martedì 28 febbraio 2012

Camerata Mikis Mantakas: presente!

Da circa tre giorni sono cominciati gli scontri davanti al tribunale a Piazzale Clodio. A causarli è l’inizio del processo contro alcuni militanti di "Potere Operaio" per il rogo di Primavalle.

La mattina del 28 febbraio comincia come le precedenti, con scontri all’ingresso del tribunale e con la polizia che effettua più cariche per disperdere i dimostranti.

Mikaeli Mantakas, detto Mikis, si trova all’interno del tribunale per assistere al processo. Quando l’udienza viene rinviata, i militanti del Fuan presenti si organizzano per cercare di arrivare incolumi alla sezione più vicina, quella di Via Ottaviano.

Mantakas ed altri militanti si trovano all’interno della sezione quando alcuni estremisti di sinistra attaccano con molotov l’ingresso che da su Via Ottaviano. Una diecina di militanti dell’Msi decidono di uscire da un secondo ingresso che da su Piazza Risorgimento, per cercare di prendere alle spalle gli assalitori. Ma arrivati all’angolo con Via Ottaviano si trovano ad essere bersagliati da proiettili e bombe molotov. Uno di questi proiettili colpisce Mantakas alla testa.

I militanti che erano con lui lo raccolgono, tornano indietro e chiudono il portone. Nascondono Mantakas dentro un garage che si trova nell’atrio del palazzo, con lui rimarrà un ragazzo a vegliarlo. Mentre i camerati abbassano la saracinesca gli aggressori sfondano il portone, gli altri ragazzi fanno in tempo a correre e a rifugiarsi all’interno della sezione, dalla quale telefoneranno per chiedere soccorso. Gli aggressori ritornano verso il garage dove si trova in fin di vita Mantakas e lo crivellano di colpi, a salvare il ragazzo che veglia il corpo di Mantakas arrivano altri missini avvisati dai ragazzi che si trovavano nella sezione. Nell’atrio del palazzo cadrà ferito un altro missino: Fabio Rolli.

Per l’uccisione di Mikis verranno arrestati Alvaro Lojacono e Fabrizio Panzieri. Il primo nonostante sia stato riconosciuto da numerosi testimoni come l’esecutore materiale dell’omicidio, verrà assolto per mancanza di prove; il secondo verrà condannato a 9 anni e sei mesi per concorso morale.

Solamente nel 1981 con sentenza definitiva verranno entrambi condannati a 16 anni di carcere. Di Lojacono verrà accertato che nel 1978 fu parte attiva nel rapimento di Moro, prenderà parte ad altri delitti e si rifugierà in Svizzera (dopo la sentenza definitiva dell' 81) che non darà il permesso all'estradizione ma dove verrà processato per l'omicidio Tartaglione e condannato a 16 anni di carcere. Dal 1999 è un uomo libero. Per Mantakas lui non ha pagato il suo debito. Fabrizio Panzieri a seguito della condanna verrà incarerato, ma approfittando di un permesso premio si darà alla latitanza. Oggi è ancora latitante. Per Mantakas lui non ha pagato il suo debito.

sabato 25 febbraio 2012

Siamo sotto attacco? Attacchiamo!

Non si prenda il titolo di questo mio intervento come una brutta notizia. Anzi, tutto il contrario: è un’ottima notizia! Significa che il MFL cresce, si espande e, come è ovvio, fa parlare di se.

Come già sanno i camerati, la scintilla che ha appiccato l’incendio è stata l’affissione, da parte mia, di una trentina di manifesti a Sestu, a qualche chilometro da Cagliari. Questo ha scatenato una vera e propria campagna di disinformazione e di diffamazione da parte del sito web SestuSera, blog online sconosciuto ai più, che ha cercato di ritagliarsi una fetta di notorietà con lo sport che in questo Paese riesce meglio: la caccia al Fascista.

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http://www.fascismoeliberta.info/phpf/viewpage.php?page_id=7
http://www.fascismoeliberta.info/phpf/viewpage.php?page_id=4

Rimaniamo a disposizione per qualunque eventuale chiarimento.

giovedì 16 febbraio 2012

L'odio sionista

Palestina News riferisce di una tragedia che sarebbe accaduta qualche giorno fa in Cisgiordania, non lontano da Gerusalemme. Un blindato israeliano avrebbe investito di proposito (in quanto la strada era molto larga e il bus procedeva a velocità ridotta) e deliberatamente un bus carico di bambini che tornavano da scuola. Si parla di più di una dozzina di morti, tutti bambini; una ventina circa sono feriti, e otto di loro in gravissime condizioni.

Sembra, a quanto pare, che gli israeliani abbiano immediatamente creato una pagina sul noto social network Facebook per commentare l’accaduto. Vi riportiamo alcuni commenti degli utenti, che fino a prova contraria non hanno ancora trovato alcuna rettifica.

Benny Dazanashvili: Rilassiamoci, sono bambini palestinesi…

Tali Bilton: Sembrano bambini palestinesi…Se Dio vuole…

Tal Simhon: Se Dio vuole sono palestinesi…

Ajala Cali: Grande! Meno terroristi!

Itai Viltzig: Grazie a Dio questi sono palestinesi! Mi auguro che ci sia ogni giorno un autobus come questo.

Aliya A’mrani: Tranquilli…questo era un autobus con bambini palestinesi…pregate affinche’ ci siano morti o almeno feriti gravi…grandi notizie con cui iniziare il weekend…

Noi preferiamo non commentare l’orrore. Lasciamo che vi facciate un’idea voi stessi. Voi, che magari parlate e straparlate di Israele come culla della civiltà occidentale del Medio Oriente; voi che parlate di un Israele che vuole la pace; voi che fate finta continuamente di non sentire le notizie di cattivo gusto che provengono dallo Stato-pirata per eccellenza: soldati che tatuano i nomi degli uccisi sul proprio corpo, cittadini che indossano con orgoglio magliette in cui si inneggia allo sterminio degli arabi, predicatori delle sinagoghe che ogni giorno, quotidianamente, inneggiano al massacro dei goym.

Il razzismo israeliano non è confinato a poche frange della società. È eterno, persistente, sottile: nelle sinagoghe, nelle magliette, nelle scritte sui muri, nei libri di Storia… come potrebbe essere diversamente quando un intero popolo viene educato, fin dalla più tenera età, al disprezzo del diverso e alla volontà di sterminare i propri vicini? Come potrebbe essere diversamente in uno Stato che fin dalla nascita è proliferato sul sangue, sulla tragedia e sulla mattanza di un intero popolo, mentre un mondo umiliato e sfiancato da una lobby potentissima, radicata in tutta Europa, sta a guardare?

lunedì 13 febbraio 2012

67 anni fa Dresda bruciava


13 febbraio 1945. Dresda, città tedesca senza alcun rilevante obbiettivo strategico e/o militare, viene bombardata dai criminali americani causando la morte di più di 200.000 persone, che vengono letteralmente bruciate vive. Per questo crimine, questo si vero e dimostrato storicamente, nessuno ha mai pagato. Per non dimenticare.

E se incenerissimo qualche consigliere regionale?

Ovviamente è solo una provocazione, non scandalizzatevi.

sabato 11 febbraio 2012

Scoreggiare a tavola è Fascismo?

Non si preoccupi il lettore: le temperature glaciali non ci hanno congelato il cervello. E’ che leggendo l’articolo di cui Vi abbiamo già parlato, che trovate a questo sito http://www.sestusera.it/?p=6263, non si può fare a meno di chiederselo. Intendiamoci: i comunistelli da strapazzo che scrivono impunemente menzogne e calunnie contro di noi, vantandosi addirittura del loro vandalismo e della loro inciviltà, complimentandosi l’uno con l’altro nella loro squallida gara a chi riesce a strappare più degli altri i nostri manifesti regolarmente e legalissimamente affissi, riescono ad essere irritanti come solo le persone di sinistra sanno essere. Arroganti, impuniti e pienamente convinti della propria superiorità morale rispetto a chiunque altro non la pensi come loro.

Ma noi, che siamo Fascisti, irridiamo i nostri avversari rispondendo alle loro rabbiose sbavate con qualche risata, che di questi tempi non fa mai male.

Perché ce la prendiamo a ridere? È presto detto. Andate a leggere i commenti dell’articolo della signora Pia. Riescono ad essere più demenziali dell’articolo stesso, e già questo implica un grande impegno da parte di chi commenta. In particolare, però, alcuni interventi lasciano davvero di stucco. C’è da restare interdetti: arrabbiarsi a causa dell’arroganza e della totale impunità che dimostrano i comunistelli, o prendersela a ridere per la totale ignoranza con la quale viene affrontato l’argomento MFL e Fascismo? Noi, che preferiamo una sonora risata al digrignar di denti dei sottosviluppati con falce e martello, preferiamo la seconda.

Leggiamoci per esempio quello che scrive tal Giovanna Lai: “Siamo sicuri che la proposta di abolizione della norma da parte dei senatori del PDL non sia stata accolta e che non esista più il reato di apologia del fascismo? Chi può accertarsene?” Ecco la grande cultura dei comunisti: non sanno nemmeno di che cosa parlano. Non sanno nemmeno se la legge con la quale vogliono mettere a tacere le opinioni non conformi sia ancora in vigore, sia stata abrogata, o chissà che cosa. Degno esempio di cultura comunista. La Lai lancia poi l’altra perla: “E’ d’obbligo un ringraziamento ai cittadini che si sono “sporcati le mani” per farli sparire.” Si riferisce ai nostri manifesti, ovviamente. Questo è invece un tipico esempio di tolleranza comunista. Ma noi non siamo rancorosi e rispondiamo con un sorriso: il tempo è galantuomo.

Ci fermiamo qui? No. Capita spesso che molti ignoranti, per mascherare dietro astrusi e contorti ragionamenti la loro colossale ignoranza relativamente all’argomento di cui stanno trattando, stravolgano completamente il concetto di partenza inserendoci tutto ed il contrario di tutto. È il caso, tanto per chiarirci, della parola antisemita: una parola jolly, che si presta, di volta in volta, alle più disparate interpretazioni. Mario Sannino fa lo stesso giochetto con la parola Fascismo. Queste sono parole sue: “Cara Giovanna, certe sensibilità (chi non conosce le proverbiali sensibilità degli antifascisti che vanno in giro a vandalizzare l’operato altrui?) o si hanno o è inutile discuterne. I manifesti hanno fatto “scalpore” perché sono un messaggio visivo ma quanti altri segnali “dittatoriali” si potrebbero raccontare? Negare un diritto a un cittadino non è forse un segno di prepotenza? Rubare il denaro di chi te lo affida con la convinzione che tanto si rimane impuniti non è fascismo?” Aggiungiamo noi: scoreggiare a tavola non è forse Fascismo? Ruttare in faccia al proprio interlocutore non è forse un segno intollerabile di razzismo? Toccarsi il pacco in pubblico non è forse un pericolosissimo gesto di antisemitismo che andrebbe vietato dalla legge? Andare al bagno e non tirare lo sciacquone non è forse Fascismo? La parola "Fascismo" è estensibile a piacimento, a seconda delle circostanze di tempo, di modo e di luogo. E poi: strappare i manifesti di movimenti dichiaratamente legittimi e che operano democraticamente all’interno del panorama politico italiano non è forse… comunismo?

Ecco… a noi piacerebbe anche poter spiegare, se questi individui non avessero blindato i commenti in modo da potersela cantare e suonare da soli, che se ci furono delle persone che diedero dei diritti ai cittadini italiani, e che non misero le mani nelle tasche dei cittadini stessi, quelli furono proprio i Fascisti. Ma come potremmo? Dovremmo cominciare proprio dalle basi: non sanno nemmeno se la legge Scelba è ancora in vigore! Meglio farci una bella risata, attendendo che il tempo faccia il suo corso.

Certo che se questi sono gli avversari…

venerdì 10 febbraio 2012

Il nostro Giorno della Memoria

Sono passati tanti anni da quei giorni di sangue e di terrore in cui migliaia e migliaia di donne e bambini vengono massacrati dalla furia dei comunisti jugoslavi. Casa per casa, armi in pugno, fazzoletto rosso intorno al collo (perché quando il nemico è ormai sconfitto i vigliacchi escono allo scoperto per banchettare), nelle mani i carnefici – pienamente supportati dai banditi italiani – hanno l’elenco degli italiani che, legati l’uno con l’altro, e spesso ancora vivi, verranno infoibati nel nero profondo di quelle fosse carsiche che ancora oggi, a distanza di decenni, non hanno ancora restituito tutti i corpi martirizzati di chi ebbe il solo torto di essere italiano in quelle terre che il barbaro slavo reclamava come proprie.

È una Nazione strana, l’Italia. Crede ciecamente ad olocausti mai avvenuti e si dimentica di ricordare quegli olocausti della propria gente che invece sono accaduti realmente. E, ogni anno dobbiamo sorbirci i negazionisti in stile Marta Vincenzi, quelli sempre pronti ad unirsi al ricordo delle foibe con i “ma…”, i “se…”, i “però…”, i “contestualizziamo…” Eppure, quando si parla di Shoa, nessuno parla di contestualizzare, nessuno dice “ma…”, “se…”, “però…” Sono tutti col capo chino, a chiedere scusa di non si sa bene che cosa…

Ma lasciamo perdere Marta Vincenzi e i miserabili come lei. Come quel disgustoso rottame della Storia che pomposamente si fa chiamare Presidente della Repubblica, che ci viene a dire che la causa delle foibe fu il nazionalismo. Che ridicolo... chissà cosa accadrebbe se per commemorare la Shoa si dicesse che è stata colpa dei sovietici, o non si citassero mai i crudelissimi nazisti come autori della "presunta" strage... Questi sono i negazionisti funzionali al regime, non sono scomodi, e pertanto nessuno chiederà mai qualche legge repressiva per loro. Lasciamoli alle loro squallide miserie umane e spirituali, prima ancora che politiche, e pensiamo ad altro. Almeno oggi non facciamo polemica con questi polverosi resti umani di un comunismo rancoroso e crudele.

Io ricordo. Io non voglio dimenticare la grande tragedia che ancora oggi, in tanti, ricordano quasi più per senso del dovere (in molti casi nemmeno quello) che per una propria esigenza personale, quello di allacciare i legami spirituali e sentimentali con uno dei pezzi più importanti e tragici della propria Storia patria. Io invece ricordo. Non sono passati poi così tanti anni da quando frequentavo le Scuole Superiori e parlavo di foibe. Sembrava una realtà così lontana, così mitizzata, che ero scambiato per un visionario, anzi peggio. Non mi aiutava certamente il mio professore, anch’egli comunista e, ovviamente, sempre pronto a ricordare gli olocausti inventati degli altri piuttosto che quelli veri patiti dalla propria gente. I miei compagni mi chiedevano: perché dovremmo credere a te quando di quello che ci dici non ne abbiamo mai sentito parlare né alla TV, né sui libri di Storia, né da nessuna altra parte?

Chi fa ancora questa domanda, in Italia, sono ancora in troppi. Ma pazienza, almeno per oggi. Noi oggi ricordiamo, a dispetto dei negazionisti e degli smemorati di ieri e di oggi. Questo è il nostro vero Giorno della Memoria.


giovedì 9 febbraio 2012

Camerata Paolo Di Nella: presente!


Vittima della violenza politica? No. Vittima dei comunisti. Che lo massacrarono a sprangate perché appartenente al Fronte della Gioventù.

Camerata Paolo Di Nella: presente!

Basta poco per mettervi paura

Pubblico di seguito la mia risposta inviata al gestore del sito SestuSera, che pubblica un articolo che trovate al seguente collegamento internet http://www.sestusera.it/?p=6263, relativo al Comune di Sestu (in provincia di Cagliari). Il lettore potrà constatare da solo la gravità dei contenuti e valutare l'impunità e la cattiveria con le quali non solo viene diffamato il MFL con una valanga di menzogne e mistificazioni, ma addirittura ci si vanta apertamente di coprire gli autori di un reato, vale a dire vandalizzare il nostro materiale di propaganda politica (regolarmente affisso) con tanto di bella foto in prima pagina.

Inutile dirvi che le menzogne e le diffamazioni ai nostri danni continuano, e non ci è stato risposto alcunchè. Vi terrò aggiornati.

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Egregio Dottor Pinna,

Le scrivo in merito all’articolo “Nel fascismo è compresa la libertà?” che compare nel suo blog. Raramente ho letto, in un articolo contro di noi, così tante menzogne. Mi permetta quindi di rispondere a Lei privatamente, visto che sul suo blog i commenti aperti sono disabilitati.

Se la signora Pia avesse speso anche solo cinque minuti per documentarsi con una veloce ricerca su internet, saprebbe che il Movimento Fascismo e Libertà esiste fin dal 1991 ed è stato assolto più di quaranta volte per l’accusa di ricostituzione del Partito Fascista. Sul nostro sito si trovano tutte le sentenze di assoluzione. Saprebbe anche perché riteniamo che le parole “Fascismo” e “Libertà” non siano assolutamente in contraddizione, anzi…

È per questo che possiamo permetterci, pertanto, di far affiggere i nostri manifesti su tutto il territorio nazionale, con gran dispetto della signora Pia. Manifesti in cui non “svettava imponente” (comunque, cara signora Pia, siamo felicissimi che lei trovi il nostro simbolo “imponente”: anche a noi fa lo stesso effetto ogni volta che lo guardiamo!) alcun fascio littorio, bensì quello repubblicano. Manifesti che sono stati affissi rispettando tutte le procedure di legge ed il normale iter amministrativo.

Fa una certa rabbia, inoltre, vedere con quanta noncuranza e faccia tosta pubblichiate, a corredo del vostro articolo, la foto in cui si vede chiaramente il nostro manifesto strappato e calpestato. Ma del resto dagli antifascisti di professione, comunisti, anarchici, teppisti e cessi sociali vari, non possiamo aspettarci molto di più. Se “Uccidere un Fascista non è reato”, come cantano sempre nei loro squallidi cortei, perché dovrebbe essere reato strapparne i manifesti? Preciso che il sottoscritto, al contrario di tanti altri, è un garantista convinto, sempre e comunque. Lungi da me accusare chicchessia. Ma la pubblicazione di questa foto, che la dice lunga sulla vera concezione che avete di parole come “dialogo”, “confronto” e simili, avreste potuto risparmiarvela. Valuteremo con i nostri avvocati se sia il caso di richiedere l’intervento sul vostro sito delle autorità competenti in modo da poter capire chi ha scattato quella foto e, soprattutto, chi ha vandalizzato il nostro materiale di propaganda politica.

Insomma. La vostra ignoranza e povertà di argomenti le capiamo bene; che non riusciate a fare una ricerca su internet per informarvi su di noi lo capiamo bene; che non riusciate a riconoscere un fascio littorio da uno repubblicano lo capiamo altrettanto bene: siete molto più a vostro agio con ben altri simboli color rosso sangue; che sbandieriate gli articoli costituzionali come un’arma per cercare di mettere a tacere gli avversari politici, spesso godendo della complicità di qualche magistrato che in cerca di notorietà sbatte in galera qualche ragazzo colpevole solo di aver fatto un saluto per la strada, lo sappiamo… Ma che arriviate addirittura ad inventarvi che abbiamo falsificato il permesso di affissione, questo almeno avreste potuto risparmiarvelo! Se la vostra preparazione culturale e storico-politica si limita a questo possiamo essere fiduciosi per il futuro.

Questo è quanto vi era dovuto, per rendere giustizia delle Vostre menzogne.

P.S. Dedicato a chi ha strappato i nostri manifesti. State pronti, perché ne avrete ancora tanti altri da strappare. Vi aspetta un duro lavoro.

Andrea Chessa
MFL SARDEGNA





lunedì 6 febbraio 2012

Israele vuole la guerra

Pubblichiamo l'interessantissimo video, preso dal noto sito internet YouTube, dell'intervista a Claudio Moffa, in cui il docente dell'Università di Teramo e il curatore del Master Enrico Mattei tocca, rapidamente e in maniera concisa, i punti chiave della attuale situazione internazionale e italiana.

Buona visione.

Camerata Robert Brasillach: presente!

67 anni fa i democratici e i liberatori uccidevano Robert Brasillach, uno dei più lucidi e grandiosi scrittori della prima metà del Novecento. Il suo crimine? Aver scelto la parte sbagliata, quella che moriva per l'Europa e per l'Onore tra le gelide steppe asiatiche, che si faceva massacrare fino all'ultimo uomo a Berlino, che sacrificava i quattordicenni col braccio alzato davanti ai plotoni di esecuzione dei criminali col fazzoletto rosso.

Alla lettura della sentenza si alza un urlo indignato dalla platea: "Questa è una vergogna!" Brasillach risponde: "No. E' un onore". Tenetevi pure i vostri dj, i vostri calciatori, i vostri idoli di plastica di questo mondo decadente e decaduto. Noi ci teniamo gli Eroi. Tenetevi pure Tommy Vee, Lady Gaga, Cristiano Ronaldo. A noi, per scaldarci il cuore, basta la vecchia foto in bianco e nero di un soldato.

Camerata Robert Brasillach: presente!

sabato 4 febbraio 2012

Sentiremo parlare del fracking

Gianfranco tesauro
MFL Lombardia

Non ne avevo mai sentito parlare prima di oggi. E' un moderno metodo di estrazione del gas che, pare, stia facendo miracoli (per le industrie estrattive, ovviamente). E sta facendo incazzare Greenpeace. Se ne sta parlando parecchio di questi tempi negli Stati Uniti, e potrebbe modificare in maniera determinante la geopolitica dei prossimi decenni. Nel giro di pochi anni farà degli Stati Uniti uno dei principali paesi produttori di gas al mondo. Ve lo immaginate? Il prezzo del gas potrebbe scendere, l'Europa potrebbe trovarsi a scegliere se acquistare gas dagli USA importandolo via mare o dalla Russia tramite i suoi gasdotti. Alcuni di questi in giro per il mondo potrebbero non valere più nulla. E come potrebbe la Russia, in uno scenario simile, con esportazioni calate, mantenere in equilibrio la sua bilancia commerciale? E quanto ne sarebbe ridimensionata la sua importanza militare?

Anche nel settore dell'estrazione del petrolio promette notevoli progressi. Se di progressi si può parlare. Ma in cosa consiste il fracking?

Brutalmente: si scava il pozzo e gli si iniettano all'interno migliaia di litri d'acqua, mischiata a ghiaia, sabbia, sfere di ceramica e composti chimici già catalogati come nocivi per l'uomo e l'ambiente, allo scopo di perforare i pozzi anche orizzontalmente aprendo delle vere e proprie fratture nel terreno. Il riempimento delle fratture con gli elementi poco sopra elencati provoca la risalita del gas a pressioni elevate e mantiene dilatati questi squarci nel terreno. Un passo da gigante nell'industria estrattiva, non c'è che dire. Obama è entusiasta; il fracking creerà un sacco di nuovi posti di lavoro e ridurrà la dipendenza energetica degli USA. Inoltre, considerate le nuove inestimabili fonti di gas a sua disposizione, il presidente mulatto potrà farsi bello con l'opinione pubblica in vista delle elezioni, bloccando lo sfruttamento del paradiso dell'Alaska e delle acque profonde del golfo del Messico, già devastato dalla Deepwater Horizon.

Solo che si stanno avvelenando le falde acquifere e buttando migliaia di litri d'acqua nel sottosuolo mentre milioni di uomini non ne hanno per soddisfare i bisogni primari. Ovvio che non si possono squarciare chilometri di terra senza farla tremare, ed ecco che i nostri eroi devono tenere monitorati i microsismi che stanno scatenando in giro per le coste dell'America del nord.

La Francia ha già vietato sul suo suolo l'uso di questo metodo, anche per non soffocare lo sviluppo del settore nucleare sul quale ha tanto investito negli ultimi decenni.

Interessante, no? Questa è, secondo gli analisti, una delle ragioni per cui il prezzo del petrolio non ha risentito più di tanto delle scaramucce di Hormuz e delle minacce più o meno serie dell'Iran. Probabilmente del fracking sentiremo parlare più spesso nei prossimi anni.