lunedì 17 marzo 2008

Per noi i motivi sono chiarissimi!

Leggete la notizia che riporta il Tgcom e, perlomeno la maggioranza dei miei pochi lettori, fatevi quattro risate. Ci vogliono far credere che "Eichamann e altri esponenti del regime nazista", cioè coloro che, secondo la versione ufficiale, ordinarono lo sterminio deli ebrei su scala industriale in tutta Europa, risparmiarono 800 ebrei. Il motivo? Non si sa. Sicuramente arriverà a breve una nuova versione ufficiale, che il Ministro clemente Mastella tutelerà per legge, a render dotti noi goym. Che tristezza...

Shoah: mistero su 800 risparmiati
Sfuggiti all'Olocausto con la consapevolezza di Eichmann
(ANSA) - LONDRA, 16 MAR - Adolf Eichmann e altri alti esponenti del regime nazista risparmiarono la vita di oltre 800 ebrei.I militari dell'Armata Rossa li trovarono nelle cantine di un ex ospedale ebraico nel centro di Berlino. La storia, avvolta dal mistero, viene raccontata dal 'Sunday Times'. Quello che piu' stupisce e' che non solo questo gruppo di ebrei sfuggi' all'Olocausto, ma lo fece con la piena consapevolezza dei vertici nazisti, per motivi che restano poco chiari.

venerdì 14 marzo 2008

Perchè se fossi di destra non voterei Barbareschi

Spesso e volentieri una delle frasi più comuni che mi capita di sentire parlando con le persone è questa: “Non voterò il partito, ma la persona”. Questo testimonia innanzitutto quanto ormai i partiti tendano ad uniformarsi gli uni con gli altri, e pertanto questo è un sentimento che viene percepito da una buona parte degli elettori, che ripiegano, più o meno inconsciamente, su quel candidato che meglio riesce a proporsi alla popolazione votante. Fin qui niente di strano.
In Sardegna il PDL candiderà Luca Barbareschi. Sorvolo qui sulla politica come finzione, o come farsa, e sulle varie colonne di giornale che si scriveranno sulla politica come spettacolo, sul fallimento politico e morale della stessa, e via dicendo. I nostri pochi e annoiati lettori troveranno tanti autorevoli commenti nei giornali nostrani.
Mi soffermo un attimo su Luca Barbareschi. Avevo in mente di scrivere qualcosa del genere tante volte, ma sempre me ne ero astenuto per non dare popolarità ad un film, il primo con cui l’attore esordisce nella sua carriera, che nasce anche con una intenzione, se vogliamo essere buoni, “lodevole”, far vedere cioè che quello che nei nostri “democratici paesi” è considerato ignobile ed esecrabile, da altre parti del mondo è invece considerato perfettamente normale. “Cannibal Holocaust”, invece, alterna con disinvoltura scene da snuff-movie finte ( evirazioni, scene di stupro, decapitazioni, uomini incendiati vivi, amputazioni di arti, atti di necrofagia ), seppur realizzate con una dose di realismo che ha dell’indicibile ( e che ha portato anche a delle cause in tribunale dove il regista è stato accusato di aver ripreso quelle scene “realmente” ), a vere, verissime, fin troppo, torture sugli animali: scimmiette decapitate davanti alla mamma, per vedere l’effetto che fa, topi scuoiati vivi, il maialino che Barbareschi fucila alla testa e tante altre simpatiche cosette che non sto qui a raccontare.
Ora, io non sono di Destra, come i miei pochi lettori, che comunque diventano un po’ meno pochi, già sapranno. Ma se fossi di Destra mi guarderei bene dal votare, specialmente in Sardegna, un attore che, pur di fare carriera, non ha esitato a recitare in un film in cui si immobilizza una scimmietta e la si prende a martellate in testa fino a ucciderla, in cui si chiudono delle scimmiette in una gabbia e le si guarda morire di crepacuore e di agonia dopo aver decapitato la mamma, in cui si spara ad un maialino alla testa per vedere quanto impiegherà a morire, in cui si apre con un coltello una tartaruga per vedere come è fatta dentro. Se “dovessi votare la persona”, come sembra vada tanto di moda dire, non voterei uno che non ha mai neanche rinnegato queste cose. Io non sono un fanatico: non chiedo che tutti siano come il sottoscritto, amino gli animali e li trattino con tutte le cure possibili, immaginabili e inimmaginabili. Chiedo solo che le persone alle quali non piacciono gli animali non li torturino per vedere l’effetto che fa, non decapitino scimmiette o sparino alla tempia di maialini neonati. Non mi sembra molto.
Fatto. Mi son tolto un peso, ma forse me ne aggiungo un altro: quello di aver fatto pubblicità ad un film che ha ben poco da dire, e riesce solo a far parlare di se solo per la gratuita violenza ( vera nel caso degli animali, finta nel caso degli esseri umani ) che lo caratterizza dall’inizio alla fine. E so bene che, per uno strano “amore dell’orrido”, tanti dei miei pochi lettori andranno a vedere il film in oggetto. Siete pure liberi di farlo. Io, nel mondo dell’informazione in tempo reale, nel mondo di internet, delle tv via web, del tg che ci aggiorna in tempo reale col telefonino, assieme al diritto all’informazione rivendico per me un altro diritto, il “diritto di non sapere”. Voglio avere il diritto di non vedere come si spara in testa ai maiali, di non vedere come muoiono di crepacuore dei primati, di non sapere come sono fatte le budella di una tartaruga di palude. Voglio avere il diritto a non essere informato, su queste cose.
Andrea Chessa

lunedì 10 marzo 2008

Ricicliamo i napoletani

Andrea Chessa
11 gennaio 2008
E’ guerra civile. Le forze dell’ordine in assetto antisommossa, i blocchi stradali, i proclami di emergenza sanitaria e alimentare per il mancato arrivo di medicine e cibo, i cassonetti divelti e dati alle fiamme, le cariche della Polizia, i teppisti in assetto da passamontagna. Non basteranno anni e anni di interventi ambientali – ammesso e non concesso che vengano mai attuati – per rimediare agli anni e anni di scempio che una precisa classe politica e mafiosa ha operato sulle spalle di una popolazione, come quella napoletana e campana, omertosa quando non accondiscendente e partecipe.
Si parla di emergenza rifiuti: con queste parole si definisce la situazione della Campania, nelle pagine dei giornali e nei primi servizi dei notiziari nazionali. Si è parlato anche di disastro, di calamità, qualcuno ha detto anche catastrofe. Come lo tsunami asiatico, come i terremoti, come le eruzioni dei vulcani. Come se per anni e anni politici e mafia non si siano arricchiti clamorosamente grazie alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti; come se per anni e anni i napoletani non abbiano continuato a votare, a privilegiare e a mantenere politici – due nomi su tutti: Bassolino e Iervolino – la cui incompetenza era ed è palese; come se per anni tutti i napoletani non abbiano sabotato qualsiasi tentativo di individuare delle discariche per il conferimento e lo stoccaggio dei rifiuti; come se per anni e anni non siano esistite le collusioni tra potere politico e mafia, tra pubblica amministrazione e mafia, tra imprenditoria e mondo finanziario e mafia; come se non siano mai esistiti i cumuli di rifiuti a Napoli che attiravano i topi e le nubi di diossina che rimbalzavano per le strade. Parlano di emergenza, di catastrofe, di calamità, ma in realtà è una situazione ormai latente da anni che affonda le sue radici nella gestione criminale di una Regione, i cui capibastone sono ancora sul ponte di comando a dare ordini.
Nell’emergenza rifiuti l’unica cosa che viene riciclata alla perfezione sono i responsabili., i don che dovrebbero essere coperti dall’infamia e dalla vergogna e invece sono senatori, onorevoli, ministri. Prendiamo Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino: travolti da mille scandali, sempre al centro di infinite polemiche, sono sempre lì, torreggianti e inamovibili.
Bassolino è stato membro della Commissione Parlamentare Commercio e Turismo ( ma a che serve una Commissione Parlamentare Commercio e Turismo? Chi la paga? ); travolto dagli scandali di Tangentopoli viene candidato a sindaco di Napoli e vince; poi è Ministro del Lavoro, poi torna a Napoli come Sindaco; poi lascia l’incarico di Sindaco e diventa Presidente della Regione. Ha intrallazzato con la UBS, in cui lavorava il figlio, per mai chiariti appalti e gestioni relativi alla Pubblica Amministrazione da 30 ( trenta! ) milioni di euro; ha firmato e siglato swap per milioni di euro ( tanto li paga il successore, chi se ne frega? ) danneggiando le casse della Campania e di Napoli; ha istituito, sulla scia della demagogia, un call-center ( se li chiami centralini ti prendono per il culo: sono e devono restare call-center, che fa molto più trendy ) per dare informazioni sulla emergenza rifiuti quando era Commissario per l’emergenza rifiuti, e sia da sindaco sia da commissario è riuscito solo a far peggiorare la situazione. Ora dice che forse qualche errore può esserci stato, ma non si dimette. Tanto, così dice lui, non servirebbe a niente. Intanto è lì e dà ordini.
Rosa Russo Iervolino comincia nella DC, poi presidente per la Commissione di vigilanza RAI; poi è Ministro della Pubblica Istruzione, e l’unica traccia che ha lasciato di tale incarico è stata quella di combattere le malattie sessuali e veneree con un fumetto di Lupo Alberto; poi è Ministro degli Interni; poi presidente della Commissione Affari Costituzionali; poi viene eletta sindaco di Napoli: la gestione è disastrosa: l’emergenza rifiuti aumenta, la mafia prende sempre più potere, cresce l’emergenza sanità; nel 2006 passa di nuovo, è ancora sindaco di Napoli. Oggi si indigna nelle vesti di novella Cassandra, lei l’aveva già detto da tempo, aveva informato Prodi ( che non si capisce quali miracoli avrebbe potuto compiere – se mai l’avesse fatto – dato che non è arrivato neanche a metà legislatura ), gioca a ping-pong con prefetti, questori, commissari straordinari, ministri della Sanità. Telefona ai manifestanti, quelli stessi che danno fuoco alle macchine, formano le barricate con i camion, bloccano le entrate delle ambulanze e dei camion con medicine e frutta per le strade di Pianura e di Napoli, veri e propri mini-regni della camorra, pestano i pompieri che cercano di spegnere gli incendi dei rifiuti dati alle fiamme, caricano contro la Polizia. Nelle nazioni civili non dovrebbe accadere che un rappresentante delle istituzioni dica a chi fa la guerra contro lo Stato di tenere duro.
Uno Stato che decide, autorevole e forte, non avrebbe mandato l’esercito a sgomberare l’immondezza ( abbiamo assistito a tante umiliazioni del nostro esercito nella nostra Storia nazionale, ma questa mancava ), ma a fare la guerra. Napoli e la Campania – lo penso già da tempo, ma ora ancora di più – non sono governabili con le leggi di pace. La Regione commissariata, tutti i suoi principali dirigenti e responsabili sotto inchiesta, ed esercito in stato di guerra, le autoblindo, le fucilazioni davanti al piazzale della città, le impiccagioni ai lampioni in modo che siano da monito, le irruzioni mitra spianato e con i carri armati in quei quartieri che sono sotto controllo della camorra e nei quali ragazzini quindicenni, con i loro motorini rubati, fanno le prove generali di quello che saranno fra dieci anni, taglieggiando e ricattando i negozianti, gli imprenditori, i venditori ambulanti, la gente onesta. Quartieri in cui la stessa Polizia ha paura di entrare e se ne guarda bene dal metterci piede, e dove la legge è solo un impedimento e un ostacolo a quella associazione nella quale si fa carriera che è la camorra. Così dice Saviano nel suo “Gomorra” [... ]ed è una realtà sconcertante: l’unica possibilità di fare carriera a Napoli, in una pubblica amministrazione, in una imprenditoria e in un mercato economico già saturo di raccomandazioni, corruzioni, clientelismi, l’unico punto di autogratificazione diventa la mafia: lì si sale, si passa dai piccoli borseggi per poi arrivare, con la classe del merito, ad essere un rispettato e temuto boss. E’ una sorta di imprenditoria parallela, ma neanche tanto. Situazione di guerra e stato di assedio nei quartieri critici, fino a che non vengono messi a soqquadro fino all’ultima suppellettile: questo potrebbero fare i nostri soldati, anziché andare a fare i reggicoda agli americani. Fare in modo che si abbia più paura dello Stato che non dei boss, e dare giustizia a quella maggioranza dei campani ( e degli italiani ) che è onesta, ma giustamente impaurita fisicamente per ribellarsi, e che va quindi difesa dallo Stato.
Già mi immagino una minoranza dei miei pochi lettori che si indigna: Chessa non rispetta la democrazia, è un violento, è un fanatico, manderebbe l’esercito a Napoli a fare impiccare la gente. Si tranquillizzino i miei pochi lettori indignati: questi sono sogni ad occhi aperti in questa Italia.
Come si può pretendere di fare pulizia nelle strade dai mafiosi, dai teppisti, dai delinquenti quando i delinquenti sono in Parlamento? Uomini condannati per mafia, corruzione, clientele, uomini a stretto giro di massoneria, attenti solo a rapinare a mani basse completamente isolati dal resto della popolazione che si impoverisce grazie alle loro scorte, le loro auto blu, i loro stipendi che non conoscono inflazione o crisi, né mercato globale. Loro si sono già messi al riparo dalla concorrenza globale, e l’hanno rifilata a noi coglioni che li abbiamo votati, li abbiamo legittimati, li abbiamo applauditi. L’esercito dovrebbe cominciare innanzitutto da lì, dal Parlamento e dalla Camera. E come possiamo pretendere che la gente sia portata a comportarsi bene se nei suoi rappresentanti vede solo scalatori di banche, imprenditori che giocano a comprare i giudici, comunisti riciclati, massoni? Quale esempio se ne potrà mai avere? Quello che tanto se non rubo io allora ruberà un altro, e allora meglio lui che io. E nel frattempo l’Italia che due volte fu romana puzza sempre più. Le conseguenze dell’emergenza rifiuti a Napoli e dintorni ( in Italia c’è un’emergenza al giorno ) travalicano i confini della Campania, e arrivano anche in Sardegna. Una Regione già stuprata dalle servitù militari, dalle cui basi partono gli aerei per bombardare l’Afghanistan e si addestrano gli israeliani che forse tra poco si appresteranno a incenerire l’Iran, la cui popolazione che vive vicino a queste basi si ammala di tumore e di cancro in misura sproporzionata rispetto al resto del Paese, ora viene umiliata nuovamente accogliendo l’immondezza di una Regione che mai niente ha fatto per risolvere i suoi problemi, che ha rifiutato ogni tavolo di trattativa, ogni termovalorizzatore, ogni inceneritore… Soru parla di solidarietà nazionale, lui che non sa cosa significhi né un termine né l’altro. Ma perché non ha protestato in nome della solidarietà nazionale quando dalla Campania partono i camion verso la Germania ( che ci sfotte e batte cassa ) ad altissimi costi? Perché non parla di solidarietà nazionale quando si tratta di affrontare le emergenze della Sardegna? Perché non ha parlato di solidarietà nazionale quando la Unilever ha annunciato che licenzierà i suoi dipendenti sardi per trasferire una parte della produzione a Napoli?
Prima di parlare di rifiuti, di inceneritori, di termovalorizzatori, di discariche eco-sostenibili bisognerebbe iniziare a smaltire i Bassolino, le Iervolino, gli ambigui Pecoraro Scanio ( cambiano le cose quando si governa vero Pecoraro? Finisce la pacchia di dire sempre di no e ogni volta bisogna anche prendere qualche decisione. Brutta vita quella del Ministro! ), i napoletani sovversivi che picchiano i vigili del fuoco, i presidenti delle Regioni complici che con le loro azioni di presunta solidarietà nazionale perpetuano solo una disfatta: per l’ambiente italiano sarebbe una manna dal cielo. Forse non si risolverebbe di colpo l’emergenza rifiuti, ma almeno diminuirebbe la puzza.

Andrea Chessa – MFL SARDEGNA

martedì 4 marzo 2008

Dove sono i manganelli?

Dove sono i manganelli?

Gennaio (giorno 4) presa banda trafficanti di minori; (5) Scontro a fuoco con due carabinieri (feriti) a Cosenza; (10) Milano, sgominato racket accattonaggio; due fratelli condannati per omicidio prete a Mantova; (16) Uccisa e bruciata da connazionali a Ostia; (18) gang di 21 narcotrafficanti a Verona; (23) rapita bimba da un’auto; (26) Accoltellato carabiniere in una rissa.
Febbraio. (7) Coppia uccide Vincenzo Ferrari di Sora. (9) In 6 in manette per riduzione in schiavitù a Firenze, 17 a Perugia. (10) Catania, evirato da connazionali ubriachi. (19) Arrestato a Padova dopo 50 chilometri di fuga e il ferimento di due carabinieri. Marzo: (6) Ancona, ragazze che si volevano ribellare cosparse di benzina e costrette a prostituirsi; (7) Milano, presi per rapine e stupri; (7) Roma, figlia incinta costretta a mendicare. (13) Civitavecchia, tenta di rapire un bimbo dal passeggino. (15) Treviso, in galera per il sequestro di una giovane ad Asolo. (17) Badante uccide un’anziana a Sciacca (Ag); (27) Follonica, genitori indagati per la morte della figlia nella baracca. (29) Torino, coppia sevizia un connazionale;
Aprile: (3) Stupra l’ex fidanzata, condannato a Milano. (4) Minorenne a Bologna stuprata da branco di romeni. (5) Retata della polizia contro i clan romeni: 130 arresti. (9) Rissa tra connazionali ad Acilia, ferito grave. (11) Milano, nel metrò muore accoltellata alla gola da un connazionale. (13) Monza, clandestino romeno aggredisce moldava. (17) Sette condanne e otto rinvii a giudizio per pedofilia a Roma. (24) Appignano del Tronto, ubriaco travolge e uccide 4 ragazzi.
Maggio: (1) Cosenza, coppia di coniugi trucidata a colpi d’ascia da un muratore di Bucarest. (2) Nel metrò di Roma viene uccisa con un ombrello Vanessa Russo. (9) Caserta, tre arresti per rapina. (17) Rimini, condannati a 30 anni per il ciclista ucciso per futili motivi. (22) Sparatoria a Cumiana (To), due feriti. (22) In tre stuprano una barista a Magnago, Milano. (23) Minore costretta a prostituirsi in una bara a Reggio Calabria. (27) Ucciso da connazionali a Crotone. Giugno: (5) Milano, 13 fermi per sfruttamento della prostituzione. (10) Un arresto a Siena per stupro a sedicenne. (18) Rovigo, prepara cella per segregare l’ex fidanzata, arrestato. (19) Otto arresti a Torino per rapine in villa. (20) Sgominata banda internazionale che clonava carte di credito: 42 arresti. (25) A Trieste due arresti per l’omicidio di Cristina Perco. Luglio: (9) Regolamento di conti con sparatoria ad Arese; (11) Roma, 40 arresti per carte clonate; (15) A Firenze arresti per violenze sessuali di gruppo. (23) Caltanissetta, ucciso per debito da 500 euro. (30) A Taranto lancia molotov contro la suocera; (31) Palermo, tenta di rapire un bimbo, arrestato.
Agosto: (4) Bologna, stuprata una badante; (14) Firenze, esce per indulto, sevizia e violenta prostitute; (17) Due romeni rapinano ciclista (che poi morirà). (20) Siena, ubriaco investe pedone e picchia carabinieri. (21) Torino, scoperta banda per 108 furti in concessionarie di auto. (21) Aggredito da due romeni il regista Francesco Tornatore. (21) Nel Trevigiano arrestato un romeno per l’omicidio di due coniugi in una villa. (22) Stuprata per un mese da un connazionale.
Settembre: (8) Violentata ad Arezzo da un clan romeno. (12) Quindici arresti per furto a Torino. (20) Roma, coppia si apparta e viene aggredita. Lei anche stuprata. (22) Subiaco, arrestato per abusi su bimba di 5 anni. (24) Sgominata la banda dell’«Arancia meccanica» che rapinava e picchiava coppiette. (27) Reggio Emilia, ucciso a un posto di blocco dopo un furto; a Roma regolamento di conti, un morto e due feriti.
Ottobre: (2) Condannato per mutilazioni genitali della fidanzata. (8) Enna, picchiano in casa imprenditore; a Rubiana anziano malmenato; Firenze, abusano di un 13enne; (9) aggredito e ferito con 38 coltellate a Nettuno; (12) Treviso, violentata su sagrato delle chiesa; (13) Roma, stupra ex fidanzata mentre a Bologna un altro romeno stupra per la seconda volta la figlia; (14) un morto dopo rissa a Latina; (30) Bologna, sfrutta e sevizia fidanzata.1

Non fatevi prendere dalla fretta, e leggeteli tutti: questo è un piccolo riassunto dei crimini, spesso gravi ed efferati, che gli extracomunitari – e in particolar modo zingari – hanno commesso negli ultimi dieci mesi. Si va dallo stupro al rapimento, passando per i pestaggi, le rapine, gli omicidi, le risse, le evirazioni…
I dati, dal canto loro, parlano chiaro: su 100 delitti che vengono regolarmente denunciati alle forze dell’ordine, 40 risultano essere ad opera di stranieri o extracomunitari. I rom, in questo primato del grottesco e dell’aberrazione, hanno il primato degli omicidi, delle rapine, dei reati a sfondo sessuale. Certamente è sbagliato affermare che i rom sono tutti criminali, ma il 90% di loro sicuramente si. Ci siamo vicini.2
Di tutto questo devo ringraziare innanzitutto sessanta anni di antifascismo ignorante e rozzo, basato sul politicamente (s)corretto, sulla tolleranza sempre e comunque, sulle leggi che permettono sempre ai criminali di farla franca, condito da permissivismo e buonismo dispensato a piene mani da tutti i media del regime.
Devo ringraziare il precedente governo – quello che gli imbecilli ( e tanti ce ne sono ) ricordano ancora come il governo dei camerati, che con la Bossi-Fini ha aperto le porte – quasi in maniera indiscriminata – agli extracomunitari: lasciate perdere le risse tra il Pecoraro e la Santanchè, e guardate i dati.
Devo ringraziare questo governo, perché, contrariamente a quanto hanno fatto tutti gli altri governi europei – non solo ha fatto uscire di galera un nuovo esercito di delinquenti grazie all’indulto – ma tanti altri ne ha benevolmente accolti in seguito all’entrata della Romania nell’Unione Europea, rifiutandosi di prendere le precauzioni necessarie come tutti gli altri Paesi hanno fatto. E adesso è costretto a varare leggi e decreti di emergenza, consapevole che la rabbia della gente va montando e quindi tanto vale una qualche legginetta – chissà come, quando e se verrà mai applicata – utile a far tacere, almeno per un po’, il popolo bue.
E si assiste così al solito teatrino di dichiarazioni e controdichiarazioni, sui giornali o su Porta a Porta, dove sentiamo sempre i soliti monologhi e assistiamo sempre allo stesso spettacolo. Anzi no. Qualcosa che merita di essere citata c’è: Veltroni che passa da quella sua retorica untuosa e viscida che gli ha fruttato prima la poltrona di Roma ( e basta fare un giro per Roma per essere invasi dalla tristezza e dallo sconforto: la dove prima passarono i centurioni romani, e dopo quasi duemila anni le camicie nere Fasciste in parata, ora giacciono sporchi e sudici immigrati pronti a rubare qualunque cosa capiti loro a tiro, o pronti ad abusare di una qualunque ragazza italiana ), e poi quella del PD, ad essere un castigamatti che chiede ed esige il pugno di ferro. Amato si preoccupa perché dice che ha paura che qualche gruppuscolo appartenente alle tifoserie romane pensi a farsi giustizia da solo. A questo pensa il nostro Ministro: non al fatto che i nuovi barbari, negri, rom, zingari, nigeriani e quant’altro ci stiano invadendo e ci stiano massacrando senza pietà alcuna, quanto al fatto che prima o poi arrivi qualcuno che, rottosi finalmente i cosiddetti di uno Stato lassista, cialtrone e corrotto come quello che abbiamo ( e che ci siamo ampiamente meritato ), cominci a prendere spranghe, fucili e pistole e si metta a fare quel che suddetto Stato non fa: semplici ronde ( al nord sono già una realtà ) di volontari che pattugliano le loro strade e le loro piazze. Siamo noi la preoccupazione del Ministro, noi i sospetti: non di certo le migliaia di rom che vengono qui perché ormai là da loro si è sparsa la voce: in Italia le leggi non si rispettano; puoi rubare, ammazzare, violentare e dopo un po’ sei fuori3. Anche loro – forse più di noi – cominciano a conoscere al meglio la realtà italiana: sanno che qualunque cosa accada ci sarà sempre un Giordano, o uno Scanio, o un Casarini ( quest’ultimo, quantomeno, in un Paese civile – quale noi non siamo – sarebbe in galera e non a pontificare per le strade italiane la guerra proletaria ) che si alzerà in loro difesa. Che ci sarà sempre un magistrato, magari una Forleo qualsiasi, pronto a scarcerarlo per un vizio di forma, per un errore burocratico o al meglio – se il delinquente è fortunato – si guadagna pure un contratto tv e il soggiorno in apposito residence pagato dai cittadini.
Non contento, il nostro solerte ministro lancia un’altra staffilata, e oggi proclama: “Abbiamo varato questa legge per impedire alla bestia razziale di uscire fuori”. A parte il cattivo gusto di un simile esempio, ecco cosa pensa il ministro degli italiani che iniziano a sbuffare e che non sopportano più l’ondata dei nuovi barbari straccioni: razzisti, intolleranti. E perché no, ci stanno sempre bene i seguenti epiteti: nazisti, fascisti, negatori dell’Olocausto, antisemiti. Ecco quello che dice il ministro che ci rappresenta di noi: che siamo bestie razziali. La legge infatti lui non l’ha certamente varata per la sicurezza dei suoi cittadini, bensì per evitare che una parte di quei cittadini si comportasse da razzista. Geniale.
Ma non dobbiamo stupirci: Amato, e con lui l’intera classe politica italiana – dalla Presidenza del Consiglio passando all’ultimo assessore comunale – e i rom hanno lo stesso identico obiettivo: depredarci e salassarci, spremerci come limoni e poi buttarci quando siamo inservibili. Proviamo a pensarci. I rom rubano Mercedes, BMW, autoradio e simili; i nostri politici girano con scorte costosissime ( spesso ingiustificate ) su auto blu con annessi lacchè, nani e ballerine tutti pagati dal contribuente. I rom entrano nelle nostre case, ci pestano, magari si appartano un venti minuti con la figlia dei malcapitati, e ci portano via tutto; i nostri governanti hanno inventato tasse e balzelli a non finire, tanti da fare impallidire anche il peggior sistema di tassazione feudale del Medio Evo, fino a costringerci a risparmiare sul pane, sulla bolletta, sul vestiario per i bambini. I rom spacciano la cocaina; i nostri politici la comprano ( ricordate Mele? ). I rom picchiano, violentano, rapinano, accoltellano, uccidono; i nostri politici li liberano. I rom violentano le nostre donne chiamandole “puttane”, e nel frattempo massacrano vecchiette che hanno osato chiedere di abbassare il volume dello stereo a tutto volume del macchinone; i nostri politici ci insultano pure loro, prendendoci per idioti: ci chiedono sacrifici, mentre loro hanno stipendio da 20.000 euro al mese tutto compreso, e oltraggiano le nostre intelligenze costringendoci a sorbirci Costanzo ( noto massone piduista ), quella specie di donna che è sua moglie, la De Filippi, l’Isola dei Famosi e tutto il baraccone di sgualdrine, ricchioni e papponi palestrati e supertatuati.
Leggo, tra le altre cose, che diverse tv si contendono lo zingaro che ha ammazzato quattro ragazzini al volante del suo camioncino, mentre era completamente ubriaco. Deve pure scrivere un libro. Ce lo vedremo alla tv, con Costanzo, la De Filippi, e magari lo mandano pure al Grande Fratello.
Ora c’è da chiedersi: dove sono i manganelli? Dove sono le spranghe? I fucili? Gli stivali con la punta in ferro? Questa diventa l’unica soluzione per scacciare dal Parlamento i pidocchiosi che ci stanno dentro: scendere in strada, con spranghe, forconi e manganelli e andarli a stanare casa per casa. La battaglia è disperata, ma vale la pena: il nemico è un gruppo di pidocchiosi cacasotto. Già lo vedo Veltroni, Prodi e il Calderoli con la pappagorgia scappare dalla folla inferocita: se la farebbero sotto, e non li vedremo più per almeno dieci anni.
Siamo in una situazione che è assai peggio della Francia della Rivoluzione: là c’era un ristretto gruppo di governanti che, mentre la popolazione moriva di fame e di stenti, consumava e si circondava dei lussi più estremi, completamente isolata dal resto del mondo che c’era fuori dai loro lussuosi palazzi. La stessa Maria Antonietta rispondeva a chi le faceva notare che il popolo non riusciva a comprare il pane: “Mangino le brioches!” Qui è la stessa identica situazione, ma c’è tutta una intera rete di massoneria, mafia, clientelismi e corruzioni di partito radicata fin nelle circoscrizioni cittadine che moltiplica a dismisura il numero dei nemici.
Il prezzo che i francesi hanno dovuto pagare per dormire qualche ora di sonno sereno è stato dar fuoco a qualche palazzo, far saltare teste, ghigliottinare i traditori della Patria. E’ servito: in Francia se lo ricordano ancora.
Quando si è comandati a bacchetta da un governo illegittimo, che ci violenta moralmente e permette di violentarci fisicamente, che ci tassa fino a ridurci alla fame, che manda nelle ditte la GdF con le mitragliette mentre interi quartieri di Napoli o di Palermo pagano il pizzo, che mostra il più totale disprezzo per noi considerandoci non come cittadini, bensì come sudditi, la violenza diventa allora l’ultimo strumento, l’estrema soluzione per riprenderci quello che ci è stato tolto.

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FONTI:
1 Il Giornale
2 I dati sono stati resi pubblici da diversi istituti di statistica nonché da politici di diversi, talvolta opposti, schieramenti: non dovrebbe essere difficile confermare la loro veridicità.
3 www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=217554

Andrea Chessa _ Coordinamento MOVIMENTO FASCISMO E LIBERTA’ Regione Sardegna

4 novembre 2007

domenica 2 marzo 2008

L'olocausto palestinese: è già cominciato

60 morti, 150 feriti, la stragrande maggioranza civili: la rabbia di Israele si calcola con i numeri dei morti e dei feriti che salgono di giorno in giorno, di ora in ora. E’ la risposta, clamorosamente sproporzionata per eccesso, al lancio di quei grossi petardi che vengono pomposamente definiti “razzi kassam”. I numeri della seconda guerra mondiale, al confronto, sembrano roba da chierichetti. Se è vero che i tedeschi applicarono una proporzione di 1:10 e gli americani addirittura di 1:50 ( ciò vuol dire che, per ogni soldato ucciso, il diritto di rappresaglia contemplava per i nazionalsocialisti 10 italiani da giustiziare e per gli americani 50 ), qui sono aerei, bombardieri, carri armati che spianano, bombardano, sparano, cannoneggiano… Soldati con i visori notturni, fucili ad alta precisione, aerei caccia ad alta tecnologia, rappresentanti di uno Stato che dispone tra le 300 e le 500 bombe atomiche, sottomarini armati con testate nucleare per una seconda risposta nucleare via mare, e che ha il terzo o quarto esercito del mondo, si accaniscono contro una popolazione umiliata, decimata, mancante di acqua, petrolio, medicinali, costretta a lasciar agonizzare i propri familiari ai posti di blocco israeliani per un vizio burocratico, sottoposta giorno e notte ad incursioni aeree e di terra, costretta a stare a guardare mentre i bulldozer con la stella di David buttano giù le loro case e fanatici coloni si appropriano delle loro terre. Forse, tra decenni, quando si ammorbidirà almeno un minimo la nebbia della disinformazione, che pennivendoli corrotti ci propinano dalle prime pagine dei giornali dei loro padroni, l’eroismo di questo popolo, che resiste con qualche petardo o razzo ad uno degli eserciti più potenti del mondo con spirito di sacrificio, senso del dovere, sprezzo del pericolo, ci apparirà nella sua giusta dimensione. Nell’oscurità più totale, i lettori di un blog o di un sito internet sono molto più informati di coloro che leggono il Corriere della Sera o La Repubblica, comodamente adagiati tra le polemiche vuote e viscide di Berlusconi e Veltroni, i consigli per gli acquisti, le dichiarazioni di Lele Mora o di Pippo Baudo, i calendari di prossima uscita di sgualdrine prezzolate con il mal di schiena a furia di stare sotto le scrivanie.
Mai frase venne più presa sul serio, applicata con lucida coerenza nei fatti: «Quanto più aumenta il fuoco dei Qassam e s´allunga la loro gittata, tanto più (i palestinesi) attireranno su di sé una shoah più grande, perché useremo tutta la nostra forza per difenderci». Queste parole agghiaccianti sono state proferite appena ieri da Matan Vilnai, il vice del Ministro della Difesa israeliano. Ovviamente, non trattandosi di una svastica disegnata a bomboletta sul muro da chissà quale anonimo, di cimiteri ebraici profanati, di qualche sopravvissuto ai lager tedeschi che scrive un suo libro di memorie, di qualche pestaggio di radicali di destra, la cosa non fa assolutamente notizia. Già immagino il Veltroni e il Berlusconi che si mangiano le mani: se solo quella frase l’avesse pronunciata un qualsiasi Ahmadinejad, l’imam di qualche moschea, l’esponente di qualche partito neofascista, avrebbero potuto gridare al pericolo e all’indignazione, metterci in guardia dal nuovo antisemitismo, sbandierare ai quattro venti su Porta a Porta e Matrix il loro pieno sostegno alla comunità ebraica, perseguitata, ostracizzata e minacciata. Invece questa volta ha parlato quella che, con somma ipocrisia, viene ancora definita “l’unica democrazia del Medio Oriente”: manco quelli del Memri – che a suo tempo riuscirono a fare miracoli con le parole di Ahmadinejad (http://chessaandrea.blogspot.com/search/label/AHMADINEJAD%202008 ) – sono riusciti ad impedire l’autogol.
Ma quella che molti cercano di spiegare come la gaffe di un vice ministro un po’ imbranato, altro non è che il deliberato disegno, che noi di Fascismo e Libertà – e con noi partiti o movimenti politici in antitesi a noi, con i quali nulla abbiamo a che fare – abbiamo sempre a chiare lettere denunciato: costringere i palestinesi ad abbandonare la loro terra. Se guardate il grafico qui affianco non avrete bisogno di particolari spiegazioni.
Qualche giorno fa qualcuno, in Israele, parlava di una “operazione su vasta scala” ( con questo linguaggio da Grande Fratello, sterile e burocratico, viene indicata la messa a morte di un intero popolo ) da cominciare in breve tempo a Gaza. Talmente arroganti e sicuri del silenzio dell’opinione pubblica internazionale, non parlano neanche più in burocratichese: ora parlano apertamente di “olocausto”, il termine chiave dell’unica religione rimasta, [...] quella che non riconosce eretici, contrari o anche solo dubbiosi, quello che prima era usato per l'unico olocausto che meritava di essere ricordato veramente.
Adesso hanno avuto la loro Pearl Harbour, il loro 11 settembre. Non si fermeranno fino a che non scompariranno anche quei piccoli tratti verdi dalla carta del Medio Oriente.
Andrea Chessa – MFL Sardegna
2 marzo 2008