martedì 30 maggio 2017

G7, o l'ufficializzazione della nostra sudditanza



Vedere il Presidente del Consiglio Gentiloni che viene umiliato da Donald Trump in diretta mondiale rende esattamente l’idea dell’abisso in cui l’Italia continua a scivolare col sorriso sulle labbra. 

Per carità, è dal 1945 che questa disgraziata Nazione è diventata una colonia dell’invasore. Paradossalmente, però, l’Italia di Andreotti, uscita distrutta da una guerra mondiale e soprattutto con l’etichetta di perdente e specialmente di voltagabbana, era certamente più indipendente, specialmente in politica estera, di quella guidata settanta anni dopo da questa macchietta di Presidente del Consiglio che subisce addirittura lo smacco di non essere ascoltato dal Presidente degli Stati Uniti, che non ritiene necessario nemmeno mettersi l’auricolare per la traduzione simultanea. Del resto Trump ha dimostrato la sua attitudine da bulletto in diretta mondiale, quando, pur di apparire in prima fila nella foto, ha spostato di peso il suo omologo del Montenegro, Dusko Markovic. Insomma: si sta americanizzando sempre di più, e pazienza ai sogni di una migliore cooperazione con la Russia, un dialogo con la Siria, la pacificazione del Medio Oriente per vie diverse dalla solita politica di violenza americana.

 
Ma il flop del G7, per il mitico Gentiloni, arriva anche dagli altri Capi di Stato. Nel documento finale del vertice di Taormina, che pur aveva blindato l’isola per impedire gli sbarchi, si legge che i capi di Stato “riaffermano il diritto sovrano degli Stati, individualmente e collettivamente, a controllare i loro confini e a stabilire politiche nel loro interesse nazionale e per la sicurezza nazionale”

Insomma: l’ufficializzazione dell’ovvietà. E ci hanno fatto un vertice mondiale…

martedì 23 maggio 2017

Attentato terroristico a Manchester



Sono le 22.30 di ieri sera, alla Manchester Arena, e una folla di giovani e giovanissima è in fila alla biglietteria per assistere al concerto della popstar internazionale Ariana Grande.

Improvvisamente un grande boato, urla di dolore, sangue e corpi maciullati dappertutto.

Il terrorismo islamico colpisce ancora: un kamikaze si fa saltare in aria in mezzo alla folla. I morti sono 22, una sessantina circa i feriti, tra i quali molti ragazzi gravi. La polizia inglese ha confermato che si tratta di un atto di terrorismo, e forse si è già riusciti a risalire all’identità dell’attentatore, che sarebbe comparso poco prima su alcuni siti di estremismo islamico col volto coperto, mentre si preparava per l’attentato. 

Su questi stessi siti la gioia degli islamici estremisti, sostenitori dell’Isis, è alle stelle, ma né l’Isis stesso, né alcuna altra organizzazione, hanno ancora rivendicato l’attentato.

L’Inghilterra fa di colpo un passo indietro e ritorna alle ore di terrore del 2005, quando nella metropolitana di Londra l’attacco concertato di quattro estremisti islamici lascia a terra 52 persone morte e quasi 800 feriti.

sabato 20 maggio 2017

Contro i traditori della Nazione ci aspetta una battaglia ancora più dura



Ci vorrebbe una grande faccia tosta, per non dire altro, per organizzare una manifestazione in cui si chiede più immigrazione, abbattimento delle frontiere, ingresso indiscriminato per tutti, specialmente i fancazzisti africani ed i parassiti africani che nell’85% dei casi non fuggono da nessuna guerra. 

Eppure quelli di sinistra la faccia tosta, per non dire altro, ce l’hanno. Eccome, se ce l’hanno.
Domani, a Milano, i principali traditori del popolo italiano e della Nazione, vale a dire esponenti della sinistra radicale e non, centri sociali, antirazzisti, immigrazionisti, terzomondisti e via dicendo, parteciperanno alla manifestazione “Insieme senza muri”, dal titolo più eloquente: una piena e convinta adesione alla sostituzione etnica che si sta abbattendo sulla Nazione italiana.

In un Paese civile, una manifestazione del genere, in cui si predica chiaramente l’illegittimità di qualunque frontiera e quindi si invita chiunque, italiano o no, clandestino o no, a non rispettare i confini nazionali, sarebbe sicuramente vietata. Invece, in questo Paese che non solo è rassegnato all’invasione, ma addirittura la spalleggia, perfino col proprio esercito (riducendo la Marina Militare a fare da scafista insieme alle ong colluse e corrotte), tutto passa in cavalleria, come se manifestare per aprire le porte ad una massa di stranieri che la cronaca ci descrive sempre più come inassimilabili fosse perfettamente normale. Di più: indice di apertura mentale e di politicamente corretto.

In questa ubriacatura collettiva (almeno a sinistra, ma hanno in mano quasi tutta l’informazione, il giornalismo e finanche la magistratura, oltre al governo della Nazione) si giunge perfino a mascherare e modificare la realtà. 

È di queste ore la notizia, che sta venendo ripresa dalla maggioranza dei quotidiani, dell’attacco contro dei poliziotti (uno dei quali è in gravi condizioni) da parte di Ismail Hosni. Secondo alcune notizie questo straniero (madre italiana, padre africano… sic!) sarebbe l’intestatario di una utenza Facebook in cui si esalta chiaramente l’Isis. Diversi tra noi, tra i quali il sottoscritto, hanno sempre pensato che il fatto che in Italia non sia ancora accaduto un attentato paragonabile a quelli che hanno sconvolto Londra, Parigi, Bruxelles, sia da addebitare non solamente al lavoro di intelligence delle istituzioni (di per se encomiabile), ma anche al fatto che i terroristi sanno bene che, se una cosa del genere avvenisse, inevitabilmente si darebbe il fianco a tutti i sostenitori di una maggiore severità nei confronti dell’immigrazione clandestina, cosa che renderebbe ben più difficile, pertanto, l’ingresso sul territorio italiano di una massa enorme di delinquenti. Nessuno dei terroristi, detto in parole più semplici, avrebbe alcun interesse a farsi chiudere la porta dell’Europa (l’Italia) in faccia. In più li andiamo pure a prendere con la Marina Militare, le ong, e li mettiamo in comodi alberghi a cinque stelle, dove possono comodamente lamentarsi della mancata ricezione di internet senza fili, del cibo non conforme alle loro regole religiose, e via dicendo.

Ora, che l’Isis possa essere arrivato anche qui, e si sia materializzato in un attentato (pur non clamoroso come gli altri subiti dalle altre nazioni europee) è qualcosa che dà da pensare. Non al sindaco di Milano, Sala, che candidamente dichiara: “Analizziamo con lucidità cosa è successo ieri sera. Il criminale che ha accoltellato gli uomini delle forze dell’ordine è figlio di madre italiana e di padre nordafricano ed è italiano a tutti gli effetti. Ciononostante a qualcuno fa comodo buttare questo atto criminoso sul conto dei migranti. Sono certamente consapevole del fatto che la sicurezza è un elemento fondamentale nella vita di una città metropolitana come la nostra. Su questo non arretreremo mai di un solo passo e ringrazio le forze dell’ordine per l’enorme lavoro che stanno facendo. Resto comunque convinto che l’accoglienza sia un dovere della nostra città e di chiunque possa alleviare le sofferenze di chi è in difficoltà serie e chiede aiuto. Per questo confermo che domani guiderò la marcia ‘Insieme senza muri’, per una Milano sicura e accogliente”.

Se c’è qualcuno che non analizza la cosa con lucidità, questo è proprio Sala. Ismail Hosni ha passato gran parte della sua vita in un Paese straniero, la Tunisia, dove ha imparato a seguire le regole dell’islam più radicale, come dimostrato dai video inneggianti all’Isis che pubblica sul suo profilo Facebook, rigorosamente in lingua araba (che, evidentemente, preferisce a quella italiana). Bisogna averne molto poca, di lucidità, per dichiarare che l’immigrazione, e, più generalmente, il problema della convivenza tra la nostra popolazione e genti straniere che spesso seguono precetti morali e religiosi palesemente contrari alla nostra morale e alle nostre tradizioni, non è chiamata in causa.

Sono palesemente asserviti alla causa antinazionale, al tradimento del loro stesso popolo, palesemente collusi con gli invasori africani e con le ong e con le coop che su questa invasione ci guadagnano e ci mangiano.

Una ulteriore prova dello schifo morale che anima i sinistri? Domani il sindaco di Milano, Sala, parteciperà alla manifestazione con la fascia tricolore sulle spalle. Quella stessa fascia tricolore che si è volontariamente rifiutato di indossare quando ha partecipato - bontà sua! - alla manifestazione in ricordo di Sergio Ramelli, il giovane ucciso dai comunisti a colpi di chiave inglese sul cranio e lasciato agonizzante in una pozza di sangue. Questo è l'uomo...

Ci aspetta una battaglia durissima.

venerdì 19 maggio 2017

Il partito fascista in Italia esiste ed è stato legittimato dai giudici

Pubblichiamo di seguito l'intervista rilasciata dal Nostro Segretario Nazionale, Dottor Carklo Gariglio, al giornale Agenzia Stampa Italia. Buona lettura.

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(ASI) Il presidente della Camera Laura Boldrini in questi anni ha più volte lanciato le sue crociate contro le pagine che inneggia al fascismo eppure in Italia esiste un Partito Fascista, legittimato da una decine di sentenze.

Guidato da Carlo Gariglio esiste infatti il Movimento fascismo e libertà – Partito socialista nazionale, che nella sua pagina internet si presenta come “l’unico movimento del e per il popolo italiano”. Dalla sua fondazione, avvenuta nel 1991 per mano del giornalista e già senatore del Movimento sociale italiano Giorgio Pisanò, questa formazione ha più volte incontrato l’ostracismo delle istituzioni che in più occasioni si sono rivolte alla magistratura per far dichiarare il partito fuorilegge in base alla legge Scelba ed alla Mancino.

In tutte queste occasioni però i vertici del movimento hanno vinto la battaglia giudiziaria perché se è vero che nel suo statuto l’Mfl specifica chiaramente che “si rifà solo e semplicemente al Fascismo... e alla genialità del Duce e si basa interamente sul pensiero mussoliniano”, la Cassazione ha stabilito che non è vietata la organizzazione e creazione di gruppi politici che si richiamino più o meno espressamente al Fascismo “se questi stessi movimenti rispettano la normale dialettica democratica e ripudiano l’utilizzo della violenza come arma di lotta politica”.

Attualmente il movimento conta su un centinaio di iscritti perché, come ha spiegato il segretario Gariglio: “Dato che non abbiamo poltrone, scranni, sgabelli o chissà cosa da offrire, e dato che da noi le tessere si pagano, siamo sempre intorno al centinaio di iscritti. Potrei dirle svariate decine di migliaia, come millantano molte forze della nostra area politica, ma preferiamo essere seri”.

In vista delle prossime amministrative l’Mfl ha già presentato una propria lista nel comune di Mura, in provincia di Brescia, e come sempre puntuali sono arrivate le polemiche; l’onorevole del Partito democratico Luigi Lacquaniti in nota ha infatti ribadito: “L’Mfl è un partito dichiaratamente fascista, in cui compare la denominazione fascismo nel simbolo stesso, che pone in evidenza al centro un fascio littorio. È un partito chiaramente anticostituzionale. C’è un fascismo che cerca in ogni modo di ripresentarsi e di offrirsi come presentabile, vi sono le forze democratiche che si oppongono e intendono difendere la democrazia da chi per l’ha cancellata con la violenza e la dittatura”, annunciando battaglia anche in Parlamento.

Nuove schermaglie sono poi previste nel comune di Chiari, sempre nel bresciano, dove il partito è pronto a denunciare il sindaco e la giunta per via di una delibera contro l’affissione dei manifesti dell’Mfl.

Tutte battaglie che destinate ad approdare in tribunale dovrebbero vedere la vittoria dell’Mfl dati i precedenti.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia

mercoledì 17 maggio 2017

Fermare l'invasione: per i potenti si può fare



Dal 26 maggio fino alla fine del mese, per esplicita direttiva del capo della Polizia, Franco Gabrielli, ai porti della Sicilia saranno interdetti gli sbarchi di clandestini. La sicurezza dei partecipanti al G7 (ministri e capi di governo europei), che si terrà in Sicilia proprio a fine maggio, ha imposto questa misura di prevenzione. 

Se ne deduce, nemmeno tanto velatamente, che gli sbarchi, quando si vuole, evidentemente si possono fermare. L’invasione non è così ineluttabile come ce la descrivono. Del resto noi di Fascismo e Libertà lo diciamo da anni: applicazione di misure di guerra sul territorio marittimo, respingimento forzato dei barconi, pattugliamenti serrati delle tratte percorse dagli scafisti. In due settimane l’invasione di quelli che non sono profughi di guerra, ma invasori al servizio di interessi contrari a quelli nazionali, verrebbe fermata e debellata.

I grandi della terra, insomma, non vogliono accattoni in mezzo alle scatole. Ne va della loro sicurezza.

Finita la loro gitarella siciliana, invece, gli sbarchi potranno riprendere tranquillamente. Della nostra sicurezza, evidentemente, gli importa poco o niente.

venerdì 12 maggio 2017

Serracchiani: chi è causa del suo mal pianga se stesso



E’ proprio vero: non sputare in cielo ché in faccia ti ritorna, recitava l’antico proverbio. Potremmo anche dire: chi di politicamente corretto ferisce, di politicamente corretto perisce. Ne sa qualcosa il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che in queste ore è letteralmente nell’occhio del ciclone per aver commentato, con queste parole, lo stupro subito da una giovane di Trieste ai danni di un immigrato che le ha chiesto aiuto per ingannarla e poi l’ha picchiata e violentata in un angolo della stazione. 

“La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancora più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese”. Serracchiani poi aggiunge: “Sono convinta che l’obbligo dell’accoglienza umanitaria non possa essere disgiunto da un altrettanto obbligatorio senso di Giustizia da esercitare contro chi rompe un patto di accoglienza. Per quanto mi riguarda, gesti come questo devono prevedere l’espulsione dal nostro Paese”

Sembrano, almeno a chi ha conservato ancora un po’ di lucidità mentale, parole assolutamente di buon senso. Si evince chiaramente che Debora Serracchiani non vuole assolutamente dire che, in astratto, uno stupro commesso da un uomo di colore sia più grave rispetto allo stesso stupro commesso da un uomo bianco. Anche perchè sarebbe una stupidaggine. È chiaro a qualunque normodotato che qui c’è un aggravante, perché chi ha stuprato ha chiesto l’aiuto del Nostro Paese (che nell’85% dei casi l’Italia non sarebbe assolutamente tenuta a dare, poiché i presunti profughi non scappano da nessuna guerra e spesso non sono nemmeno profughi) e, pertanto, si è letteralmente approfittato della fiducia e dell’accoglienza che ha ricevuto. Moralmente, lo si capisce chiaramente, è un’aggravante.

Lo stupratore che violenta mia figlia andrebbe impalato per i testicoli, e su questo non ci piove. Se questa persona la ritenevo un amico e violenta mia figlia mentre è ospite a cena a casa mia, il suo gesto fa ancora più schifo ed è ancora più esecrabile. 

Affermazioni semplici, di buon senso, che prescindono dall’essere di destra, di sinistra, di centro, comunista o fascista. Ma qui abbiamo a che fare con dei malati di mente, non con homines politici.

Quanto alla Serracchiani, fa parte di un partito che su queste scempiaggini ci campa, perennemente dalla parte dei carnefici e mai delle vittime, sempre schierato per l’invasore straniero e mai per l’italiano. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.