“Non scopate con i
Fascisti, non fateli riprodurre”: la scritta campeggia nell’immagine profilo
Facebook della figlia di Gino Strada, Cecilia, che ci tiene, da par suo, a dare
un affettuoso consiglio alle sue amiche e compagne. La classe non è acqua e la
Cecilia dimostra di essere figlia di cotanto padre, il babbino Katanga, che in
gioventù militava in uno dei gruppi universitari di estrema sinistra più
violenti e più radicali della facoltà di Milano.
Sicuramente c’è un’evoluzione
nel pensiero politico degli Strada che, notiamo con piacere, un po’ si stanno
ammorbidendo. Il babbino Gino, partecipando alla pagliacciata di Macerata,
qualche giorno fa ha sentenziato che i gruppi fascisti devono essere sciolti
(chi siano i gruppi che devono essere sciolti, ovviamente, non lo decide la
Magistratura bensì loro dall'alto della loro indiscutibile superiorità morale);
ora la figlia, degna di tal popò di genitore, consiglia alle compagne di non darla
ai fascisti.
Col passare degli anni la
famiglia Strada si sta ammorbidendo, e questo non può che farci piacere. Dalle chiavi
inglesi date sulla testa degli avversari politici si è passati allo sciopero
vaginale delle sinistrate: è pur sempre un passo avanti.
Comunque, Cecì, dormi pure
tranquilla. Visto il livello medio delle sinistrate – rancorose, urlatrici,
sboccate, volgari, sguaiate, sciatte e, cosa non meno importante, con una
scarsissima propensione alla pulizia e al decoro (esempio lampante sono quei
disgustosi capelli rasta) – l'unica cosa che addosso a voi potremmo mai appoggiare è la birra. Anzi, nemmeno quella.
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