Più ombre che luci (e non sarebbe potuto essere
diversamente) in questa tornata elettorale del 2018.
Il grande vincitore è il Movimento Cinque Stelle, che
si attesta come primo partito italiano con il 32%: vero bacino di voti si è
rivelato specialmente il sud, dove il Movimento, grazie alla promessa del
reddito di cittadinanza, ha attratto molti voti. A proposito: quando il
centro-destra stravinceva al nord, anche e soprattutto nelle zone infestate
dalla mafia, si parlava di voto mafioso e di voto di scambio. Adesso è cambiato
qualcosa oppure dobbiamo supporre che con il Movimento Cinque Stelle i mafiosi
non siano andati a votare e non abbiano cercato di influire in alcun modo sul
risultato delle urne?
A seguire si attesta la coalizione di centro-destra,
con un ottimo 36%, in cui è la Lega a farla da padrone, con un dignitosissimo
18%.
Il grande sconfitto (potete tranquillamente iniziare a
stappare lo spumante) è il Partito Democratico, che si ferma al 19% e non
supera la barriera psicologica del 20: aver ridotto le strade a bivacchi di
parassiti e perdigiorno provenienti dall’Africa, evidentemente, non paga. E di
questo Renzi e i suoi ne erano perfettamente consapevoli. Tant’è che nessuno,
se non quei cretini di Potere al Popolo, che infatti non hanno superato la
soglia del 3% (potete stappare anche la seconda bottiglia di spumante), ha
basato la propria campagna elettorale sullo ius soli.
Per un pelino, 3,22%, passa Liberi e Uguali: qualcuno
deve essersi turato il naso e anziché votare i nostalgici della Hazet 36 di
Potere al Popolo ha votato Grasso e la Boldrini. I cartelli da demente di una e
i vaneggi dell’altro che non sa nemmeno cosa dice l’Istat sui clandestini presenti
nel territorio italiano devono aver convinto una piccola percentuale di
popolazione. Sempre troppa, comunque sia, perché i traditori della Nazione
dovremmo sorbirceli ancora. Ma, se tutto va come deve andare, finiranno nel dimenticatoio
comunque, a prescindere da quei pochi deputati che riusciranno a piazzare.
La bottiglia che non avete stappato per Liberi e Uguali
potete però stapparla per +Europa, che si ferma al 2,6%. Prendiamone nota: vantarsi
di aver ammazzato centinaia e centinaia di feti con le pompe di bicicletta (tra
una risata e l’altra, come racconta la diretta interessata), aver fatto per
decenni una campagna sull’aborto e poi piagnucolare perché gli italiani fanno
pochi figli e quindi bisogna farsi sostituire dagli immigrati, ebbene, tutto ciò
non paga dal punto di vista elettorale. L’amica di Soros, comunque, dovremo
sorbircela ancora, questo è sicuro, ma almeno non potrà fare danni col suo voto
e i criminali che l’hanno votata non avranno alcuna rappresentanza. Con nostro
grande sollazzo, aggiungiamo.
Grande flop, a dire il vero abbastanza inaspettato (le
prime proiezioni, addirittura, lo attestavano tra il 2 e il 5%), quello di
CasaPound, che non raggiunge nemmeno l’1%.
E adesso? Adesso l’ingovernabilità è dietro l’angolo: i
5 Stelle sono il primo partito ma, da soli, non hanno i numeri per governare. Il
centro-destra potrebbe confidare nella vocazione partigiana dei grillini:
sentendo che il vento cambia, non è escluso che qualche eletto dei penta stellati
possa passare dall’altra parte della barricata. Sono numeri che la coalizione
di destra, e Berlusconi in particolare, può fare.
In ogni caso il PD rimarrà all’opposizione: ius soli e
invasione africana sono, almeno in parte, scongiurati. Già questa è una buona
notizia.
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