lunedì 31 luglio 2017

I famosi lavori che gli italiani non vogliono fare: schiavi, sottopagati e senza malattia



Solo gli imbecilli o coloro in malafede (o coloro che sono entrambe le cose) non vedono come l’invasione di parassiti che quotidianamente si riversano sulle nostre coste altro non sia se non una moderna forma di schiavismo esercitata primariamente sulla pelle degli italiani e, secondariamente, sulla pelle dei presunti migranti, i quali altro non sono se non parassiti che pretendono di venire qui ad usufruire di quei diritti e di quelle conquiste che le loro civiltà non sono state capaci di guadagnare da se.

Ciò è talmente evidente che, ormai, i moderni schiavisti non si preoccupano nemmeno più di usare parole accattivanti, che si richiamano agli ideali di accoglienza e di fratellanza, ma utilizzano un messaggio ben più netto e chiaro: 

“Ragazzi gentili, generosi, con un’ottima resistenza fisica e che non avanzano alcuna pretesa dal punto di vista retributivo, professionale o di turnazione. […] Capiscono e parlano italiano ed inoltre sono iscritti a Garanzia Giovani Veneto, oltre che al centro di impiego. Il progetto Garanzia Giovani dà la possibilità alle aziende di assumere i ragazzi tramite un contratto di stage (per la durata minima di 3 mesi) con una retribuzione di 400 euro al mese. Già alcuni dei nostri ragazzi sono stati inseriti in aziende del territorio. Hanno tutti i documenti in regola per lavorare (permesso di soggiorno e codice fiscale)”.

Questo è il testo di una lettera di posta elettronica che una azienda veneta si è vista recapitare da parte della Nova Facility, cooperativa rossa che in provincia di Treviso gestisce alcune centinaia di clandestini. 

Ecco, finalmente, svelati i famosi lavori che gli italiani non vogliono più fare: sottopagati a 400 euro al mese, non rompono le scatole con ferie, permessi, malattie, e quisquiglie varie che nel mercato del capitalismo rampante sono sempre più un peso.

In un Paese civile si prenderebbe atto di ciò e si procederebbe non dico a qualche sana fucilazione – ché sarebbe chiedere troppo – ma quantomeno qualche magistrato degno di questo nome accantonerebbe la solita inchiesta su qualche ragazzino che fa il saluto romano dentro un cimitero per dedicarsi ai moderni schiavisti che, oggi come ieri, hanno il fazzoletto rosso.

mercoledì 26 luglio 2017

Novità dalla Sardegna



La federazione sarda di Fascismo e Libertà si espande: dopo il camerata Maurizio Atzori, nominato responsabile per la Provincia di Carbonia-Iglesias, diamo il benvenuto alla camerata Alessandra Pilloni, responsabile per la Provincia di Oristano.

La camerata Alessandra non curerà solo l’attività del Movimento nell’oristanese, ma, per la prima volta da quando questo blog è stato aperto – vale a dire dieci anni fa – parteciperà attivamente anche alla gestione di questo blog. Oltre a me potrà dunque pubblicare i suoi interventi e articoli, avvalendosi di questo spazio che fino ad ora è sempre stato unicamente mio, ma che da ora in poi condividerò piacevolmente con lei, essendo stato colpito dalla sua serietà e dal suo modo di scrivere, che, non ho dubbi, apprezzerete anche voi.

Detto più semplicemente: da questo momento in poi, oltre all’etichetta “Andrea Chessa” che compare sotto ogni articolo scritto da me (con l’eccezione, quindi, di quelli che riprendo da altri siti o scritti da altri), troverete anche l’etichetta “Alessandra Pilloni”, quando gli articoli saranno scritti dalla stessa Alessandra. 

Questo permetterà al blog di non dipendere più solo ed esclusivamente dai miei tempi (il che significava non pubblicare articoli sul blog quando ero impossibilitato a scrivere) ma di essere più costante nella pubblicazione degli articoli ed anche di essere più vario, imprimendo quindi un ritmo più allegro.

Nobis.

lunedì 10 luglio 2017

Gianni Scarpa e lo stabilimento fascistissimo: voi siete più ridicoli di lui



Diversi anni fa il comico italiano Corrado Guzzanti prendeva in giro i fascisti e la loro spinta colonizzatrice con lo spettacolo “Fascisti su Marte”. Oggi ci pensano gli stessi Fascisti, o presunti tali (quelli che il mio Segretario Nazionale, Carlo Gariglio, ha ormai etichettato definitivamente come “fascisti all’amatriciana”), a fare i buffoni. E, diversamente da Guzzanti, che almeno era bravo e divertente, questi qui non fanno ridere nemmeno un po’.

Facebook – che ritengo utile almeno per sondare, molto genericamente, dove si muove la nostra corrente – è tutta in visibilio per il gestore di uno stabilimento balneare di Chioggia che, come riportato da diversi giornali nazionali, ha trasformato la sua attività in una sorta di museo del Fascismo: all’ingresso un grande cartello che precisa: “Qui vige il regime! Non rompete i c….!”; più avanti si precisa: “Servizio solo per i clienti, agli altri manganello sui denti!”; foto del Duce più o meno dovunque; proclami mussoliniani sparati dagli altoparlanti dello stabilimento; declamazioni di questo tenore: “Mi fa piacere vedere che voi clienti non siete come l’altro 50% della merda che c’è in giro e che andrebbe eliminata dalla faccia della terra”; e via dicendo.

Ora, sorvoliamo sulla rabbia bavosa degli antifascisti in servizio permanente ed effettivo. Il questore di Venezia, con la DIGOS, ha già effettuato un sopralluogo per la chiusura dello stabilimento. Nel recarsi sul posto, ovviamente, non ha notato le decine e decine di clandestini che vendono merce taroccata lungo tutto il percorso degli stabilimenti balneari, ma tant’è…

Quello che veramente infastidisce il sottoscritto è la reazione di coloro che dovrebbero appartenere al nostro mondo: sono tutti orgogliosi del gestore dello stabilimento, tutti lo omaggiano e finanche lo idolatrano, tutti lo sostengono. Non so se l’entusiasmo che coglie i fascisti all’amatriciana anche davanti all’ultimo dei saltimbanchi sia più ingenuo o più stupido.

Davvero vi esalta lo stabilimento balneare di un megalomane dove l'idea Fascista viene derubricata in un grande circo Barnum con tanto di cartello "Camera a gas" per indicare la zona caldaia? Davvero pensate che queste buffonate, dove uno svitato si mette su una passerella di legno con le braccia sui fianchi e il mento verso l’alto imitando il Duce, possano fare bene alla Nostra Idea?

Siete ridicoli quanto e più di lui.

venerdì 7 luglio 2017

Vertice di Tallin: l'ennesimo schiaffo in faccia per l'Italia



Il vertice di Tallin, dove il governo italiano sperava di ricevere qualche pacca sulle spalle, si è risolto in sonori calci in faccia. 

Nelle parole del Ministro dell’Interno Marco Minniti c’è tutta la faccia di bronzo di un governo che non si sa se sia più incapace o più criminale nel gestire il dramma dell’invasione che l’Italia subisce ormai da qualche anno ad opera di genti stranieri che vedono nel nostro Paese una terra di conquista.

“I ministri dell’Interno Ue hanno raggiunto un accordo sulla necessità di accelerare il lavoro collettivo nell’attuazione delle seguenti azioni prioritarie per ridurre la pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo centrale e rafforzare il sostegno all’Italia: aumentare l’impegno per la Libia e altri Paesi terzi chiave; rivedere e coordinare meglio le operazioni di search and rescue (codice condotta ong); e i rimpatri”.

È un insieme di belle promesse ma, nei fatti, nulla è stato fatto. Mentre Minniti afferma che “sulla chiusura dei porti ci sono posizioni contrastanti” le posizioni, invece, sembrano essenzialmente due: da una parte l’Italia, che continua con la scellerata politica dell’invasione (è stato arruolato anche il cazzaro Tito Boeri, Presidente dell’INPS, che solo fino a qualche mese fa rassicurava sulla tenuta dei conti e ora grida alla tragedia se non verranno altri immigrati a pagarci le pensioni); dall’altra tutti gli altri Stati europei – con in prima fila Francia, Spagna e Austria (che ha addirittura schierato l’esercito ai confini dell’Italia per impedire che dal nostro Paese i clandestini possano passare nel loro) – che cercano, come è giusto che sia, di difendere i propri confini. Perfino Macron, fino a qualche giorno fa idolo della sinistra liberista e erasmiana e fancazzista, ha candidamente affermato che la difesa dei confini francesi on è in discussione. Più chiaro di così.

Che cosa ha portato a casa, l’Italia? Il minimo sindacale: elenchi dell’equipaggio delle ONG e obbligo di rendere pubblici i finanziamenti alle ONG. La prima cosa ci pare il minimo; la seconda ci si dimentica di ricordare che è già legge, grazia ad una proposta di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

Sembravano cose scontate che si dovesse sapere nome e cognome degli scafisti internazionali e come prendono i soldi. Scopriamo, invece, che non lo è.

Uno Stato forte, che abbia a cuore la difesa dei propri confini, prenderebbe atto di ciò che è lampante ed evidente: che la strategia europea in tema di immigrazione ha fallito e che l’Italia sta pagando il prezzo più alto di tutti. Vista sola, un governo forte difenderebbe le frontiere nell’unico modo possibile: con le armi.

L'emergenza migranti va vista per quello che è: un atto di guerra contro il nostro continente e l'Italia.

Affondare i barconi, imporre la legge marziale in territorio marittimo italiano, minare con bombe marine le rotte dei trafficanti, confiscare le navi delle ONG ed arrestare tutti gli appartenenti alle stesse, internare in appositi campi ed espellere tutti gli irregolari, eseguire incursioni nei porti libici per distruggere i gommoni.

Tutto il resto sono stronzate. O vertici di Tallin.

giovedì 6 luglio 2017

La terra Le sia lieve, Doddore



La Sardegna ha perso un uomo. Un uomo vero. Un uomo che – a prescindere dalle sue idee, condivisibili o meno (e per noi non lo erano e non lo sono, essendo la Patria una, sacra e indivisibile) – ha avuto il coraggio di lottare e di morire fino alla fine per quello in cui credeva. Senza che nessuno sottoscrivesse alcuna petizione per lui, senza che nessun giornalista si mobilitasse per le sue istanze, senza alcun comitato di opinione come se ne sono formati tanti (per difendere l’assassino di bambino Achille Lollo, per esempio, si mobilitarono addirittura quei fiancheggiatori di criminali che rispondono al nome di Franca Rame e di Dario Fo).

È morto da solo, Doddore Meloni, ed ha avuto il coraggio di fare quello che un altro politico ben più esperto di scioperi della fame (rivelatisi sempre più o meno fasulli, come fasullo era il personaggio che li faceva) non ha fatto mai, preferendo lo spettacolo alla coerenza: andare fino in fondo. 

Doddore Meloni – fiore all’occhiello dell’indipendentismo sardo – è morto a causa dello sciopero della fame condotto contro questo Stato che egli vedeva come straniero, come usurpatore, e aveva avuto il coraggio di colpirlo, questo Stato, dove gli fa più male: “Non si pagano le tasse agli stranieri”. Avevano provato a piegarlo già quarant’anni fa per il suo (forse maldestro) tentativo di avvicinamento a Gheddafi, avevano provato a silenziarlo quando aveva occupato l’isola di Malu Entu, davanti ad Oristano, con tanto di comunicazione di indipendenza inviata alle autorità italiane. Fino a quel momento, tutto era stato più o meno passabile. Ma sulle tasse no. Sulle tasse lo Stato non scherza. Per farlo pagare lo avevano inseguito addirittura con diverse volanti, lui sulla sua Panda rossa e quegli altri dietro con lampeggianti e sirene. 

Doddore stava antipatico un po’ a tutti noi perché ha avuto il coraggio, lui con quella sua ostinata testardaggine tipicamente sarda, di metterci crudelmente davanti alle nostre mancanze, ai nostri limiti, alle nostre debolezze: il coraggio di andare fino in fondo, di resistere, anche quando tutto crolla, anche quando la nave si sta inabissando definitivamente. Chi di noi ha mai avuto quel coraggio? Chi di noi avrebbe il coraggio di fare come lui, lasciarsi morire di fame per ciò in cui si crede?

Aveva forse torto, Doddore? Non è forse vero che questo Stato è ormai diventato estraneo, per non dire nemico, ai suoi stessi cittadini? Uno Stato che tartassa al 70% le piccole imprese, che chiude gli ospedali, che insegue gli anziani per arretrati di 30 euro, che esporta laureati e importa fancazzisti africani: può considerarsi legittimo? Uno Stato che condona ad un pilota di motociclismo l’evasione di decine di milioni di euro, che permette la permanenza delle multinazionali e dei loro paradisi fiscali grazie ai quali non pagano le tasse, e che poi insegue con volanti e gazzelle un signore in Panda per qualche migliaio di euro: può considerarsi giusto?

Saint-Paulien, nel suo “I leoni morti” in cui ricordava l’eroica, disperata e tragica difesa di Berlino da parte degli ultimi reparti europei fedeli al Terzo Reich, scrisse: “Ciò che conta in guerra non sono i semplici uomini, ma l’uomo come soldato capace di difendere fino in fondo un brandello di terra o, all’estremo, un brandello di idea”. 

La Sardegna perde per i più un politico, per altri un indipendentista, per me un uomo ed un soldato. A prescindere da tutto, anche dalle sue idee, che non ho mai sostenuto.

La terra Le sia lieve, Doddore.