martedì 30 aprile 2019

In due foto la crudeltà degli antifascisti


Bastano solo due immagini per inquadrare alla perfezione la sinistra antifascista, e precisamente il suo lato immondo e disumano che riemerge prepotentemente quando si tratta di svilire i morti e i martiri degli avversari politici.

La prima è quella che i centri sociale di Azione Antifascista Roma Est hanno orgogliosamente esibito sulla loro pagina Facebook, pagina che, stranamente, non viene mai censurata nonostante l’incitamento alla violenza (e in questo caso l’esaltazione dell’omicidio) contro gli avversari politici sia all’ordine del giorno. Campeggia una bella chiave inglese, sottolineata anche dall’etichetta #hazet36, la chiave inglese con la quale, molto probabilmente, fu ucciso Sergio Ramelli, liceale romano che ebbe il solo torto di non piegarsi al politicamente corretto in anni in cui l’omicidio dei fascisti era apertamente teorizzato e – soprattutto – applicato dagli antifascisti a suon di chiavi inglesi e mitragliette Skorpion, tra gli applausi della sinistra parlamentare ed istituzionale (come quelli che partirono dai banchi della sinistra milanese quando si seppe che Ramelli, dopo un come di diverse settimane, era definitivamente morto).



Perfino nell’antichità si interrompevano sanguinosi massacri e cruentissime battaglie campali perché entrambe le fazioni potessero piangere e seppellire i propri morti. Nel 2019 non è stato nemmeno permesso il corteo in ricordo di questo ragazzo, massacrato a colpi di chiave inglese, mentre il sindaco di Milano, Sala, ha tranquillamente permesso il contro-corteo degli antifascisti, dove le minacce di morte e l’incitamento all’omicidio dei fascisti sono stati il motivo principale dei cori. Sono stati i camerati che, a decine, hanno sfidato il divieto per piangere Sergio, il cui ricordo, evidentemente, mette ancora troppo in imbarazzo quelli del #restiamoumani e #apriamoiporti. Umani e comprensivi solo se si tratta di stranieri che vogliono invadere la Nazione (del resto gli antifascisti, con gli invasori dell’Italia, ci vanno a braccetto da ottanta anni a questa parte), ancora meglio se hanno la pelle nera; per tutti gli altri è “L’unico Fascista buono è il Fascista morto” e “10, 100, 1000 Sergio Ramelli”.

Senza che il Corriere della Sera o La Repubblica, che pure hanno consumato fiumi di inchiostro per parlare di venti tifosi laziali che il 25 aprile hanno osato esporre uno striscione in ricordo di Benito Mussolini, battessero ciglio.

Di più: l’incitamento ad uccidere gli avversari politici viene proprio dagli esponenti dell’estrema sinistra. In prima fila in questa campagna di odio è, ovviamente, Laura Boldrini, la quale, nella sua utenza Twitter, tranquillamente si augura altre Piazzale Loreto: i fascisti fucilati senza regolare processo a appesi a testa in giù.


Anche qui nessuno fiata, nessuno ha nulla da dire, nessuno si indigna: ai teppisti – e ai loro maestri, anzi: alle loro maestre – è permesso tutto ed il contrario di tutto, nel nome di una tolleranza e di un pacifismo che vale solo per loro e per quelli come loro.
 
Miserabili vermi, macchiette ridicole che ormai non hanno altra soluzione se non incitare al massacro dei fascisti (o presunti tali) o celebrare la macelleria messicana di Piazzale Loreto, senza alcuna idea che non sia basata su una crudeltà ed un odio politico tipicamente sinistri.

La Storia vi seppellirà. Sempre che non lo si faccia prima noi. Sai com’è…

sabato 27 aprile 2019

Tenetevi pure il vostro 25 aprile, traditori bastardi.


Pagliacci. Non si possono considerare altrimenti i personaggi che, puntuali, ogni 25 aprile (ormai, però, iniziano anche da qualche settimana prima) monopolizzano piazze e TV per la loro ridicola carnevalata pomposamente definita “festa della liberazione” (la “l” è volutamente minuscola). 

Diventa quasi divertente osservare questi miserabili servi sgomitare per prendere la prima fila delle dichiarazioni e delle interviste in TV, mentre fanno a gara a chi sia più antifascista dell’altro. La prima fila, ovviamente, spetta ai traditori dell’ANPI, l’associazione dei partigiani. Solamente in questa disgraziata Nazione, da settanta anni serva di americani e giudei, si può tollerare un movimento che inneggia così esplicitamente all’odio di parte e che difende conclamati e dichiarati criminali di guerra, come stabilito dalla sentenza numero 747 del Tribunale Militare Italiano – volutamente nascosta e dimenticata da tutti, perché troppo scomodo sarebbe considerare coloro che si ammantano della qualifica di eroi e di liberatori per quello che realmente furono: banditi e terroristi al soldo dell’invasore anglo-americano, correi, con costoro, di innumerevoli crimini di guerra e di stragi mai passate al vaglio di nessun Tribunale di Norimberga.

Ed eccoli lì, i servetti, tutti con il capo chinato, ammantati da quella artificiale aura di democrazia e di diritti umani che scompare puntualmente il 26 aprile, quando si chiede a gran voce il carcere per gli avversari politici, la messa al bando e la soppressione di movimenti politici espressamente democratici ma col solo torto di non piegarsi alla vulgata politicamente corretta di lor “signori”, oppure si irridono gli avversari politici pubblicando orgogliosamente le loro foto a testa in giù. Il #restiamoumani vale solo e soltanto se sei un clandestino di colore, ancor meglio se un invertito: per tutti gli altri è “A Piazzale Loreto c’è ancora posto”.


Ed è così che il 25 aprile diventa, come ormai tutti gli altri 364 giorni dell’anno, la giornata dell’odio istituzionalizzato contro i Fascisti. I quali, evidentemente, ai bei tempi hanno dato ai nonni di questi vermi talmente tanti calci nel culo che i loro vigliacchi nipotini, a distanza di ottanta anni, se la fanno ancora sacrosantemente sotto.


A Modena i teppisti dei cessi sociali, pienamente consci della totale impunità di cui possono godere, hanno vandalizzato il monumento in ricordo dei caduti di Nassyria. Giusto qualche trafiletto sul giornale locale.


Altrove è stato il monumento ai martiri delle foibe ad essere imbrattato, per l’ennesima volta, nel silenzio più assordante.

Stessa cosa è accaduta a Noli, alla lapide che ricorda Giuseppina Ghersi. Questa povera ragazza, torturata, violentata ripetutamente e infine gettata dentro una fossa carsica per la sola colpa di essere la figlia di un gerarca fascista triestino, non ha ancora pace.

A Viterbo i rappresentanti delle Forze Armate abbandonano la cerimonia, disgustati dal solito pippotto filoclandestini del rappresentante dell’ANPI, che non ha perso nemmeno in questa circostanza l’occasione per sparare qualche bordata contro Matteo Salvini, reo di aver interrotto il redditizio affare dei moderni schiavisti di uomini.

A Roma Virginia Raggi, che una parola contro i Fascisti la trova sempre, viene contestata da centri sociali ed ANPI: quando sei troppo servo fai schifo pure al tuo stesso padrone.

A Milano dai cessi sociali viene contestata la Brigata Ebraica, tra fischi e sberleffi.

Insomma: questi subumani son talmente carichi di odio che nemmeno nel loro giorno riescono a stare inquadrati, uniti, cementati da un obiettivo comune, fosse anche quello di esaltare i loro padroni sotto i vessilli di una democrazia e di una libertà solo apparente, fasulla, plastificata. 

Perché noi lo sappiamo bene. Sappiamo bene che questa Nazione, per vent’anni, tornò ad essere faro di Civiltà e luce di Giustizia, come lo era stata nei duemila anni precedenti. Sappiamo bene che questa Nazione ha saputo essere qualcosa di meglio dei vostri Fedez, dei vostri Grande Fratello, dei vostri Platinette, dei vostri cellulari ultimo modello, dei vostri clandestini che stuprano uccidono e rubano, delle vostre puttane, dei vostri padroni giudei, dei vostri massoni, delle vostre 191 basi di occupazione americana.


Noi, come ogni giorno, continueremo a celebrare i nostri morti, i migliori, coloro che caddero per difendere l’Onore della Patria e per tenere fede, fino all’ultimo, al giuramento fatto, per dimostrare che non tutti gli italiani furono traditori e voltagabbana, anche mentre tutto intorno a loro crollava, anche mentre il loro mondo era avvolto dalle fiamme dei bombardamenti alleati, e non si poteva nemmeno sparar loro addosso come si conveniva perché i bastardi partigiani avevano sabotato le munizioni nelle fabbriche.

Piccoli, piccolissimi brandelli di resistenza di un mondo che non c’è più. Sparuti gruppi di soldati politici, ancora vigili, che difendono con orgoglio i brandelli di bandiere, saldamente trincerati attorno ad antiche rovine. 

Tenetevi pure le vostre feste farlocche, miserabili traditori bastardi.

sabato 20 aprile 2019

Greta Thunberg: se non vi siete fatti nessuna domanda siete dei gretini pure voi


Mi dispiace svegliarvi dal vostro mondo fatato, ma la realtà è tanto semplice e chiara quanto brutale: se per voi Greta Thunberg – grazie ad un tam tam mediatico globale e globalista totale, capillare, martellante e potentissimo, passata da anonima ragazzina di sedici anni a paladina dell’ambientalismo e dell’ecologismo radical chic e sinistrorso – è veramente Greta Thunberg, allora siete dei cretini.

Se credete che basti sparare quattro boiate catastrofiste sul clima per essere ricevuti dal Papa, dal Senato, per essere accolta con tutti gli onori – tra un cicchetto e l’altro – dal Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, quando voi dovete fare anticamera anche per vedere l’assessore del sindaco di Vattelapesca, ed è probabilissimo che anche in quella situazione vi chiudano le porte in faccia senza tanti complimenti, allora siete irrimediabilmente dei cretini. C’è poco da dire: evidentemente vi meritate tutto.

Tanto per dire: vi sembra normale che se oggi tutti sappiano chi sia Greta Thunberg, fino a poche settimane fa la stessa era totalmente sconosciuta all’opinione pubblica europea? Non sentite puzza di bruciato quando ogni giornale, ogni sito internet, ogni TG, ogni trasmissione di dibattito politico, ogni organo di informazione più o meno accreditato come media mainstream e politicamente corretto vi sbatte in primo piano la faccia di questa sedicenne? Vi fate due domande? Oppure pensate veramente che Greta abbia marinato un giorno la scuola con qualche amichetto per protestare contro il riscaldamento globale e di colpo tutti i giornali si siano interessati a lei? Davvero pensate che una cosa del genere possa accadere spontaneamente, senza una potentissima spinta dall’alto, senza capitali miliardari dietro alle campagna propagandistiche, ai viaggi, alle interviste, ai salotti televisivi nei quali la sedicenne viene chiamata a parlare, trattata alla pari di uno scienziato o di un ingegnere climatico? Se lo credete, ve lo ripeto, siete dei cretini. 

Tra una domanda per il reddito di cittadinanza e il culo di qualche modella (tutte attività rispettabilissime, per carità!) qualche ricerca su internet potreste farla. Scoprireste, per esempio che dietro la ragazzina con la sindrome di Asperger si muove un giro d’affari potentissimo, organizzato, che può far riferimento a vastissimi capitali economici. Verreste a sapere che la mamma di Greta, Malena Ernman, è una attrice e cantante svedese da sempre ammanicata con i poteri e con i partiti radical chic svedesi, che le hanno permesso di fondare il Climate Justice Now, il movimento della Gretina, e vendere milioni di copie del suo libro, “Scenes from the Earth”. Verreste a sapere che il partito socialdemocratico svedese, che ha candidato la piccola al Premio Nobel per la Pace (premio che hanno dato al bombarolo Barack Obama appena insediato alla Casa Bianca, poco prima che cominciasse a buttare bombe in giro per il Medio Oriente: la commissione del Nobel, ormai, non ci stupisce più), altro non è che la versione svedese del Partito Democratico. Verreste a sapere che dietro tale partito si muove Ingmar Rentzhog, fondatore della società “We do not have time” – il movimento di Greta e dei genitori – società che in pochi giorni, con la scusa della sostenibilità ambientale, ha racimolato già più di tre milioni di dollari. 

Insomma, parliamo di un intreccio di interessi politici ed economici, schierati saldamente a sinistra ma con il portafoglio a destra, ovviamente. Per dirla in un altro modo: si tratta dell’ennesima trovata dell’innominabile lobby che, dappertutto in Europa, sente il terreno cederle sotto i piedi sotto la nuova ventata dei nazionalismi che, un po’ in tutto il continente, cominciano a diffondersi a macchia d’olio, ed ha disperatamente bisogno di una nuova invenzione politica che sia fresca, nuova, e allo stesso tempo politicamente corretta. E cosa c’è di meglio del cambiamento climatico? 

Il potere aveva bisogno di qualcosa che potesse almeno apparire nuovo, fresco, originale. Con una macchina propagandistica onnipotente – che in poche settimane è riuscita a far diventare una anonima ragazzina di sedici anni la paladina dell’ambiente -  ha creato dal nulla la nuova eroina della sinistra mondiale. Una ragazzina malata utilizzata come una marionetta: cosa può esistere di più moralmente disgustoso?
  
Un potere talmente onnipotente che Greta è stata perfino ricevuta dal Papa e dal governo italiano, il governo populista, quello del cambiamento.


Dal Papa ce lo aspettavamo. La Chiesa del gesuita comunista Bergoglio lavora ormai contro tutto ciò che è Tradizione e Nazione, a braccetto con i Soros e le Emma Bonino. La Chiesa Cattolica è ormai irrimediabilmente una nemica dell’Italia. Si è cattolici o si è patrioti: tertium non datur. 

La riverenza e la sottomissione con la quale Greta Thunberg è stata ricevuta in Senato, invece, ha qualcosa di vomitevole e di preoccupante allo stesso tempo. Vomitevole perché anche il Governo si è piegato al politicamente corretto di una sinistra potentissima sia sui mass media, sia nelle istituzioni; preoccupante perché fa veramente paura constatare impotenti come la macchina propagandistica della innominabile lobby, quando si muove compatta, sia una autentica macchina da guerra.

Se non vi siete posti nessuna domanda tra queste, dispiace dirvelo, siete dei gretini pure voi.