Una mattanza, una strage:
è questo ciò che è accaduto a Sciacca, paesino siciliano in cui sono stati
ritrovati morti, a causa di esche avvelenate, decine e decine di cani che hanno
avuto il solo torto di essere nati randagi, in una zona come il sud Italia dove
questo equivale a morte certa.
Lo stesso sindaco di
Sciacca, Francesca Valenti, è stata oggetto di attacchi – anche minacce di
morti – soprattutto a mezzo internet per non si capisce bene che cosa: non è
certo colpa della Valenti se in questa Nazione il problema del randagismo è
diventato una vera e propria piaga.
Certo, c’è una strana,
stranissima coincidenza tra la strage di cani avvenuta a Sciacca – le stime
degli animalisti del luogo parlano di più di 150 cani – e il fatto che proprio
in quei territori passeranno, tra qualche mese, i corridori del Giro d’Italia. Animalisti
che, dal canto loro, hanno dimostrato, ancora una volta, come spesso dalla
ragione si possa passare al torto, con minacce ed insulti immotivati al sindaco di Sciacca
che si è trovata, suo malgrado, a dover gestire una situazione agghiacciante.
Noi continuiamo a pensare
che una persona che scientemente avvelena decine e decine di cagnolini possa
essere curata in un solo modo: con un proiettile alla tempia.
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