mercoledì 30 marzo 2011

Schiaffi giustificatissimi e meritatissimi

Chi avrà letto l’articolo di ieri sull’edizione internet del Corriere della Sera (che ripropongo a questo indirizzo http://www.corriere.it/editoriali/11_marzo_29/schiaffo-ingiustificato-venturini_5e9883b8-59c3-11e0-b755-6c1c80e280c5.shtml) avrà sicuramente già capito il senso di ciò che sto per scrivere.

Che cosa è accaduto in questi giorni? Due avvenimenti importanti, che ci fanno capire che, se prima l’Italia aveva un ruolo decisamente marginale, ora è totalmente ininfluente.

Il primo in ordine di tempo. Due giorni fa Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania si sono riuniti in videoconferenza per discutere dell’aggressione militare (poiché in altro modo non può essere definita) alla Libia. Grande esclusa, si capisce da se, è l’Italia. Questo avvenimento non può essere visto altrimenti se non come un vero e proprio insulto diplomatico; a maggior ragione se si pensa che l’Italia si è impegnata completamente al fianco degli alleati, ha il comando delle operazioni navali, è la più direttamente esposta nei confronti dello Stato nordafricano e sta già cominciando a pagarne le conseguenze nei termini di una vera e propria invasione di extracomunitari. E, ancor di più, appare evidente tale smacco se si pensa che la Germania, che non ha voluto impegnarsi sul fronte di guerra libico, è stata invitata alla conferenza. Cioè: la Germania, che con la crisi libica c’entra poco e nulla, fa la ospite d’onore; noi, che siamo in prima linea, veniamo esclusi.

Il secondo avvenimento è ancor più recente. Il Ministro degli Esteri israeliano con delega alla colonia Italia, Franco Frattini, non verrà ricevuto dal Segretario di Stato Americano, Hillary Clinton, che ha fatto sapere al nostro eroe di non avere niente di importante da dirgli. Frattini dovrà accontentarsi di Uruguay e Argentina.

In soli due giorni l’Italia riceve due importantissimi ceffoni, che ci fanno capire come la reputazione italiana all’estero sia stata completamente cancellata. C’entreranno qualcosa i doppiogiochismi e le ambiguità tipicamente italiche che hanno caratterizzato la diplomazia italiana alla vigilia del nostro intervento militare in Libia? Non avrà aiutato di certo.

Questi due sgarri gravissimi che umiliano il nostro Paese all’estero, e che la stampa nostrana non ha minimamente ripreso se non in qualche minimo accenno, secondo quelli del Corriere della Sera sono ingiustificati. Balle. Non lasciamoci andare a rivendicazioni nazionaliste da quattro soldi. Sono schiaffoni giustificatissimi e meritatissimi. Perché quando ti comporti da servo, senza un minimo di dignità e di autonomia, accettando supinamente qualunque decisione che ti venga imposta, anche la più drammatica, senza protestare nemmeno un po’, finisci per fare schifo perfino al tuo padrone.

domenica 20 marzo 2011

Libia: comunque vada sarà un insuccesso

Se l’esecutivo e il governo italiano si fossero sforzati e applicati al massimo, probabilmente non sarebbero riusciti a trovare un modo più disastroso e umiliante per “celebrare” indegnamente i 150 anni dell’Unità d’Italia, reso disgustoso già di per se da chi fino a poco tempo fa era al soldo di Mosca e ora si auto qualifica addirittura “patriota”.

Bersani, a cui evidentemente manca anche il più piccolo senso del ridicolo, ha recentemente riaffermato che “l’Italia nelle questioni della Libia” deve essere protagonista; come per dire: vediamo se i nostri padroni danno qualche briciola anche a noi. Tutti uniti, destra e sinistra, a consumare la vergogna.

Poveri illusi! Pensare che dopo che americani, inglesi e francesi avranno raso al suolo la Libia si sentiranno in dovere di condividere un po’ della loro ricchezza con noi, è da idioti o vigliacchi. Oppure entrambe le cose. Così come lo è pensare che la guerra di Libia venga fatta per ragioni umanitarie, per “aiutare i libici a sbarazzarsi di Gheddafi”, per riportare la democrazia, per venire in soccorso del popolo libico. La nuda e cruda verità è che se le varie nazioni belligeranti agiscono ciascuna secondo i propri interessi (mi auguro ci sia il tempo per esaminarli in futuro), chi ha agito contro se stessa è proprio l’Italia.

È innegabile che la Libia fosse, fino a poco tempo fa, un partner strategico e fondamentale per il nostro Paese. Tantissime imprese lavoravano in Libia, prime fra tutte la Impregilo e la Eni, con conseguenti guadagni per gli affari italiani, che erano riusciti a rendere la Libia un collaboratore privilegiato. Noi, e non solo noi, avevamo anche parlato di una certa malcelata irritazione negli ambienti americani e d’oltreoceano per il fastidio creato dalla politica energetica ed estera dell’Italia che, seppur timidamente, si era comunque mossa verso una certa indipendenza e intraprendenza. Ed ecco che gli Stati Uniti e i loro lacchè approfittano di una insurrezione contro Gheddafi (non si sa ancora da chi pagata né da chi voluta) per intervenire nuovamente nelle beghe di un Paese straniero, con il quale l’Italia faceva affari di grandissima importanza e con il quale era stato addirittura firmato un importantissimo trattato (di cui scriveremo a breve) che l’Italia ha disatteso.

Il comportamento del nostro Paese, come al solito nella nostra Storia, è stato dettato dal solito doppiogiochismo e arrivismo. L’Italia, le settimane precedenti, è rimasta a guardare, prudentemente in attesa degli eventi. Prima Berlusconi aveva affermato che non era il caso di intromettersi nei problemi di Gheddafi, come a dire: risolveteveli voi. Poi Maroni si era addirittura spinto a dire ad Obama di darsi una calmata, di frenare i suoi bollenti spiriti per il solito intervento umanitario in un Paese estero. Poi Frattini aveva affermato che l’Italia doveva intervenire a fianco dell’ONU. Ma solo quando è stato ben chiaro che l’ONU doveva intervenire, e che le cose per Gheddafi non si mettevano benissimo. Quindi ben venga la pugnalata alla schiena contro Gheddafi!

Con il quale, giova ricordarlo, l’Italia aveva firmato un trattato di cooperazione e di non aggressione nel 2009. Tra gli obblighi che i due Stati avevano contratto reciprocamente citiamo quello che riconosce l’
«uguaglianza sovrana, nonché tutti i diritti ad essa inerenti compreso, in particolare, il diritto alla libertà ed all’indipendenza politica» e l’astenersi da «qualsiasi forma di ingerenza diretta o indiretta negli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell’altra Parte». L’Italia, quindi, avrebbe dovuto rispettare le norme di quel Patto, e non dichiararlo sospeso. I Patti si mantengono, e non si sospendono a seconda di come gira il vento.

Chi ha studiato la Storia non può non provare un senso di déja-vu. Il sottoscritto pensa immediatamente alla prima guerra mondiale quando, alleati degli austriaci, passammo con un accordo segreto dall’altra parte, tanto che i soldati nemici, quando ruppero le difese di Caporetto, lo fecero proprio gridando “Morte ai traditori”. Come dargli torto? E non si può non pensare, ovviamente, alla seconda guerra mondiale quando, caduto il governo di Benito Mussolini, il massone e traditore Badoglio si affrettò a passare bagagli e burattini alla controparte americana, mentre solo fino al giorno prima continuava a chiedere rinforzi ai tedeschi, dicendosi di voler continuare la guerra a fianco dell’alleato germanico. Ora, con Gheddafi, le cose si ripetono.

Certo, certo… chi scrive non ha particolari simpatie per il beduino Gheddafi, trattato con troppi onori dal governo italiano. Ma ne ha ancora meno per chi, vigliaccamente, cerca di salire sul carro del vincitore indipendentemente da qualunque considerazione di ordine politico (infrangendo il Trattato di cooperazione del 2009 che ci vincolava ad obblighi precisi con la Libia), morale ed economico (gli interessi dell’Italia in Libia).

L’Italia era vincolata da precisi obblighi nei confronti della Libia, e avrebbe dovuto astenersi da qualunque intervento contro questa, anche negare le basi agli aerei con contrassegno ONU che, stando alle prime indicazioni che arrivano dai fronti di guerra, cominciano a mietere le loro “democratiche” vittime tra donne e bambini. Tutti gli altri Stati non esitano, quando sono in gioco i loro interessi, ad agire di conseguenza. Perché gli unici che devono mostrarsi sempre e comunque mansueti e docili ai diktat dell’ONU dobbiamo essere noi?

Delle due l’una: o il Trattato di Cooperazione si infrange senza se e senza ma, e allora si entra in guerra insieme agli altri eserciti dell’ONU (chissà, magari ci saremmo tolti qualche soddisfazione contro il beduino), oppure si tiene fede agli impegni presi. E invece l’Italia cosa fa? Quello che sa fare meglio, ovviamente: cerca di mantenere in piedi i due staffe. Cioè: non si impegna direttamente sul fronte di guerra, ma permette che dalle proprie basi partano gli aerei ONU.

E quindi le conseguenze saranno essenzialmente due, l’una escludente l’altra. Se gli americani si impiantano stabilmente in Libia sarà molto difficile, per l’Italia, ritrovare quegli spazi di indipendenza politica ed energetica che eravamo riusciti faticosamente a guadagnarci: l’avarizia e la ferocia a stelle e strisce la conosciamo bene. Se Gheddafi, cosa molto improbabile, riuscirà a riprendere in mano la situazione, non ci perdonerà di aver fornito il nostro spazio aereo e le nostre basi militari agli aerei che hanno invaso e bombardato il suo Paese.

Comunque vada per l’Italia sarà un insuccesso.

venerdì 18 marzo 2011

In troppi dimenticano il Regno di Sardegna

Riportiamo questo interessantissimo articolo di ieri apparso sull'Unione Sarda, di Francesco Cesare Casula.

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Francesco Cesare Casula

M i piacerebbe vedere la reazione di Giorgio Napolitano se venisse a sapere che è il trentottesimo Capo dello Stato oggi chiamato Repubblica Italiana, ieri Regno d'Italia, avantieri Regno di Sardegna, nato a Cagliari-Bonaria il 19 giugno 1324 e pregnato per 537 anni dal sangue e dal sudore dei sardi.

Mi piacerebbe vedere la reazione di Umberto Bossi se venisse a sapere che il Po, "linfa vitale che percorre la Padania", al tempo del Risorgimento era un fiume della Sardegna. Lo dicono i libri scolastici degli Stati preunitari.

Mi piacerebbe vedere la reazione degli abitanti di Reggio Emilia se venissero a sapere che il loro Tricolore non è la bandiera italiana. La bandiera tricolore italiana è la seconda bandiera dello Stato sardo, dopo quella dei "Quattro Mori", disegnata e realizzata dall'intendente Bigotti il pomeriggio del 26 marzo 1848 per ordine del Consiglio dei Ministri sardo. Il documento è agli atti del Ministero di Guerra e Marina dell'allora Regno di Sardegna.

Mi piacerebbe vedere la reazione di Roberto Maroni, attuale Ministro dell'Interno, se venisse a sapere che i Prefetti, funzionari importantissimi dello Stato, non sono stati istituiti a Milano nel 1802, secondo le solenni celebrazioni del presunto bicentenario, ma a Cagliari il 4 maggio 1807. Abbiamo in Archivio l'editto di fondazione firmato nel Palazzo Regio di Castello dal re Vittorio Emanuele I di Sardegna.

Mi piacerebbe vedere la reazione dei torinesi se venissero a sapere che la capitale dello Stato che ha condotto il Risorgimento italiano non era Torino ma Cagliari fino 1861. Torino era la residenza preferita dai Savoia, e divenne capitale provvisoria dello Stato soltanto dal 1861 al 1865.

Mi piacerebbe vedere la reazione di Roberto Benigni - che al Festival di Sanremo non ci ha mai nominato - se venisse a sapere che fino alla domenica mattina del 17 marzo 1861 tutta l'Italia era Sardegna e che tutti gli italiani erano sardi. Lo dicono i plebisciti di annessione al Regno sardo del Lombardo-Veneto, della Toscana, di Parma e Modena, delle Romagne e del Regno delle Due Sicilie.

Mi piacerebbe vedere le reazione di tutti i risorgimentalisti, se venissero a sapere che Mazzini e Garibaldi erano cittadini sardi a tutti gli effetti, con passaporto sardo, ubbidienti o ribelli alle leggi sarde (Garibaldi fu perfino condannato a morte dal Regno sardo).

Mi piacerebbe vedere la reazione di Giuliano Amato, presidente del Comitato per le celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d'Italia - che alla Sardegna non ha dato un euro - se venisse a sapere che la sedicesima statua sul frontone dell'Altare della Patria a Roma rappresenta la Sardegna "… la quale - dice l'enciclopedia on-line Wikipedia - porta lo scettro e una corona in mano per ricordare che le battaglie che portarono all'unità e alla indipendenza d'Italia partirono proprio dal Regno di Sardegna e che tanti Sardi, fin dall'inizio, combatterono durante il Risorgimento. La corona è generosamente tenuta in mano e non sulla testa per ricordare che dal Regno di Sardegna nacque il Regno d'Italia".

(L'unione Sarda 17/03/2011)

giovedì 17 marzo 2011

lunedì 7 marzo 2011

Tassa sul contante: un altro passo verso il Nuovo Ordine Mondiale

La maggior parte dei lettori, probabilmente, saprà già quello di cui sto per parlare. La notizia, abbastanza recente, è che diversi istituti di credito e bancari hanno imposto a tutti i loro correntisti una soprattassa per l’utilizzo del denaro contante. Chiunque si rechi allo sportello a ritirare dei soldi liquidi, insomma, dovrà pagare una somma aggiuntiva di tre euro. Come se non bastassero i balzelli e i costi elevatissimi (molto al di sopra della media europea) che le banche italiane richiedono agli italiani per amministrare i loro soldi. Perché, bisogna ricordarlo, i soldi sono proprio degli italiani. Un conto è pagare una banca per la “gestione” (quando non vera e propria speculazione) del proprio denaro, un’altra è pagare per l’utilizzo dello stesso. Perché dovrei pagare per utilizzare i “miei” soldi?

Due buone notizie, se vogliamo provare a vederla dal lato buono. La prima è che non tutti gli istituti di credito hanno adottato tale politica. La seconda è che diverse associazioni di consumatori si stanno attivando per cercare di contrastare quella che si teme possa diventare una vera e propria prassi.

Ma, a parte l’aspetto puramente economico del nuovo balzello, mi sembra che ci sia un’altra questione, se vogliamo molto più importante, che non va assolutamente trascurata.

Come abbiamo più volte denunciato, riteniamo che sia abbastanza palese ed in fase di attuazione la creazione di quello che viene chiamato Nuovo Ordine Mondiale: una sorta di Grande Fratello orwelliano, molto più potente ideologicamente e tecnologicamente di quello descritto dalla penna dello scrittore, che mira a trasformare i cittadini in sudditi, governati da un unico governo (i vertici della massoneria nera ed occulta mondiale e mondialista), con un’unica moneta; un sistema in cui ogni nostro movimento può essere spiato, registrato, analizzato ed eventualmente represso per fini più o meno nobili da un unico centro di potere che tutto controlla e tutto decide su una massa amorfa di sudditi drogati dalla droga, pedopornografia, dipendenza tecnologica e mass media corrotti e conniventi capaci di annullare il nostro senso critico.

Non c’è dubbio che l’imposizione del balzello di tre euro rappresenti un forte ostacolo per chi, come il sottoscritto, ha sempre preferito il contante ai pagamenti elettronici e via internet, proprio in virtù dell’anonimato che garantisce rispetto ad una transazione in rete (magari su Ebay od altri siti di commercio elettronico) di cui rimane traccia.

Comprare un telefono cellulare con i contanti è una cosa: davanti al negoziante si è semplicemente presentato un ragazzo che ha scelto quel telefonino, lo ha pagato ed è uscito dal negozio. Comprare lo stesso prodotto da internet ha invece ben altre implicazioni: risulta che in tale data, a tale ora, è stato effettuato questo ordine da una utenza ben precisa, con un numero di carta mediante il quale si può rintracciare facilmente il proprietario, che ha un determinato nome e cognome, abita in tale via, prima di questo acquisto ha effettuato altri acquisti in questi giorni e in queste date, e così via…

Insomma: se non ci stanno ancora impedendo di usare i contanti, per adesso, stanno quantomeno cercando di rendere la cosa molto complicata e seccante, con un occhio di riguardo alle loro tasche. L’utilizzo del commercio elettronico avrà anche indubbi vantaggi (l’abbattimento dei costi, l’immediatezza dell’ordine effettuato, la sicurezza garantita dai grossi circuiti internazionali di movimentazione di denaro) ma è senza dubbio molto pericoloso per la nostra privacy.

Come reagire? Due cose che possiamo fare, semplici e veloci, che il sottoscritto ritiene possano essere utili: 1) informare la nostra Banca che chiuderemo il nostro conto per riaprirlo in un'altra che non abbia adottato questa politica; 2) cercare di movimentare più contante possibile: dovete prelevare 500 euro per quella determinata operazione? Prelevatene 1500, per sicurezza: tanto prima o poi li userete e non sarete stati costretti a recarvi nuovamente dalla vostra Banca ad elemosinare i vostri soldi.

Utilizzare solo ed esclusivamente internet o il POS o la propria carta di credito per gli acquisti significa, sic et simpliciter, facilitare i progetti di quei poteri occulti che operano per conto dell’ideologia massonica e mondialista. E regalare a terzi i nostri dati, le nostre abitudini, le nostre informazioni, e più in generale un pezzo importante della nostra libertà.

La società dei magnaccioni

Pubblicato sul mensile Il Lavoro Fascista - ottobre 2010

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Carlo Gariglio - Segreteraio Nazionale MFL

Non so voi, ma io, ogni qualvolta leggo e vedo qualcosa a proposito delle cosiddette commemorazioni del 28 ottobre a Predappio, non posso fare a meno di pensare alla volgare canzone tipica dei borgatari romani, il cui titolo apre questo articolo.

Soprattutto certe parole, tipo: “La societa’ dei magnaccioni, la societa’ della gioventù. A noi ce piace de magna e beve e nun ce piace de lavorà. Portace ‘nantro litro che noi se lo bevemo e poi jarrisponnemo: embè, embè, che c’è. E quanno er vino embè c’arriva al gozzo embè, ar gargarozzo embè, ce fa ‘n figozzo embè. Pe falla corta, pe falla breve, mio caro oste portace da beve, da beve, da beve…”, si addicono alla perfezione alla stragrande maggioranza di coloro i quali fingono di celebrare una ricorrenza storica della massima importanza, mentre in realtà si trascinano nei pressi della Cripta Mussolini al solo scopo di fare una gita fuori porta, acquistare inutili gadget per mostrarsi Fascisti al chiuso delle loro camere da letto, nonché mancare di rispetto ai pochi che comprendono realmente il significato di certe ricorrenze con urla e cori da stadio, magari intonati al fine di reclamizzare la miliardesima sigla di un nuovo movimento pseudo-fascista.

Noi, come di consueto, non amiamo mischiarci ai falsi Fascisti che si ricordano del Duce due o tre volte l’anno, indi non siamo stati presenti, né mai lo saremo, a questi tristi spettacoli… Ma quanto ci è stato riferito e quanto abbiamo potuto visionare direttamente da filmati presenti sul celebre sito di Youtube (ormai non c’è imbecille che resista alla tentazione di mostrare al mondo quanto sia idiota ed incivile!), non può che confermare la triste impressione di squallore che contraddistingue questi ritrovi… Squallore che peggiora di anno in anno, purtroppo, come chiunque potrà verificare visionando i tanti filmati inseriti orgogliosamente da certi personaggi su Youtube… Il più triste e vergognoso mostra una decina di giovanotti, che ovviamente innalzano le insegne di due movimenti sconosciuti ai più, mentre inscenano una indegna gazzarra nel piazzale antistante il Cimitero di Predappio, intonando con tanto di megafono cori di insulti all’indirizzo di Gianfranco Fini! Come se quell’individuo avesse ancora qualcosa a che fare con noi e con la nostra storia, dopo avere abiurato totalmente e con estrema chiarezza già nel lontano anno 1995!

Quest’anno persino la grande Stampa ha parlato di questa commemorazione del 28 ottobre, intervistando vari cialtroni presenti, i quali ci hanno tenuto subito ad esprimere chi la sua preferenza per Berlusconi, chi per Fini, come se i Fascisti italiani dovessero sentirsi rappresentati da uno di questi due politicanti da strapazzo dichiaratisi migliaia di volte antifascisti. Non poteva mancare, poi, il fiero dichiararsi militanti di Forza Nuova, o di Fiamma Tricolore, o di altri gruppi e gruppuscoli della cosiddetta “area”… Ovvero di movimenti politici di destra che hanno spesso e volentieri rinnegato il Fascismo, alleandosi in pianta stabile (FT, La Destra e Azione Sociale della Mussolini) o saltuariamente (FN, FSN di Tilgher e gruppuscoli vari) con il PDL che fu di Berlusconi e Fini, nonché con la Lega di Bossi.

Già il fatto che i grandi mezzi di informazione diano spazio alla cosiddetta “area” dovrebbe fare riflettere; infatti, non è mai successo che costoro dedicassero spazio e tempo a chi seriamente e con coerenza abbraccia l’ideologia storica e politica del Fascismo, mentre spesso e volentieri ne hanno dedicato e ne dedicano a chi infanga l’idea Fascista e Nazionalsocialista, come ad esempio i teppisti da stadio, o i tanti Fascisti all’Amatriciana che finiscono per diventare burattini nelle mani del cosiddetto centrodestra…

Negli articoli sopra accennati, si è parlato di ben 3000 presenti alla cerimonia commemorativa… Peccato che nessuno di questi presenti si sia mai preso la briga di compiere anche un solo gesto a favore di un movimento politico chiaramente e dichiaratamente Fascista come il nostro MFL… Movimento che, ormai da 20 anni, non si sposta di neppure un millimetro dal suo cammino, nonostante le sirene provenienti dal centrodestra o da altri gruppuscoli creati da arrivisti senza arte né parte, al solo scopo di frammentare ulteriormente l’area… Pensateci: considerando i veri e propri miracoli che abbiamo fatto in questi 20 anni contando gli iscritti a decine e mai a centinaia, cosa avremmo potuto fare con TREMILA tesserati attivi in tutta Italia? A quante elezioni avremmo potuto partecipare? A quante trasmissioni televisive? Quante manifestazioni di piazza, anche in città importanti, ci avrebbero visti protagonisti?

Ed invece eccoci qua, con il solo ed unico patrimonio della Dignità, a combattere da soli la battaglia per riabilitare il Fascismo storico e per riportarlo con tutti gli onori sulla scena politica italiana!

Lasciamo pure ai tanti cialtroni del 28 ottobre i rutti, le urla sguaiate in un megafono, l’attivismo volto a rendere ancora più ricchi e forti i vari Berlusconi, Fini e Bossi, nonché il sostegno incondizionato ai soliti Romagnoli, Tilgher, Storace, Alessandra Mussolini, Fiore…

Noi continuiamo imperterriti ad essere ad a definirci gli unici fascisti e nazionalsocialisti d’Italia… E non perché siamo arroganti o megalomani, ma semplicemente perché siamo gli unici ad esserlo 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, anche a costo di subire l’eterno ostracismo e l’eterna emarginazione che questo Stato da operetta regala a chi ha il torto di essere coerente e di non abiurare quello in cui crede.

E mentre restiamo qua a difendere il nostro credo, cogliamo anche l’occasione per farci 4 risate alla faccia dei tanti imbecilli della cosiddetta “area”, ovvero quei poveri Cristi che non si accorgono di essere gli utili idioti dell’antifascismo di destra.

Giusto per rendere partecipi tutti quelli che hanno intenzione di svegliarsi dal loro torpore mentale, vogliamo proporre da queste pagine alcune immagini tratte dal motore di ricerca “Google”, semplicemente inserendo come parole chiave: “28 ottobre, Predappio”. E nel mostrarle ai Camerati (e presunti tali), osiamo avanzare delle domande… Ad esempio, cosa ci facevano a Predappio il gruppuscolo di cialtroni di Azione Giovani visibile sulla prima pagina? Per chi non lo sapesse, la ragazzi cerchiata è tale Augusta Montaruli, torinese, attuale dirigente del PDL, che più volte ha dichiarato alla stampa locale di non avere mai avuto nulla a che fare con il Fascismo! E chissà quegli altri coglioni che l’accompagnavano, tutti impettiti nel saluto romano, cosa stavano a fare nella gioventù di un partito nato antifascista nel 1995?

Ancora più misteriosa è la comparsa in quel di Predappio dei mitici “Ultras” tifosi del Verona Calcio… Che abbiano sbagliato strada, ritrovandosi in paese invece che allo stadio? O li avranno mandati quelli delle TV e dei giornali, finalmente felici di potere comprovare la loro equazione: Fascisti = Teppaglia di stadio?

Quello che è certo è che nessuno di questi “eroi” con il volto oscurato per non farsi identificare mentre salutano romanamente, ha in tasca una tessera del MFL, né ha mai contribuito in alcun modo alla nostra politica Fascista e Nazionalsocialista.

Ma vogliamo forse trascurare i mitici “camerati” di Forza nuova, guidati dall’eterno Segretario Roberto Fiore?

A sentirli parlare, costoro sono gli unici e veri rappresentanti del Fascismo e persino del Nazismo in Italia… A vederli, sempre coperti di tatuaggi, rune, celtiche e simboli vari del Ventennio e del Nazionalsocialismo, quasi intimoriscono l’interlocutore, convinto di trovarsi di fronte a veri e propri combattenti… Addirittura, alcune federazioni locali di questo strano partito, tappezzano i muri con manifesti chiaramente ed inequivocabilmente Fascisti, come quello commemorativo che potete vedere raffigurato qui sotto… E non mancano mai le delegazioni che si recano a Predappio in occasione del 28 ottobre (Marcia su Roma), del 29 luglio (Nascita di Benito Mussolini) e del 28 aprile (omicidio del Duce).

Sarebbe proprio un quadretto delizioso da prendere ad esempio, se non fosse per un paio di piccoli particolari; ad esempio, che ci fanno tutti questi “prodi” Fascisti e Nazisti in un partito che più volte, anche di recente, si è alleato con la coalizione di centrodestra? Che ci fanno questi “fascisti” in un partito che ha più volte smentito, tramite suoi alti dirigenti, qualsivoglia collegamento con il Fascismo? Come possono accettare, gli “eroici” camerati di Battipaglia, autori di un così bel manifesto commemorativo, di condividere lo stesso movimento politico i cui dirigenti rilasciano al quotidiano “La Stampa” di Torino le dichiarazioni che potete vedere qui a lato (e che ho già più volte pubblicato sperando di toccare la coscienza – invano! – di qualche Camerata serio, finito in FN per sbaglio)? Addirittura si parla di “autodifesa” dei leader di FN, da quella che vedono come un’accusa (!), cioè essere Fascisti!

E se non bastasse la dichiarazione dei capi torinesi, dall’altro capo d’Italia le cose poco cambiano, dato che da anni abbiamo salvato nei nostri archivi un documento diffuso da FN Catania, nel quale si prendevano con forza le distanze dal Fascismo, definito un regime autoritario ed illiberale!

Quello che però seppellisce sotto una pietra tombale ogni ambizione Fascista e Nazionalsocialista degli esponenti di Forza Nuova è la posizione chiaramente espressa dal fondatore e Segretario Nazionale, Roberto Fiore.

Costui ha addirittura querelato un cittadino di Trieste, il quale, in una lettera inviata ad un giornale, aveva definito i militanti di Forza Nuova “nazifascisti” e “neonazisti”!

Con buona pace dei tanti forzanovisti che innalzano vessilli nazifascisti durante le loro riunioni o ricorrenze!

Caso mai qualcuno non credesse a questa enormità che ho appena segnalato, gli basterà voltare pagina e leggere l’intero articolo, tratto il 24 maggio 2010 da “RAINews”, ove si racconta della querela e della pessima figura fatta da Roberto Fiore, il quale ha persino perso in tutti i gradi di giudizio, fino alla Cassazione… Della serie: “Andarono per suonare e furono suonati”!


Quello che è più divertente in questo triste balletto è la notizia collegata a fianco di quella principale: 11 forzanovisti arrestati per avere esposto striscioni neonazisti allo stadio! Ci sarebbe veramente da ridere, se non ci fosse prima da piangere, pensando a questi poveracci nazisti da stadio, con in tasca una tessera di un partito che denuncia chi lo definisce “neonazista”! E taccio, per carità di Patria, sul livello mentale dei sedicenti nazifascisti che credono di avere un’idea politica solo perché inalberano inutili striscioni in un inutile stadio calcistico!

Se qualcuno sta pensando che ho qualcosa soltanto contro Forza Nuova, si ricreda subito… E’ venuto il momento di parlare dell’intelligenza politica manifestata da quelli che invece di Roberto Fiore hanno scelto come loro “Duce” il sig. Luca Romagnoli… Quel Romagnoli che, fin dal primo giorno della sua Segreteria, ha imposto il cosiddetto riposizionamento all’interno del centrodestra della sempre più ridicola Fiamma Tricolore…. E che, per farsi benvolere dal regime e per farsi accogliere più volentieri dal resto del centrodestra, non ha esitato a dichiarare in TV, di fronte al giudeo Mentana che ancora conduceva “Matrix”, di essere felice e contento del fatto che la Seconda Guerra Mondiale l’abbiano vinta gli alleati e persa i Nazifascisti! Triste fine di un inutile partito politico che finse di nascere per rifiutare le abiure finiane, salvo poi trasformarsi in una piccola AN, aderendo al centrodestra, riconoscendo la leadership di Berlusconi ed abbandonando definitivamente le (timide) posizioni a favore del Fascismo… Una piccola AN, ma molto più cretina, in quanto almeno AN ha svenduto ideali, passato e deretano in vista di posizioni di potere che hanno portato i suoi leader ad assumere incarichi della massima importanza, tipo Ministro degli Esteri e Presidente della Camera (Fini), oppure Presidente della Regione Lazio (Storace), Sindaco di Roma (Alemanno), fino ad arrivare alle ultime cariche arraffate dagli ex AN orfani di Fini, come La Russa e Gasparri, mentre Romagnoli ha tradito per raccogliere le briciole lanciate sotto il tavolo del potere… Per non parlare degli imbecilli suoi sottoposti, i quali non sono mai riusciti a ricavare dalle varie abiure e dalle alleanze con il centrodestra neppure un posticino in qualche sperduto consiglio comunale!

Nonostante questo quadretto ben poco edificante, una buona percentuale di gonzi d’area continua a sostenere questo partito, alcuni consci di essere in un movimento badogliano, ma altri assolutamente incapaci di capire che stanno sostenendo una realtà di fatto antifascista, poiché non ci possono essere dubbi sul fatto che chi si presenta alle elezioni a fianco di Berlusconi, Fini e Bossi, non può che essere antifascista… Tanto più con l’attuale Legge elettorale Nazionale, che obbliga tutti quelli che si presentano in una coalizione a riconoscere la leadership del candidato Presidente, nonché a sottoscrivere il programma di tutta la coalizione…

Ma neppure questo basta a svegliare i tanti disperati che si trascinano per le strade di Predappio sventolando drappi che riproducono il logo della Fiamma Tricolore, slogandosi il braccio destro in un improbabile saluto romano e lanciando urla e slogan tipo: “Boia chi molla!”, che in bocca a loro rappresentano una meravigliosa parodia del Fascismo degna del Cabaret dello “Zelig”!

Chissà quando anche i Camerati di Catanzaro, autori del manifesto qui riprodotto, si accorgeranno che i loro pellegrinaggi a Predappio all’ombra di quel simbolo rappresentano un assurdo dal punto di vista logico…


Potevano mancare nel nostro viaggio tragicomico all’interno delle menti bacate della cosiddetta “area” i mitici pretoriani di Storace e della sua “La Destra”?

Stiamo parlando di un movimento fondato da un tizio che ha condiviso per ben 12 anni (dal 1995 al 2007), senza alcuna dissociazione, tutte le porcherie di Fini e dei suoi accoliti… Un tizio che non ha mai proferito una parola a difesa del Fascismo, né per contrastare le tante abiure ripetutesi nel corso degli anni…. Un tizio che, poco dopo avere fondato “La Destra”, si è vantato in TV, sempre di fronte al giudeo Mentana che conduceva “Matrix”, di essere stato lui il primo a recarsi in pellegrinaggio in Israele, ben prima di Fini, per rendere omaggio al “popolo eletto” e ripulirsi la coscienza dalle accuse di Fascismo… Un tizio subito seguito nella sua nuova avventura dal giudeo torinese Roberto Salerno, ovvero uno che i vantò, in un’intervista rilasciata a “La Stampa”, di essere un riservista dell’esercito israeliano, pronto in qualsiasi momento a partire per la guerra contro l’Iran (successivamente, il suddetto giudeo ha ben pensato di lasciare Storace per Romagnoli… Fra amici degli “eletti” la battaglia è sempre dura!).

Ebbene, nonostante nessuno fra i dirigenti e fondatori di questo ennesimo ed inutile partito si sia mai schierato apertamente dalla parte del Fascismo, non mancano gli idioti pronti a marciare su Predappio agitando le insegne di questa ennesima brutta copia di AN… Guardare il volantino riprodotto per credere!

E già che si parla della Destra e delle sue brame di sedersi al desco del Cavalier Berlusconi e dell’allegra comitiva di antifascisti di destra, ecco pubblicato a lato un vero e proprio scoop d’area! Chi ha corso per un seggio alla Regione Lazio con La Destra, alleata del PDL?

Ma il mitico Adriano Tilgher del fu Fronte Sociale Nazionale! Scusate, cari Camerati e presunti tali, ma devo andare a vomitare…

Buon 28 ottobre a tutti!

Carlo Gariglio
www.fascismoeliberta.it