lunedì 31 gennaio 2011

Fascisti? Si, no, forse...

Pubblicato sul mensile Il Lavoro Fascista, settembre 2010

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Di Carlo Gariglio - Segretario Nazionale MFL

Dico la verità: di tutto il variegato mondo della cosiddetta “area”, quelli che non sono mai riuscito a capire in assoluto sono i reduci, ovvero gli ex combattenti della RSI. Ancora oggi, dopo circa 20 anni di vita del MFL, non riesco ad accettare il fatto che questi anziani Camerati non abbiano mai fatto nulla per sostenere l’unico movimento politico esistente in Italia che abbia sempre sostenuto il Fascismo storico, nonché i suoi ultimi epigoni della RSI, senza mai abiurare una sola virgola dell’ideologia e delle azioni, ivi compresa l’alleanza con i Camerati germanici.

Certo, sarebbe facile pensare che la colpa di questo mancato sostegno risieda nel sottoscritto e nella nuova dirigenza insediatasi dopo la scomparsa di Giorgio Pisanò, ma sarebbe altrettanto falso, in quanto fin dalla data della nascita del MFL come movimento politico autonomo dal MSIDN (in precedenza “Fascismo e Libertà” fu una corrente interna), furono proprio gli ex combattenti a non rispondere alla chiamata di Giorgio Pisanò, che ex RSI lo fu davvero e non lo nascose mai… E’ ben vero che molti anziani Camerati della base lo seguirono, ma praticamente nessuno dei vertici, a cominciare da quel Mirko Tremaglia che ha deciso di svendere tutto il suo passato per seguire le svolte e le giravolte di quella caricatura d’uomo che risponde al nome di Gianfranco Fini… Ed è altrettanto vero che gran parte di quelli che lo seguirono abbandonarono la nave alla prima difficoltà per rientrare nel MSIDN con il capo cosparso di cenere.

Ancora più misterioso ai miei occhi risulta il fatto che costoro, al di là del mancato sostegno al MFL, si sono sempre dati da fare, dedicando tempo, energie e soldi, per sostenere i tanti badogliani che infestano la cosiddetta “area” da decenni; anzi, tanto per rendere sempre attuale il detto: “Al peggio non vi è mai fine”, diverse volte, in passato, alcuni esponenti del mondo dei reduci RSI hanno attaccato con virulenza il sottoscritto ed il MFL, per difendere questi badogliani. Non voglio dilungarmi sulla questione, né riaccendere vecchie polemiche, indi mi limito a ricordare ai lettori interessati le pagine ove potranno rileggere quanto avvenuto nel lontano anno 2000 (5 anni dopo l’abiura di AN, tanto per essere precisi); un mio articolo che voleva denunciare gli insulti ricevuti dagli ex RSI ad opera di un alto dirigente di AN (http://www.lavvocatodeldiavolo.biz/?p=137), ed il vergognoso attacco ricevuto da un sedicente ex combattente in odore di massoneria e grande estimatore di AN, quanto meno all’epoca dei fatti (http://www.lavvocatodeldiavolo.biz/?p=151).

Ora, se vogliamo essere comprensivi, possiamo anche accettare il fatto che, fino al 1994, molti Camerati, giovani e meno giovani, abbiano creduto alle balle di chi si spacciava per il profeta del “Fascismo del Duemila”, proclamando a gran voce che “Mussolini era il più grande statista del suo secolo”; ma dal 1995 in poi, più nessun equivoco in buona fede è accettabile… Infatti, fin dal giorno della sua nascita, AN si presentò con queste parole: « È giusto chiedere alla destra italiana di affermare senza reticenza che l’antifascismo fu un momento storicamente essenziale per il ritorno dei valori democratici che il fascismo aveva conculcato. »

Da quel giorno, insulti sempre più virulenti e prese di distanza sempre più sfacciate avrebbero portato la banda dei cialtroni di AN a definire il nazifascismo come “male assoluto”, nonché a liquidare Benito Mussolini come personaggio “condannato dalla storia”… Ma tutto ciò accadeva senza destare alcuna crisi di coscienza nei tanti ex RSI che si ostinavano a restare in AN, magari per avere in cambio del loro sostegno l’utilizzo di qualche stanzetta polverosa all’interno delle loro sedi… E quei pochissimi reduci che si sono decisi ad abbandonare l’AN del grande Badoglio nel corso degli anni, si sono ritrovati preda dei tanti piccoli “badoglini” che hanno continuato a prenderli per il deretano, tipo il duo Rauti – Romagnoli, che dopo avere finto di volersi schierare a difesa del Fascismo si inventarono il riposizionamento nel centrodestra, o i mitici esponenti di FN, tanto pronti nel definirsi nazifascisti in privato, quanto nello smentirlo in pubblico…

Nonostante questo squallido teatrino, neppure oggi, salvo rarissime e lodevoli eccezioni, i reduci della RSI si schierano a viso aperto a difesa del MFL…

Qualcuno si chiederà perché sto affrontando questo argomento… La sua curiosità sarà presto accontentata!

Di recente abbiamo avuto contatti con un simpatico ex combattente, il quale ci ha fatto indirettamente comprendere il perché di questa incomunicabilità fra MFL e mondo dei reduci… Il motivo, è triste ammetterlo, è in fondo molto semplice: noi del MFL siamo Fascisti e Nazionalsocialisti, senza se e senza ma, mentre molti reduci della RSI, che pure hanno combattuto eroicamente contro lo strapotere alleato ed il banditismo partigiano, di Fascismo sanno poco ed ancora meno hanno compreso!

Del resto, è anche vero che in molti accorsero a difesa della RSI non per sincera adesione all’ideale Fascista, ma per reagire allo squallore del tradimento ed al rovesciamento del fronte… Cosa più che lodevole ed ammirevole, ma che con la dottrina politica non ha nulla a che fare… Ed è anche vero che molti degli eroi della RSI fecero una triste fine politica, tipo gli ufficiali della X MAS che si ridussero a diventare istruttori militari degli assassini di Israele, ovvero, dei peggiori nemici del Fascismo… O tipo quelli che passarono armi e bagagli a sostenere la NATO, gli USA e la Massoneria, ovvero gli altri nemici giurati del Fascismo che rasero al suolo più di mezza Italia per “liberarla”… Da loro stessi!

Così come è vero che altri passarono addirittura nelle file della sinistra, ovvero dalla parte di quelli che fino agli anni 50 continuarono ad uccidere i Fascisti della RSI scampati alla mattanza partigiana…

Dunque, se tanto dobbiamo a questi signori dal punto di vista del coraggio, se molti tributi meritano per avere difeso la Patria in una guerra senza speranza, poco o nulla dobbiamo loro per quanto riguarda l’ideologia.

Se questi signori fossero stati convinti delle loro idee politiche, avrebbero continuato a lottare anche nel dopoguerra per esse, invece di disperdersi in mille rivoli e finendo per sostenere loschi individui che predicavano idee esattamente contrarie a quelle del Fascismo… Ed avrebbero meglio istruito le nuove generazioni, risparmiandoci lo spettacolo odierno dei tanti “Fascisti alla Amatriciana” che danno prova della loro “fede” politica ruttando insulti dalle curve degli stadi, aggredendo extracomunitari incolpevoli, riempiendosi di birra ai concerti rock e metal, o magari rinnegando l’alleanza con la Germania Nazista per rincorrere la benevolenza dei tanti giudei nostrani…

E se tutto quello che sto scrivendo lo sospettavo ormai da anni, la conoscenza dell’ex combattente al quale accennavo poco sopra mi ha dato la certezza dei miei pensieri.

Cos’è accaduto? Presto detto. Di recente un anziano ex RSI ha contattato prima altri dirigenti MFL, poi il sottoscritto, per proporci di fare aderire tutto il gruppo denominato “Continuità Ideale” al MFL.

Ovviamente, la stragrande maggioranza degli esponenti di quella sigla, una volta interpellati, hanno detto di non saperne nulla, ribadendo la loro “apoliticità”… Apoliticità che esercitano continuando a leccare il deretano a certi badogliani come Luca Romagnoli, dato che alcuni dirigenti di questa sigla sono anche dirigenti di FT ed utilizzano i contatti che hanno con altri membri di C. I. per fare sfacciata propaganda alla Fiamma…

Ma non è questo il punto; ben poco ci interessano questi giovani personaggi che si nascondono dietro una sigla di reduci per non fare politica attiva, o per farla a favore di chi non ha alcun ideale da continuare… Speravamo di avere fatto, finalmente, breccia in qualche cuore di anziano Fascista… Ma i successivi contatti sono stati molto deludenti.

L’anziano Camerata, infatti, dopo avere fatto il nome di decine di reduci come lui pronti a schierarsi con il MFL, si arenava di fronte alla cosa più semplice, ovvia e scontata: tesserarsi… Tesseramento che, per gli ex RSI, è praticamente gratuito (richiediamo solo una quota – rimborso per l’abbonamento al giornale, ovvero, 15 € annui)!

Nonostante ciò, della decina di moduli di adesione rinviati all’anziano Camerata, non uno è ritornato al MFL compilato… Lui solo ha deciso di pagare l’abbonamento al giornale, ma senza richiedere la tessera! Alla faccia dei prodi Fascisti disposti a tutto… E noi che pensavamo che per un anziano reduce della RSI riavere in tasca una tessera che riproduce fedelmente quella in uso nel PFR avrebbe dovuto essere un onore!

Invece delle adesioni, mi giungeva dal’anziano reduce una proposta sconvolgente: “Perché non aderiamo tutti alla Destra di Storace? Storace è un Camerata che non ha mai tradito” (!)

Ecco, dunque, tutta la preparazione storico – politica dei Camerati della RSI: andare a destra per leccare il deretano ad uno squallido individuo che dal 1995 (anno di nascita di AN) al 2007 (anno di nascita della Destra) ha condiviso, senza mai protestare, tutte le scelte revisioniste e badogliane del suo capobastone Fini! E che se ne è andato da AN non per fedeltà al Fascismo, ma semplicemente perché non tollerava l’adesione di AN al PPE, essendo lui di destra e non di centro!

Già, proprio quello Storace che nominò fra i suoi vice più importanti l’ebreo torinese Roberto Salerno (che ben presto lo tradì per passare all’altro gruppuscolo filogiudaico denominato Fiamma Tricolore), e che fece una squallida apparizione alla trasmissione dell’ebreo Mentana, Matrix, rivendicando di essere stato lui il primo a correre in Israele per rendere omaggio al “popolo eletto” ben prima di Fini!

Ovviamente i contatti con l’anziano reduce si sono interrotti, così come le mie speranze di avere in futuro qualche reduce in grado di spiegare ai giovani cosa fu realmente il Fascismo.

Di gente che porta militanza ai traditori ne conosciamo fin troppa, inutile sentirne altra.

Ai nostri giovani penseremo noi, dandogli quella formazione politica e storica che nessun ex combattente della RSI è mai riuscito a dargli, neppure quando corpo e mente erano ancora sani e vigorosi.

Ci terremo come Maestri i soli Benito Mussolini ed Adolf Hitler, i quali hanno lasciato discorsi e scritti a sufficienza per eliminare ogni dubbio sulla natura e sulla prassi del Fascismo – Nazionalsocialismo.

Almeno dalle loro parole non leggeremo mai inviti ad aderire a formazioni giudaiche, ad abiurare e ad avversare con ogni mezzo quanti hanno il solo torto di difendere contro tutto e tutti l’ideale che avrebbe potuto civilizzare il mondo, ma che purtroppo è stato sconfitto militarmente proprio da certi “amici” di alcuni reduci RSI ed alcuni dirigenti di movimenti badogliani: massoneria, ebraismo internazionale, destra liberalcapitalista e comunismo!

Carlo Gariglio

www.fascismoeliberta.it

lunedì 10 gennaio 2011

Non dimentichiamo Alberto



Ci sono dei ragazzi in strada, ma gran parte della folla si è ormai dispersa. Hanno cantato la loro rabbia, quel giorno, per la strage di Acca Larenzia, che non sarà mai punita, nè ieri nè mai. Alberto sta camminando con un amico, discutono di problemi reali e attuali, come tutti i ragazzi di 17 anni. Non si accorgono che, da qualche minuto, un auto della Polizia li segue, li pedina. Poi un poliziotto scende. Prende con calma la mira. Spara. Alberto viene colpito alla testa, si accascia subito, rimane lì, in una pozza di sangue, mentre il suo assassino impedisce per venti lunghissimi minuti qualunque soccorso. Alberto muore due ore dopo in ospedale.

Non sembra vero, ai pennivendoli di regime, poter additare una ennesima vittoria contro l'antifascismo, contro quel ragazzo che viene descritto armato di una P38 e perciò pericolosissimo, messo in grado di non nuocere da un eroico poliziotto. Ci vorranno anni, tra connivenze politiche e vergognose omertà, per dimostrare che quella famosa P38 non è mai esistita, e Alberto è stato colpito alla nuca, quindi mentre dava le spalle al suo assalitore.

Alberto non verrà ricordato in nessun telegiornale, non ci sono edizioni speciali per lui, nessuna commozione. Vittima dello Stato, di questo Stato, vigliacco ed assassino.

Quanta paura fa la nostra idea? Quanto valiamo se solo per le nostre idee costringiamo la sbirraglia a starci col fiato sul collo, a manipolare prove, testimonianze, informazioni, per difendere i loro criminali?

Alberto marcia con noi, tra le nostre file. Hai visto, Alberto? I camerati non ti hanno dimenticato.

domenica 9 gennaio 2011

Alcuni proboemi con la posta elettronica

Avviso i miei lettori che in questo periodo, causa nuovo pc e nuovo sistema operativo, ho difficoltà con la gestione della posta - inclusa quella del Movimento - e con il controllo dei commenti che vengono pubblicati sul blog.

E' una situazione che spero sia più temporanea possibile, e per la quale Vi chiedo un poco di pazienza se non posso rispondere a tutti con velocità come facevo o cercavo di fare in precedenza.

Romanamente

venerdì 7 gennaio 2011

Sudditanza europea

Con un intervento ufficiale, l’Unione Europea ha deciso di non riconoscere la richiesta fatta da Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Lituania, Lettonia di introdurre il reato di negazionismo anche per coloro che negano i crimini comunisti, allo stesso modo in cui in Europa si può andare in galera per aver dubitato della verità ufficiale sulla seconda guerrra mondiale stabilita ed imposta dai vincitori.

Rileggere la Storia con la lente giudiziaria, lo sa bene chi da anni si batte contro le frottole e le gigantesche menzogne dei vincitori, non è mai un bell’affare. Ma lo è ancora meno quando, per non contraddire una lobby, quella sionista, che sostanzialmente detta tutte le linee guida dell’Unione Europea, si applicano due pesi e due misure proprio a scapito di chi, contrariamente a quanto si dice del presunto olocausto, gli orrori compiuti in nome dell’ideologia più satanica e più perversa della Storia, quella comunista, li ha sperimentati effettivamente sulla propria pelle con massacri, torture, carestie, deportazioni e gulag che hanno portato ad un numero di morti tale che, anche a voler prendere per vera la cifra dei sei milioni di morti ebrei per mano dei nazionalsocialisti, fanno rabbrividire “per eccesso”: cento, centoventi milioni di morti.

L’abbiamo detto tante volte, e giova ripeterlo: non bisogna mai giocare con le cifre, e non ridurre tutta la discussione storica sul Nazionalsocialismo ad una questione puramente numerica. Ma equiparare chi di morti si dice che ne abbia fatto sei, con chi sappiamo effettivamente averne fatto più di cento, sarebbe stato un atto minimo di coerenza.

Che non anima l’Unione Europea, se è vero, come è vero, che la innominabile lobby detta legge in ogni campo. E così, proprio mentre sono sempre di più le voci che testimoniano come tutta la storiografia ufficiale sul Nazionalsocialismo, sulla seconda guerra mondiale e sull’olocausto sia basata esclusivamente su menzogne, o su documenti manipolati quando non addirittura inventati, e come sia ampiamente da revisionare, sono sempre più le testimonianze storiche che dimostrano con incredibile chiarezza come, se proprio di male assoluto si deve parlare, quello può essere sintetizzato con il nome di “comunismo”.

Ma per la innominabile lobby niente deve poter essere equiparato al male per eccellenza. Come si poteva pensare che una lobby che riesce a far incarcerare dei semplici scrittori di libri, o anche più semplicemente dei semplici librai (Pedro Varela docet) che hanno avuto il solo torto di venderli, certi libri, e che ha bisogno, per tenere vivo e acceso il dogma olocaustico, di sempre nuove campagne di intimidazione e di manipolazione totale dell’opinione pubblica, che una lobby del genere, dicevo, sarebbe stata in silenzio davanti al “pericolo” che qualcosa oscurasse il dogma? Una cosa sono sei milioni di ebrei uccisi dal Nazionalsocialismo, ed è un dato di fatto, un dogma che diventa insindacabile per legge, pena la perdita delle proprie libertà individuali e una campagna di stampa crudele e demonizzatrice condotta dai mass media, sempre in potere della innominabile lobby; un’altra sono dei crimini veri ed accertati, ma che rischiano di togliere la patente di male assoluto a quegli altri e conseguentemente il potere ricattatorio e di intimidazione con il quale un ben identificabile gruppo di potere ha edificato le proprie fortune politiche, storiche, economiche.

Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Lituania, Lettonia hanno conosciuto sulla propria pelle i crimini brutali, indicibili e terribili del crimine comunista. Ma per l’Unione Europea, e per chi la manovra dietro le quinte, dovranno restare crimini di serie B.

giovedì 6 gennaio 2011

Noi non dimentichiamo (Acca Larentia, una strage di Stato)





Non dimentichiamo Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta, Stefano Recchioni, uccisi dagli assassini comunisti, da questo Stato, e dai politici collusi e vigliacchi che da più parti hanno applaudito la mattanza.

I Fascisti non dimenticano i loro soldati caduti. Camerati Franco, Francesco e Stefano: presenti!

sabato 1 gennaio 2011

Note sulla morte di un soldato

Pubblichiamo qui di seguito lo scritto dell'amico e camerata Ettore Marano relativo alla tragica notizia del Caporal Maggiore Matteo Miotto, tragicamente morto in Afghanistan.

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Lasciando perdere le prefiche ipocrite che piangeranno, simili a coccodrilli o alligatori, la morte di chi hanno spedito a crepare mentre loro se ne stavano tranquilli a casa, solo per cupidigia di servilismo verso gli USA, ho da dire qualcosa su certi ragionamenti che sento...

Intanto a chi dice che Miotto era andato, come gli altri caduti in Afghanistan solo per soldi...( a parte il fatto che preferisco questa giustificazione a quella sono andati lì a portare la democrazia...) Mi viene da dire "allora?". Come diceva Nietszche, non c'è nulla di disonorevole nello scegliersi il pericolo come mestiere...

Solo che pur essendo la canzone il Mercenario di Lucera, specie nella versione degli SFS, una delle mie canzoni preferite, non penso che Bob Denard Steiner ed altri a cui come guerrieri faccio tanto di cappello siano stati dei Patrioti o dei difensori della razza bianca o dell'Occidente contro il Comunismo. Signori è morto un guerriero, non insultiamo la sua morte dandogli motivazioni patriottiche, che non ci sono...

Quindi adesso freddamente dobbiamo vedere quale può essere l'evoluzione dell'esercito Italiano, in questi ultimi tempi. Ovviamente l'aver fatto dell'esercito di leva un esercito di mestiere, ha portato benefici sul campo dell'efficienza.

Questo devono dircelo meglio dei camerati che sono ancora nell'esercito.

E che non dobbiamo allontanare, considerandoli tout court ascari degli USA, anche se è il ruolo che purtroppo occupano.

Sicuramente si sta formando uno spirito di corpo, specie fra coloro che sono in missioni agli esteri e che quando torneranno potranno essere equiparati agli ex-combattenti. Ora, storicamente, camerati, non vi ritornano alla mente alcune situazioni? Quando questo stato, questa repubblica, come è usanza di tutte le democrazie, si dimostrerà ingrata con loro,( ed è normale in quanto una democrazia diffida sempre di coloro che usan le armi, nelle trincee puo' formarsi un rude socialismo, non una democrazia parlamentare!) magari negandogli quei quattro soldi che erano per le loro famiglie, oppure perchè li processeranno, presi da sussulti moralistici , per ciò che avranno dovuto eventualmente fare, ( signori la guerrra è guerra, ed i soldati italiani non fanno lì le dame di San Vincenzo, checchè ne dicano i pennivendoli!), quale sarà la reazione dei soldati? Non sarà vicina alla reazione dei reduci italiani del 1918, dei Freikorps, oppure andando ad un esempio "democratico" alla reazione dei soldati francesi durante le ultime fasi della guerra d'Algeria. Se ci consideriamo rivoluzionari, per me sarebbe cretino, alienarsi gente che le armi, necessariamente, le sa usare...Deve essere la nostra una propaganda mirante a spiegare loro che i loro capi non meritano il loro sacrificio, il loro valore, la loro dedizione.

Guardate un po' che strano camerati, mentre scrivevo questa nota mi è arrivata in e-mail un articolo che in un suo commento il caporalmaggiore Miotto, di Thiene, aveva mandato il 4 novembre c.m.

Voglio ringraziare a nome mio, ma soprattutto a nome di tutti noi militari in missione, chi ci vuole ascoltare e non ci degna del suo pensiero solo in tristi occasioni come quando il tricolore avvolge quattro alpini morti facendo il loro dovere. Corrono giorni in cui identita’ e valori sembrano superati, soffocati da una realta’ che ci nega il tempo per pensare a cosa siamo, da dove veniamo, a cosa apparteniamo. Questi popoli di terre sventurate, dove spadroneggia la corruzione, dove a comandare non sono solo i governanti ma anche ancora i capi clan, questi popoli hanno saputo conservare le loro radici dopo che i migliori eserciti, le piu’ grosse armate hanno marciato sulle loro case: invano. L’essenza del popolo afghano e’ viva, le loro tradizioni si ripetono immutate, possiamo ritenerle sbagliate, arcaiche, ma da migliaia di anni sono rimaste immutate. Gente che nasce, vive e muore per amore delle proprie radici, della propria terra e di essa si nutre. Allora riesci a capire che questo strano popolo dalle usanze a volte anche stravaganti ha qualcosa da insegnare anche a noi.” Camerati, vi sembra questa la lettera, vi sembra questo il modo di pensare di un ascaro?Quest'uomo poteva essere un ottimo militante nazionalrivoluzionario, perchè ne aveva tutte le potenzialità!!

Non commettiamo l'errore dei marxisti italiani, quando nel 1919, si alienarono, sputando addosso ai reduci, gli unici che la rivoluzione avrebberopotuto farla, e sotto la guida del Fascismo l'hanno fatta, sul serio!