mercoledì 28 febbraio 2018

I deliri di Pietro Grasso: davvero volete affidarvi a gente del genere?



Pensare che per anni abbiamo avuto uno come Pietro Grasso a rappresentare le istituzioni rende benissimo l’idea del livello di bassezza raggiunto dal nostro Stato.

Qualche giorno fa, in particolare, questo personaggio, alla disperata ricerca di consensi e di voti, si è esibito in un insieme di frasi deliranti, tali da far venire l’orticaria perfino alla Gruber, che di solito, quando si tratta dei suoi amici di sinistra, è particolarmente disinvolta.

Incalzato da un giornalista (di cui adesso mi sfugge il nome) sul problema immigrazione, Grasso, senza alcun senso del ridicolo, risponde: “Berlusconi come al solito le spara grosse, perché seicentomila immigrati nemmeno ci sono nel Paese. Quindi sono dei dati assolutamente inventati”. Lilli Gruber, a questo punto, ribadisce la cifra degli immigrati irregolari: seicentomila. Grasso continua imperterrito e spara subito la seconda nefandezza: “E perché non lo ha fatto [di rimpatriarli]prima? Perché non lo ha fatto quando era al Governo?”

Siamo al delirio più totale ed al nulla cosmico che non meriterebbe nemmeno una smentita se al posto di giornalisti conniventi e compiacenti ci fosse qualcuno dei nostri. Qualcuno faccia sapere a Pietro Grasso che, secondo i dati Istat, gli stranieri regolari, in Italia, sono all’incirca sei milioni. A questi devono aggiungersi ben più di mezzo milione di immigrati irregolari, che secondo l’Istat sarebbero, all’incirca, tra i cinquecento e gli ottocentomila (incredibile ma vero non è possibile fornire una cifra precisa: non sappiamo quanti stranieri che non hanno alcun diritto per rimanere sul suolo Patrio siano presenti nel nostro Paese). Se Pietro Grasso che risponde “E perché non li ha rimpatriati prima?”, delle due cose una: Pietro Grasso è un grossolano ignorante, oppure Pietro Grasso è in malafede. Oppure, terza opzione, un insieme di entrambe le cose. 

Sarebbe anche ora di ricordare a questo disperato che il centrosinistra governa ininterrottamente questo Paese da 7/8 anni: gran parte di quei seicentomila irregolari, Grasso se ne faccia una ragione, sono stati causati, nella stragrande maggior parte dei casi, dalle scellerate politiche buoniste e criminali attuate dagli ultimi governi dei suoi amici, che hanno scientemente favorito l’invasione della Nazione da parte di genti straniere. Quando governava Silvio Berlusconi, e parliamo di quasi due lustri fa, vuoi per fortuna o vuoi per una maggiore capacità del centrodestra ma il numero degli sbarchi era sensibilmente minore. 

Nessuno, né il giornalista connivente né la Gruber, fa notare queste evidenze. La conduttrice, però, si intestardisce: vuole cercare di far dire a Pietro Grasso qualcosa di sensato: “C’è chi ha diritto di restare nel nostro Paese e chi no. Chi non ha diritto di restare nel nostro Paese deve essere rimpatriato?” È una domanda diretta e semplice: un si, un no, e spieghi perché è si o no. Invece Grasso “sbarella” miseramente: “Io… io penso che il… abbiamo il dovere dell’accoglienza, dell’integrazione… così come dice Papa Francesco, e di poter riuscire a dare a degli esseri umani, che sono uguali ai nostri poveri… non dobbiamo fare del…” Lilli Gruber si spazientisce: “Però non mi ha risposto alla domanda”. Pietro Grasso, però, è in confusione: “No… io… penso che li dobbiamo certamente trattenere… dobbiamo farli integrare in quella che è l’attività lavorativa… perché altri paesi…” La conduttrice lo interrompe un po’ sarcastica: “Anche se non hanno diritto li dobbiamo lasciare sul nostro territorio.” Ma ormai Grasso è avulso dalla realtà: “Perché non hanno diritto? Il diritto di vivere, il diritto di essere… di un essere umano… l’articolo 1 della dichiarazione dei diritti dell’uomo dice che tutti gli esseri nascono liberi e uguali, in diritti e dignità [mormorio sommesso della Gruber in sottofondo]”.


Innanzitutto mi viene da pensare che quelli di sinistra, fino a qualche anno fa, strepitavano non appena il Papa emetteva un fiato, cianciando di laicità dello Stato Italiano e del dovere, da parte del Pontefice, di non intromettersi nelle questioni di un altro Stato sovrano quale è l’Italia. Ora che il Papa sembra uno di Rifondazione Comunista con la papalina in testa lo citano come una grande autorità. Quanta ipocrisia! 

A parte questo, è semplicemente sconvolgente che colui che è da sempre stato un uomo delle istituzioni italiane, un Magistrato prima ed il Presidente del Senato poi, non abbia nemmeno la minima concezione della Nazione come organismo legalmente e giuridicamente adibito a decidere, in base alla propria legislazione interna, se un cittadino straniero abbia o non abbia il diritto di rimanere all’interno dei propri confini, per quali motivi e per quanto tempo. Sono nozioni base che ti insegnano al primo anno di Giurisprudenza (a noi lo insegnavano anche in Educazione Civica) e che una persona con un curriculum come quello di questo personaggetto dovrebbe ormai aver interiorizzato. Invece lo vediamo cianciare per slogan, come un qualunque drogato di qualche centro sociale di estrema sinistra.

Davvero il 4 marzo volete affidarvi a gente del genere?

martedì 27 febbraio 2018

Non sarebbe ora di chiudere i centri sociali e arrestare i teppisti rossi?



In queste ore il dibattito politico è animato dalla insegnante al corteo di Torino che, con una bottiglia in mano ed in evidente stato di alterazione, insulta i poliziotti in assetto antisommossa che cercano di evitare il contatto tra i militanti di CasaPound, che manifestavano legalmente e pacificamente, e i teppisti dei centri sociali. 

“Poliziotti mi fate schifo! Dovete Morire! Mezza cartuccia del cazzo!”: ecco le frasi che, con la sobrietà e l’eleganza che caratterizza le donne di sinistra, quella che poi si scopre essere una insegnante grida contro i poliziotti. Fermata dall’inviato di Matrix la pasionaria, della quale possiamo anche solo lontanamente intuire l’obbiettività di insegnamento che sicuramente applicherà nel proprio lavoro tra le aule scolastiche, dimostra di aver ben digerito quel clima di odio e di caccia all’uomo contro i Fascisti che viene fomentato e cavalcato dai principali attori della sinistra (Laura Boldrini, Pietro Grasso, Emanuele Fiano): “Certo, ho detto quelle parole perché loro stanno proteggendo i fascisti, e perché un giorno potrei trovarmi fucile in mano a combattere contro questi individui”. 


Cosa accadrebbe se un Fascista invocasse le armi contro gli avversari politici? Quante ore e ore di pianti strappalacrime e di appelli contro la pericolosa violenza nazifascista dovremmo sorbirci a reti unificate dalle bocche delle Boldrini, dei Grasso, dei Fiano, dei Saviano, dei Lerner? Invece una insegnante che platealmente insulta, minaccia ed augura i peggiori male alle forze dell’ordine che hanno il solo torto di far si che un comizio legalmente autorizzato possa svolgersi senza incidenti, non fa alcuna notizia. Di più: conosco personalmente una insegnante cagliaritana di destra che, davanti ai suoi alunni e ai suoi colleghi, è stata insultata da un collega uomo che le ha augurato, con quelle delicatezza e dolcezza proverbiale dei sinistri, di finire come il Duce: fucilata ed appesa per i piedi a piazzale Loreto. Il livello di odio e di isteria che sta raggiungendo questa gente comincia a diventare seriamente preoccupante.

Solo Matteo Renzi, che è l’unico, a sinistra, ad avere ancora un minimo di serietà istituzionale, deve aver fiutato l’aria che tira e aver capito che questo clima di odio potrebbe finire per “martirizzare” ben più del desiderato l’opposta area politica. Dal salotto di Barbara D’Urso ha affermato: “Che schifo, una professoressa che augura la morte ai poliziotti andrebbe licenziata su due piedi. Torino è una realtà in cui ci sono molti centri sociali che, come dice il senatore Stefano Esposito del mio partito, andrebbero chiusi”. Sul fatto che la sinistra sia disposta a chiudere i centri sociali, cioè quei centri di bassa manovalanza con la quale una sinistra in stato comatoso cerca di recuperare consensi (e cerca di intimorire, quando non uccidere espressamente, gli avversari politici), ci crediamo poco. Quanto agli altri, se la priorità di chi andrà al governo sarà quella di riportare un po’ di ordine e di pulizia nelle nostre città, insieme alle espulsioni forzate di seicentomila immigrati irregolari si dovrebbe procedere alla chiusura forzata dei centri sociali e all’arresto (in alcuni casi con finalità terroristiche, come dimostrato dagli eventi di Torino) della teppaglia che ammorba quei luoghi, per far si che essi possano essere sottratti alla droga, alla violenza e alla criminalità per essere restituiti alla cittadinanza.
 
E, già che ci siamo, togliere la cattedra a questa docente, che ha platealmente dimostrato di non essere in grado di svolgere quel ruolo di imparzialità e di morigeratezza che il mestiere di insegnante prevede, e denunciarla per istigazione alla violenza. Forse, quando questa gentaglia verrà toccata nel soldo e finirà indagata come accaduto a noi altri per cose ben minori, abbasserà la cresta.

Uccidere un Fascista non è reato (specialmente se indossi le scarpe da tennis)



Se mai dovremmo pestare a sangue una persona con la chiara intenzione di ucciderla, magari in dieci contro uno e dopo averla immobilizzata con del nastro adesivo per impedirle di muoversi e di reagire, staremo bene attenti ad utilizzare scarpe da tennis e non anfibi. Questa sembra essere la lezione da trarre in seguito alla decisione del gip Roberto Biggio, del Tribunale di Palermo, che ha rilasciato, dopo nemmeno due giorni di carcere, Giovanni Codraro e Carlo Mancuso, rei di aver partecipato al pestaggio ai danni di Massimo Ursino, dirigente palermitano di Forza Nuova. 

Questo atto è stato derubricato da “tentato omicidio”, fortunatamente non consumato per una serie di fortunate coincidenze – prime fra tutte le urla della vittima che, in piena ora della sera ha attirato su di se l’attenzione di diversi passanti – a lesioni aggravate.

Questa la motivazione del gip: si sarebbe trattato di un «gesto verosimilmente dimostrativo di sottomissione per mettere la vittima in situazione di impotenza che appare poco conciliante con la volontà di uccidere: infatti verosimilmente ove vi fosse stata una reale volontà omicida, gli autori del fatto dopo che l’Ursino era a terra avrebbero tutti insieme continuato a colpirlo per provocarne il decesso senza perdere tempo nel bloccargli le gambe». Insomma: se vuoi uccidere qualcuno ti basta non avere anfibi nè armi, anche se lo pesti a sangue, cercando di spaccargli la testa sull’asfalto. Questa è la amara lezione che si trae da questo avvenimento. Sui social network la gioia degli antifascisti, gli stessi che in questi ultimi tafferugli creati da loro stessi hanno manifestato esibendo orgogliosamente rotoli di nastro adesivo (e non un solo magistrato che si sia alzato in piedi ipotizzando l’apologia di reato come sarebbe accaduto, sicuramente, se invece una cosa del genere l’avesse fatta un’altra parte politica), è palpabile: “Non ci ferma nessuno!”, scrivono.

In effetti sembra essere proprio così. Nel 2018, in questo Paese, uccidere un Fascista in scarpe da tennis non è un reato. Se poi hai le scarpe da tennis sei in una botte di ferro.

sabato 24 febbraio 2018

A sinistra vogliono il morto

Padova, Bologna, Napoli, Palermo, Torino: sono solo le ultime città, in ordine di tempo, dove gli antifascisti dei centri sociali hanno potuto fare il bello e il cattivo tempo dandosi al loro sport preferito (perché tutelato dalle istituzioni e dai mass media), ovvero la caccia al fascista. Che si tratti di vandalizzare una città, aggredire le forze dell’ordine o pestare a sangue in dieci contro uno gli avversari politici, la sensazione che questa gente goda di un’impunità totale, come utili sgherri di regime, è sempre più palese.

Mentre questi teppisti sfasciano le vetrine, incendiano automobili e cassonetti dei rifiuti, aggrediscono le forze dell’ordine con bombe dotate di chiodi e bulloni, cioè appositamente pensate per uccidere (come quelle che sono state utilizzate contro i Carabinieri a Torino, in occasione di una manifestazione contro un comizio di Simone Di Stefano di CasaPound) o, alla meglio, per mutilare e gambizzare, oppure mentre si danno ad una vera e propria caccia all’uomo contro i militanti di destra, continua, incessante, il leit motiv di una sinistra in fase terminale e che vede nella recrudescenza dell’antifascismo la sua unica ragione di esistenza: i movimenti e i partiti fascisti vanno chiusi, i loro militanti arrestati. Non una sola parola di condanna per le decine e decine di vittime dei centri sociali e degli antagonisti, non una presa di posizione. Almeno fino a qualche giorno fa, quando, in due distinti episodi – l’aggressione palermitana a Massimo Ursino, dirigente napoletano di Forza Nuova, e l’utilizzo, come già scritto, di bombe di matrice terroristica contro i Carabinieri torinesi che hanno impedito agli antagonisti di venire a contatto con i militanti di destra che nel frattempo partecipavano ad un regolare ed autorizzato comizio – poco è mancato che ci scappasse il morto.

Giovanni Codraro e Carlo Mancuso, due tra gli autori del pestaggio contro un dirigente di Forza Nuova a Palermo qualche giorno fa, sono stati immediatamente rilasciati. Due pesi e due misure, come sempre. Vi immaginate l’ondata di sdegno se avessero rilasciato due militanti di destra o fascisti accusati di aver cercato di uccidere un ragazzo di sinistra? Perché di questo si tratta: l’imputazione è quella di tentato omicidio, messa nera su bianco dal gip: "La modalità dell'aggressione, nel senso del numero dei soggetti che vi hanno attivamente preso parte, il fatto di aver messo in totale inferiorità fisica la persona offesa a cui è stato calato sul viso un berretto di lana sia per renderla inoffensiva sia per impedirgli di riconoscere i suoi vigliacchi aggressori, la circostanza di aver addirittura legato col nastro adesivo le gambe di Ursino per impedirgli di scappare...non può far dubitare della sussistenza certa del dolo non delle lesioni ma del tentato omicidio". Lo scrive la Procura nella richiesta di convalida del fermo di Giovanni Codraro e Carlo Mancuso.


Questi vandali e teppisti si possono permettere il lusso di compiere qualunque cosa e i politici, lungi dal condannare queste azioni, continuano a premere incessantemente sullo stesso tasto: chiudete i movimenti fascisti perché sono contrari alla Costituzione, arrestate i loro esponenti. Ora, nessuno ha mai spiegato ai mandanti di questi criminali che delle due l’una: o i movimenti e i partiti fascisti sono realmente fuorilegge e in aperto contrasto con la Costituzione, e quindi lo Stato non è capace di far rispettare la legge nella stragrande maggioranza del suo territorio, addirittura permettendo a questi stessi partiti e movimenti di fare propaganda elettorale alla luce del sole, oppure questi movimenti e partiti politici sono già stati sottoposti al vaglio della Magistratura e non violano nessuna legge, e quindi possono esistere al pari di tutti gli altri.

Che idea si può fare un criminale di estrema sinistra, ignorante e cretino per definizione, quando si sente continuamente dire che c’è un’emergenza democratica perché partiti palesemente illegali sono tranquillamente e alla luce del sole sulla scena politica? Si sente in dovere, come la cronaca ha dimostrato, di intervenire da solo, con spranghe e bombe chiodate. I mandanti morali dei teppisti e degli antagonisti dei centri sociali vanno ricercati in Gentiloni, Grasso, Boldrini, Saviano, e tutti coloro che, lungi dall’aver mai pronunciato una parola, anche solo di circostanza, di condanna o di biasimo per le decine di attentati contro sedi di movimenti di destra, i pestaggi, gli agguati, hanno contribuito a soffiare incessantemente sul fuoco dell’odio, e continuano anche oggi. Proprio in questo momento, a Roma, i mandanti morali degli indagati per tentato omicidio ai danni di Massimo Ursino sbandierano ai quattro venti, in piazza, la loro contrarietà alla violenza fascista, ben consapevoli che la violenza, in questi ultimi mesi, è venuta solo ed esclusivamente da un'unica parte politica: la loro.


L’unica spiegazione a tutto ciò è che la sinistra, e una certa parte del governo e del potere, voglia il morto, e che solo per una serie di fortunate coincidenze questo non ci sia ancora stato.

Ecco da che parte stiamo

Casomai qualcuno abbia qualche dubbio.


giovedì 22 febbraio 2018

Se agli antifascisti è permesso tutto

I comunisti sono come gli immigrati clandestini: dovunque ci siano loro c’è spaccio, violenza, degrado e criminalità.

Ne sanno qualcosa a Milano, specialmente in Via Val Bogna e zone limitrofe, dove i residenti sono costretti a convivere, da qualche anno, con il centro sociale Lambretta. Il quale a parole dovrebbe essere al servizio dei cittadini, qualunque cosa questo voglia significare, ma in realtà altro non è che un insieme di attività illegali e senza alcuna concessione praticate sotto gli occhi di tutti: una palestra in cui si fa pugilato che non è registrata alla federazione ufficiale, come impone la legge; una discoteca dove vengono somministrati alcolici a tutte le ore, senza alcuna licenza; un ristorante abusivo, senza alcun controllo sulla qualità del cibo servito, senza alcuna prescrizione tra quelle previste dalla legge, e senza ovviamente pagare nessuna tassa. E, è quasi superfluo il ricordarlo, il tutto viene fatto allacciandosi abusivamente alla condotta idrica e a quella elettrica, da buoni parassiti.


A ciò si aggiunga tutto ciò che avere dei teppisti di sinistra nel proprio quartiere comporta: rifiuti e immondizia lasciati dappertutto (tanto in quelle strade non ci vivono loro), urla e schiamazzi notturni (tanto non hanno un c***o da fare il giorno dopo: cosa potrà mai importar loro di chi il giorno dopo deve svegliarsi presto per andare al lavoro?), automobili distrutte e vandalizzate (tanto non le hanno comperate loro con i loro soldi), vomito e urina lasciati come piacevole ricordo all’entrata dei condomini (sono sotto il livello animale, e quindi, come gli animali, urinano, vomitano e defecano in strada senza alcun problema), strade interrotte e bloccate senza alcuna autorizzazione per i loro spettacoli da deficienti (tanto la Polizia Municipale della Giunta Sala è amica loro, che problema c’è?), citofoni suonati a tarda notte giusto per rompere le scatole al prossimo (sono dei bimbiminkia nel corpo di trenta/quarantenni con la paghetta di papà), e tanto altro.



Lettere inviate a sindaco, prefetto, questore e forze dell’ordine; denunce ai Carabinieri; articoli di giornali; manifestazioni della cittadinanza: tutto si è rivelato inutile. Le forze dell’ordine non intervengono, il sindaco fa orecchie da mercante, e i cittadini della zona sono costretti a sorbirsi ogni notte degrado, vandalismo e insicurezza. Tutto, però, ed è questa la cosa che forse fa più rabbia, viene fatto alla luce del sole. Talmente sfacciata e arrogante che i tossici possono pure permettersi di pubblicizzare su Facebook la “serata THC”, interamente incentrata sulla droga. L’impunità di cui gode questa gente, che in queste ultime settimane si è permessa l’aggressione fisica e il pestaggio contro gli avversari politici senza che un esponente di sinistra battesse ciglio, è pressoché totale. Il sindaco Sala fa orecchie da mercante; le forze dell’ordine, che vengono chiamate dai disperati residenti una notte si e l’altra pure, non si fanno vedere, e quando si fanno vedere è giusto per la presenza.

In uno Stato ancora degno di essere chiamato tale, la situazione verrebbe risolta facilmente. Stacco della corrente elettrica da parte del Comune (già questo atto, che viene fatto senza troppi riguardi verso tutti gli altri poveri cristi che non pagano con puntualità le bollette, sarebbe sufficiente a far cessare l’attività), stacco dalla condotta idrica, sgombero forzato degli abusivi, con qualche sacrosanto calcio nel culo, se necessario.

Nel nostro, di Stato, sappiamo fin troppo bene come andrà la cosa: tutti continueranno a far finta di non vedere fino a che qualcuno, esasperato dall'assenza delle istituzioni, non deciderà di farsi giustizia da solo, magari con qualche fucilata liberatoria ad altezza gambe. Allora la Boldrini, Grasso e Saviano (che, dopo il 4 marzo, saranno finiti nel dimenticatoio, ci auguriamo) diranno che il mandante morale è Salvini e la destra fascista e xenofoba, e che quindi tutti i movimenti di destra e/o fascisti devono essere chiusi e i loro esponenti e militanti arrestati. Le forze dell'ordine, forse, batteranno un colpo: effettueranno qualche controllo in più o, se si ha un colpo di culo, lo sgombero. Sarà in quel preciso momento che l'amico magistrato, magari il papà di uno dei drogati indagati, cercherà di aggiustare le cose. Ad ogni modo si potrà stare relativamente tranquilli: il sindaco, così attento alle realtà dei centri sociali che costituiscono il braccio armato di una sinistra ormai allo sbando e capace di interloquire con gli avversari politici solo mediante l'intimidazione, anche fisica, troverà una nuova sede per i prodi eroi antifascisti così violentemente e brutalmente sgomberati dalle forze dell'ordine, che saranno dichiarate anch'esse fasciste: gli "antagonisti" saranno quindi spostati in un altro quartiere per portare spaccio, criminalità, degrado e delinquenza da un'altra parte, per far impazzire qualche altro quartiere.

Ricordatevi anche di questi teppisti e di chi li sostiene sempre e comunque, quando andrete a votare.


(Le foto sono state prese dalla pagina Facebook del comitato “No al CSOA Lambretta”)

mercoledì 21 febbraio 2018

Consigliere PD picchia selvaggiamente due immigrati, ma qui mandanti morali non ce ne sono

Se la storia che vi stiamo per raccontare fosse accaduta ad un consigliere leghista, per dirne uno, avremmo avuto edizioni straordinarie dei TG e dei giornali per settimane, con collegamenti in diretta di Barbara D’Urso, le urla di dolore di Madama Boldrini e qualche città messa a ferro e fuoco dai simpatici antifascisti per protestare contro la recrudescenza del pericolo xenofobo e fascista.



Invece, siccome si tratta di un consigliere comunale di sinistra, tal Rosario Dezio, consigliere comunale in quota PD a Vittoria, in provincia di Ragusa, tutto tace. La solita, vecchia tattica della sinistra antifascista: le notizie si gonfiano e si inventano quando servono a screditare i nemici, e si cammuffano o si omettono quando mettono in cattiva luce gli amici.

Dalla cronaca locale apprendiamo che Rosario Dezio avrebbe prima pestato selvaggiamente due suoi dipendenti rumeni e poi li avrebbe addirittura presi a fucilate, fortunatamente mancandoli. Cosa avrebbero mai fatto i due poveri malcapitati? Avrebbero rubato – udite udite! – una bombola del gas per scaldarsi. Fortunatamente i due sfortunati sono riusciti a fuggire: uno è stato ritrovato nascosto in un giaciglio di emergenza, ancora sotto choc per il terrore; l’altro ha trovato rifugio da un amico.

Traduzione: sei un miserabile sfruttatore che lascia morire di freddo i tuoi dipendenti e, quando questi accendono una bombola del gas di tua proprietà per riscaldarsi, li riempi di botte e spari loro pure addosso. Da persona che ha una attività, e che ripone la massima fiducia nei propri collaboratori, io posso solo immaginare che tipo di uomo possa essere uno che spara addosso ad un proprio dipendente se questo prende una bombola del gas di proprietà aziendale perché sta morendo di freddo.

Che cosa hanno da dire tutti coloro che hanno indicato in Matteo Salvini e nei militanti di destra razzisti e xenofobi (li stessi che vengono aggrediti in dieci contro uno e pestati a sangue) il mandante morale di Luca Traini?


Già il ragionamento degli antifascisti è miserabile di per se. Ma se si dovesse applicare a loro con la stessa solerzia con cui viene applicato agli avversari politici ne uscirebbero malissimo…

Vigliacchi e infami, cioè antifascisti

Nella giornata di ieri Massimo Ursino, responsabile locale del movimento Forza Nuova in Sicilia, è stato immobilizzato da una decina di persone a volto coperto che, in pieno giorno e in una via centralissima di Palermo, lo hanno legato con del nastro da pacchi per poi pestarlo selvaggiamente. Ursino è stato trasportato d’urgenza in ospedale, dove i medici gli hanno riscontrato ferite gravi, diverse delle quali alla testa.


Questa è solo l’ennesima aggressione (che poteva pure costare il morto) di una sinistra senza più argomenti e che ha condotto, in questi ultimi mesi, una campagna di demonizzazione dell’avversario politico – specie se militante di destra o/fascista – come mai se ne sono viste in Italia, forse nemmeno negli anni di piombo.

Abbiamo assistito ad una campagna di odio e di diffamazione, sostenuta congiuntamente dallo schieramento politico e mediatico, che indica nei militanti di destra, nei fascisti e/o presunti tali, un cancro della democrazia da estirpare. Movimenti e partiti che sono perfettamente democratici e legittimi, che sono stati sottoposti al vaglio della Magistratura in inchieste passate e che hanno ricevuto il plauso ad operare e ad esercitare sono stati ritenuti eversivi, sovversivi, violenti, dei vulnus della democrazia da estirpare in ogni modo possibile. Ed è ovvio che quando non fai che descrivere la parte politica avversa come illegale, quando le neghi addirittura la patente di legittimità che invece la legge ha definitivamente sancito, quando per mettere a tacere l’avversario politico non fai altro che citare (male e a sproposito) la Costituzione e la XII Disposizione Transitoria, come clave ideologiche per mettere a tacere l’avversario, è perfettamente normale che qualcuno tra quei teppisti e tossici che frequentano i centri sociali si senta in dovere di mettere a tacere l’avversario politico – considerato non in qualità di avversario, bensì di nemico – con la violenza. La stessa che è stata esercitata a Napoli per impedire un comizio di destra, e che ha visto il capoluogo della Campania messo a ferro e fuoco senza che alcun politico prendesse le distanze da siffatti atteggiamenti. La stessa che è stata esercitata a Bologna, con Pietro Grasso che, nel tentativo di raccattare qualche voto per il suo miserabile partito, subito dopo i fatti ha commentato che comunque la manifestazione dei fascisti avrebbe dovuto essere vietata: come a dire che si, forse i ragazzi dei centri sociali sono stati un po’ birbantelli malmenando un Carabiniere a terra, distruggendo auto, vandalizzando negozi, però si trattava sempre di manifestare contro i cattivi fascisti, suvvia!

A parti inverse, un militante di sinistra immobilizzato da dieci persone e pestato a sangue in pieno centro, avremmo avuto edizioni straordinarie dei TG per 24 ore su 24, Madama Boldrini in pellegrinaggio presso il luogo del martirio (per un mafioso nigeriano che ha causato una rissa in cui egli stesso perse la vita lo hanno fatto!), appelli alla mummia del Quirinale per chiudere tutti i movimenti fascisti o pseudo-tali, fiaccolate e manifestazioni antifasciste in tutta Italia, con annesso corollario di cassoni rovesciati, vetrine infrante, auto distrutte e poliziotti malmenati, ma sempre in nome della democrazia e del rispetto dei diritti, ci mancherebbe altro! Invece i comunisti e il canagliume dei drogati dei centri sociali sono sempre lasciati liberi di manifestare, con solerti questori che non esitano a vietare cerimonie di commemorazione dei caduti della seconda guerra mondiale ma che non battono ciglio per manifestazioni di militanti di estrema sinistra che – si sa – porteranno solo violenza e devastazione, e che puntualmente portano violenza e devastazione.

Nessuno, tra le forze politiche, ha sentito il dovere di esprimere vicinanza, almeno umana, ad una persona che è stata oggetto di un agguato così vigliacco e crudele. Crudele perché è stato preparato con meticolosità, studiando le abitudini della vittima e i suoi orari (in pieno stile brigatista); vigliacco perché non solo Ursino è stato affrontato in netta superiorità numerica, bensì i vigliacchi dei centri sociali lo hanno addirittura legato nonostante fossero almeno una decina: in questo, e basterebbe solo questo, si ravvisa tutta la vigliaccheria di questi luridi tossici, cani da guardia di un regime che sente sempre più il terreno franargli sotto i piedi.

L’unico esponente politico che ha commentato la vicenda, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, avrebbe fatto meglio a tacere: «Quanto avvenuto stasera con l’aggressione ai danni del segretario provinciale dell’organizzazione neofascista Forza Nuova a Palermo — ha affermato il sindaco Palermo, Leoluca Orlando —, è il segno della degenerazione che la politica italiana sta subendo, dopo avere sottovalutato la recrudescenza di fenomeni e comportamenti fascisti e razzisti, che rischiano di infettare culturalmente la società civile, anche quella che antifascista e antirazzista si proclama. Il fascismo — ha concluso — non si combatte con lo squadrismo, bensì con la cultura e la resistenza».

A parte il fatto che gli “eroi” della Resistenza, che hanno fatto anche di peggio, avevano esattamente questo modus operandi condito da vigliaccheria e infamia (via Rasella docet), capiamo, secondo questo personaggio, che quando sono i fascisti a praticare la violenza (spesso prevalentemente difensiva) la colpa è dei fascisti; quando invece i responsabili sono i centri sociali, la stessa teppaglia che ha messo a ferro e fuoco Napoli e Bologna e che ora vuole mettere a ferro e fuoco Torino per il comizio di Simone Di Stefano, la colpa è dei fascisti. Senza alcuna vergogna, senza alcuna concezione dell’onore e del rispetto dell’avversario, senza nemmeno che qualcuno gli abbia fatto una sonora pernacchia.

Il ragionamento è il seguente: se il mandante morale di Luca Traini è - ammesso e non concesso - Matteo Salvini, chi sarebbe il mandante morale delle violenze, dei pestaggi e degli agguati politici compiuti dai centri sociali nella più totale arroganza e impunità?

È evidente che la sinistra sta cercando il morto, nella speranza che la controparte reagisca altrettanto violentemente, in modo da poter dire: “Vedete quanto sono violenti e cattivi i fascisti? Mettiamoli tutti fuorilegge! Sciogliamo d’ufficio i loro partiti!” possibilmente prima del 4 marzo.

Non avranno questa soddisfazione, ci auguriamo.