giovedì 29 settembre 2011

Povera Patria (Draghi, Trichet e altri predoni)

C’è una sola parola per definire al meglio la lettera segreta, pubblicata dal Corriere della Sera, che Jean Claude Trichet e Mario Draghi hanno inviato al governo italiano: diktat. L’ennesimo, che vedrà purtroppo capitolare il nostro Paese. E come potrebbe essere diversamente se, per ammissione dello stesso Berlusconi, abbiamo un Presidente del Consiglio che per la stragrande maggioranza del tempo pensa a portarsi a letto mignottumine vario, per dedicarsi all’attività di governo nei minimi ritagli di tempo?

Le ricette di Trichet e Draghi sono le tipiche ricette che, bene o male, sono state messe in atto per la Grecia: lacrime e sangue. Privatizzazioni, licenziamenti più facili, tagli su pensioni, assistenza sociale, sanità, istruzione, abbassamento degli stipendi del pubblico impiego. Tagli, tagli e ancora tagli. Ma così anche io potrei fare il Presidente della BCE. E prenderei anche meno soldi di Trichet.

Dall’altra parte Barack Obama, che ha appena regalato dei missili di ultima generazione ad Israele con cui continuare ad incenerire i palestinesi, sale in cattedra e col suo ditino da primo della classe abbronzato ammonisce l’Europa: non sta facendo abbastanza per risolvere la crisi.

Avete capito l’arroganza? Gli Stati Uniti, con il loro capitalismo rapace, i loro swap, i loro hedge fund e le loro azzardatissime speculazioni finanziarie, hanno creato una crisi sistemica ed epocale, probabilmente assai peggiore di quella altrettanto tremenda del ’29, e ci vengono anche a dire che non stiamo facendo abbastanza per superarla! E nessuno, dico nessuno, che abbia avuto non dico il coraggio, ma almeno il buongusto di dire ad Obama di tacere.

Povera la mia Patria che fu di Dante, di Ariosto, di Macchiavelli e di Mussolini, terra di conquista, oggi come ieri, di predoni, assassini e criminali.

sabato 24 settembre 2011

Abbiamo sessantotto anni, e non li dimostriamo

Il 23 settembre del 1943 nasce la Repubblica Sociale Italiana. Per riscattare l'Onore italiano davanti al mondo, contro i traditori, i panciafichisti e i venduti all'invasore anglo-americano.
Dei sedicenni che, soli contro tutti, muoiono davanti al plotone di esecuzione dei traditori e dei sabotatori sono e saranno sempre migliori dei loro carnefici, armati e aizzati dal giudeame a stelle e strisce e dai loro indegni eredi che ancora osano alzare i loro stracci rosso sangue.

Noi non rinneghiamo. Questi sono i nostri morti e i nostri eroi. E non ci saranno mai abbastanza "sopravvissuti" piagnucolosi o magistrati per farci cambiare idea.

Onore e Gloria ai combattenti della Repubblica Sociale Italiana.

domenica 18 settembre 2011

I 150 parlamentari della vergogna

Su questo blog, l’abbiamo detto più e più volte, chi non ha ancora portato definitivamente il proprio cervello a rottamare riesce ad inquadrare, con una certa precisione, la situazione politica italiana. Dominata sostanzialmente da una classe politica arroccata sui suoi privilegi, mentre la Nazione sprofonda definitivamente, chiusa nella sua torre d’avorio mentre diversi piani più in basso si consuma la tragedia sociale.

E se questa classe politica fa schifo in politica interna, lo stesso dicasi per la politica estera, dove si palesa la tipica debolezza italiana che contraddistingue il nostro popolo da secoli e secoli: il totale asservimento allo straniero. Che, nella situazione attuale, altri non è che la corazzata us-raeliana, la cui lobby sionista domina completamente ogni azione diplomatica del nostro Paese. Si potrebbe rischiare l’assuefazione, a furia di guardare una classe politica che si prostra ai sionisti e agli americani dal 1945, quando il nostro Paese ha definitivamente cessato di essere una Nazione per trasformarsi in colonia. Ma ci pensano loro, i nostri cari politici, a rinnovare quotidianamente il nostro disprezzo, per cui abbiamo ben poco da temere.

Centocinquanta tra deputati e senatori hanno sottoscritto, qualche giorno fa, una mozione antipalestinese in cui si ribadisce la contrarietà alla nascita di uno Stato palestinese, ipocritamente descritto come un pericolo per la pace. Come sempre quando si tratta dei burattinai sionisti, questa volta in Parlamento non c’è stata alcuna baruffa. I burattini e i lacchè con la stella di David erano tutti d’accordo, da destra a sinistra, passando per il centro e anche per i Radicali, da sempre testa d’ariete della lobby massonica ed americana in Italia. “Noi, parlamentari italiani, riaffermiamo con forza il nostro impegno per una risoluzione pacifica e negoziata del conflitto tra israeliani e palestinesi, fondata sul principio di due Stati per due popoli che convivano l’uno accanto all’altro in pace e sicurezza. Una prematura dichiarazione unilaterale, invece, non solo minerebbe il processo di pace, ma costituirebbe un affronto permanente all’integrità delle Nazioni Unite, dei trattati esistenti e del diritto internazionale. Crediamo che l’unilateralismo violi la legalità internazionale e metta in discussione il principio delle trattative tra i popoli”. E ancora: “Una dichiarazione unilaterale violerebbe gli accordi già esistenti tra israeliani e palestinesi, tra cui gli Accordi di Oslo II in cui si afferma che: ‘Nessuna parte può prendere iniziative che cambino lo status della Cisgiordania e della Striscia di Gaza in attesa del risultato dei Negoziati Permanenti’”. Riconoscere lo Stato palestinese, inoltre, significherebbe, secondo i lacchè sionisti, legittimare Hamas, organizzazione democraticamente votata dai palestinesi e quindi legittimata al governo della Palestina. Ma poichè sappiamo bene che le “vere” elezioni democratiche sono solo ed esclusivamente quelle che piacciono a sionisti ed americani, ecco che Hamas viene inserita, con un colpo di penna, nella lista delle organizzazioni terroristiche dell’ONU.

Secondo i parlamentari (sic!) italiani la dichiarazione dell’indipendenza palestinese violerebbe le risoluzioni 242, 338 e 1850. Qui è proprio il caso di dire: il bue che dice cornuto all’asino! Perchè se c’è uno Stato che ha piratescamente disatteso più di 70 risoluzioni dell’ONU, infischiandosene dei flebili e tardivi richiami della comunità internazionale, arrogantemente consapevole della propria potenza e della totale impunità di cui gode, quello è proprio Israele. Ma non ci risulta che in nessun caso i parlamentari goym si siano mossi per criticare lo Stato-pirata israeliano. Eppure avrebbero avuto molte occasioni per farlo!

Ma andiamole a vedere nel dettaglio queste risoluzioni del Consiglio di Sicurezza del’ONU che tanto turbano i desideri di democrazia dei parlamentari sionisti.

Iniziamo con la Risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU numero 242. Notiamo innanzitutto che non si fa alcun accenno al problema palestinese: si tratta di una risoluzione scaturita in seguito alla Guerra dei Sei Giorni e, ovviamente per non turbare il sonno dei criminali sionisti, ha un carattere di raccomandazione, non è vincolante. Sono ribaditi i principi chiave del diritto moderno: il divieto di acquisizione, da parte di un qualunque Stato, di una porzione di territorio mediante l’uso della forza militare. Chiedeva, inoltre, il ritiro militare israeliano dai territori occupati e il reciproco riconoscimento dei due Stati. Come è facile intuire, la Storia ci dice che Israele non si è affatto ritirata dai territori occupati. Ma, soprattutto, un ragionamento elementare ci fa capire la malafede dei sionisti e, conseguentemente, dei parlamentari italiani che hanno citato questa risoluzione. Infatti la 242 chiede il reciproco riconoscimento dei due Stati. Ma come può uno Stato riconoscerne un altro se quest’ultimo nemmeno esiste? Dovrà prima esistere, e dopo essere riconosciuto!

Tratteniamo qualche risata di disgusto e procediamo. La risoluzione numero 338 chiedeva il cessate il fuoco tra le parti. Basta una rapida ricerca in internet per capire cosa intenda Israele per cessate il fuoco: in risposta a qualche petardo lanciato per disperazione dai palestinesi (i famigeratissimi razzi kassam che in una ventina d’anni hanno fatto una decina di vittime, cioè quelle che Israele fa in una settimana) la rappresaglia scatta con continue violazioni dello spazio aereo, bombardamenti indiscriminati sulla popolazione civile un giorno si e l’altro pure, incursioni in terra di Gaza con cingolati e mezzi pesanti, il tutto condito da un criminale embargo contro la popolazione. Ma non ci risulta che i lacchè italiani abbiano lanciato qualche petizione. Nè che l’altrettanto criminale ONU abbia mai fatto qualcosa per costringere Israele a rispettare il diritto internazionale.

Ma andiamo avanti. Risoluzione ONU del 16 dicembre 2008. È richiesto ad entrambe le parti di astenersi da qualunque azione che possa minare i negoziati tra israeliani e palestinesi. Come Israele intenda astenersi da qualunque azione che possa minare i negoziati verrà mostrato al mondo solo qualche giorno dopo. Lo Stato-pirata lancia una criminale campagna militare contro Gaza – la famigerata operazione “Piombo fuso” – in cui vengono uccisi in pochi giorni più di 1400 civili e mutilato 500 tra bambini e donne, distrutto il 70% degli edifici di Gaza ancora in piedi, ucciso il personale medico dell’ONU che cercava coraggiosamente di portare soccorso ai civili (ricordate l’ambulanza e l’ospedale, entrambi con contrassegno ONU, presi di mira dai soldati dello Tsahal?), si attesta l’uso di armi vietate dalle convenzioni internazionali. Ma anche qui non ci sembra che Fiamma Nirenstein o chi per lei abbiano sottoscritto alcuna petizione. Ci si è limitati, e chi ha letto il mio blog in quei giorni lo ricorderà molto bene, a descrivere la criminale azione di Israele come legittima prevenzione mirata a salvaguardare il povero e indifeso staterello, minacciato da qualche gruppo di pericolosi barbuti armati di razzi kassam, forse si, un po’ troppo dura, ma sempre di legittima azione israeliana si tratta. Anche se si tratta di sparare sull’ONU o di incenerire i bambini palestinesi con il fosforo bianco. E, come se non bastasse, Israele non ha affatto placato i suoi colpi di calore guerrafondai. Si è spinta addirittura ad abbordare navi di pacifisti, armati solo di qualche chilo di latte in polvere e di qualche trenino da portare ai palestinesi, massacrandoli deliberatamente. Una azione che, però, non ha portato nessuno dei 150 parlamentari di cui stiamo parlando a sottoscrivere alcuna petizione. Una azione di cui Israele si è rifiutata di chiedere scusa alla Turchia, deteriorando gravemente i rapporti tra i due Stati. Questo la dice lunga sulla volontà pacifica di Israele.

Come si può pensare, pertanto, che la dichiarazione dello Stato palestinese possa mettere in crisi queste famigerate risoluzioni ONU che Israele ha costantemente violato per prima, nell’assordante silenzio dell’opinione pubblica internazionale? Verrebbe da rispondere esattamente l’opposto: che se si vogliono rispettare le Convenzioni internazionali la dichiarazione di uno Stato Palestinese va fatta quanto prima! Ma non con Hamas al potere, perchè è un’organizzazione terroristica! Mi sembra già di sentirli ululare, i goym! A parte il fatto che Israele è nato proprio grazie alle azioni criminali e sanguinose di un’organizzazione terroristica (come ad esempio l’Haganah di colui che sarà Primo Ministro Israeliano, Menachem Begin, l’ideatore e l’esecutore materiale dell’attentato terroristico condotto contro l’hotel King David di Gerusalemme), compiute anche contro soldati britannici di stanza in quelle zone, non sta all’Occidente decidere come e quando uno Stato debba nascere e soprattutto chi possa farlo.

La verità pura e semplice? Non vogliono uno Stato Palestinese. Ciò implicherebbe un interlocutore con cui dialogare, la precisa definizione di confini che quello Stato deve avere, il dotarsi di una moneta e di un esercito propri: tutto un insieme che garantirebbe alla Palestina una legittimità certamente superiore a quella che ha attualmente. Di conseguenza le continue angherie di Israele, le violazioni dello spazio aereo, le incursioni di terra, l’embargo genocida, sarebbe tutto molto più difficile da giustificare perchè condotto contro uno Stato che, almeno sulla carta, sarebbe “sovrano”.

Ecco quindi che, non appena si ventila la possibilità della nascita di uno Stato Palestinese, tutti i cagnolini della lobby abbaiano all’unisono, spaventati.

Di seguito potete leggere, uno per uno, la lista dei sottoscrittori di questa petizione, in cui si distinguono anche Mariano Delogu e Piergiorgio Massidda. Un ulteriore ed umuliante sgarro per chi, da sardo, dovrebbe sapere bene cosa significa vivere sotto il tallone dello straniero. Anche se quello che interessa a loro non è certo il vostro voto, ma il supporto che può arrivargli da logge e sinagoghe, da questo momento in poi sapete almeno chi NON dovete votare.

Camera dei Deputati
ADERENTI Irene – Lega Nord; ADORNATO Ferdinando – Udc; ARACU Sabatino –Pdl; BERNARDIO Maurizio – Pdl; BERTOLIN Isabella – Pdl; BIANCOFIORE Michaela – Pdl; BOCCHINO Italo – Fli; BOCCIARDO Mariella – Pdl; BONCIANI Alessio – Pdl; BONIVER Margherita – Pdl; CALDERISI Giuseppe – Pdl; CARFAGNA Mara – Pdl; CASINI Pierferdinando – Udc; CASTIELLO Giuseppina – Pdl; CAZZOLA Giuliano – Pdl; CERONI Remigio – Pdl; CICCIOLI Carlo – Pdl; CROSETTO Guido – Pdl; D’AMICO Claudio – Lega Nord; D’ANNA VINCENZO – Popolo e Territorio; D’ANTONA Olga – Pd; DELFINO Teresio – Udc; DELL’ELCE Giovanni – Pdl; DELLA VEDOVA Benedetto – Fli; DI BIAGIO Aldo – Fli; DI CATERINA Marcello – Pdl; DI CENTA Manuela – Pdl; DI VIRGIGLIO Domenico – Pdl; EPOSITO Stefano – Pd; FARINA Renato – Pdl; FAVA Giovanni – Lega Nord; FORMICHELLA Nicola – Pdl; FUCCI Benedetto – Pdl; GARASSANO Maurizio – Popolo e Territorio; GERMANA’ Antonio Salvatore – Pdl; GIRLANDA Rocco – Pdl; GOISIS Paola – Lega Nord; GOTTARDO Isidoro – Pdl; GRIMOLDI Paolo – Lega Nord; HOLZMANN Giorgio – Pdl; LA LOGGIA Enrico – Pdl; LAFFRANCO Piero – Pdl; LAINATI Giorgio – Pdl; LANDOLFI Mario – Pdl; LEHNER Giancarlo – Popolo e Territorio; LORENZIN Beatrice – Pdl; MAGGIOLI Marco – Lega Nord; MALGIERI Gennario – Pdl; MANCUSO Gianni – Pdl; MANTINI Pierluigi – Udc; MARINI Giulio – Pdl; MERLO Giorgio – Pd; NAPOLI Osvaldo – Pdl; NASTRI Gaetano – Pdl; NICOLUCCI Massimo –Pdl; NIRENSTIN Fiamma – Pdl; NUCARA Francesco – Pri; ORSINI Andrea – Popolo e Territorio; PAGANO Alessandro – Pdl; PANIZ Maurizio – Pdl; PETRENGA Giovanna – Pdl; PIANETTA Enrico – Pdl; PICCHI Guglielmo – Pdl; PIZZOLANTE Sergio – Pdl; POLLEDRI Massimo – Lega Nord; RAISI Enzo – Fli; RIVOLTA Erica – Lega Nord; ROCCELLA Eugenia – Pdl; SAVINO Elvira – Pdl; CAPAGNINI Umberto – Pdl; SISTO Francesco Paolo – Pdl; SPECIALE Roberto – Pdl; TERRANOVA Giacomo – Pdl; TORAZZI Alberto – Lega Nord; TORRISI Salvatore – Pdl; VENTUCCI Cosimo – Pdl; VERNETTI Gianni – Api; ZACCHERA Marco – Pdl

Senato della Repubblica
ALLEGRINI Laura – Pdl; AMATO Paolo – Pdl; BALBONI – Alberto – Pdl; BALDASSARRI Mario – Fli; BALDINI Massimo – Pdl; BARBIERI Emerenzio – Pdl; BIANCONI Laura – Pdl; BODEGA Lorenzo – Lega Nord; BOLDI Rossana – Lega Nord; CAGNIN Luciano – Lega Nord; CALABRO’ Raffaele – Pdl; CARRARA Valrio – Io Sud; CARUSO Antonio – Pdl; CASELLI Esteban Juan – Pdl; CASOLI Francesco – Pdl; CASTELLI Roberto – Lega Nord; COMPAGNA Luigi – Pdl; COSTA Rosario Giorgio – Pdl; CURSI Cesare – Pdl; D’ALI’ Giampiero – Udc; DE FEO Diana – Pdl; DELOGU Mariano – Pdl; DIGILIO Egidio – III polo; DIVINA Sergio – Lega Nord; ESPSOSITO Giuseppe – Pdl; FLERES Salvo – Coesione Nazionale Forza del Sud; FLUTTERO Andrea – Pdl; FOSSON Antonio – Udc; GALLONE Maria Alessandra – Pdl; GARAVAGLIA Massimo – Lega Nord; GASPARRI Maurizio – Pdl; GERMONTANI Mario Ida – III polo; LATRONICO Cosimo – Pdl; LEONI Giuseppe – Lega Nord; MALAN Lucio – Pdl; MARITATI Alberto – Pd; MASSIDDA Piergiorgio – Pdl; MONTI Cesarino – Lega Nord; MORRA Carmelo – Pdl; MURA Roberto – Lega Nord; NESSA Pasquale – Pdl; OLIVA Vincenzo – gruppo misto; PALMIZIO Elio Massimo – Pdl; PARAVIA Antonio – Pdl; PICCHETTO FRATIN Gilberto – Pdl; PICCIONI Lorenzo – Pdl; PINZGER Manfred – Udc; PISCITELLI Salvatore – Io Sud; PISTORIO Giovanni – gruppo misto; PITTONI Mario – Lega Nord; POSSA Guido – Pdl; QUAGLIARIELLO Gaetano – Pdl; RAMPONI Luigi – Pdl; RIZZI Fabio – Pdl; RIZZOTTI Maria – Pdl; SACCOMANNO Michele – Pdl; SALTAMARTINI Filippo – Pdl; SANTINI Giacomo – Pdl; SCARABOSIO Aldo – Pdl; SCARPA BONAZZA Aldo – Pdl; SERAFINI Gianmarco – Pdl; SPEZIALI Vincenzo – Pdl; STIFFONI Piergiorgio – Lega Nord; THALER AUSSERHOFER Helga – Udc; TOMASSINI Antonio – Pdl; VACCARI Gianvittore – III polo; VALDITARA Giuseppe – Pdl; ZANETTA Valter – Pdl; ZANOLETTI Tomaso – Pdl

venerdì 16 settembre 2011

Perchè la sperimentazione animale esiste ancora?

Pubblichiamo di seguito un interessante articolo, sintetico ma allo stesso tempo dettagliato, sulla sperimentazione animale.

Fonte: http://www.novivisezione.org/info/perche_si_fa_vivisezione.htm

I motivi del persistere della vivisezione, secondo la National Anti-vivisection Society degli USA.

Riportiamo la traduzione dell'interessante articolo Why Scientists Defend Animal Research, che spiega le ragioni per cui la sperimentazione animale continua ad esistere.

Perché gli scienziati difendono la sperimentazione animale

Gli antivivisezionisti hanno due importanti argomentazioni per motivare la loro opposizione alla sperimentazione animale: quella etica e quella scientifica. Alla luce di entrambe queste prospettive è facile dimostrare quanto la vivisezione sia crudele e inadeguata e come rappresenti uno spreco di tempo, denaro e risorse che potrebbero essere meglio impiegate per alleviare la sofferenza umana.

Perché, allora, certi ricercatori continuano ad effettuare e difendere la sperimentazione su animali, alla luce di queste incontrovertibili evidenze, che provengono anche dall'interno dello stesso mondo scientifico, e continuano con questi studi che danno risultati di nessun valore? Le risposte sono molte e diverse ma si possono ricondurre ad un'unica ragione di fondo: i soldi.

Malgrado sia dimostrato che la sperimentazione animale è una metodologia sbagliata, essa continua perché è di interesse economico per gli scienziati, e per un gran numero di altre entità coinvolte: università, industrie farmaceutiche, riviste scientifiche, allevatori, avvocati e mezzi di informazione. Tutti quanti traggono un guadagno, diretto o indiretto, dalla ricerca su animali e quindi hanno un concreto interesse nel mantenere lo status quo.

Considerate il ricercatore la cui sicurezza del posto di lavoro e il cui prestigio si basano sul numero di articoli scientifici che pubblica. Si parla di sindrome del "pubblica o muori" e questo vale per le istituzioni scientifiche di ogni paese. Non è importante la qualità della ricerca, ma piuttosto la quantità. Quanti più articoli un ricercatore pubblica, tanto più egli garantisce la sicurezza della propria posizione. Un ricercatore che non pubblica abbastanza rischia di non passare di ruolo o andare incontro alla disoccupazione, e non dimentichiamo che la competizione in questo campo è feroce: vengono accettate non più del 15% di tutte le ricerche proposte.

Gli scienziati sono spesso posti su un piedestallo, esaltati per la loro intelligenza e loro capacità di indagine. Ma anche loro hanno bollette da pagare e una famiglia da mantenere; gli esperimenti su animali garantiscono la sicurezza economica e avanzamenti di carriera. A differenza della ricerca clinica (che si basa sui dati ricavati dall'osservazione degli esseri umani), la sperimentazione su animali permette di ottenere risultati in tempi brevi e con minor sforzo. Si stima che per ogni articlo scientifico che un ricercatore clinico può produrre, un ricercatore su animali ne può produrre cinque. Questo perché la ricerca su animali richiede meno tempo: la vita degli animali (specialmente dei roditori) è molto più breve di quella umana e le malattie si sviluppano di conseguenza più in fretta.

Spesso i ricercatori scelgono la strada più facile in assoluto: partono da un 'concept', un'ipotesi di lavoro già nota, modificando un qualche elemento (per esempio ripetere lo stesso esperimento su una specie diversa o variare un po' il dosaggio) al solo scopo di giustificare un altro studio. Si tratta della normalità, e il risultato è un numero enorme di studi virtualmente uguali. Addirittura, spesso queste ipotesi di lavoro sono già state verificate sulla base di dati ricavati dagli esseri umani (è il caso eclatante della miriade di studi su animali degli effetti del fumo di sigaretta, che continuano tutt'ora).

Sebbene sia il profitto la motivazione principale che spinge i ricercatori a condurre esperimenti su animali, non si tratta solo di questo.
C'è anche l'inerzia.
Le persone e la società in generale tendono ad opporsi al cambiamento. Se abbiamo sempre fatto una cosa in un certo modo è improbabile che cerchiamo un'altra strada, a meno che non accada qulcosa di catastrofico che ci impone di cambiare. Molti "scienziati" sono legati alla tradizione e questa considera l'uso degli animali nella ricerca un metodo appropriato. Le grandi istituzioni accademiche premiano il conservatorismo piuttosto che l'innovazione, e così il pensiero creativo non è generalmente benvenuto nei "salotti buoni" della scienza. Gli scienziati che si rendono conto della completa inutilità della sperimentazione animale sono messi a tacere, e chi rifiuta questa censura mette la propria carriera in grave pericolo.

Un'altra ragione della continuazione della sperimentazione animale sta nell'ego umano. Chi ha effettuato esperimenti su animali, ha pubblicato centinaia di articoli. Ha consolidato un'immagine di sè stesso come "ricercatore sul modello animale". Smascherare il non-valore delle loro pubblicazioni significa far crollare la loro autostima. Molta gente non intende permettere che ciò accada.

I medici spesso sostengono la sperimentazione animale per pura abitudine. Nelle facoltà di medicina hanno imparato a "memorizzare", non a pensare in modo critico o a studiare la storia della loro professione. I medici che lavorano per gruppi di interesse come gli ospedali universitari, saranno portati a sostenere la linea dei loro "datori di lavoro", che lucrano milioni di dollari ogni anno dalla ricerca sugli animali. Esiste poi una significativa distanza tra coloro che fanno ricerca sugli animali e i medici che curano effettivamente le malattie. In medicina la mano destra non sa cosa fa la sinistra; vi è una separazione tra il lavoro di medico e ciò che viene insegnato nei primi 2 anni di scuola dai ricercatori su animali.

Ai medici viene insegnato che tutti i progressi derivano dalla sperimentazione sugli animali, ed è questo che essi ripetono meccanicamente durante la loro carriera. Il medico tipo non ha o non trova il tempo per andare a verificare quale sia la reale origine dei progressi della medicina. Nella sua pratica da professionista, il medico difficilmente avuto modo di mettere il discussione la sperimentazione animale, e negli anni di università si è trovato immerso in un clima che non era certo favorevole alla messa in discussione dell'autorità.

Werner Hartinger, un chirurgo della Germania occidentale, nel 1989 ha dichiarato: "In effetti, ci sono solo due categorie di medici e scienziati che non si oppongono alla vivisezione: quelli che non ne sanno abbastanza, e quelli che ci guadagnano dei soldi".

Alcuni ricercatori che usano animali sono troppo lontani dalla pratica clinica sui pazienti. Sono ingenui. Molti non hanno contatti giornalieri coi pazienti, non vedono la disconnessione tra quello che fanno in laboratorio, e quello che in realtà funziona nella pratica clinica.

Un altro motivo per cui si continua con la sperimentazione animale è il senso di colpa. Sentiamo a volte dire: "Se quello che dici è vero, allora perché ho ucciso tutti quegli animali?" Molte persone amano gli animali, o credono di amarli, comprese alcune di quelle che fanno sperimentazione. Costoro sono convinti in buona fede di fare "la cosa giusta" e se si rendessero conto che così non è soffrirebbero di un grave senso di colpa.

Seguiamo la traccia dei soldi...

Proviamo ora a seguire il cammino dei soldi a partire dalle case farmaceutiche. Quando una compagnia sviluppa un nuovo composto che potenzialmente può avere effetti terapeutici per gli umani, vengono finanziati (con milioni di dollari) degli istituti di ricerca accademici per studiare il farmaco attraverso ricerche su animali. Se il composto passa i test animali, si procede con i test clinici e infine si approda al mercato dove si generano incredibili profitti per queste case farmaceutiche.

I test su animali vengono usati per poter passare velocemente alle prove cliniche, garantendo al contempo una copertura legale alle aziende farmaceutiche. Questi test vengono usati come prova, a favore o a discapito a seconda delle convenienza, quando ci sono delle cause legali contro le case farmaceutiche (o contro lo stato) in conseguenza di qualche effetto collateralo imprevisto dei farmaci messi in commercio. I test su animali servono cioè a proteggere le compagnie in caso di azioni legali, per evitare un risarcimento danni che potrebbe comportare un enorme dispendio di denaro.

Inoltre, ricercatori e case farmaceutiche alimentano il mercato dei fornitori, cioè tutte quelle aziende che a vario titolo forniscono prodotti e servizi per la sperimentazione, ad esempio quelle che allevano gli animali destinati alla vivisezione e quelle che producono le attrezzature (gabbie, strumenti di contenzione, ecc.). Molti direttori di riviste scientifiche sono interessati alla sperimentazione animale in quanto questa garantisce un regolare flusso di materiale da pubblicare. Traggono profitto dal creare un numero sempre maggiore di riviste, le quali a loro volta producono guadagni sotto forma di pubblicità (di case farmaceutiche e di aziende fornitrici).

A fronte dei pochi beneficiari di questa rete di profitti, si contrappone la vasta la schiera dei perdenti. Un enorma numero di animali condannati ad un destino crudele. Malati che potrebbero beneficiare di una cura che viene invece ritardata dalla macchina della sperimentazione animale, la quele finisce per renderli vittime essi stessi come gli animali. I soldi delle tasse dei cittadini che vengono sprecati nella sperimentazione su animali finanziata dal governo, mentre vengono tagliati molti programmi utili per mancanza di fondi.

Si definisce cospirazione un accordo volto a compiere azioni illegali, infide o malvage; un accordo tra 2 o più persone al fine di commettere un crimine. Questa non è una cospirazione. La ricerca su animali è dovuta alle stesse cause che hanno fatto del male all'umanità per millenni: avidità, egoismo, ignoranza e paura.

domenica 11 settembre 2011

Per non dimenticare

Oggi è una data importante. E' l'11 settembre. E' una data che non dobbiamo assolutamente dimenticare. Nel 1943, in questo stesso giorno, l'aviazione americana bombarda la città di Foggia, città senza alcun obbiettivo militare, causando più di ventimila morti.

Noi li ricordiamo. Per non dimenticare.

giovedì 8 settembre 2011

Ricordiamo gli eroi

Sessantotto anni dopo il disonore e il tradimento della Nazione Italiana, noi ricordiamo con orgoglio il sacrificio di più di ottocentomila uomini, che sacrificarono la loro vita per dimostrare che nella Italia dei partigiani e dei venduti all'invasore anglo-americano c'era ancora chi non aveva tradito.

Camerati e Combattenti della Repubblica Sociale Italiana: presenti.

domenica 4 settembre 2011

Comunicato ufficiale sulla situazione in Campania

Oggetto: Comunicato ufficiale sulla situazione in Campania

Il Movimento Fascismo e Libertà, nella figura del Vice Segretario Nazionale, Andrea Chessa, e del Federale Regionale della Campania, Raffaele Balsamo, in merito alla situazione del MFL in Campania esprimono quanto segue, pregando tutti i camerati e tutti i simpatizzanti del Movimento di prendere nota della presente e di darne la più ampia diffusione possibile.
Diversi mesi fa la dirigenza MFL fu contattata da un individuo, tal Marco Macrì di Napoli, che ci disse di essere interessato a collaborare con noi per le attività del nostro Movimento in Campania. Dopo diversi contatti in cui il suddetto ci palesava esplicitamente le sue intenzioni di tesserarsi con noi e collaborare, contattato dal dirigente regionale campano, Raffaele Balsamo, il Macrì – come da egli stesso riferito chiaramente: poco propenso a seguire le direttive del legittimo dirigente regionale campano, Raffaele Balsamo per l’appunto- si lasciava andare a tutta una serie di improperi e di insulti, nonché anche minacce fisiche, nei confronti del Balsamo, per poi sparire completamente nel nulla.
In questo ultimo periodo, però, sembra che il Macrì sia ritornato più fastidioso che mai. Ed ha cominciato a millantare immediati tesseramenti; l’apertura di sedi in tutto il territorio campano da lui gestite e dirette; riunioni da lui convocate, presiedute e dirette per rilanciare, a suo dire, l’attività del movimento; la creazione, su Facebook e chissà dove altro ancora, di gruppi e di pagine a sostegno del Movimento Fascismo e Libertà, spesso e volentieri con contenuti ideologico-politici che con il nostro Movimento non hanno nulla a che fare.
Fino ad ora abbiamo lasciato il Macrì alle sue battaglie virtuali ed ai suoi proclami sul noto sito Facebook, aspettando di vederlo impegnato in qualche attività reale, che non riguardasse le sue farneticazioni da tastiera. Eravamo convinti che un personaggio di tal genere, per quanto considerato totalmente inaffidabile e menzognero, non potesse fare danni particolari. Ma quando veniamo a sapere che il Macrì esterna ai quattro venti, senza alcun pudore nè vergogna, l’intenzione di tesserarsi al Movimento con qualche altro suo compare per poi prendere il controllo dello stesso ed estromettere il legittimo e valido dirigente regionale Raffaele Balsamo, e fare “tutto a testa nostra nel nostro quartiere”, come egli stesso scrive con accenti vagamente mafiosi, la misura è colma.
Si precisa pertanto che: da questo momento in poi Marco Macrì, e chiunque altro che riterremo appartenente alla sua cerchia o sodale con lui nei suoi ridicoli e stupidi propositi golpisti, deve essere considerato totalmente estraneo al nostro Movimento e non tesserabile, nè ora nè mai. Qualunque dichiarazione del Macrì, sia privata che pubblica che a mezzo internet, è un parere solo ed esclusivamente del Macrì stesso e non del Movimento Fascismo e Libertà o di qualcuno dei suoi militanti o simpatizzanti. Pertanto tutti i siti internet, blogs o pagine su Facebook creati da questo individuo, sono da ritenersi una iniziativa personale del Macrì e non legata in alcun modo al Movimento Fascismo e Libertà.
Si diffida, pertanto, il Marco Macrì dall’utilizzare impropriamente il nome e il simbolo del Movimento Fascismo e Libertà, non avendone alcun titolo e alcuna legittimazione. Il Movimento Fascismo e Libertà non esiterà, se necessario, ad adire anche le vie legali.
Si richiede, inoltre, che i nostri militanti e simpatizzanti interrompano immediatamente ogni contatto con Marco Macrì.
03/09/2011
Andrea Chessa – Vice Segretario Nazionale per le Isole del Movimento Fascismo e Libertà
Raffaele Balsamo - Federale Regionale Campania