venerdì 2 febbraio 2018

Perdonaci, Pamela



Pamela è stata ritrovata in due valigie abbandonate , il corpo completamente smembrato, senza il cuore e il fegato, probabilmente violentata prima che il suo aguzzino, Innocent Oghusule, la vivisezionasse per chissà quale rito vudu. L’esistenza di una ragazza diciottenne italiana, la cui vita era già tormentata di suo, per la quale i giornali e le femministe d’accatto non gridano all’emergenza femminicidio perché l’omicida è un africano (non sia mai che si dia fiato alla bieca propaganda fascista!), si è conclusa così, vittima di un miserabile subumano che non sarebbe dovuto essere in Italia, che dal nostro Paese sarebbe dovuto essere cacciato via a sacrosanti calci nel culo perché era già conosciuto per essere un criminale ed un avanzo di galera, ma che sicuramente avrà trovato qualche onlus complice, che conosce qualche avvocato complice, che coi nostri soldi gli avrà preparato un atto di opposizione all’espulsione che qualche magistrato complice avrà sicuramente preso in considerazione e poi accolto.

È un omicidio di Stato, quello di Pamela. Peggio: è un omicidio che ha precisi mandanti morali e politici: Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Laura Boldrini, Emma Bonino, Pietro Grasso, la sinistra al caviale, quella radical chic e quella dei centri sociali che aggrediscono gli avversari politici per urinare sopra i loro cartelloni, passando da Bergoglio, il comunista con la papalina che predica l’invasione e la sottomissione allo straniero come un dovere cristiano, per finire con tutti gli italiani, una buona fetta se non la maggioranza, che sono pieni di bei sentimenti e di belle intenzioni, ma sempre fino a che il campo rom non è vicino casa loro o la ragazza seviziata e poi fatta a pezzi non è la loro figlia, perché altrimenti diventano dei carcerieri e dei giustizialisti della peggiore specie. Tutti concordi, tutti schifosamente complici nell’importare, nell’assoluta indifferenza di un’Europa alla meglio assente e alla peggio complice, centinaia di migliaia di sbandati sociali, relitti umani e sottosviluppati che nella stragrande maggioranza dei casi non fuggono da alcuna carestia e da alcuna guerra ma che rischiano la pelle nelle loro nazioni di nascita dove hanno già commesso un numero incredibile di reati e vengono qui, a fare il bello e il cattivo tempo, consapevoli del nostro buonismo, del nostro politicamente corretto, della nostra spina dorsale molle che permettono loro di fare pressoché tutto quello che vogliono nella più assoluta impunità. 

Possiamo metterla come vogliamo, continuare a fustigarci moralmente con la storiella dello schiavismo e della cattiva colonizzazione dell’uomo bianco, ma la realtà è una sola, chiara e lampante: abbiamo permesso l’ingresso sul suolo nazionale ed europeo di una massa di criminali e di sottosviluppati provenienti da un continente, l’Africa, ampiamente inferiore per civiltà, per cultura e per stile di vita, dove i diritti umani sono inesistenti, le donne subiscono quotidianamente violenze (a partire dalla più tenera età con l’infibulazione), dove infuriano guerre, carestie e massacri di proporzioni inimmaginabili, dove l’odio tra le tribù e la lotta mortale per la supremazia etnica e razziale sono all’ordine del giorno, e si fanno i riti vudu con gli organi del nemico per assorbirne la forza e la vita. Questa è l’Africa, e questi sono gli africani. Vi stupite se portano odio, morte, violenza, tutte cose che vedono fin dal primo giorno in cui nascono?

Perdonaci, Pamela. Perdona la nostra ipocrisia, la nostra ignavia, la nostra vigliaccheria, il nostro buonismo, il nostro politicamente corretto suicida e imbecille. Perdonaci davvero.

Dovunque tu sia ti giunga la più dolce delle nostre carezze.

2 commenti:

Nicola ha detto...

Articolo di una purezza sentimentale disarmante e di denuncia, di condanna, precise e ineccepibili. Una cosa soltanto : non accomunarti, nella richiesta di perdono rivolta a Pamela, alla massa dei laidi e miserabili moralmente, totalmente, colpevoli di questo orrendo delitto...tu, fortunatamente, non sei così.

Andrea Chessa ha detto...

Non abbiamo assolutamente l'intenzione di metterci dalla parte dei colpevoli. Noi stiamo dall'altra parte della barricata. Quella più scomoda.