giovedì 1 ottobre 2020

Peschereccio tunisino viola i confini: bisogna sparare

Qualche mese fa, non ricordo dove, lo avevo scritto: prima o poi, per ripristinare – seppur parzialmente – la sovranità territoriale (e non solo) della Nazione, bisognerà sparare. Questo è accaduto ieri, quando la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera hanno dovuto rispondere al fuoco (400 circa i colpi sparati) contro un peschereccio tunisino che aveva violato le acque territoriali italiane e si era rifiutato di fermarsi all’alt, costringendo gli uomini delle Fiamme Gialle ad abbordare la nave.


Quando non dici mai “no”, quando dai l’idea che in casa tua chiunque possa fare qualunque cosa, il risultato è questo: l’asticella del "permesso" si alza continuamente, fino a conseguenze drammatiche (in questo caso, per fortuna, non ci sono feriti, né da una parte né dall’altra). Che idea ha dato l’Italia in Europa? Un’Italia che continua a pietire continuamente un aiuto da parte dell’Europa in materia di immigrazione, aiuto che non arriva mai, e che viene nascosto con il raggiungimento di accordi e tavole rotonde che si rivelano puntualmente il nulla cosmico (ricordate il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che solo qualche mese fa sbandierava ai quattro venti che il problema dell’immigrazione era risolto con i famosi “accordi di Malta”?); un’Italia che elemosina soldi suoi, e che per far questo china il capo in Europa davanti alla Merkel e alla Von der Leyen; un’Italia che glorifica chi viola i suoi confini e glorifica scafisti e trafficanti di uomini (Carola Rackete docet), buttandoli in prima serata, con interviste strappalacrime e beatificazioni mediatiche in diretta TV; un’Italia che, anziché schierare navi militari in assetto da guerra per proteggere i propri confini, paga l’invasore per non farsi invadere (è questo il significato degli 11 milioni elargiti, come una mancetta, da Di Maio e Lamorgese alla Tunisia solo qualche settimana fa). Questa è l’Italia della quale ieri il peschereccio tunisino – e non è la prima volta, denunciano con forza, inascoltati, i pescatori siciliani – ha voluto violare i confini: Italia ventre molle dell’Europa, corridoio prediletto di trafficanti di uomini che, con le loro ONG, dettano da almeno dieci anni la politica estera dell’Italia.

Sarebbe ora di sbattere i pugni sul tavolo e farci rispettare, prima di tutto dalla Tunisia. Non è più possibile accettare in silenzio e col capo chinato le continue violazioni delle nostre acque territoriali e i sequestri unilaterali dei nostri pescherecci. L’Europa non ci aiuta, come non ci ha mai aiutato, specie in tema di immigrazione e di difesa dei confini: siamo soli.

Gli avi di Erdogan saranno pure stati dei califfi, ma noi abbiamo avuto tre imperi: forse sarebbe il caso di spegnere i suoi bollori di conquista con qualche vecchia e sana pratica Romana.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Sarebbe interessante indagare su tutti i conti esteri collegati alla nostra classe politica, così, tanto per sapere per quanto si sono venduti.

Andrea Chessa ha detto...

Lukashenko, Presidente della Bielorussia, denunciò un tentativo di corruzione per 950 milioni di euro se avesse imposto il blocco totale anti-Covid nella sua Nazione. Ammesso e non concesso che ciò sia vero, quanto hanno dato a questi criminali per continuare quella che è sempre più una farsa buona solo per mantenerli al potere, instillando il terrore nella popolazione?

bambilu ha detto...

quello che ho capito è che la tunisia ha preso il posto della libia. Come mai i torturatori a smartphone erano i cattivissimi libici ed i buonissimi tunisini si vuotano le carceri loro e dei limitrofi e non solo scaricandoli in Italia? Se gli Italiani fossero uomini e non caporali pusillanimi, provvederebbero in proprio. Ma con le mascherine l'ossigeno non arriva al "cosiddetto" loro cervello da insetto.

Andrea Chessa ha detto...

Come mai con cellulari di ultima generazione, droni e tecnologia sofisticatissima non esista una sola immagine dei famosissimi campi di prigionia libici?