Nella giornata di ieri
Massimo Ursino, responsabile locale del movimento Forza Nuova in Sicilia, è
stato immobilizzato da una decina di persone a volto coperto che, in pieno
giorno e in una via centralissima di Palermo, lo hanno legato con del nastro da
pacchi per poi pestarlo selvaggiamente. Ursino è stato trasportato d’urgenza in
ospedale, dove i medici gli hanno riscontrato ferite gravi, diverse delle quali
alla testa.
Questa è solo l’ennesima
aggressione (che poteva pure costare il morto) di una sinistra senza più
argomenti e che ha condotto, in questi ultimi mesi, una campagna di
demonizzazione dell’avversario politico – specie se militante di destra
o/fascista – come mai se ne sono viste in Italia, forse nemmeno negli anni di
piombo.
Abbiamo assistito ad una
campagna di odio e di diffamazione, sostenuta congiuntamente dallo schieramento
politico e mediatico, che indica nei militanti di destra, nei fascisti e/o
presunti tali, un cancro della democrazia da estirpare. Movimenti e partiti che
sono perfettamente democratici e legittimi, che sono stati sottoposti al vaglio
della Magistratura in inchieste passate e che hanno ricevuto il plauso ad
operare e ad esercitare sono stati ritenuti eversivi, sovversivi, violenti, dei
vulnus della democrazia da estirpare in ogni modo possibile. Ed è ovvio che
quando non fai che descrivere la parte politica avversa come illegale, quando
le neghi addirittura la patente di legittimità che invece la legge ha
definitivamente sancito, quando per mettere a tacere l’avversario politico non
fai altro che citare (male e a sproposito) la Costituzione e la XII
Disposizione Transitoria, come clave ideologiche per mettere a tacere l’avversario,
è perfettamente normale che qualcuno tra quei teppisti e tossici che
frequentano i centri sociali si senta in dovere di mettere a tacere l’avversario
politico – considerato non in qualità di avversario, bensì di nemico – con la
violenza. La stessa che è stata esercitata a Napoli per impedire un comizio di
destra, e che ha visto il capoluogo della Campania messo a ferro e fuoco senza
che alcun politico prendesse le distanze da siffatti atteggiamenti. La stessa
che è stata esercitata a Bologna, con Pietro Grasso che, nel tentativo di
raccattare qualche voto per il suo miserabile partito, subito dopo i fatti ha
commentato che comunque la manifestazione dei fascisti avrebbe dovuto essere
vietata: come a dire che si, forse i ragazzi dei centri sociali sono stati un
po’ birbantelli malmenando un Carabiniere a terra, distruggendo auto,
vandalizzando negozi, però si trattava sempre di manifestare contro i cattivi
fascisti, suvvia!
A parti inverse, un
militante di sinistra immobilizzato da dieci persone e pestato a sangue in
pieno centro, avremmo avuto edizioni straordinarie dei TG per 24 ore su 24,
Madama Boldrini in pellegrinaggio presso il luogo del martirio (per un mafioso
nigeriano che ha causato una rissa in cui egli stesso perse la vita lo hanno
fatto!), appelli alla mummia del Quirinale per chiudere tutti i movimenti fascisti
o pseudo-tali, fiaccolate e manifestazioni antifasciste in tutta Italia, con
annesso corollario di cassoni rovesciati, vetrine infrante, auto distrutte e
poliziotti malmenati, ma sempre in nome della democrazia e del rispetto dei
diritti, ci mancherebbe altro! Invece i comunisti e il canagliume dei drogati
dei centri sociali sono sempre lasciati liberi di manifestare, con solerti
questori che non esitano a vietare cerimonie di commemorazione dei caduti della
seconda guerra mondiale ma che non battono ciglio per manifestazioni di militanti
di estrema sinistra che – si sa – porteranno solo violenza e devastazione, e
che puntualmente portano violenza e devastazione.
Nessuno, tra le forze
politiche, ha sentito il dovere di esprimere vicinanza, almeno umana, ad una
persona che è stata oggetto di un agguato così vigliacco e crudele. Crudele perché
è stato preparato con meticolosità, studiando le abitudini della vittima e i
suoi orari (in pieno stile brigatista); vigliacco perché non solo Ursino è
stato affrontato in netta superiorità numerica, bensì i vigliacchi dei centri
sociali lo hanno addirittura legato nonostante fossero almeno una decina: in questo,
e basterebbe solo questo, si ravvisa tutta la vigliaccheria di questi luridi tossici,
cani da guardia di un regime che sente sempre più il terreno franargli sotto i
piedi.
L’unico esponente politico
che ha commentato la vicenda, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, avrebbe
fatto meglio a tacere: «Quanto avvenuto
stasera con l’aggressione ai danni del segretario provinciale
dell’organizzazione neofascista Forza Nuova a Palermo — ha affermato il sindaco
Palermo, Leoluca Orlando —, è il segno della degenerazione che la politica
italiana sta subendo, dopo avere sottovalutato la recrudescenza di fenomeni e
comportamenti fascisti e razzisti, che rischiano di infettare culturalmente la
società civile, anche quella che antifascista e antirazzista si proclama. Il
fascismo — ha concluso — non si combatte con lo squadrismo, bensì con la
cultura e la resistenza».
A parte il fatto che gli “eroi”
della Resistenza, che hanno fatto anche di peggio, avevano esattamente questo
modus operandi condito da vigliaccheria e infamia (via Rasella docet), capiamo, secondo questo
personaggio, che quando sono i fascisti a praticare la violenza (spesso
prevalentemente difensiva) la colpa è dei fascisti; quando invece i
responsabili sono i centri sociali, la stessa teppaglia che ha messo a ferro e
fuoco Napoli e Bologna e che ora vuole mettere a ferro e fuoco Torino per il
comizio di Simone Di Stefano, la colpa è dei fascisti. Senza alcuna vergogna,
senza alcuna concezione dell’onore e del rispetto dell’avversario, senza
nemmeno che qualcuno gli abbia fatto una sonora pernacchia.
Il ragionamento è il seguente: se il mandante morale di Luca Traini è - ammesso e non concesso - Matteo Salvini, chi sarebbe il mandante morale delle violenze, dei pestaggi e degli agguati politici compiuti dai centri sociali nella più totale arroganza e impunità?
Il ragionamento è il seguente: se il mandante morale di Luca Traini è - ammesso e non concesso - Matteo Salvini, chi sarebbe il mandante morale delle violenze, dei pestaggi e degli agguati politici compiuti dai centri sociali nella più totale arroganza e impunità?
È evidente che la sinistra
sta cercando il morto, nella speranza che la controparte reagisca altrettanto
violentemente, in modo da poter dire: “Vedete quanto sono violenti e cattivi i
fascisti? Mettiamoli tutti fuorilegge! Sciogliamo d’ufficio i loro partiti!”
possibilmente prima del 4 marzo.
Non avranno questa soddisfazione, ci auguriamo.
Nessun commento:
Posta un commento