Il buffone che solo
qualche anno fa si permise davanti al mondo di ridere dell’Italia, in un incontro
bilaterale Francia-Germania, non ride più. Da più di 12 ore è in stato di fermo
a Nanterre per 50 milioni in nero che avrebbe utilizzato per la sua campagna
elettorale.
Il criminale Nicolas
Sarkozy lo ricordiamo per aver disintegrato a suon di bombe la Libia, col
beneplacito di Germania e Stati Uniti. L’Italia non fu avvisata se non quando
gli aerei militari dell’invasione atlantica erano già in volo verso l’Africa:
tutti gli accordi di cooperazione Italia-Africa, le commesse per centinaia e
centinaia di milioni di euro, furono disintegrati in qualche giorno,
vanificando il lavoro di anni, cominciato già con Enrico Mattei. Fu non solo un
danno economico, bensì anche di immagine: poco prima che il criminale francese,
con la fattiva collaborazione del traditore Giorgio Napolitano (che, come
Presidente della Repubblica, era il Capo delle Forze Armate Italiane), di
Angela Merkel e di Barack Obama, facesse decollare i bombardieri che
disintegreranno la Libia e la precipiteranno in quel caos dal quale ancora oggi
non si è ripresa, Italia e Libia avevano firmato un trattato di amicizia.
Sappiamo, oggi, che Silvio
Berlusconi non volle accodarsi a quella guerra, consapevole che avrebbe
danneggiato gli interessi economici e di politica estera del Nostro Paese; sappiamo
che, per quel che poté, tenne testa a quel codazzo di guerrafondai che avevano
nel Capo dello Stato Napolitano il primo sostenitore; sappiamo, oggi, che fu
cacciato con un vero e proprio colpo di Stato e che al suo posto fu insediato
Monti, per iniziare una lunga stagione di governi tecnici da cui non siamo
ancora usciti.
Probabilmente in questi anni deve essersi divertito, Nicolas Sarkozy, pensando di aver disintegrato i nostri interessi in quel Paese a suon di bombe e di complotti orditi dietro le quinte servendosi dei traditori della Patria, che in Italia non mancano mai, da ottanta anni a questa parte; chissà che sorrisino bastardo avrà fatto, alla vista del cadavere di Gheddafi brutalizzato e fatto a pezzi dai tagliagole ingaggiati dal gruppo di terroristi da lui capitanato.
Niente più palchi
internazionali dai quali irridere l’Italia, niente più bombardieri da inviare
per estrometterci dalle nostre zone di influenza africane, niente più complotti
da ordire sottobanco: solo la caduta disonorevole di un massone la cui miseria umana
e morale, prima ancora che politica, noi abbiamo sempre saputo. Oggi il buffone
criminale non ride più.
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