martedì 21 gennaio 2014

Due parole sui coglioni di sinistra (quindi su quelli di sinistra)




È un paradosso solo apparentemente inspiegabile, quello che attanaglia la nostra Nazione: più una parte politica, nella fattispecie la sinistra (ma a destra, purtroppo, non mancano analoghi esempi) di governo e di protesta scade sempre più nel ridicolo, e più le sue idee e i suoi programmi si attuano con precisa puntualità.

Solo le cronache degli ultimi mesi, anche prese in ordine sparso, ci danno una vaga idea dell’idiozia e della stupidità che alberga nella mente di tutti coloro che si definiscono antirazzisti e/o antifascisti e/o xenofili e/o di sinistra.

Ma partiamo dall’inizio. 

Ricordate “Draquila – l’Italia che trema?” È un pseudo-documentario, a firma di quella provocatrice volgare e “violenta” che di noma fa Sabina Guzzanti, in cui si accusa il governo Berlusconi di ogni sorta di nefandezza circa la ricostruzione post-terremoto della cittadina dell’Aquila e provincia. Ovviamente tutto l’impianto accusatorio si regge su prove inesistenti, spesso e volentieri frutto di illazioni, volte a demonizzare, come al solito, il Signore del Male degli ultimi vent’anni: Silvio Berlusconi. Il fatto che questo j’accuse non sia nient’altro che un insieme di scempiaggini campate per aria lo dice il fatto che la Magistratura – notoriamente ben poco incline a provare una qualunque forma di simpatia per Silvio Berlusconi e la sua parte politica – non abbia mai sentito il bisogno di indagare né Berlusconi né qualcuno a lui vicino. Gli unici che hanno preso per oro colato ciò che è contenuto in quello pseudo-documentario sono i soliti coglioni di sinistra, così coglioni da spendere soldi per andare a vedere un volgare pagliaccio che dal palco di un teatro, come da dietro la macchina da presa, vomita fiele e odio contro una sempre ben precisa parte politica. Del resto cosa aspettarsi da una garantista sempre e comunque che, senza averne alcuna prova, dà della pompinara ad un Ministro in carica, il tutto da una piazza gremita, come al solito, di centinaia di migliaia di coglioni di sinistra che applaudono entusiasti, solo perché il Ministro in questione è, al contrario di lei che per fare carriera non ha avuto bisogno di altro se non delle giuste amicizie di sinistra nel mondo della cultura e della carta stampata, una bella donna che, dopo essersi laureata a 26 anni in Giurisprudenza con 110 e lode, ha conseguito una buona carriera politica nel più grande partito di centro-destra?

Di più. Passato qualche anno veniamo a scoprire che è proprio l’Assessore alle Opere Pubbliche dell’Aquila (quota PD, ovviamente!) Ermanno Lisi a definire, in una intercettazione diventata poi di dominio pubblico, il terremoto dell’Aquila come un vero e proprio “colpo di culo”. Non pago, all’interlocutore che gli chiede se non abbia paura di finire indagato o di passare qualche guaio, così risponde: «Tengo paura fino a un certo punto, lo sai perché? Perché sto con la sinistra e bene o male, penso che la magistratura c'ha grossi interessi a smuove». E, con Lisi, affonda nel fango di un pericoloso sistema corruttivo targato centrosinistra tutta la giunta Cialente. Insomma: dobbiamo sorbirci un documentario strapieno di illazioni e di menzogne contro Silvio Berlusconi per poi scoprire che a rubare e a speculare sul terremoto dell’Aquila sono quelli del PD! Che titolo darà ora la Guzzanti al suo prossimo film?

Con buona pace di quanti si indignano quando qualcuno, che evidentemente non ha ancora portato il proprio cervello a rottamare (come vorrebbe il prodigo massone Renzi!), fa notare che la Magistratura, salvo qualche rara eccezione, è totalmente schierata a sinistra.

Ma per capire la politicizzazione totale della Magistratura non c’è assolutamente bisogno di andare lontano. Basta restare al Palazzo di Giustizia di Cagliari. I lettori ricorderanno sicuramente la vicenda di SestuSera, il giornale della cittadina di Sestu, in provincia di Cagliari, dove si reagì ad una nostra regolare e autorizzata affissione di manifesti con l’incitamento a distruggere i manifesti stessi e la solita montagna di fango che abbiamo dovuto sorbirci da sedicenti giornalisti (ma ben meglio si adatterebbe a questi elementi il termine di “pennivendoli”!). Con un restante barlume di speranza nella Magistratura e nella Giustizia di questo Paese abbiamo sporto querela. Il giudice ha deciso di richiedere l’archiviazione perché, trattandosi di un Movimento come il nostro, altamente provocatorio, il diritto di critica, nel nostro caso, subisce un’estensione. Detto in parole semplici: ciò che detto ad un “normale” partito politico (essere illegali, predicare la violenza, violare la Costituzione e la legge, affiggere irregolarmente manifesti – come se quest’ultima accusa, tra l’altro, non si verificasse ogni giorno sui muri delle nostre città) costituirebbe una diffamazione, detto contro di noi è un normale diritto di critica. Ancora più semplice: siccome siamo Fascisti dobbiamo ingoiare tutta la merda che ci lanciano addosso. Quanto a coloro che si sono firmati con nome e cognome, celebrando le prodi gesta degli eroici antifascisti che hanno vandalizzato il nostro materiale di propaganda politica, hanno espresso una loro legittima opinione post-facto, quindi la cosa non ha alcuna rilevanza. Lodare ed esaltare qualcuno che compie un reato punito dalla legge (articolo 8 del Dlgs n. 212/1956 e il Dlgs 635 del Codice di Procedura Penale) non è un reato, se quest’ultimo viene fatto contro i Fascisti. Insomma: negli anni ’70 non era reato uccidere un Fascista. Dopo 40 anni non lo è metterli a tacere con la violenza ma, presumiamo, dovrebbe comunque essere reato ucciderli. Chissà che tra una cinquantina si possa riuscire ad essere considerati, anche noi, cittadini con pieni diritti!

Questo è lo Stato della Giustizia in Italia e questo deve sopportare un movimento politico come il nostro che, pur essendo piccolissimo e pochissimo contando nella politica nazionale, subisce comunque una repressione mediatica e giudiziaria che ben raramente si riscontra in Italia. E questi sono i sedicenti democratici, che vorrebbero insegnarci la democrazia e il rispetto dell’altro mettendoci a tacere.

Ma andiamo avanti. Perché è notizia fresca che una signora, candidata alla Presidenza del Lazio, salga su un palco e proclami a gran voce contro quelli di destra e i loro elettori: “Andiamo e sterminiamoli tutti!” Vogliamo pensare che la “signora” intendesse solo dal punto di vista politico. Ma vi immaginate se un qualunque Silvio Berlusconi salisse sul palco ad urlare “Sterminiamoli tutti!” che cosa accadrebbe? 

Basta qualche esempio, ma altri mille se ne potrebbero fare, semplicemente sfogliando un giornale.

Si sono arrogati la prerogativa di rappresentare, essi solo, la democrazia, la pace, i diritti umani, la tolleranza e l’amore, con quell’arroganza tipica di chi ha la verità in tasca. E invece mettono a tacere gli avversari politici con sentenze già scritte dei loro amici magistrati, brigano con gli affari peggio di un mafioso di provincia, aggrediscono gli avversari politici con una violenza (fisica e dialettica) sconosciuta in qualunque Nazione civilizzata (quindi dove i comunisti sono in minoranza o non esistono affatto). 

Pertanto, tornando alla domanda di partenza, ci si chiederà: come mai questi personaggi, che pur sono ridicoli, ignoranti, strafottenti e arroganti riescono ad imporre al Paese anche le idee più criminali e malsane come, ad esempio, la recentissima abolizione del reato di clandestinità? Risposta semplice: perché la popolazione, per la stragrande maggioranza, è ignorante, arrogante e strafottente proprio come i degni coglioni di sinistra che la rappresentano. Sono quelli che predicano l’accoglienza indiscriminata, ma poi parcheggiano nelle strisce per i disabili, per intenderci.

Quando abbiamo a che fare con qualcuno di questi personaggi non perdiamo nemmeno tempo: lasciamo che si crogiolino nella loro arroganza e strafottenza. Non ha senso porgere l’altra guancia per cercare di piacere a chi non esiterà, alla minima occasione utile, a riempirci di ceffoni. Tanto vale essere come siamo. E diciamoglielo chiaramente in faccia: «Con te non ci parlo. Perché sei un coglione».Senza troppe spiegazioni, e discorso chiuso.

sabato 11 gennaio 2014

I puntini sulle "i"

Pubblicato su Il Lavoro Fascista - luglio 2013 

Negli ultimi numeri del nostro periodico abbiamo praticamente parlato soltanto della questione legalità del nostro MFL-PSN, questione direttamente collegata al diritto di presentarci alle elezioni con la nostra vera identità, ovvero nome e simbolo. I vergognosi sabotaggi che abbiamo subito, uniti al solito latrare di pennivendoli ignoranti e politici decerebrati, che udiamo ad ogni nostra nuova partecipazione elettorale, e persino ad ogni minima attività politica (benché regolarmente e preventivamente autorizzata), mi hanno spinto a fare qualche ricerca sulla rete a proposito della legalità non del solo MFL-PSN in Italia, ma di tutti quelli che hanno fatto, fanno e faranno propaganda chiaramente e dichiaratamente Fascista.
L’articolo che segue questo breve preambolo è stato indirizzato ad una pseudo giornalista attiva su uno dei tanti (ed inutili) periodici online, in questo caso relativo alla zona di Lanciano (CH); qui, come in molte altre località, all’apparire dei manifesti MFL-PSN fatti affiggere dalla Camerata de Ritis (pagando le relative tasse, come nostro costume), la pseudo giornalista Labrozzi ha sollevato un clamoroso di polemiche, pubblicando un articolo ove, nel presentare i nostri manifesti, invocava tuoni e fulmini legali contro di noi, giungendo persino a parlare degli anni di reclusione in carcere che meriteremmo per il nostro ardire di esistere e pensare!
Ovviamente, come sempre accade in questi articoli farneticanti (e spesso in ancora più farneticanti interpellanze parlamentari, proposte da decerebrati approdati in Parlamento senza avere la necessaria cultura storica, politica e legale), si dà per scontata l’illegittimità penale di chiunque osi parlare di Fascismo, tanto più se ne parla bene e lo fa attraverso un movimento politico regolarmente costituito. Purtroppo per tutti questi sottosviluppati mentali, che usano frasi del tipo “in spregio alle vigenti Leggi”, oppure “in aperto contrasto con le norme costituzionali”, l’esistenza di persone che si dicono Fasciste, nonché quella di movimenti apertamente e dichiaratamente Fascisti, non è affatto vietata dalla norme costituzionali, né dalle Leggi attuative come la cosiddetta “Legge Scelba”.
Ed a dire questo non è il solito incorreggibile Fascista di nome Gariglio, ma le sentenze stesse dei più alti organi giudiziari… Quindi, non solo le Sentenze ed i Decreti di archiviazione che nel corso degli anni sono stati emessi a proposito del MFL-PSN, ma anche Sentenze della Corte Costituzionale e della Suprema Corte di Cassazione!
Pregherei i Camerati che leggono questo articolo, ed in special modo quanti gestiscono dei blog, o si baloccano con gli inutili gruppi Facebook, di salvare questo testo e di ripubblicarlo dove possibile, in modo tale da contribuire a ridicolizzare tutti i poveretti che straparlano di questioni legali senza nulla sapere della Legge.
Quanto è scritto nelle Sentenze riportate dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che il nostro movimento è del tutto legale, ed ha tutto il diritto di partecipare alla vita politica italiana, alla faccia dei pennivendoli, dei giudei e dei politici nostalgici di Stalin che ci hanno sempre osteggiati. E dimostra, soprattutto, che tutti quelli che hanno limitato i nostri diritti elettorali, non sono altro che delinquenti e mascalzoni della peggiore specie… A maggior ragione se si nascondono dietro le cariche di magistrato e/o di prefetto!


Anche per questa gente, che ha trasformato uno Stato di Diritto in una Repubblica delle banane, arriverà prima o poi la resa dei conti, e dovranno pagare per tutte le porcherie che noi, e decine di migliaia di altri cittadini onesti, abbiamo dovuto sopportare negli ultimi 68 anni.
A seguire l’articolo in questione, che ovviamente contiene riferimenti e risposte comprensibili ai soli lettori del periodico online di Lanciano, oltre alle questioni legali sulla legittimità dei Fascisti in Italia.

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La sig.ra Labrozzi, dopo il suo recente articolo sull’apologia del Fascismo e dopo le polemiche che ne sono seguite, ha sostenuto di non avere offeso nessuno, si è sentita ella stessa offesa, ed ha infine dichiarato di essere a disposizione per pubblicare una nostra nota chiarificatrice.
Bene, raccolgo la sfida e spero veramente che quanto segue sia pubblicato, possibilmente integralmente.
Prima di tutto, però, mi permetto di rispondere velocemente a quanti, dimostrando tutta la loro pochezza, sono intervenuti per lanciare invettive tipo “vergogna” (e di cosa ci dovremmo vergognare? Di avere una cultura storica e politica? Di non farci abbindolare dalle storielle scritte dai vincitori? Di fare politica legalmente, alla luce del sole e senza contravvenire ad alcuna Legge? Di non pesare sulle tasche degli italiani, dato che non abbiamo mai incassato un solo centesimo di sovvenzioni, contributi e quan’altro?), o garbati sfottò con i quali ci chiedevano perché siamo il Partito Socialista Nazionale e non il Partito Nazionalsocialista, o ancora qualunquistiche affermazioni secondo le quali nel 2013 non si dovrebbe più parlare di certe cose…
Al commento del Sig. Cotellessa posso solo rispondere che Socialista Nazionale e Nazionalsocialista sono esattamente la stessa cosa, dato che il Fascismo non fu altro che una forma di Socialismo Nazionalista, nato dal genio di Mussolini, che fece proprie le giuste istanze a favore dei meno abbienti tipiche del socialismo, slegandole dal barbaro materialismo internazionalista di marxiana memoria. Se poi qualcuno vuole fingere di non accorgersene e continuare a sproloquiare circa un mai esistito Fascismo di estrema destra, il problema è suo, non certo nostro.
Al commento del sig. “Eccallà Sanghiuvate” posso solo replicare invitandolo a parlare di ciò che vuole, però senza lamentarsi della crisi, della corruzione, dell’euro, del governo dei banchieri e di tutte le altre cose che ci hanno imposto dal 1945, dopo avere raso al suolo l’Italia intera per “liberarla” da un Regime che aveva dato le pensioni, lo Stato sociale, il diritto di proprietà alla casa, il sabato festivo e mille altre Leggi Sociali.
Venendo ora alla Sig.ra Labrozzi, ella sostiene di non avere voluto offendere nessuno, che il suo articolo derivava da una discussione su Facebook (e quindi?) e che la legalità del nostro movimento è cosa nota e riconosciuta…
Così dicendo mi pare che la sig.ra Labrozzi peggiori le cose, perché se può essere scusabile (fino ad un certo punto) il cittadino comune che nulla sa di Leggi, Sentenze e questioni politiche, nessuna scusa può valere per chi, pur essendo un addetto ai lavori che conosce molto bene i retroscena, crea dal nulla un attacco virulento e frontale ad un movimento politico che, nel pieno rispetto delle leggi e senza arrecare danno ad alcuno, cerca di veicolare le sue idee con affissioni regolarmente autorizzate dal Comune.
Io di Facebook non ne so nulla e nulla ne voglio sapere, ma mi piacerebbe comprendere per quale motivo dovremmo accettare articoli che ci accusano, senza mezzi termini, di perseguire finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista (…)”,nonché di meritarci per il nostro pensiero un arresto dai 18 mesi a 4 anni”.


Per non parlare del “pistolotto” finale che tuona contro le autorità che ancora ci permettono di esercitare i nostri diritti politici (“La legge prevede sanzioni detentive per i colpevoli del reato di apologia, più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso con il mezzo della stampa. La pena detentiva è accompagnata dalla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici (…) Ma chi dovrebbe tutelare una così importante legge? Chi permette certe affissioni? Chi dovrebbe farli immediatamente rimuovere?”).
Dunque, cara sig.ra Labrozzi, credo che ci siano molte più offese gratuite (perché Lei sa bene che non ce le meritiamo) nell’indicarci al pubblico ludibrio come razzisti, violenti, antidemocratici e meritevoli del carcere, piuttosto che nel consigliare a Lei qualche buona lettura sull’argomento.
Detto questo, giusto per tornare ai dati di fatto e chiudere con le opinioni personali, ribadisco l’invito a tutti quelli che desiderano parlare a ragion veduta di questioni legali, di visionare sul nostro sito l’archivio di Sentenze e Decreti di Archiviazione che abbiamo collezionato dal 1991 ad oggi: http://www.fascismoeliberta.info/phpf/viewpage.php?page_id=6
Sullo stesso sito ufficiale, chiunque potrà poi visionare il nostro Statuto ed il programma politico, comprendendo così per quale motivo le vigenti Leggi ci consentono di esistere.
In ultimo, tornando alle vigenti Leggi, già poco più di quattro anni dopo l’entrata in vigore della Legge Scelba, la Corte Costituzionale, in seguito ad alcuni ricorsi, si dovette pronunciare sulla legittimità costituzione della suddetta legge, in apparente contrasto con l’articolo 21 primo comma della Costituzione (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”).


Da qui la sentenza numero 1 del 26 gennaio 1957 della Corte Costituzionale il cui passo più importante recita quanto segue:
 “Come risulta dal contesto stesso della legge 1952 (le cui norme, ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 10, cesseranno di avere vigore appena saranno state rivedute le disposizioni relative alla stessa materia del Codice penale), l’apologia del fascismo, per assumere carattere di reato, deve consistere non in una difesa elogiativa, ma in una esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito fascista. Ciò significa che deve essere considerata non già in sé e per sé, ma in rapporto a quella riorganizzazione, che è vietata dalla XII disposizione”.
Ecco che già nel 1957 risultava chiaro che il problema non era l’elogio al Fascismo, ma la ricostituzione del disciolto PNF. A rafforzare il concetto espresso dalla Corte Costituzionale, vi è una Sentenza della Cassazione penale risalente al 6 giugno 1977:
“La Costituzione della Repubblica, mentre vieta in modo assoluto la riorganizzazione del disciolto partito fascista, non pone invece alcun limite alla libertà di manifestare il proprio pensiero, neppure quando la manifestazione abbia per oggetto persone, fatti e disegni politici del fascismo. Pertanto, per costituire reato, l’apologia del fascismo deve consistere in una esaltazione tale da poter portare alla riorganizzazione del partito fascista”.
A chiarire ulteriormente che la semplice esaltazione del fascismo in sé non è reato, e che non lo è neppure la costituzione ex novo di movimenti di ispirazione Fascista (al di là della nostra esperienza giudiziaria visibile al link sopra indicato), è la recente vicenda giudiziaria di Alberto Castagna, iniziata nel 2007 e conclusasi nel 2010 con l’archiviazione.


Alberto Castagna, che per anni era stato dirigente regionale del MFL Molise,  aveva lasciato il nostro movimento fondando il “Partito Fascista Repubblicano”, e per questo era stato denunciato dalle solite vestali dello antifascismo nostrano per “apologia del fascismo”.
Ritenendo che Castagna non abbia voluto perseguire finalità antidemocratiche, né esaltato l’uso della violenza quale metodo di lotta politica, né propugnato la soppressione delle libertà garantite, né denigrato la democrazia o svolto propaganda razzista, il pubblico ministero Alfredo Mattei ha chiesto l’archiviazione, accolta dal GIP, Laura Scarlatelli con queste motivazioni:
Alberto Castagna, fondando il cosiddetto ‘Partito fascista repubblicano’, ha ripudiato tutte le forme di violenza, per cui l’associazione neofascista non adotta i principi ideologici del disciolto partito fascista e il metodo di lotta ad esso adottato. Anche l’eventuale apologia non avrebbe rilevanza penale”
Questo perché la Cassazione stessa stabilisce anche che non è vietata la costituzione e l’attività di movimenti che facciano propri soltanto alcuni punti programmatici del disciolto partito fascista, senza abbracciarne l’intera ideologia.
Spero di avere fugato ogni dubbio sorto nei “democratici” e “liberali” cittadini di Lanciano, nonché nei tanti perdigiorno che sprecano ore della loro vita in insulse e prive di costrutto discussioni su Facebook.
In ultimo, mi sorge un dubbio: qualcuno dei tanti benpensanti che si scatenano ad ogni nostra legittima apparizione, ha mai protestato per l’esistenza di decine di partiti e movimenti dichiaratamente comunisti, alcuni dei quali ancora legati a criminali storici quali Lenin, Stalin e Mao?


Qualcuno ha mai chiesto la chiusura del Partito Marxista Leninista Italiano, che nella home page del suo sito presenta gli individui di cui sopra come “maestri”, e che per anni ha esposto sulle sue pagine manifesti che chiedevano “Una nuova piazzale Loreto per il neoDuce Berlusconi”?
Qualcuno si è mai indignato vedendo in giro farneticanti manifesti stampati abusivamente ed affissi altrettanto abusivamente, dai vari centri sociali, no global, no TAV e chissà cos’altro?
Qualcuno ha mai chiesto l’arresto immediato, magari dai 18 mesi ai 4 anni, per i protagonisti dei vari assalti che i “signori” di cui sopra compiono contro proprietà pubbliche e private, istituzioni e forze dell’ordine?
Se vivessimo veramente in uno Stato democratico di Diritto, avremmo in giro meno ipocriti e si giudicherebbero persone e movimenti politici in base alle loro azioni, non in base al loro nome, ai loro simboli, o ai loro eventuali pensieri… E magari avremmo in galera i veri violenti che devastano le nostre città armati e mascherati, al posto di quelli che hanno il solo torto di pensare con la loro testa.

Carlo Gariglio
www.fascismoeliberta.it