fingono di essere Fascisti per avere il loro voto… Il loro livello mentale è del tutto analogo a quello degli elettori del centrodestra e del centrosinistra, ovvero cerebrolesi che,


incuranti di scandali, malgoverno, tangenti, crisi economica, escort e travestiti, corrono sempre a fare il loro dovere di soldatini disciplinati votando il Prodi o il Berlusconi di turno…

Di fronte a tanta ignoranza ed altrettanta malafede, non possiamo che arrenderci, sperando che magari le generazioni future sappiano educarsi meglio, approfittando ed esempio della rete internet per farsi una cultura storica e politica, invece di rincoglionirsi con i passatempi delle nuove generazioni di decerebrati, ovvero Facebook, Twitter e robaccia simile.

Mirabili esempi dell’umana stupidità sono alcuni individui con cui ho parlato prima e dopo le elezioni… Alcuni si impegnavano a votare, salvo poi confessare che le radiose giornate di sole del fine settimana elettorale li avevano convinti ad optare per la scampagnata al mare… Alla faccia delle pontificazioni che sento fare loro regolarmente contro il governo “ladro” e contro questa politica incapace di offrire un cambiamento. Altri, noti al sottoscritto come ex lustrascarpe di Rauti, Romagnoli e persino AN, dopo avere votato e portato voti per decenni a questi mascalzoni, dichiarano oggi di non volere più votare per nessuno, a causa della loro delusione! Dunque, seguendo il ragionamento di certi ridicoli esponenti del Fascismo all’amatriciana, il fatto di avere fatto propaganda per anni ed anni a favore di noti farabutti li porta oggi a non votare per chi sanno essere un galantuomo! E meno male che sono delusi… Forse dalla scarsa intelligenza di cui li ha dotati Madre Natura?

Per non parlare, infine, dell’esilarante categoria dei qualunquisti un po’ coglioni, i quali ti rispondono che loro non votano perché “sono tutti uguali”! Indi, nella vuota scatola cranica di certi coglioni siamo tutti uguali in quanto candidati alle elezioni, e Gariglio ha le stesse responsabilità politiche di Andreotti, Bertinotti, Berlusconi, Casini, Fini… E poi qualcuno si stupisce se il sottoscritto ed altri definiscono coglione l’elettore medio italico!

Una cosa è certa: è inutile mitizzare la percentuale di italiani che non votano, illudendosi che fra essi si celino le persone migliori in attesa di trovare qualcuno che le rappresenti degnamente… Con il passare degli anni mi sono accorto che quella esposta sopra è una beata illusione, poiché se è vero che una infima minoranza di italiani pratica l’astensionismo consapevole e motivato, è altrettanto vero che la stragrande maggioranza di coglioni si astiene perché reputa più importante la gita fuori porta o la partita; se a questi aggiungiamo, inoltre, l’altra percentuale di coglioni che si recano disciplinatamente alle urne per depositare una scheda bianca o non valida, ovvero quelli che sono così vigliacchi da non avere neppure il coraggio di disertare le urne, tutti dovrebbero comprendere il perché il sottoscritto reputi ormai inutile farsi illusioni circa la volontà e la capacità dell’elettore medio di operare un sano e serio cambiamento.

Nonostante ciò noi, nel frattempo, continueremo a fare il nostro dovere, indicando ai giovani la via da seguire e cercando di spiegare loro che esistono cose molto più importanti dei Social Forum, delle curve degli stadi, delle discoteche e dei telefoni cellulari alla moda. Inoltre, almeno quelli come me, continueranno a metterci la faccia, il tempo ed i soldi per collezionare figure umilianti alle prossime elezioni, sperando che un giorno qualcuno raccolga il testimone e mi ricordi come un esempio da seguire… Uno che continua a difendere i suoi ideali e la vera Storia non solo dai nemici di sempre, ma anche e soprattutto dai tanti cialtroni che vivacchiano abusivamente nel nostro mondo politico e sociale… E pazienza se tutto questo mi costerà ancora tante umiliazioni e tanti tradimenti da parte di quanti si spacciavano per amici e Camerati sinceri.

Ci sono diciassette persone in tutta la Provincia di Torino che mi stimano e mi vogliono bene? Ripartirò da quelle!

Carlo Gariglio

www.fascismoeliberta.it

L'ennesimo romanzetto di menzogne

Il camerata Marco mi scrive per chiedermi che cosa ne pensi dell'ultimo libro di Lo Monaco , di cui ha casualmente visto la presentazione in una trasmissione televisiva. La risposta può forse interessare anche altri lettori.

*****

Caro Marco,

che dirti?

Il libro di Lo Monaco si inscrive alla perfezione in quel filone di romanzi d’avventura ambientati durante la seconda guerra mondiale e che quindi, già di per se, hanno un successo anticipato.

La vicenda del romanzo, in particolare, è ambientata in Africa, tra le retrovie di El Alamein. Lo Monaco si immagina un piano di sterminio che, anche mentre si combatteva Montgomery, veniva scrupolosamente attuato. “E’ una storia rimasta segreta per oltre sessant’anni”, dice la recensione. Sembra vera, se è rimasta comunque segreta, ma nonostante tutto nessuno ci dice da quali archivi sia stata estrapolata. Ti immagini se fosse veramente vero che un gruppo di SS si infiltra silenziosamente tra le linee nemiche per sterminare gli ebrei? Già la storia di per se non può non essere una balla clamorosa: come avrebbero fatto queste SS, in netta inferiorità numerica, costrette a nascondersi continuamente dal nemico inglese, a progettare un piano di sterminio? Si avvicinavano di soppiatto ai nemici, in silenzio per eliminarli uno ad uno? Dovevano avere molta pazienza, queste SS… il compito si annunciava lunghetto. Ma anche se fosse: ti immagini, se veramente si scoprisse una cosa del genere, quanto ci ricamerebbe sopra la propaganda olocaustica? Ma il popolino si beve di tutto: se è disposto a bersi l’invenzione olocaustica senza battere ciglio, senza neanche avere minimamente la voglia di informarsi e di capire la clamorosa menzogna che è stata escogitata ai suoi danni, a maggior ragione si può bere tranquillamente l’ennesima balla sui cattivoni nazisti. Tanto a sparare sui nazisti non si sbaglia, anche quando si scrivono balle inventate di sana pianta.

Ma c’è di più. L’operazione di disinformazione della recensione – figuriamoci del libro – è ancora più grossolana, ma nonostante tutto sarà coronata dal successo. È un romanzo che serve per capire la questione israelo-palestinese e le vicende che hanno portato alla nascita ed alla formazione dello Stato di Israele, dicono. L’opera di revisionismo – quando il revisionismo lo fanno loro, senza peraltro fornire la benché minima prova delle loro invenzioni, è sempre permesso – parte già dall’utilizzo dei termini: “Io ho concentrato l'attenzione narrativa sulle retrovie, sulle spaccature all'interno della compagine ebraica dove già allora si confrontavano politiche diverse sul futuro, sul rapporto conflittuale di Rommel con le SS, sul ruolo degli inglesi nemici e alleati al tempo stesso degli ebrei palestinesi”. Rileggi bene la frase. Ebrei palestinesi? Non ho mai sentito questi due termini affiancati tra di loro. Semmai ho sentito parlare di ebrei di Palestina, ma mai di ebrei palestinesi. L’intento, dall’impressione che ho, sembra quello di voler quasi “ingoiare” il significato di palestinesi dentro quello di ebrei. Quasi come se il termine “palestinese” sia destinato a perdere di importanza a favore di quello, più ampio, di “ebrei”. Cioè: i palestinesi come entità politica, economica e culturale non esistono. Esistono invece gli ebrei palestinesi, gli ebrei di Palestina, ma mai i palestinesi in se e per se. Anche l’utilizzo della terminologia è subdolo, volto a veicolare significati impliciti, quasi subliminali, e nascosti.

E così un romanzo che, per chi lo voglia vedere, è basato su delle balle clamorose, diventa una storia personale calata all’interno di un episodio specifico della seconda guerra mondiale, la guerra tra le truppe di Rommel e quelle di Montgomery in Africa.

Non sarà né il primo né l’ultimo. E questo personaggio, intanto, si riempirà le tasche di soldi alla faccia nostra.

Buon pro gli faccia.

venerdì 7 maggio 2010

La lobby stringe i pugni



"Il fenomeno dell'antisemitismo online, specie con la costante diffusione dei social network, costituisce uno degli aspetti piu' rilevanti dell'antisemitismo odierno. La polizia postale e rapporti di esperti indicano come ci sia un boom di siti che diffondono un vasto raggio di teorie antisemite: dalla cospirazione giudaica per impadronirsi del mondo (con un revival nella diffusione del falso storico dei Protocolli dei Savi di Sion), a forme aberranti di anti-israelismo, che descrivono Israele come la nuova potenza genocida che non ha diritto di esistere".

Per avere un’idea di quali siano state le conclusioni della conferenza del comitato contro l’antisemitismo, che si è tenuto qualche giorno fa, basta dare un’occhiata ai componenti della commissione: Fiamma Nirenstein, che oramai i nostri lettori conoscono bene per la sua costante attività a favore di Israele (come deputata del Governo italiano, del resto, è difficile trovare la sua presenza in qualche attività o progetto legislativo che non verta sul fattore Israele); Andre Oboler, grande capo di “Zionism on the web”, un ente che si occupa, sulla scia della Anti Defamation League, di denunciare ed intimidire tutti quei siti che non siano sfacciatamente schierati a favore di Israele; Stefano Gatti, rappresentante di un “Osservatorio sul pregiudizio antiebraico”; Pierangelo Ferrari, Partito Democratico; Renato Farina, nome in codice Betulla, deputato PDL e in Commissione Affari Esteri, conosciuto per la sua grande obiettività nei confronti della politica americana ed israeliana; Paolo Corsini, Commissione Affari Esteri PD, che equilibria la presenza dell’intramontabile Betulla; Enrico Pianetta e Francesco Tempestini, rispettivamente PDL e PD. Insomma, un bel gruppetto dal quale aspettarsi la massima neutralità.

Quali sono le conclusioni di questa presunta Commissione? Possono riassumersi facilmente nelle parole con le quali Fiamma Nirenstein apre la discussione, e che si possono ascoltare a questo indirizzo: http://www.radioradicale.it/scheda/301764. In sintesi, nonostante tutti gli sforzi, la critica nei confronti di Israele corre sul web nonostante le leggi contro il negazionismo varate nei vari Stati europei. I siti contro Israele aumentano; quelli che ridimensionano l’olocausto, la religione con la quale lo Stato ebraico pretende di continuare indisturbato nei suoi crimini, pure. Per non parlare poi dei noti social network, come Facebook, Twitter; e della posta elettronica, che milioni e milioni di persone si scambiano in privato, mettendo in gravissimo pericolo l’esistenza di Israele.

Insomma: questi “signori” pensavano di aver ormai completamente egemonizzato tutti i media, e di aver messo il silenziatore a qualunque voce fuori dal coro. Con grande rammarico, si accorgono che non è affatto così. Internet prende sempre più piede, e viene preferito sempre più come mezzo di informazione ai mass media tradizionali. E ciò avviene a sinistra, al centro, a destra. Tutti potenziali pericoli per il povero Israele e per la religione olocaustica con la quale un potere criminale decide i destini del mondo ormai da tanti decenni. Come si può porre rimedio a questa soluzione? Semplice: secondo Fiamma Nirenstein e gli autorevoli esperti riuniti bisogna innanzitutto mettersi in linea con gli altri Stati che hanno già adottato una legislazione anti-negazionista, prima fra tutte la Germania, dove più di duecentomila persone stanno scontando pene detentive per aver osato mettere in discussione il dogma.



“C’è la possibilità di esprimere opinioni che rapidamente vengono divorate da milioni e milioni di persone nel mondo intero”, ci dice la Nirenstein con voce allarmata. Tutto quello che ci hanno detto sulla bellezza dei mass media attuali, sulle capacità di conoscenza che offrono internet e le nuove tecnologie, sulla bellezza del poter rapidamente scambiarsi pareri, idee, messaggi, notizie, viene meno se questi pareri, messaggi e notizie non piacciono ad Israele e ai suoi rappresentanti. Urge quindi sorvegliare e monitorare tutto: la posta elettronica, Facebook, Twitter, siti e blog negazionisti, siti di destra e siti di sinistra. E perché no, aggiungiamo noi: anche mettere dei microfoni e delle telecamere nelle palestre, nei ristoranti, nei caffè, perfino nella camera da letto. Non sia mai che mentre due amanti giacciono insieme possa scappare qualche parolina contro il povero staterello che lotta per la sua stessa esistenza; non sia mai che mentre sorseggiamo il nostro cappuccino con la schiuma ci possa scappare qualche parolina ironica sulle missioni umanitarie che gli aerei da guerra ed i carri armati israeliani compiono, con tanta umanità ed altruismo, nei confronti della gente di Gaza; non sia mai che mentre mangiamo una pizza ci scappi una frasetta poco gratificante all’indirizzo di qualcuno del popolo eletto. Ma si potrebbe fare anche di più. Dato che sembra che la crisi economica, la disoccupazione cronica, la criminalità, siano tutte preoccupazioni che ormai devono passare in secondo piano di fronte a questo pericoloso antisemitismo (non vedete quanta discriminazione subiscono i poveri ebrei ogni giorno, come sono disprezzati e calunniati, come fatichino a trovare una qualche occupazione nei posti che contano?), si potrebbero costringere tutti i cittadini residenti sul nostro territorio a giurare fedeltà ad Israele ed alla sua causa santa. I recalcitranti potrebbero essere inseriti in una apposita lista nera, onde privarli dei loro diritti civili; potrebbero essere costretti a portare giorno e notte, in qualunque luogo, un apposito segno di riconoscimento, in modo che gli altri fedeli sudditi sappiano quale pericoloso attentatore all’esistenza di Israele hanno davanti. Basta con questi antisemiti che diffondono idee calunniose ed antisociali! Ci risparmieremo, così, scottanti inchieste come quella del quotidiano Aftonblandet, che dimostrò come diversi alti esponenti del governo israeliano fossero coinvolti in ambigui episodi legati al traffico internazionale di organi, tutta una balla, ovviamente! Eviteremo di sentire, in questo modo, i deliranti messaggi dell’agenzia di stampa Infopal, che diffonde calunniose teorie secondo le quali i villaggi vacanze nei quali sono gentilmente ospitati i palestinesi siano in realtà dei vergognosi lager a cielo aperto e che vorrebbe far passare le nobili azioni umanitarie di Israele per azioni di guerra, mostrando foto e filmati sicuramente ritoccati da una abile propaganda antisemita. E lo stesso si potrebbe dire per i direttori di giornale, gli editori, i politici chiamati a ricoprire importanti incarichi di governo: ognuno di loro dovrebbe giurare eterna fedeltà ad Israele, se ambisce ad avere importanti posti di comando e/o di gestione della cosa pubblica. E non si dimentichino film e libri: al bando la Divina Commedia, Voltaire e Shakespeare, tutti pericolosi antisemiti che potrebbero danneggiare le giovani generazioni.

Sia come sia, l’innominabile lobby perde terreno. Lo Stato pirata piace sempre meno, nonostante le sue campagne simpatia e la potentissima influenza che esercita sulle istituzioni mondialiste e governative di tutto il mondo. Sempre più persone prendono consapevolezza che, dietro ai governi nazionali ed alle istituzioni fintamente democratiche, potenti e temute lobbies occulte decidono i destini del mondo, della finanza e della politica. Adesso pensano veramente in grande, come neanche Orwell sarebbe mai riuscito a fare. E hanno tutto il potere e la capacità di farlo. Per tutti coloro che, come noi, non vogliono rassegnarsi alla menzogna globale, si prospettano tempi duri.

martedì 4 maggio 2010

Ecco la loro concezione di democrazia

I giorni scorsi la destra milanese ha organizzato una settimana in ricordo dei camerati che, dal secondo dopoguerra in poi, sono stati uccisi per mano degli assassini comunisti. Ramelli, Mantakas, e tanti altri… Apriti cielo! I sinistri milanesi, approfittando delle poche occasioni che sono loro rimaste per uscire dalle fogne, insorgono come un sol uomo! Come si permettono questi Fascisti – ammesso e non concesso che lo siano davvero, visti i continui distinguo che si sprecano nella cosiddetta area – di fare delle manifestazioni? Sono i comunisti e quelli di sinistra che decidono, ovviamente, chi può manifestare e chi no.

Ma c’è una motivazione particolare per la quale non si sarebbe dovuto tenere la commemorazione in onore di Ramelli e degli altri camerati caduti? Problemi di ordine pubblico? Attività illegali? Incidenti o disordini? Assolutamente no. Si è trattato di una pura e semplice commemorazione, per non dimenticare chi ha avuto il solo torto di militare dalla parte perdente.

Che democrazia è mai questa? Una democrazia che ciancia e ciancia a vanvera di libertà, di Liberazione, di Resistenza, di democrazia e di lotta contro il Fascismo, salvo poi cercare di impedire in tutti i modi una semplice commemorazione? Una democrazia che si riempie la bocca di belle parole, salvo poi impedirci anche solo di esporre uno striscione o di poggiare una corona di fiori per ricordare i nostri morti?

Risposta scontata. E’ la democrazia della Liberazione e della Resistenza, per l’appunto. E’ la liberazione dei padroni dell’Europa, quelli delle logge e delle sinagoghe. Siamo sotto il dominio di padroni crudeli e perfidi. E, cosa ancora più grave, ci siamo abituati a mantenere lo sguardo a terra.