sabato 31 ottobre 2009

La tragedia del caso M'arrizzo

Possiamo dire anche noi qualche cosa sul “M’arrizzo”, come l’ho soprannominato affettuosamente? Ma si… in questi giorni la TV non fa che scavare nel torbido dell’ex Presidente, come a suo tempo fece con Berlusconi. Ma c’è un “ma”. L’avete notato? Ora Marrazzo, da pervertito che va con i trans, assume al cielo della sinistra radical-chic come un uomo tutto d’un pezzo: lui si che ha avuto il coraggio di dimettersi, mica come Berlusconi, che è sempre lì, al suo posto. Ma mentre Berlusconi si è rombato delle gnocche

M’Arrizzo si è fatto il trans.


La sensazione che se ne ha, perlomeno in chi non vuole rassegnarsi all'anormalità spacciata per normalità, è molto diversa.

Comunque sia: M’arrizzo ha fatto appena in tempo a pronunciare gli anatemi contro il docente della Sapienza, Antonio Caracciolo, che poi è caduto miseramente, beccato con l’augello di fuori e le strisce di cocaina sul tavolo, mentre uno strano essere umano lo ricopriva di attenzioni. Dev’essere la legge del contrappasso, una sorta di giustizia divina che si è scagliata contro chi vuole anche dirci, dall’alto della sua falsa moralità, cosa dobbiamo pensare sull’Olocausto e sulla Storia in generale, salvo poi disporsi gentilmente a quota 90 col primo trans d’annata.

Partiamo da una considerazione, che in questi giorni è stata espressa più e più volte proprio da coloro che, i pennivendoli in prima posizione, non si sono dati la minima briga di rispettarla: le vicende private non dovrebbero essere analisi di indagine politica. Ma, aggiungo io, quando un politico, oppure un uomo che ricopre un importante incarico pubblico, arriva a mettere a repentaglio la sua vita politica e pubblica per il vizietto dei trans, allora la sua vita privata riguarda tutti noi. Non foss’altro che un politico che è ricattabile non può fare il politico.

A trans il M’arrizzo – a quanto è dato sapere – ci è andato con la macchina presidenziale, una di quelle migliaia e migliaia di autoblu che paghiamo ai politici per svolgere i loro incarichi istituzionali, con grande spreco di denaro pubblico. Ora abbiamo l’ennesima conferma che l’utilizzo di questi veicoli è particolarmente dinamico. Ecco per che cosa i cittadini del Lazio pagavano l’autoblu di M’arrizzo: per farlo andare a trans. Ed ecco la giustificazione dello stipendio spropositato che il M’arrizzo riceve in virtù delle sue prestazioni: pagare i carabinieri bifolchi che lo ricattano. Francamente: se avesse fatto come il mitico Alessandro Haber in Parenti Serpenti, che si gira dai parenti per dire candidamente “Mi piace il cazzo, e allora?” probabilmente il personaggio ci sarebbe piaciuto di più. Da buoni italiani amanti delle commedie all’italiana di Bombolo, di Thomas Milian e di Lino Banfi, avremmo apprezzato il gesto istrionico, la reazione pronta. Invece quella faccia da culo con la quale, prima di sprofondare definitivamente nella vergogna, è andato davanti ai microfoni a dire che lui era sereno, che era convinto che si sarebbe risolto tutto, con quel suo faccione da snob, antipatico e spocchioso, era semplicemente intollerabile.

Ad Annozero, nel frattempo, abbiamo potuto vedere quali saranno i prossimi soggetti politici che calcheranno le scene politiche italiane: trans e puttane, assunti al rango di opinionisti e fini intellettuali. Che fanno tremare, in questi giorni, tutto il Parlamento: credete forse che Marrazzo sia l’unico a cui piaccia prenderlo da dietro? Illusi. Vedrete che a breve ci sarà una qualche legge per mettere a tacere le porcate dei politici che vanno a trans. L’hanno fatto con il falso in bilancio e la corruzione e volete che non lo facciano per i politici che vanno con i transessuali malfatti? Ci sarà sicuramente l’unanimità del Parlamento.

E’ sicuramente l’esempio migliore, degno di una farsa, di una classe politica che ha da tempo abdicato alla sua funzione di guida e di esempio per rintanarsi nelle ville, nei palazzi di potere a spartirsi appalti, mazzette e trans. E con i nostri soldi si pagano le autoblu, le troie e la cocaina, salvo poi apparire in televisione a darci lezioni di vita, di morale, magari anche di religione (cattolica). E vorrebbero anche guardarci negli occhi col ditino alzato, a noi che non abbiamo autoblu, non andiamo a trans e non possiamo permetterci di tirare fuori assegni da ventimila euro a botta per far tacere chi di dovere…

P.S. Ultimo aggiornamento: M’arrizzo è andato in ritiro spirituale in un convento nella campagna laziale. M’arrizzo, i frati, il convento… Insomma: M’arrizzo è irrecuperabile.

venerdì 30 ottobre 2009

Come muoiono gli uomini

Tratto dalla rete internet:

Era l’ultimo assistente personale di Adolf Hitler ancora in vita: è morto a 96 anni domenica scorsa, secondo quanto sostiene oggi la Bild, nel mito del suo Fuherer, cui fu vicinissimo. In una intervista rilasciata qualche anno fa allo stesso tabloid, rispose di non essere pentito di nulla.

mercoledì 28 ottobre 2009

I medici obiettori? Licenziamoli

Oggi il sito Repubblica.it riporta questa notizia.

"Assassina, sta uccidendo suo figlio", ha urlato Leandro Aletti, responsabile di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Melzo (Milano) e noto antiabortista, simpatizzante di Comunione e liberazione, a ciascuna delle tre donne, dai 27 ai 36 anni, che avevano scelto quella struttura pubblica per abortire.

Per chi è consapevole del potere che Comunione e Liberazione e la massoneria vaticana (Opus Dei) hanno in Lombardia – dove non c’è una nomina di direttore, assessore, consigliere regionale o semplice appalto edilizio che non sia gradito a CL – la cosa, purtroppo, non dovrebbe stupire più di tanto.

Ma ripropone con energia un problema che solo in una Nazione posizionata sempre e comunque a novanta gradi nei confronti del Vaticano può assumere tutta questa gravità.

La carta jolly che la pretaglia e i suoi manutengoli utilizzano per giustificare la loro opera di repressione capillare è quella della cosiddetta obiezione di coscienza. Una sorta di assegno in bianco (che la pretaglia vorrebbe estendere anche ai farmacisti) con il quale si attua una vera e propria discriminazione nei confronti delle donne che vogliono abortire. Certo, certo: per fortuna non tutte le discriminazioni sono così palesi e violente come quelle dell’obiettore Aletti. Il più delle volte (come documentò un documentario televisivo di qualche tempo fa – forse Report – girato proprio nelle strutture sanitarie della Lombardia) ci si accontenta di sottoporre le pazienti ad un vero e proprio consultorio, non richiesto e non gradito, con delle gentili donnine che cercano di riportare la malcapitata “abortista” sulla retta via.

Sia ben chiaro: il sottoscritto e il MFL tutto sono lontani anni luce dagli slogan massonici del partito radicale e delle femministe d’accatto. Né ciò significa essere favorevoli sempre e comunque all’aborto. Significa, sic et simpliciter, che un medico qualunque non può opporsi alle decisioni dello Stato, del Ministero della Salute e del Servizio Sanitario Nazionale. Lo Stato ritorni ad avere la sua importanza. Cosa accadesse se l’obiezione di coscienza venisse estesa anche ad altre questioni, come per esempio l’opportunità o no di curare dei militari che hanno partecipato ad azioni di guerra? Che i medici potrebbero decidere il bello e il cattivo tempo, contravvenendo così alle disposizioni dello Stato. Ciò dovrebbe essere inaccettabile in qualunque Stato, ma ancor più in qualunque Stato che voglia essere laico anche nei fatti, non solo a parole.

Il medico deve applicare le disposizioni dello Stato, suo datore di lavoro. Non ritiene giuste quelle disposizioni? Si licenzi e vada a fare il muratore: non avrà alcun rimorso di coscienza. Che si cominci a denunciare i medici obiettori per interruzione di pubblico servizio, con opportune sanzioni disciplinari: la loro coscienza non deve interessare lo Stato. E neanche noi.

sabato 24 ottobre 2009

Il Grande Fratello si è mosso. E fa paura.



La campagna di diffamazione che colpisce il docente de La Sapienza Antonio Caracciolo è a dir poco disgustosa e stomachevole.

Capita che la Grande Menzogna, per tenersi in piedi, non abbia solo bisogno di tutte quelle caratteristiche che, storicamente, sono proprie delle religioni: dogmi (la soluzione finale), martiri (i sei milioni), luoghi sacri (Auschwitz, Dachau), testi della fede.

Di tanto in tanto c'è anche bisogno di qualcuno che impersoni Satana: l'eterno antisemita, il massacratore di innocenti, il negazionista, il revisionista. E' uno dei tanti modi che gli innominabili hanno, oltre che per continuare a propagandare le loro menzogne, per mantenere il proprio potere di intimidazione e di sopraffazione: punirne uno per educarne cento.

Sempre fedele ai grandi potentati economici, La Repubblica apre la campagna di odio e di diffamazione contro uno studioso che – probabilmente ingenuamente – credeva di vivere in uno Stato di diritto e altro non ha fatto se non difendere, dalle pagine di quel strumento democratico che è la rete internet, il suo diritto a pensarla diversamente.

Anzi, neanche: ad avere dei dubbi. Ma i soloni della nuova religione olocaustica, l'abbiamo visto, non solo combattono con le loro armi a disposizione (che sono tante, continuamente in via di perfezionamento) chi non creda al dogma, ma hanno raggiunto un ulteriore grado di specializzazione. Ora si combatte non solo l'eretico, ma anche il dubbioso. Chi, cioè, non fa pubblica professione di fede. Del resto: non fu proprio l'ex Presidente del Senato, Marcello Pera, a scagliarsi veementemente contro Richard Williamson, dalle reti di Sky TG24, perché quest'ultimo aveva semplicemente detto che, non essendo uno storico, non voleva parlare di certi argomenti?

Sia ben chiaro: Williamson non aveva negato l'olocausto. Aveva solo detto che, non essendo la Storia la sua materia principale di studio, lasciava la parola agli esperti. E tanti esperti avevano/hanno una versione diversa da quella ufficiale, grazie alla quale la democrazia parassita e usuraia trova la sua giustificazione. Ma il fatto di non aver dichiarato pubblicamente di credere, per Pera, era già un reato di lesa maestà.

Ma stavolta è peggio. Stavolta assistiamo a diverse autorità (religiose, come Riccardo Pacifici; istituzionali, come l'ex missino – non ditegli Fascista che sennò ci rimane male – sindaco di Roma, Gianni Alemanno; culturali, come Frati) che, dall'alto delle loro alte cariche onorifiche e lautamente stipendiate, attaccano con livore un docente di Roma colpevole solo di aver espresso la sua idea nel suo spazio internet personale. E lo fanno, i “signori”, con atteggiamento vagamente mafioso. Si parla di denunce (la legge Mancino è il jolly che si utilizza per la repressione, essendo eccessivamente edulcorata la legge anti-negazionista di Mastella, che commina tre anni a chi incita all'odio razziale ma non parla esplicitamente di negazionismo olocaustico), di toglierli il lavoro, mandarlo addirittura a Dachau (vogliono forse riaprirlo per sbatterci dentro i revisionisti? Quanto manca perché gli eretici finiscano in qualche lager con il simbolo sul petto?) per convertirlo. Si spera, per convertirlo...

Dagli al professore, dagli al professore!, è il motto che gridano tutti. Tutti fanno a gara per distinguersi in questa forsennata campagna di odio. Verso un uomo, giova ricordarlo, che non si è macchiato di altro reato se non quello di esprimere pubblicamente il proprio disaccordo riguardo un avvenimento storico che si da' per certo, e tale deve rimanere, per il Potere.

In questa guerra mediatica, dove tutti i poteri forti si coalizzano contro un docente inerme, c'è da rimanere sbalorditi nel constatare la facilità con la quale tirano fuori l'armamentario di distruzione. Basta l'articoletto del primo pennivendolo da strapazzo, e può cominciare la mattanza.

Ti alzi, la mattina, e scopri di essere sulle prime pagine di tutti i giornali. Hanno preso una tua foto e l'hanno sbattuta in prima pagina. Come un mostro, un assassino, un pedofilo. Anzi, peggio. Questi stanno nelle stanze del potere. Tu sei solo uno che ha un semplice e comunissimo blog. Non sei abituato a vedere il tuo nome che circola sui giornali, alla TV... La tensione è tanta. Il telefono inizia a squillare. Tu, che non hai tutti gli agganci che hanno loro, hai paura. E ti chiedi: possono veramente togliermi il lavoro? Lo stipendio? Rovinarmi la reputazione? Come faccio con gli amici? La famiglia? La mia fidanzata? Possono, possono. Provi a prendere contatto con qualche giornale: hai o non hai il diritto di dare la tua versione? Ma il giornale, eterno servo dei padroni, fa solo quello che sa fare meglio: prende il tuo pensiero e lo stravolge; una frase da questo articolo, una citazione da quell'altro, togli qui, aggiungi lì, modifica in basso, ed ecco che la tua dichiarazione è completamente stravolta. Non è più quello che volevi dire: è un pensiero “altro” rispetto a quello che tu hai cercato vanamente di esprimere. Non lo riconosci come tuo. Fai l'unica cosa che puoi fare: accendi il pc e scrivi la tua versione sul tuo blog. Ma anche qui sai sempre che potrebbe non bastare. Basta il primo giudice che c'è disponibile, una imbeccata dall'uomo giusto, e il tuo blog è chiuso.

Il sistema ti si è ritorto contro. Ti senti strangolato. Ce l'hai alla gola. Il giorno prima non era niente, e ora lo senti che ti graffia nella carne.
Perché questo screditamento totale della tua persona, se sei un uomo pulito e semplice, ti fa male. Rischia di destabilizzarti profondamente.

Mi ha colpito profondamente una frase di quello che ha detto il Professore sul suo sito (cito a memoria per non perdere tutti i pensieri che ho adesso): “Tutti contro di me. Non ce la faccio. Siete 10 contro 1. per favore: venite uno alla volta, vi rispondo uno per uno”. Non c'è concetto migliore per esprimere tutto il loro potere: questo enorme e potente esercito che sta davanti a te, ti sovrasta, sono tanti, ognuno spara la sua, non sai da che parte girarti, a chi rispondere, cosa dire. Della imponente macchina da guerra che ti ha preso di mira, quale elemento attaccare per primo?

Forse il Rettore dell'Università, Frati, che ti dice di andare a Dachau? Ma se Dachau è l'unico campo di concentramento per il quale tutti gli storici – anche quelli ufficiali – concordano sul fatto che non fu un campo di sterminio?

Ad Alemanno, che con fare intimidatorio dice “E' di Forza Italia? Controlleremo anche questo”, come dire: se ci tira nel fango il PDL gli facciamo scontare tutto con gli interessi...

A Pacifici, che ne approfitta per patrocinare una legge anti-negazionista anche qui in Italia (quella di Mastella è troppo edulcorata)? Verrebbe voglia di rispondergli che la Storia non si decide nei Tribunali, ma con la ricerca e lo studio...

Fa veramente paura vedere questa tremenda campagna di odio e di discriminazione. E' in questi momenti che prendo piena consapevolezza di quanto “loro” siano forti. Di quello che possono fare, del potere che hanno. E' a dir poco spaventoso. Non senti una voce dissonante, un “ma”, un qualcuno che prova a calmare gli animi. Nulla. “Loro” sono compatti. Loro, che sono i primi negazionisti a comando: quelli che negano tutti i giorni l'olocausto che si compie a Gaza, che solidarizzano col carnefice con cartelli e striscioni mentre si compie la mattanza...

Per questo dobbiamo fare solo una cosa: prendere tutto quello che ha scritto il professore e stamparlo, poi nasconderlo. E leggerlo in segreto. Perché sai che oggi tocca a Caracciolo, poi toccherà a te. Possono venire a cercarti, dopo averti tappato la bocca chiudendo blogs, siti e quant'altro, e sequestrarti tutto quello che è "pensiero": scritti, appunti, cd-roms... Non l'abbiamo forse visto con Thule Toscana? Prima che loro vengano, sarai riuscito a tenere dentro la tua mente gli scritti di un uomo che è rimasto “libero”, e che ha combattuto per difendere il suo diritto sacrosanto di pensarla diversamente. Imprimiamoceli a fondo.

E' passata la legge sull'edilizia

È passata, tra mille polemiche, la nuova legge sull'edilizia sarda che, nelle intenzioni della maggioranza, ha l'obbiettivo di rilanciare un settore che era stato fortemente penalizzato dalla precedente gestione Soru.

Poche le modifiche, ma sufficienti a scatenare la bagarre.

Innanzitutto si potrà ampliare del 30% la superficie calpestabile dell'immobile (le strutture ricettive, alberghi e B&B in primis, del 35%); anche in quelle zone che distano a meno di 300 metri dal mare.

Grazie all'emendamento presentato dal consigliere regionale PDL Edoardo Tocco si potranno sfruttare anche i sottotetti calpestabili ed i seminterrati.

Passa anche una mozione fortemente voluta dal centro-sinistra: entro le 12 miglia dalla costa non si potrà costruire alcunché che turbi il sistema paesaggistico e costiero: niente impianti eolici, insomma, come si era vociferato nelle settimane scorse.

Come interpretare questo provvedimento? Non c'è dubbio che l'edilizia, che versava in condizioni disperate negli anni precedenti, potrà riprendere un poco a boccheggiare. Ma è anche vero che, in un territorio che spesso e volentieri è stato violentato dall'abusivismo edilizio, come quello sardo, il pericolo degli scempi paesaggistici è dietro l'angolo.

venerdì 23 ottobre 2009

Capoterra: dopo un anno ben poco è cambiato


Come al solito c'è l'imponente abisso tra le posizioni dei cittadini, rappresentati dal Comitato per la Sicurezza di Capoterra, e le istituzioni, rappresentate dalla Regione Sardegna e dal Comune di Cagliari.
Per il Comitato non è stato fatto proprio nulla, in un anno. Col risultato che basta una pioggia un poco più fitta del solito per provocare il panico tra coloro che un anno fa persero la propria casa e anche i propri cari.

Il Comune di Cagliari, invece, tira fuori le cifre: 35 milioni di euro sono stati stanziati per mettere in sicurezza Rio San Girolamo, le cui piene possono mettere in grave difficoltà i centri abitati da un momento all'altro. E' una tranche dei complessivi 80 milioni di euro che ha messo in capitolato la Regione.

Non solo: quasi mezzo milione di euro dovrebbe essere ripartito tra il centinaio di nomi (privati e commercianti) che hanno fatto richiesta di risarcimento. Un altro mezzo milione di euro dovrebbe essere stanziato in futuro.

Nel mezzo? La rabbia per una burocrazia (vero elemento da riformare completamente in un'Italia dove anche il più insignificante pezzo di carta rischia di bloccare qualunque attività) lenta e macchinosa. E quei cittadini che, quando sentono che le prime gocce iniziano a cadere, guardano il cielo chiedendo un po' di clemenza.

giovedì 22 ottobre 2009

Sessantacinque anni fa liberavano Gorla


Sono circa le undici del mattino, sessantacinque anni fa. E' una serata tersa, limpida. E' in quella giornata, come purtroppo in tante altre, che gli invasori americani dimostrano agli italiani come intendono la loro liberazione. 342 bombe, da 500 libre circa ciascuna, vengono sganciate sul centro abitato di Gorla. Quasi 80 tonnellate di distruzione che centrano prevalentemente la scuola elementare di Gorla, polverizzando 200 bambini e quasi tutti gli insegnanti.

Noi non dimentichiamo i crimini degli invasori angloamericani, che occupano ancora oggi la nostra Nazione con più di 190 basi di occupazione militare. Non ci uniamo alle sirene dell'antifascismo, che vorrebbero confinare questi crimini, per i quali mai nessuno ha pagato e mai nessuna autorità ha chiesto giustizia, nel dimenticatoio della Storia.

Ma continuiamo a pretendere giustizia e a difendere i nostri martiri ed eroi.

mercoledì 21 ottobre 2009

E' in arrivo una Banca del Mezzogiorno?


Le grandi banche hanno utilizzato i miliardi di dollari che gli Stati nazionali hanno concesso loro per far fronte alla crisi non per rilanciare all'economia, bensì per tenerle nei loro depositi e fare cassa.

Risultato? L'economia ristagna come e più di prima, e le banche possono distribuire bonus miliardari ai loro dirigenti. Sembra proprio che le grandi banche siano le uniche che, di questi tempi, non sanno cosa significhi la parola “crisi”, al contrario delle famiglie e delle fasce sociali più basse della società. La spiegazione di questi incredibili emolumenti – contro i quali si è scagliato solo a parole (nei fatti l'America ha sovvenzionato con aiuti pubblici le grandi banche) – è sempre la stessa: dobbiamo pagare al meglio i nostri manager perché quest'anno la banca chiude in attivo (e quando mai una grande banca ha chiuso in passivo?); altrimenti i nostri migliore cervelli vanno da altre banche che offrono di più. I migliori cervelli, sia detto per inciso, sono quelli dei mutui sub-prime, degli hedge funds, degli swap... Cioè i più diretti responsabili della crisi.

Giulio Tremonti ha forse in mente queste considerazioni, se si è spinto addirittura ad ipotizzare una Banca del Sud? Con quella che per il momento è solo un ipotesi (ma sembra che il Ministro dell'Economia stia spingendo molto forte in questa direzione) si è dato avvio a tutta una serie di polemiche e di discussioni che hanno occupato le pagine dei giornali nei giorni scorsi.

Sarebbe una vera e propria rivoluzione, nel mondo del capitalismo e della competizione più sfrenata e rapace (che del resto Tremonti difendeva a spada tratta solo fino a poco tempo fa), l'intervento dello Stato nell'economia. Eppure, forse, è questa una delle soluzioni che il Governo ha sul suo tavolo per affrontare un problema di totale immobilità del credito, che le banche trattengono per se, anziché prestare ad imprese e famiglie. Cosa che dovrebbe assolutamente normale, essendo quel denaro dei cittadini.

Ma come dovrebbe funzionare, nello specifico, la Banca del Sud?

La Banca del Mezzogiorno – questo il suo vero nome – è concepita come una struttura che dovrebbe far si che aumenti la disponibilità di credito per il meridione; verrebbe a colmare, in questo senso, una lacuna propria del meridione stesso, cioè la mancanza di banche con una forte radicalizzazione territoriale. È previsto che la banca sia un sostegno che favorisca la nascita di nuove imprese, il finanziamento di quelle già esistenti, l'aumento dell'occupazione. Dovrebbe essere una struttura all'interno della quale lo Stato rivestirebbe il ruolo di socio promotore: dovrebbe entrare nella società con 5 milioni di euro e uscire dall'assetto dopo cinque anni. Dopo di che si darebbe il via libera ai privati. I quali, fondamentalmente, dovrebbero essere il centinaio di banche di credito cooperativo più le poste italiane; gli sportelli di queste istituzioni (più di 1500 in tutto il Sud) dovrebbero andare a costituire la rete degli sportelli, vale a dire il supporto logistico vero e proprio all'interno del quale operare fattivamente.

Tale progetto è diventato, negli ultimi giorni, una vera e propria proposta di legge: a breve passerà all'esame del Parlamento.

Il pericolo più grande è senza dubbio uno, a parere di chi scrive (e non solo suo): che la Banca del Sud diventi una sorta di gigantesco desco sul quale mangino mafia e partiti politici, nonché imprenditori collusi in odore di grembiulino, come ci hanno insegnato i democristiani.

lunedì 19 ottobre 2009

Attentato in Iran: cui prodest?

La domanda su chi possa trarre vantaggio, nel delicato scacchiere della politica mondiale e medio-orientale, dall'attentato suicida avvenuto in Iran – attentato che ha ucciso circa una quarantina di persone, tra le quali uomini di alto rango dei Pasdaran – è una domanda che bisogna obbligatoriamente porsi.

Non ci vuole molto ad accorgersi che questo attentato è una vera e propria manna dal cielo per quei gruppi che non vedono di buon occhio l'incontro tra l'Iran e Stati Uniti, Russia e Francia per discutere del programma nucleare di Teheran. Gruppi che premono per le soluzioni veloci e rapide, stile Iraq e Afghanistan. La lobby israeliana è in prima fila nel caldeggiare questa soluzione.

L'Iran, dal canto suo, ha immediatamente accusato potenze estere, prime fra tutte Gran Bretagna e Inghilterra (oggi come ieri di mezzo ci sono sempre loro a scatenare le guerre). Sono dichiarazioni pesanti, che l'Iran – che in questi anni ha dimostrato di sapersi muovere con accortezza sullo scenario internazionale (non sono ancora riusciti a muovergli guerra) – non farebbe se non avesse in mano elementi validi. Che abbia forse intenzione di usarli come carta da giocare? Personalmente ne dubito.

Perché sembra che l'Iran, al summit di oggi (e a quello di qualche settimana fa), ci sia andato con le migliori intenzioni. Non è esclusa l'ipotesi che, per chiudere l'incontro, Teheran possa autorizzare la Russia a trattare l'arricchimento dell'uranio. La Russia già in passato ha caldeggiato questa opzione. Non c'è modo migliore, da parte di Ahmadinejad, di mostrare tutta la propria disponibilità. In sintesi dice: non credete al nostro programma di arricchimento dell'uranio per scopi civili? Bene: allora l'uranio prendetelo voi, lavorateci su, e poi restituitecelo.

Difficile affermare che l'Iran non stia tendendo le mani, specialmente all'amministrazione Obama.

Proprio per questo qualcuno ha pensato che forse, con qualche botto, si poteva accelerare la questione. Non ci sarebbe nulla di cui stupirsi.

Del resto: non abbiamo forse già visto, nella Storia passata, uno Stato che viene continuamente provocato onde poter suscitare una sua reazione e scatenare poi la guerra mondiale, facendo passare l'aggredito per aggressore e viceversa?

sabato 17 ottobre 2009

Rapporto Goldstone: il Gibuti è migliore dell'Italia

Il rapporto Goldstone, che inchioda alle sue responsabilità Israele e dimostra inequivocabilmente come il piccolo staterello democratico si sia macchiato di gravissimi crimini di guerra contro la popolazione palestinese durante l'ultima macelleria di Piombo Fuso, è passato all'ONU con 25 voti a favore su 47. Di misura, ma è passato. Tra i contrari, come è ovvio, Italia e gli Stati Uniti, sempre acriticamente dalla parte del carnefice. Che, tanto per non smentirsi, ha dimostrato, ancora una volta e nel totale silenzio della nostra stampa, quanto tenga alla pace con i palestinesi: due giorni fa il democratico esercito di Sion ha bombardato le coste di Gaza mentre i suoi aerei superavano il muro del suono a bassa quota dalle case palestinesi, provocando il terrore tra la martoriata popolazione palestinese (il rumore di arei da guerra che superano il muro del suono è terrificante, oltre che fortissimo).

Israele, che aveva mobilitato la lobby sionista per cercare di convincere e intimorire i sudditi Europei (il rapporto Goldstone sarebbe una vittoria del terrorismo, abbiamo il diritto di difenderci... e balle varie), incassa con rabbia e delusione.

Il primo passo verso la Norimberga dei veri carnefici della popolazione di Gaza è stato compiuto. Ora comincia un altra importante battaglia: l'incriminazione di Israele per crimini di guerra davanti ad un Tribunale Internazionale.

Dispiace vedere che, come al solito, l'Italia sta dalla parte sbagliata del conflitto. E che Gibuti e il Bangladesh ci diano lezioni di civiltà. Evidentemente da loro l'innominabile lobby non è eccessivamente ramificata...

giovedì 15 ottobre 2009

Non ci restano che i grassi e i pelati


Dopo i magistrati, il Presidente della Repubblica, gli esponenti della lobby che non possiamo nominare e i comunisti, ben presto in Italia ci sarà un'altra categoria che godrà di una impunità gratuita e generalizzata: gli omosessuali.

Certo, la legge non è passata (ma perché il PDL e il PD hanno avuto i loro problemi interni, non certo perché hanno riconosciuto l'idiozia della legge), ma il Ministro Carfagna si sta dando da fare per riproporre una legge che stabilisca una aggravante per le aggressioni di violenza contro gli omosessuali. Quando, qualche tempo fa, dissi che la Carfagna non avrebbe potuto fare più danni di chi l'aveva preceduta, non avevo idea di quello che avrebbe combinato. Oggi ammetto di essermi sbagliato: mai avrei pensato che la bella Ministra potesse creare simili sfaceli...

Insomma: il codice penale, per gli omosessuali, non basta più. Vogliono sentirsi una categoria veramente privilegiata. Quindi, in futuro, sarà molto probabile che noi comuni mortali, prima di litigare col nostro vicino che tiene la tv troppo alta o anche solo mandare a quel paese l'automobilista indisciplinato che ci taglia la strada, dovremmo chiedere i gusti sessuali del nostro interlocutore. Se risulta che è omosessuale non potremo fare nulla: non sia mai che la Concia o la Battaglia ci denuncino per crimini contro l'umanità, violazioni dei diritti umani, razzismo, fascismo, revisionismo, omofobia, misantropia e via dicendo...

Ciò dimostra che il nostro Paese, per quanto riguarda determinati argomenti, non esita a prendere strade “totalitarie”. Neanche il Fascismo, neanche il Nazionalsocialismo tedesco sono mai arrivati ad una simile impostazione: non solo punire determinati atti o atteggiamenti, ma anche il solo pensiero. Vogliono imporci addirittura di non provare schifo per gli omosessuali. Insomma: non potremo neanche esternare il nostro schifo per quelle squallide manifestazioni di pagliacci travestiti che di anno in anno siamo costretti a sorbirci per le strade italiane. Crimini contro l'umanità, razzismo, omofobia...

Possiamo comunque tirare un sospiro di sollievo: se il nostro vicino è una persona anziana, un islamico, un pelato o un obeso, tutte categorie che non fanno lobby e non godono di protezioni importanti, potremmo tranquillamente arrabbiarci.

Per male che ci vada, comunque sia, rimane sempre la categoria per eccellenza contro la quale la popolazione italiana potrà sfogare la sua rabbia con la sicurezza che mai nessun Ministro, Parlamentare o sodomita arriverà in sua difesa: quella dei Fascisti.

Ringrazino la destra, gli imbecilli che l'hanno votata.

mercoledì 14 ottobre 2009

Come ti vinco il Nobel per la pace

L'ho sempre vista una cosa lontana, il Premio Nobel; assegnato a personalità importanti (a volte neanche quello: Gandhi non l'ha vinto), che magari hanno speso tutta la propria vita al servizio di un ideale, di una giusta causa, di un qualcosa che aiutasse tutta l'umanità: scoprire la cura del cancro, dell'AIDS, magari promuovere iniziative per la pace...

Avevo appena digerito (con gran dolore del mio fegato) i funerali di Stato a Mike Bongiorno; cercavo di raccapezzarmi del fatto che certi personaggi famosi, per alcuni loro films di dubbio gusto – meglio se con un infanzia infelice alle spalle e sostenuti dalla lobby che non posso nominare – potessero stuprare impunemente le tredicenni, salvo poi essere inondati dal sostegno incondizionato di legioni di ammiratori e fini intellettuali quando qualche magistrato si ricorda di fargliela sacrosantamente pagare; ed ecco che mi ritrovo davanti alla notizia che Obama ha vinto il Premio Nobel.

Ho pensato: ma dai che scherzano! E' uno scherzo goliardico, tra amici! Son ragazzi, in fondo... E invece no. E' vero. Manco l'abbronzatissimo della Casa Bianca ci credeva, quando gli e l'hanno detto. Io so cosa deve aver pensato. Si sarà detto, tra se e se: “Incredibile. Ho continuato la politica di Bush, evitando di indagare la passata amministrazione; ho fatto strage di civili pakistani con quei simpatici droni teleguidati a distanza, tanto perché noi americani non si perda l'allenamento; ho sostenuto e ingrassato per l'ennesima volta i parassiti di Wall Street a spese dei gonzi americani; sostengo gli israeliani mentre fanno il tiro a segno con quelli di Gaza; ho coalizzato il mondo contro l'Iran, membro della AIEA, mentre taccio su Israele; ho deciso di inviare altri soldati in Afghanistan e rompo le balle anche agli altri sudditi per fare altrettanto... Tutte queste cose e mi danno il Nobel. Fico!”


Chissà le risate che si è fatto Obama.


Io penso che i miei tradizionali metri di giudizio, in questo “libero” e “democratico” Occidente, non sono più validi. I carnefici passano per vittime; gli aggressori per aggrediti; i guerrafondai (quelli che sterminano i palestinesi, quelli che hanno in corso due guerre, in Iran e Afghanistan) si incaricano di mantenere la pace mondiale; chi ha 300 testate atomiche si impegna per il disarmo militare; chi stupra le bambine diventa la vittima di un subdolo complotto giudiziario, con tanto di ministri europei che si strappano indignati i capelli; i conduttori di quiz televisivi vengono onorati con funerali di Stato; e un Presidente americano che continua le schifezze del suo degno predecessore, il massone ubriacone, riceve il Premio Nobel per la Pace.


Devo aver sbagliato qualcosa.

martedì 13 ottobre 2009

La bolgia infernale di Cicereale - la Gomorra animale

tratto dal sito http://www.nothuman.org/
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Tempo fa mi scrisse una giovane campana. Aveva letto una cosa mia che girava nei siti.

Mi pare fosse la lettera a Vito Mancuso. Mi chiese se poteva vedermi e se potevo aiutarla per un problema riguardante i maltrattamenti dei cani. Le dissi che contavo poco ma se voleva, nei miei limiti, l’avrei aiutata. Le chiesi di spiegarmi cosa accadeva e la ragazza mi mandò delle foto che mi lasciarono esterrefatto.

Cose orrende. Provai una profonda vergogna di appartenere alla mia specie degenerata. Provai vergogna per non essermene accorto prima di quest’orrore. Di non aver capito l’entità dell’orrore. Quando questa roba ti arriva via mail e la apri è come ricevere un pugno nello stomaco o un calcio nei testicoli, ti lascia boccheggiante, ti passa la volontà di vivere. Spiegai alla giovane che stavo andando a Venezia e che sarei partito da Roma in macchina.

La ragazza mi incontrò nei pressi di Roma, veniva dal Sud e organizzò un incontro con alcune attiviste “animaliste”al mio ritorno da Venezia. Prima di partire per l’Inghilterra le incontrai e registrai (con un registratore) quello che mi dicevano. Queste ragazze, giovanissime, una romana, una fiorentina e una campana, non erano a contatto diretto con i canili ma avevano raccolto del materiale da persone che conoscevano l’orrore di quei luoghi e avevano sui volti i segni dello schifo che avevano visto. Negli occhi portavano la rabbia dell’impotenza davanti al Male. Perché di Male si tratta.

Avevo chiesto di incontrare i volontari che si occupavano delle adozioni presso quel canile . Mi risposero che non potevano entrare in diretto contatto con me e denunciare quello che avevano visto perché gli sarebbe stato interdetto l’accesso al canile, e rischiavano di essere denunciati. Quando sentii questo rimasi sbalordito. Ma come, nella Rutalia di Papi trionfante, nel regno dell’italietta civile, artistica, storica, del “Made in Italy”, della Ferrari, nell’Italia felix, gaudente e “cafonal” avvenivano ancora queste cose?

Chiesi: “Ma siamo forse in Colombia che un’attivista non può parlare perché rischia la vita? Dove cavolo siamo?” Ma quelle ragazze confermarono tutto. “Si rischia la pelle, gli interessi sono grandi e ci sono 97 comuni dietro alla mercificazione dei randagi”. Rimasi sbalordito. “Allora Saviano ha dimenticato di dire qualcosa?” Chiesi. Risposero: “Si, non sapeva. Ma i media sapevano. Eccome se sapevano! ”

“Non tutti sapevano o sanno” dissi. Risposero: “In molti sanno, ma gli animali sono il nulla per loro”

Erano dure e dirette le ragazze e avevano una rabbia in corpo e una selvaggia tristezza che mi colpirono.

Prima di passare all’intervista che spiega con chiarezza quello che accade; qualcosa voglio dire e spero che voi che leggete queste interviste le diffondiate tentando di raggiungere il massimo numero di giornali, associazioni e politici. E’ stomachevole che il grande giornalismo che ci massacra ogni giorno con le cretinate sulla vita privata di Papi (che in Inghilterra, dove vivo, non sarebbe durato un maledetto giorno) su prostate sfasciate, escort e prosseneti, non metta mai il naso nel miasma olezzante del trattamento che impartiamo agli animali. Anzi, al non umano: aggiungiamo anche le piante e gli alberi. Se non interessano gli animali interesserà pure e dello spreco e il ladrocinio di denaro pubblico che si attua sulla loro pelle!

Io leggo Repubblica e l’Espresso da un vita, sono vecchio, e se dovessi chiedere a Eugenio Scalfari, a Giorgio Bocca, a Ezio Mauro, a Edmondo Berselli, a Giuseppe D’Avanzo - che ci affligge (giustamente) ogni giorno con le pippate sul Papi Ruteliano - a Francesco Merlo, a Giovanni Valentini di dire una parola, una sola, una sola volta su quello che facciamo agli animali, so già quello che mi risponderebbero: “Abbiamo problemi più gravi…” Anche Giorgio Bocca, che ho letto perfino in Alaska, mi ignorerebbe. Se io dovessi dire a Bocca: la leggo da una vita, mi dia una mano a salvare questi poveri cani, neanche risponderebbe. Dei giornalisti di destra neanche parlo perché conosco già le risposte. Chiedere a Ferrara o ad altri una roba del genere significherebbe farli schiattare dalle risate. Solo la Padania ha evidenziato l’orrore. Ma, mi domando: i media non si vergognano del loro silenzio? Per non parlare dei politici. Una classe mostruosamente cieca alla sofferenza del non umano. Ma è mai possibile che la gente che possiede cani come Francesco Totti, Raul Bova, Massimo D’Alema non riesca a dire una sola parola davanti a questo massacro continuo in autentico stile nazista? Non pensano che potrebbero essere i loro cani in quelle condizioni? Non pensano per un maledetto momento che potrebbero essere i loro animali a patire l’orrore che le povere bestie sperimentano - perché abbandonate da criminali (sto soppesando le parole)? Lo sanno che questi poveri animali subiscono trattamenti degni del “Dottor Morte” Aribert Heim? Ma come in un paese dove oltre 4.800.000 famiglie possiedono uno o due cani avvengono cose del genere? E Sofri perché non dice nulla? E perché non parla il Grillo furioso? Perché? Perché gli animalisti lo hanno offeso, come mi ha detto un’amica? Certo gli animalisti che lo hanno offeso se lo potevano risparmiare - spesso siamo suicidi e tatticamente folli – ma è ragione sufficiente?

Ma noi umani quando lo capiremo che non siamo soli sulla terra? Che esistono altri esseri e che fare loro quello che facciamo è vergognoso, è osceno. Ci macchia. E il silenzio ci macchia ancora di più.

Ma avete mai sentito le alte istituzioni o il Papa dire una sola parola su questi orrori?

Li avete mai sentiti? Avete mai sentito Vito Mancuso, che giorni fa ci spiegava il significato dell’imperativo categorico kantiano, dire una parola? Parla degli angeli ma mai del non umano. E io vorrei chiedergli: professore ma l’imperativo categorico è applicabile a una sola specie (come insinuava indirettamente Kant) o è applicabile anche agli altri esseri viventi? Perché se è applicabile a una sola specie è un imbroglio specista, è un gioco delle tre carte, un’emerita presa per i fondelli, per non dire un’altra cosa. E sarebbe bene, professore, che si chiarisca le idee sul concetto di antropocentrismo perché quel concetto, intriso di hybris pestilenziale, ha fottuto il pianeta. E l’uomo autentico, di cui Lei parla è quello che apre la propria compassione verso tutti gli abitanti del suo pianeta. Non solo verso la propria specie.
E dicano una benedetta volta una parola i cattolici: una sola volta! Dove è la vostra compassione se siete sempre silenti?

Un ultima cosa. Rivolgo una domanda Augias, che è tra i pochissimi giornalisti (incredibilmente con Feltri), che in certi momenti ha mostrato segni di compassione verso gli animali:

Non è tempo per un dibattito televisivo sulla sofferenza del non umano? Magari su animali e religioni?

Quando uno interpella i media italici riceve sempre risposte criptiche e monosillabiche.

Se si prova a chiedere l’attenzione dei media è spesso un’operazione umiliante.

Ma una cosa so: quando tradurrò questa lettera e la invierò ai media britannici e i miei amici la diffonderanno per il mondo, l’attenzione sarà differente. E saranno anche i quotidiani di destra a riprendere la notizia. Il Daily Mail, politicamente situato a destra, promuove spessissimo campagne in difesa del non umano. C’è un abisso di sensibilità. Un esempio? Il Guardian, che è moderatamente di sinistra, il 15 settembre , ha dedicato quasi l’intera prima pagina ai massacri dei delfini perpetrati dai giapponesi (ne uccidono 20.000 all’anno, i cari nipponici). Avete mai visto un quotidiano nostrano fare una cosa del genere? E come è possibile che Brunetta che tuona contro gli sperperi del “ciarpame culturale parassita” non si sia accorto dei grandi sprechi, delle mostruosità e degli imbrogli - a danno del contribuente - perpetrati dai possessori dei canili nostrani? Lo sa Brunetta che questi signori si stanno arricchendo con i soldi pubblici attraverso orrori consumati verso gli animali? Lo sa che i canili sono diventati un mezzo per fare soldi e che sono, dopo la droga e la prostituzione, una delle maggiori fonti di guadagno nel Sud?

E il Ministro del Turismo, la fulva Brambilla, che ama tanto gli animali, perché non dice una sola parola?

Forse la direbbe se qualcuno mettesse in atto un boicottaggio turistico.

E questo proveremo a fare.

E passiamo alle interviste che con estrema chiarezza dipingono l’orrore.

Ho riportato parola per parola quello che mi è stato detto.

Ho cercato di smussare la rabbia che era intensa.

Paolo Ricci (ricci@esperia.fsnet.co.uk)
Fonte: www.lasaggezzadichirone.org
ottobre 2009

INTERVISTE:

1) LA BOLGIA INFERNALE DI CICERALE. LA “GOMORRA” ANIMALE.
2) IL SISTEMA LAGER
3) LE ASSOCIAZIONI E IL BALLETTO OSCENO DELLE ISTITUZIONI
4) CHE FARE PER CONTENERE L’ORRORE?

E’ possibile leggere le interviste sul sito nothuman.org oppure scaricarle in formato ZIP

DOCUMENTI E ARTICOLI SUI CANILI – LAGER
DOCUMENTS AND ARTICLES REGARDING THE KENNELS – LAGER

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FOTO E VIDEO SUI CANILI LAGER
PHOTOS AND VIDEOS REGARDING THE KENNELS -LAGER_

http://www.nothuman.org/

lunedì 12 ottobre 2009

Jorg Haider: è passato un anno


Poco più di un anno fa moriva Jorg Haider.

Qualcuno – in diverse occasioni – mi ha chiesto come mai dei Fascisti dovrebbero ricordare Jorg Haider, che Fascista non era mai stato, e che aveva sempre sdegnato l'idea di poter essere considerato della nostra area.


E' stato un politico importante, per questa Europa. Perché guardava avanti, non indietro; perché era un uomo di popolo, che stava con la sua gente e che dalla sua gente era amato; perché si oppose alla dittatura mondialista, all'imbastardimento di un'Europa invasa da milioni di immigrati estranei a Noi e alla Nostra tradizione; perché quando il criminale texano, il massone ubriacone della Skull and Bones, invase l'Iraq, lui sostenne l'Iraq; e poi perché era inviso al Mossad, a quelli delle logge e alla lobby che non possiamo nominare espressamente.


Talmente importante che ancora oggi si cerca in tutti i modi di infangarne la memoria: proprio in questi giorni salta fuori l'ennesimo amante; ma in questa Europa “democratica” essere omosessuali non è considerata una cosa normale?


A dimostrazione di una cosa: che gli uomini che si sono opposti alla lobby che non possiamo nominare, al mondialismo dei grembiulini e al meticciamento dell'Europa fanno sempre paura, tanto che chi di dovere escogita sempre nuove leggi e sistemi di persecuzione per impedire il diffondersi di certe idee. Oggi come ieri.

domenica 11 ottobre 2009

Siamo la coppia più brutta del mondo

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Pubblicato sul mensile Il Lavoro Fascista, settembre 2009

Adriano Celentano e Claudia Mori cantavano, anni fa, “Siamo la coppia più bella del mondo”… Oggi, molto più modestamente e con meno successo, la politica italiana ci propone la coppia più brutta (e disgustosa) del mondo intero, ovvero l’ineffabile duo Antonio Di Pietro – Beppe Grillo.

Questi due ridicoli populisti da strapazzo, l’uno comico di professione, l’altro comico e basta, stanno trascinando la politica italiana, che già ne avrebbe abbastanza dei vari Berlusconi, Franceschini, Fini e compagnia brutta, in una sorta di cloaca fatta di insulti, slogan senza senso e toni che meglio si adatterebbero ad una rissa da osteria, piuttosto che ad un sano e serio dibattito politico; il comico fallito autoproclamatosi leader di chissà cosa continua imperterrito a distribuire patenti di moralità agli italiani e pesantissimi insulti ai politici, l’ex magistrato con l’armadio pieno di scheletri bacchetta tutto e tutti, attribuendo al mondo intero la patente di “mafiosi, Fascisti, razzisti” e chissà cos’altro… Ovviamente, senza trascurare di lanciarsi vicendevolmente attestati di stima e rispetto!

E tanto per rendere sempre attuale il detto “Al peggio non vi è mai fine”, questa indegna coppia di guitti d’avanspettacolo non solo trova consensi e sostenitori, ma li trova persino all’interno della tanto decantata “area”, ove evidentemente si continuano a confondere i grandi Statisti come Benito Mussolini con i piccoli pagliacci che lanciano urla e strali dai loro balconi virtuali… Forse i tanti “nazional-disperati” che annaspano per trovare qualcuno che li consideri badano più alle mascelle volitive ed ai soliloqui senza senso, piuttosto che ai contenuti…!

Eppure per verificare chi sono esattamente questi due insulsi personaggi in cerca di visibilità basterebbe veramente poco, ma purtroppo l’italiano medio oltre ad essere ignorante in Storia Contemporanea, lo è anche riguardo agli avvenimenti di cronaca molto recenti e non si sogna neppure di fare una rapida ricerca internet sul motore di ricerca Google per verificare l’esatta caratura di questi moralisti da strapazzo.

Spero di aiutare qualcuno con questo mio breve scritto, messo insieme recuperando proprio da Google le biografie più taciute dei due, leggendo le quali si comprende perché questo duo comico farebbe meglio a tacere quando si parla di moralità, di certificato penale e di specchiata onestà; nel passato già parlai in un mio articolo di Beppe Grillo (http://www.lavvocatodeldiavolo.biz/?p=371), allorquando in una certa “area” di imbecilli si diffuse la voce che Grillo fosse una sorta di “Camerata” dormiente, per il sol fatto di avere scelto l’8 settembre come data per il suo patetico “Vaffa Day”… Spero qualcuno mi voglia riconoscere una certa lungimiranza, leggendo l’articolo del 2007!

A quanto già scrissi sul comico genovese è a malapena il caso di aggiungere un breve rendiconto su alcuni fatti che aiuteranno i più a comprendere l’ipocrisia del soggetto. Il tutto è tratto da un’inchiesta de “Il Giornale”.

Il 7 dicembre 1981, da Limone Piemonte, decide di partirsene con alcuni amici alla volta di Col di Tenda; quel viaggio, d’inverno, è una follia. È una strada d’alta quota non asfaltata, e un altro gruppo di amici, nonché un’opportuna segnaletica, lo sconsigliavano vivamente: a esser precisi, la strada è tecnicamente chiusa. Fa niente: Grillo ha uno Chevrolet Blazer, un costoso ed enorme fuoristrada rivestito esternamente di legno e peraltro inquinantissimo. Con lui ci sono i coniugi Renzo Giberti e Rossana Guastapelle, 45 e 33 anni, col figlio Francesco di 8, oltre a un altro amico che si chiama Alberto Mambretti. Un quinto amico, Carlo Stanisci, si avvede del pericolo e decide di scendere assieme alla fidanzata e al cane. Finisce malissimo: all’altezza di Bec Rouge, alpi francesi, l’auto sbanda su un ruscello ghiacciato e scivola verso una scarpata; Grillo riesce a scaraventarsi fuori dall’abitacolo, ma gli altri no, e l’auto rotola nella scarpata per un’ottantina di metri. Mambretti sopravvive non si sa come. I due coniugi muoiono, e ciò che resta del figlio viene trovato sotto la fiancata dell’auto. Aspettando il processo, non si ferma e qui c’è un altro episodio raggelante, raccontato dall’Unità: Grillo accetta di partecipare alla Festa dell’Unità di Dicomano (nel fiorentino) per un cachet di 35 milioni. La sera dello spettacolo però diluvia e di milioni se ne incassano 15. I compagni di provincia cercano di ricontrattare il compenso: niente da fare, neppure una lira di sconto. Della segreteria comunista, tutta giovanile, l’unico che ha una busta paga si chiama Franco Innocenti, un 26enne: deve stipulare un mutuo ventennale nonostante abbia la madre invalida al cento per cento. Nell’84 c’è il processo per l’omicidio colposo; il 21 marzo, dopo una lunga camera di consiglio, Grillo venne assolto dal tribunale di Cuneo con formula dubitativa, la vecchia insufficienza di prove: questo dopo aver pagato 600 milioni alla piccola Cristina di 9 anni, unica superstite della famiglia Giberti. Ma l’entusiasmo fu di breve durata: l’accusa propose Appello e venne fuori la verità, ossia le prove: il pericolo era stato prospettato, oltretutto, da una segnaletica che nessun giornalista frattanto era andato a verificare. La strada era chiusa al traffico. La Corte d’appello di Torino, il 13 marzo 1985, lo condannò a 16 mesi col beneficio della condizionale, ma col ritiro della patente. Non andrà meglio in Cassazione, l’8 aprile 1988: pena confermata nonostante gli sforzi dell’avvocato Alfredo Biondi, che di recente è stato peraltro inserito da Grillo nella lista dei parlamentari condannati e dunque da epurare: il reato fiscale di Biondi in realtà è stato depenalizzato e sostituito da un’ammenda, tanto che non figura nemmeno del casellario giudiziario, diversamente dal reato di Grillo che perciò, secondo la sua proposta di non candidatura dei condannati, non potrebbe candidare se medesimo. Nel 1986, poco in linea con certe sue intransigenze future, fu protagonista di alcuni spot per gli yogurt Yomo e andò a vivere a Sant’Ilario, la Hollywood di Genova: una bellissima villa rosa salmone, affacciata sul Monte di Portofino… Non fece scavare una piscina, ma due: cosa che piacque poco ai vicini e soprattutto al dirimpettaio Adriano Sansa, già poco entusiasta del terrazzo di 100 metri quadri che Grillo fece interamente ricoprire inciampando in un clamoroso abuso edilizio cui pose rimedio con uno di quei condoni contro cui è solito scagliarsi. Infine, c’è la telenovela dei pannelli fotovoltaici. L’ex amministratore delegato dell’ENEL, Chicco Testa, si è espresso più volte: «Grillo diceva che a casa sua, con il solare, produceva tanta energia da vendere poi quella in eccesso. Ma feci fare una verifica e venne fuori che da solo consumava come un paesino». In effetti si fece mettere 20 KW complessivi contro i 3 KW medi delle case italiane (consuma come 7 famiglie). L’ENEL, dopo varie lagnanze di Grillo, nel 2001 decise di permettere l’allacciamento alla rete degli impianti fotovoltaici (come il suo) e addirittura di rivendere l’elettricità in eccesso all’ENEL stessa: quello che lui voleva. Il suo contratto di fornitura, con apposito contatore, fu il primo d’Italia. E da lì parte la leggenda dell’indipendenza energetica di Grillo: in realtà il suo impianto di Grillo è composto da 25 metri quadrati di pannelli e produce al massimo 2 KW, buoni per alimentare il frullatore e poco altro.

Niente male, vero, per un fustigatore del capitalismo, del lusso, dei condoni edilizi, degli sprechi energetici, nonché sostenitore di una sorta di “morte civile” per chiunque abbia avuto il benché minimo problema giuridico?

Grillo

Ma c’è di peggio… Godiamoci il curriculum vitae dell’ex “Savonarola” del pool di Mani Pulite, quello cioè per cui tanto tifo fecero i fessi del fu MSIDN: 1) Cento milioni di lire senza interessi dall’imprenditore inquisito Gorrini, poi restituiti avvolti in carta di. giornale poco prima di dimettersi, nel 1994; 2) Cento milioni di lire senza interessi dall’imprenditore inquisito D’Adamo, denaro restituito nel 1995 in una scatola da scarpe messa agli atti di un procedimento penale; 3) Periodiche buste di contanti sempre da D’Adamo; 4) Centinaia di milioni, ottenuti dagli imprenditori Gorrini, D’Adamo e Franco Maggiorelli, per i debiti contratti dall’amico Eleuterio Rea al gioco d’azzardo; 5) Una Mercedes CE da 65 milioni di lire ottenuta da Gorrini e rivenduta all’amico avvocato Giuseppe Lucibello; i soldi sono stati restituiti con assegni circolari emessi nel maggio 1994 ma incassati nel novembre successivo, prima delle dimissioni; 6) Una Lancia Dedra per la moglie di Di Pietro da parte di D’Adamo; 7) L’utilizzo di una garçonnière a Milano, dietro piazza Duomo, di proprietà di D’Adamo, fino all’inizio del 1994; 8) L’utilizzo di una suite da 5-6 milioni al mese pagata da D’Adamo, a partire dal 1989, per almeno un anno e mezzo, al Residence Mayfair di Roma, nei pressi di via Veneto; 9) L’acquisto di un appartamento a Curno con soldi forniti da Gorrini; 10) La disponibilità di un appartamento a canone gratuito, fornito da D’Adamo, per il collaboratore Rocco Stragapede; 11) Un vasto e imprecisato numero di pratiche legali dalla MAA di Gorrini per la moglie, che svolge la professione di avvocato; le consulenze legali da D’Adamo per la moglie; l’impiego per il figlio, due volte, alla MAA di Gorrini; 12) Vari e costosi omaggi da D’Adamo: vestiario di lusso nelle boutique Incati, Fimar e Hitman di Milano, un telefono cellulare per sé, un telefono cellulare per l’amico Rocco Stragapede, almeno quindici biglietti aerei Milano – Roma, un mobile – libreria per la casa di Curno; 13) Vari e costosi omaggi da Gorrini: ombrelli, agende, penne di lusso, viaggi in jet privato per partite di caccia in Spagna, Polonia e nella riserva astigiana di Giovanni Conti, alcuni stock di calzettoni al ginocchio.

Insomma Antonio Di Pietro è uno che deve la sua fortuna politica alla sinistra – dalla candidatura nel Mugello nel 1997 nel collegio senatoriale del Mugello fino all’alleanza del 2009 – un sostegno così duraturo nel tempo da far credere che qualcuno sappia che fine abbia fatto il miliardo di lire ricevuto dal PCI-PDS da Raul Gardini per l’affare Enimont. Un fatto rimasto senza responsabile, come è scritto nella sentenza di quel processo: «Gardini si è recato di persona nella sede del PCI portando con sé un miliardo di lire. Il destinatario non era quindi semplicemente una persona, ma quella forza di opposizione che aveva la possibilità di risolvere il grosso problema che assillava Enimont (un decreto di sgravio fiscale). Il fatto così accertato è stato dunque esattamente qualificato come illecito finanziamento di un partito politico».

Gli immancabili imbecilli che riterranno l’elenco di cui sopra frutto delle solite malelingue, potranno trovare molte conferme spulciando i giornali dell’epoca: tutto quello che viene elencato in questo scritto è stato confermato dalla Magistratura, benché, bontà loro, nessuno abbia voluto considerare questi fatti come reati, ma al massimo come “comportamenti censurabili”. Il Corriere della sera così scrisse: “Antonio Di Pietro lasciò la toga perché voleva entrare in politica. Dietro quel gesto non ci furono complotti, anche se i fatti raccontati da Giancarlo Gorrini erano veri: “Alcuni rivestivano caratteri di dubbia correttezza, se visti secondo la prospettiva della condotta che si richiede a un magistrato, altri erano decisamente idonei ad un’iniziativa sul piano disciplinare”. Queste in sostanza le motivazioni con cui la seconda sezione del tribunale di Brescia ha assolto tutti gli imputati dall’accusa di concussione. “E’ indubbio – scrivono i giudici – che i fatti raccontati da Gorrini si erano realmente verificati (la prestazione di attivita’ lavorativa di Cristiano Di Pietro in favore della MAA, l’assegnazione di alcune cause a Susanna Mazzoleni da parte della MAA, l’erogazione di un prestito da parte di Gorrini, la cessione a Di Pietro, sempre da parte di Gorrini, di un’autovettura recuperata dalla MAA e trasformata da Di Pietro stesso in prestito, l’intervento di Di Pietro per ottenere che D’Adamo e Gorrini erogassero prestiti a Rea onde favorire l’estinzione di debiti consistenti)”. Secondo il tribunale, Tonino – che della deposizione di Gorrini aveva appreso in tempo reale da un giornalista – aveva di che preoccuparsi. “Era in gioco il suo prestigio come magistrato, come magistrato onesto, come persona dai comportamenti cristallini, e proprio questo prestigio era minacciato a causa di leggerezze commesse e per le quali egli era pronto a fare ammenda. Era in gioco, in definitiva, un ruolo e un’immagine”. E’ vero che il PM di mani Pulite aveva accumulato stanchezza fisica e psicologica, ma la molla decisiva che lo spinse a lasciare la toga fu l’intenzione “di intraprendere l’attività politica ovvero di ottenere incarichi pubblici di maggior rilievo”. E quando a Silvio Berlusconi disse di non essere stato d’accordo sull’invio dell’avviso di garanzia, mentì perché era “alla ricerca iniziale di probabili alleanze” politiche.

Capito, cari Camerati, perché il “moralizzatore” Di Pietro odia Berlusconi? Perché non si è calato le braghe di fronte a lui, ovviamente, dato che il “signore” era alla ricerca di alleanze politiche!

italiadeilavori

Tutto qui? Ma nemmeno per sogno! Si aggiunse a ciò quanto disse il faccendiere Pacini Battaglia, coinvolto anch’egli nell’inchiesta per una serie di tangenti; in un primo momento non fu arrestato in cambio di una proficua collaborazione. Il banchiere difeso sempre da Lucibello fu poi arrestato su ordine della magistratura di La Spezia e nel frattempo uscirono delle intercettazioni interlocutorie. Riferendosi a Di Pietro e Lucibello disse: “Se li arrestano, per me è solo un piacere… Perché a me Di Pietro e Lucibello mi hanno sbancato”

Di Pietro andò su tutte le furie ed allora Pacini Battaglia disse che lo “sbancato” era “sbiancato”, “stangato”,”stancato”. Poi ammise di aver detto sbancato riferendosi però alla severità processuale del PM. Quando nel 96 si candidò con Prodi, Di Pietro divenne ministro dei lavori pubblici. Si dimise quando comparvero le già citate intercettazioni di Pacini Battaglia. Venendo a tempi più recenti, è il caso di parlare di un tal Guglielmo Ascione: chi è? E’ l’ex magistrato che nel 1995 archiviò un esposto di Sergio Cusani, il quale aveva denunciato che alcune carte fornite dal faccendiere Pacini Battaglia, sulle quali Di Pietro aveva imbastito tutto il processo Enimont, erano state falsificate; Ascione archiviò, ma Cusani aveva ragione: nel 1996 infatti una perizia appurerà l’artefazione di quelle carte, ma l’esposto di Cusani ormai era stato archiviato. Ascione fu anche l’uomo che archiviò le accuse del pentito Salvatore Maimone che a Firenze, nel 1993, aveva sostenuto che un autoparco milanese gestito dalla mafia aveva le coperture di magistrati tra i quali un certo Antonio Di Pietro. Fu anche l’uomo che informava indirettamente Di Pietro, nel tardo 1994, dell’ispezione ministeriale che stavano predisponendo contro di lui; come appurato da una sentenza del 1997, lo schema era questo: l’ispettore Domenico De Biase informava Ascione che informava il giornalista Maurizio Losa che informava Di Pietro. Dulcis in fundo, l’ex magistrato Guglielmo Ascione è anche l’uomo che ha percepito quattro milioni di euro per ottenere la proroga di una concessione autostradale da parte del Ministero retto da un certo Antonio Di Pietro, che stranamente lo aveva scelto come consulente esterno… Evidentemente i buoni amici non si scordano mai…!

Mancherebbe la degna conclusione del curriculum di questo individuo dalla moralità molto estensibile, ovvero le vicende che hanno visto implicato il degno figlio di cotanto padre, Cristiano di Pietro… Ma preferisco lasciare l’ultima parola ad uno che se ne intende più di me quando si parla di favori e raccomandazioni, cioè Clemente Mastella, il quale dichiarò al Corriere della sera quanto segue: «Se avessi fatto io quel che ha fatto il figlio di Di Pietro? Non oso pensare cosa sarebbe successo. Invece per molto meno mia moglie Sandra è stata arrestata, e io ho dovuto lasciare il ministero della Giustizia, il partito, la carriera politica. Le nostre “non raccomandazioni”, per altro presuntive, molto presuntive, non sono mai andate a buon fine. Dalle mie parti si direbbe: cornuto e mazziato. Invece quelle di Di Pietro junior erano raccomandazioni reali, vere, e realizzate. E’ difficile, per il provveditore alle opere pubbliche, dire no al figlio del proprio ministro. Ha letto le intercettazioni? “Siccome è amico tuo, gli diamo il 10% invece del 7…”. Eppure il padre è ancora al suo posto, e il figlio pure».

Povera Italia e povera area, se avete bisogno di simili “eroi”! Se questi devono essere i politici “nuovi” che vogliono sostituirsi a Berlusconi, speriamo che il Cavaliere duri cent’anni!

Carlo Gariglio

www.fascismoeliberta.it

venerdì 9 ottobre 2009

Il curioso caso dell'area nazionalpopolare

Pubblicato sul mensile Il Lavoro Fascista, agosto 2009

Carlo Gariglio - Segretario Nazionale MFL

Dico la verità: ogni qualvolta mi tocca parlare della cosiddetta “area”, mi viene l’orticaria… Ma capita che non se ne possa fare a meno, tali e tante sono le seccature e le provocazioni che giungono dalla pletora di saltimbanchi, voltagabbana, ignoranti e falliti della politica che svolazzano intorno al pensiero politico Fascista come avvoltoi intenti a contendersi un cadavere.

Peccato per loro che l’ideale Fascista non sia affatto un cadavere e che, se mai, sono proprio certi “leader” e certi militanti d’area ad assumere l’aspetto classico degli “zombie”, così come ce li ha fatti conoscere il cinema di Romero. A cosa alludo? Alla mania di taluni personaggi di imporre la loro presenza virtuale ed i loro strampalati comunicati anche a chi avrebbe molto di meglio da fare, oltre che cancellare decine e decine di mail insulse inviate da “lorsignori”…

Infatti, buona parte dei ducetti da strapazzo che spuntano ogni giorno come funghi, ha quale unica attività politica quella di inviare comunicati, messaggi, newsletter, articoli ed esortazioni varie all’unità dell’area, incuranti del ridicolo che traspare dal loro passato (anche recente) e dalla loro pretesa di unificare un’area fondando ogni giorno una nuova sigla… Io forse non sarò intelligente come credono di essere certi “signori”, ma di certo so che quando si disperdono le forze in mille rivoli non si persegue l’unità, bensì la frammentazione!

fiammelle

Per unificarsi esistono solo due alternative: o i vari contendenti si mettono d’accordo per fondersi in un unico soggetto, oppure continuano a fare politica separatamente finché uno di loro non riuscirà ad avere più successo, assorbendo gli altri. Invece, esiste una vasta schiera di imbecilli convinta di unificare creando, mediamente una volta la settimana, l’ennesima vuota sigla d’area che, nei deliri onirici dei fondatori, rappresenterà il “contenitore” entro il quale tutti accorreranno per creare l’unità… Ovviamente, sotto la direzione dell’unificatore di turno. Ma chi sono questi unificatori? Solitamente delle mezze figure che per anni hanno servito docilmente i voleri dei vari Almirante, Fini, Rauti, Romagnoli, Tilgher, Fiore, Alessandra Floriani, approvando tutte le loro porcherie e le giravolte degne dei più infami voltagabbana, salvo poi rivoltarsi contro il “capetto” quando questi rivolgeva le suddette porcherie a danno degli “unificatori”.

Non a caso vediamo oggi alcuni personaggi, privi di ogni amor proprio, sostenere le stesse cose che noi sosteniamo da sempre, ma senza riconoscerci alcun diritto di primogenitura, né alcun complimento per avere avuto il coraggio, ad esempio, di avversare la politica di un Almirante o di un Rauti quando ancora essi svolgevano il ruolo di zerbini di costoro!

I vari nazionalpopolari o nazional chissà che cosa sono stati tutti zerbini di questo o quel leader d’area, e spesso ci hanno deliziato con i loro insulti quando osavamo criticarli… Salvo poi, dopo avere rotto con loro, scavalcarci in insulti e critiche all’ex ducetto! Ovviamente, l’unica cosa a cui non hanno mai pensato questi cialtroni è l’aderire al MFL, che fin dal 1991 si propose a tutti come casa comune ed unica per tutti i Fascisti d’Italia… Meglio servire i badogliani di AN o qualche piccolo Badoglio alla ricerca di visibilità dopo avere fondato una piccola AN, piuttosto che rischiare sulla propria pelle per fare una politica nettamente e chiaramente Fascista, senza se e senza ma! Meglio inventarsi nomignoli astrusi e privi di ogni significato, quali nazionalpopolari, nazionalsociali, fronti, forze, ordini e nuove destre, piuttosto che compromettersi di fronte all’opinione pubblica dichiarandosi Fascisti e Nazionalsocialisti! Ed infine, molto meglio essere segretari nazionali o presidenti di sé stessi, piuttosto che lavorare con umiltà a fianco di chi certe battaglie le porta avanti senza voltare gabbana fin dal 1991.

Ma questi sono discorsi vecchi… Molto spesso ho scritto a proposito di questi cialtroni e non mi illudo certamente di cambiare la realtà con questi miei ulteriori pensieri; tuttavia, di tanto in tanto sento il bisogno di esternare quello che penso a proposito di questi mascalzoni che hanno rovinato un’area politica che avrebbe potuto fare molto di più, se non fosse stata frammentata e persino atomizzata dall’azione di questa immondizia… Ex terroristi, ex golpisti, ladri ed usurai, delinquenti comuni, teppisti attivi nelle curve degli stadi, razzisti all’amatriciana, disadattati e gente che di Fascismo e Nazionalsocialismo non ne ha mai saputo nulla, sono planati all’interno del nostro mondo, rovinandolo e contribuendo a fornire fiato alle trombe dell’antifascismo, il quale non ha alcuna difficoltà a demonizzare la nostra area semplicemente descrivendo i comportamenti ed i ragionamenti di certa feccia!

Avessero almeno il buon gusto di fare la loro politica senza rompere le scatole agli altri, si potrebbe anche soprassedere dal sottolinearne certi comportamenti, ma dato che la loro azione si esaurisce unicamente nel tentare di strappare militanti ad altre realtà, come la nostra, infinitamente più degne e serie, di tanto in tanto ci vuole uno scritto come quello odierno; basta guardarsi in giro: nessuno è in grado di fare politica fra la gente, cercando forze fresche per il suo partitino… Tutti si limitano ad inviare insulsi proclami sempre alle stesse persone, alcuni contattano i dirigenti di altri movimenti cercando di convincerli a cambiare sigla, altri nascondono la loro mancanza di attributi dietro ad improbabili centri ed associazioni culturali, fino ad arrivare (addirittura!) ai sedicenti Fascisti in privato che in pubblico si presentano come ecologisti! Sul fondo della cloaca nella quale vivono questi figuri, troviamo infine quanti, rosi dall’invidia, cercano di nascondere il loro squallore umano e politico camuffandosi da MFL, aprendo siti a nome nostro e consumando pagine e pagine internet parlando male del sottoscritto e del MFL tutto, come se questo potesse cambiare qualcosa nella loro triste condizione di falliti, sia come uomini, sia come politici. Così, non passa settimana senza ricevere qualche centinaio di mail mai richieste che magnificano questa o quella sigla sconosciuta, o senza sentirsi contattare da qualcuno che ti chiede come mai esistono siti e forum dove qualche fallito passa il suo inutile tempo spandendo liquami diffamatori e falsità varie sul nostro contro, fino a giungere al più pagliaccio di tutti, ovvero colui che va declamando in pompa magna di essere l’assoluto proprietario del logo MFL e di essere in grado di reclamarlo quando vuole…! Avete presente il film nel quale Totò si proclamava proprietario della Fontana di Trevi e cercava di venderla al turista americano un po’ fesso? Ecco, pensando a quella scena avrete di fronte l’esatta caratura del mitomane fallito e dei coglioni che credono a certe buffonate!

Qualcuno penserà che sono incazzato, ed in effetti lo sono; con tutto quello che ci sarebbe da fare in politica da parte di chi, a torto o a ragione, ritiene di essere un Fascista, ci vediamo costretti a perdere tempo e risorse dietro infami miserabili a volte imbeccati da qualche questura per creare scompiglio, ma spesso mossi soltanto dalla loro ignoranza e dalla voglia di coprire il fallimento di una vita inventandosi salvatori della patria!

E così ogni giorno abbiamo a che fare con omuncoli come quelli del mitico sindacato COSNIL di Cosenza, ovvero lacchè della FT che continuano imperterriti ad inviare i loro comunicati sgrammaticati e privi di ogni senso, nonostante la decina di diffide e le centinaia di insulti inviati loro come risposta, o con Fascisti all’amatriciana come quelli del circolo “Excalibur” di Varese, i quali in privato si dicono concordi al 100% con il sottoscritto, ma in pubblico si qualificano “ecologisti” e si sentono obbligati, ogni qualvolta osano dire una parola a favore del Fascismo, ad accompagnarla con un sacco di litanie filogiudaiche che culminano, invariabilmente, con la richiesta di perdono per “l’infamia” delle Leggi razziali!

Per non parlare della comicità involontaria espressa da certi imbecilli pronti a fondare una sigla al giorno; anni fa fui contattato da un bizzarro personaggio, il quale mi inviò il materiale inerente la sua nuova creatura, ovvero il Movimento Nazionalsociale!

Costui, dopo avere lasciato indignato il Movimento Nazionalpopolare e dopo averlo descritto come un gruppuscolo di 40 persone (senza capire che così facendo ridicolizzava anche se stesso ed i suoi fidi, ovvero la scissione di un gruppo di 40 persone in tutto!) senza futuro, si era creato il suo movimento disegnandosi a mano un ridicolo logo ove l’Italia era tutta storta e colorata con le matite colorate che usavano i bambini alle scuole elementari qualche decennio fa; orbene, per quale motivo mi contattò questo genio? Per dirmi che aveva bisogno di un “ragazzo” in gamba a cui affidare la gestione del Nord Italia! Ovvero, il primo imbecille che fonda un partito a casa sua con matite colorate e comunicati scritti a mano, causa l’evidente incapacità di gestire un semplice personal computer, invece di pensare ad aderire ad una realtà consolidata da 15 anni, chiede al suo Segretario Nazionale di mollare tutto per fare il Responsabile del Nord Italia… Delle matite colorate!

Naturalmente, dopo le pernacchie ricevute in risposta e dopo una dozzina di comunicati strampalati scritti a mano ed inviati via fax a casaccio, il mitico segretario del Nazionalsociali comunicò con enfasi di avere firmato un patto di intesa… Con il movimento Nazionalpopolare… Ovvero, i 40 sfigati scissi erano tornati insieme, sebbene in rappresentanza di due sigle diverse! Ecco come si realizza l’unità dell’area! Un partito per ogni persona che poi si fonde con gli altri in un “grande” cartello!

Molto più di recente, grazie alla visibilità acquisita presentando la lista per le elezioni provinciali di Torino (lista poi ricusata dai mafiosi in toga della Corte d’Appello, come ben sa chi ci segue), sono stato contattato dagli sconosciuti di Nuova Destra Sociale, i quali ci giudicavano l’unico movimento dell’area serio e con una dignità, reclamando alleanze… Ho chiesto a lorsignori, dato che hanno tutta questa considerazione per il MFL, come mai non avessero scelto di aderire direttamente, invece di creare la miliardesima sigla… Le risposte, più degne di Zelig o di Colorado che non di una seria realtà politica, sono state una serie di vaneggiamenti intorno al problema dell’unità dell’area (che qualcuno, ancora una volta, persegue creando sigle nuove), uniti ad una lunga serie di “movimenti” in contatto con NDS che avrebbero voluto realizzare una confederazione con il MFL… Peccato che tutte queste sigle elencate, oltre ad essere sconosciute ai più, non rappresentassero null’altro che il “segretario” e pochi amici… Ma il meglio doveva ancora venire, perché quelli di NDS, per dimostrare di essere una realtà prossima alla presa di potere, dichiaravano di avere 5000 tesserati in due anni di attività! Eppure il leader piemontese di NDS che mi raccontava queste belle cose altri non era che un ragazzino di 18 anni appena compiuti! Strano per un partito che conta più di 5000 tesserati, vero?

Informandomi nei giorni successivi sulla reale portata di questa NDS, scoprivo che il loro sito internet è scaduto… Ovvero, nessuno dei 5000 tesserati di NDS si è preso la briga di pagare la ventina di euro necessari per mantenere un sito attivo! Scoprivo anche un blog fermo da sei mesi, con tre messaggi scritti in tutto, l’ultimo dei quali, con tono strappalacrime, diceva: “Ma che fine ha fatto NDS?” Ed infine addirittura un forum, anch’esso abbandonato, ove figuravano alcuni messaggi di un paio di dirigenti laziali cui nessuno diede mai risposta!

Ecco la reale consistenza di quest’area di cialtroni: due o tre persone sparse in tutta Italia che millantano migliaia di tesserati e che perseguono quale unico fine quello di frammentare ancora di più un’area politica già di per sé allo sbando!

Qualcuno, anche fra i miei dirigenti, mi rimprovera per l’onestà con la quale ho sempre ammesso che i tesserati del MFL, ridotti ad una trentina dalla gestione precedente, si attestino sempre, dal 2001 ad oggi, fra i 65 ed i 120, a seconda degli anni… Ma è meglio vivere di sogni e millanterie, venendo poi smentiti dai fatti e dalla reale presenza sul territorio, oppure dire la cruda verità e magari stupire il mondo perché, nonostante la scarsità di mezzi e persone, il MFL è da dieci anni ininterrottamente presente a varie competizioni elettorali amministrative, alcune culminate con l’elezione di consiglieri comunali?

Ricordo che già nel 2005, durante una nostra riunione romana, fummo avvicinati da un losco figuro che, sfruttando la sala pagata dal MFL, venne ad illustrarci la sua nuova creatura, ovvero il partito “Sogno Italiano”… Costui, che viaggiava con la segretaria al seguito, inscenando un’altra di quelle scene tipiche del film “Totò truffa”, ci disse che in due settimane aveva già raccolto 4000 iscritti, ma venne interrotto dalla “spalla”, cioè dalla segretaria che fungeva da Nino Taranto della situazione, la quale aprendo una cartellina esclamò: “E no, ormai abbiamo superato quota 5000”! Ovviamente questi pagliacci quasi ci intimarono di aderire al loro “sogno”, dandoci però poco tempo per farlo, perché loro erano “abituati a vincere” (!) e non avevano tempo da perdere…

Stranamente, dopo la risata con la quale accolsi le loro cretinate, non sentii mai più parlare di loro, né dei 5000 iscritti pronti a prendere il potere!

Evidentemente la favola dei 5000 iscritti sta alla nostra area come la favola dei 6 milioni sta ai giudei! O magari si tratta di migliaia di iscritti affetti da SLA o in stato di coma vegetativo, impossibilitati ad uscire di casa per mettere in atto qualsiasi attività!

A conclusione di questo viaggio semiserio fra i giullari della cosiddetta “area nazionalpopolare”, vorrei soffermarmi sulla realtà insieme più inutile, ridicola ed arrogante che sia mai apparsa all’orizzonte, ovvero il cosiddetto movimento nazionalpopolare, del quale ho già accennato qualcosa poc’anzi… Costoro, residuati bellici dell’epoca missina, riciclatisi come rautiani di ferro nel MSFT, da alcuni anni hanno messo in piedi un simulacro i movimento che, nei loro deliri onirici, dovrebbe rappresentare l’ennesimo contenitore entro il quale realizzare l’unità dell’area. Quale area? Chiedetelo a loro… Io devo ancora capire cosa diavolo dovrebbe significare il concetto di nazionalpopolare!

Si potrebbe tranquillamente ignorarli, se non fosse per il loro vizio di inondare il mondo intero con comunicati insulsi che smentiscono le loro stesse prese di posizione di mese in mese… Li abbiamo sentiti dapprima tuonare contro tutto e tutti, poi convertirsi a fans dell’immondo cartello “Alternativa Sociale”, indi riciclarsi come alleati di FT ed infine tornare a tuonare contro tutto e tutti… In occasione delle ultime elezioni, dopo avere criticato con parole di fuoco i vari FT, FN e La Destra, alleatisi alla spicciolata qua e là con il PDL di Berlusconi e Fini, si sono rimangiati per l’ennesima volta buoni propositi e critiche, annunciando con le lacrime agli occhi il loro patto d’intesa con Forza Nuova!

Non potendone più di leggere simili nefandezze e di avere la mail intasata dalle pontificazioni di questi vigliacchi senza ideali e senza dignità, ho intimato loro di cancellare il mio indirizzo dalla loro mailing list… Il tipo di risposte ricevute è così divertente ed illuminante circa la caratura di questi mentecatti che non posso fare a meno di rendervi partecipi… Almeno se in futuro qualche nazionalpopolare contatterà qualcuno del MFL, tutti saprete cosa rispondere loro…

Orbene, dopo avere inviato all’indirizzo dei nazionalpopolari piemontesi ed a quello della segreteria nazionale le seguenti garbate parole: “Vogliate cortesemente eliminare il mio indirizzo dalla vostra mailing list, ai sensi delle vigenti normative sulla privacy. Grazie.”, ricevevo due risposte. La prima dal sig. Rebecchi, leader del MNP in Piemonte: “Nessun problema a cancellarti. Forse non hai capito bene con chi hai a che fare. Adriano Rebecchi”.

Che dite, questa risposta non vi ricorda quei films pecorecci all’italiana degli anni 60, dove si vedeva immancabilmente qualche ricco e potente beccato con le mani nel sacco a fare qualcosa di illecito che tuonava: “Lei non sa chi sono io”?

Io, che so sempre molto bene con chi ho a che fare, chiudevo la questione con le seguenti parole: “O forse non l’avete capito voi, arroganti banderuole sempre pronte a bacchettare tutti, salvo poi firmare roboanti patti di alleanza?

Ad ogni modo, grazie per la cancellazione che spero sia definitiva”.

Ma il meglio doveva ancora venire… Poteva mancare l’illuminata risposta nientepopodimeno che dalla Segreteria Nazionale del MNP?

Godetevela: “Non sappiamo proprio come sei riuscito ad intrufolarti nella nostra lista. Ti avevamo comunque già cancellato. Né tu, né il tuo ectoplasma siete per noi, come per tutte le persone dotate di un minimo di intelligenza,di nessun interesse. Rivolgiti a chi vuoi”.

Veramente meglio delle comiche… Innanzi tutto è interessante rilevare come un senza coglioni si riconosca subito… Mentre almeno il buon Rebecchi ha il coraggio di firmare il suo “Lei non sa chi sono io”, il mentecatto della segreteria nazionale se ne guarda bene… Qualcosa mi dice che sia addirittura il Segretario in persona, anche perché ho difficoltà a credere che presso la segreteria nazionale del MNP ci sia più di una persona… Ma la parte migliore è l’arroganza e la supponenza con la quale si trattano il sottoscritto ed il MFL, specie se pensiamo che tutto ciò viene da un gruppuscolo di nullità valutabili come la decima parte di quello che rappresenta il MFL come effettivi e presenza politica! Nullità che hanno pure l’ardire di negare di avere inviato per anni al mio indirizzo i loro deliri, i loro giornali e le loro prese di posizione da banderuole!

Non poteva mancare, quindi, la mia risposta conclusiva a questa diatriba, che ovviamente non ha visto più alcuna replica da parte del senza coglioni che non ha neppure il coraggio di firmarsi: “Che fai ti scrivi da solo miserabile? Dato che parli di ectoplasmi, credo che il cosiddetto MNP sia l’unico a meritare questa definizione. Ed impara a firmarti quando insulti, coniglio nazionalpopolare. Il mio indirizzo lo trovi sul sito, caso mai volessi avere soddisfazioni personali”.

Ed il coniglio nazionalpopolare scomparve nel dimenticatoio, come tutto il suo movimento di arroganti sfigati!

Noi, ci teniamo stretto il nostro ruolo di ectoplasmi che nel corso degli anni hanno ottenuto i risultati che tutti possono leggere a questo indirizzo: http://www.fascismoeliberta.info/phpf/viewpage.php?page_id=15

E tutto questo senza nascondersi come conigli dietro a nomignoli come nazionalpopolari, ma avendo chiaramente un nome ed un simbolo Fascisti!

Loro, i vigliacchi d’area, in tutti questi anni hanno saputo solo inviare mail e tentare di aggregarsi a qualche altro carro che li ha sempre scaricati in corsa… Chissà mai da cosa deriva tutta questa arroganza e tutta questa smania di mostrarsi grandi ed importanti!

Spiace dirlo, ma chi ha ancora la voglia di dichiararsi Fascista e Nazionalsocialista non potrà mai ottenere alcun risultato politico di rilievo se prima non si provvede a ripulire la cosiddetta “area” da tutta la merda che la incrosta!

Quanti spesso mi chiedono perché il MFL non vuole avere nulla a che fare con i “camerati” delle altre sigle, non hanno che da conservare questo articolo e rileggerlo di tanto in tanto… Magari mettendolo insieme ad altri (vedere a fianco) che parlano dei nuovi compari del MNP!

Carlo Gariglio - http://www.fascismoeliberta.it/

giovedì 8 ottobre 2009

La Grande Menzogna ti prende per fame

Sono in procinto di iniziare i corsi di preparazione scolastica che l'Agenzia ONU per i rifugiati (UNRWA) dovrebbe far partire a Gaza. E' un progetto certamente molto importante, in quanto non si tratta solo di scuola in senso stretto, ma anche di programmi di sostegno alimentare e sanitario. Importantissimi e fondamentali per una popolazione, come Gaza, in cui la stragrande maggioranza della popolazione vive in condizioni di acuta povertà e sottosviluppo economico.

Ma, se i palestinesi vogliono questi corsi, dovranno imparare la Shoa. L'olocausto, infatti, diventerà a tutti gli effetti materia di studi. Sarà impedito dire che l'olocausto – quello unico, vero e supremo - non è mai avvenuto, se vuoi mangiare.

A testimonianza che alla innominabile lobby non importa nulla degli olocausti attuali, veri e storicamente dimostrabili. Importa solo dell'unico olocausto, quello grazie al quale una infinità di associazioni e di storici venduti al nemico continuano ad imporre il loro ricatto morale all'Europa intera (avete ucciso sei milioni di ebrei, pentitevi e chiedete in eterno scusa!); quello grazie al quale un governo, quello sionista, nasconde i suoi crimini di ieri e di oggi.

Non importa a nessuno che i sionisti smettano di uccidere, di torturare e di annichilire i palestinesi; importa solo che questi ultimi credano nell'olocausto.

Non sapevano come fare per inculcare nella testa dei palestinesi la Grande Menzogna, quella suprema, sulla quale si basa tutto il sistema politico attuale. Ecco che arrivano a metodi estremi: ora, per farti credere forzatamente nell'olocausto, ti prendono per fame. E cominciano dalla Palestina, dove di fame ce n'è in abbondanza.