domenica 13 gennaio 2013

Abbonamento a Il Lavoro Fascista



L’abbonamento annuale al nostro mensile può essere di due tipi: abbonamento cartaceo e abbonamento digitale.
L’abbonamento cartaceo è un abbonamento “classico”. Con il versamento di € 20,00 da effettuarsi sul C.C.P. N° 11477148 avrete diritto a ricevere, ogni mese, una copia del mensile direttamente a casa vostra. Contestualmente vi verrà fornito un nome utente e una parola chiave per accedere al sito http://www.lavorofascista.fascismoeliberta.info/, dove potrete consultare, direttamente dal vostro pc,  l’archivio del giornale (dal 2004 in poi).
L’abbonamento virtuale non prevede la consegna a domicilio della versione cartacea ma solo la creazione di un nome utente e parola chiave con la quale potrete accedere al solito sito del giornale (http://www.lavorofascista.fascismoeliberta.info/) per consultare i giornali in formato .pdf. Questo tipo di abbonamento costa invece € 10,00.
Per abbonarsi:
1) Versare sul C.C.P. N° 11477148 uno degli importi sopra indicati ( € 20,00 per l’abbonamento cartaceo; € 10,00 per l’abbonamento online).
2) Contattare la Dirigenza Nazionale specificando i propri dati e il tipo di abbonamento effettuato.
I recapiti sono i seguenti:
Segreteria Nazionale MFL: segreteria@fascismoeliberta.info; cell. 3939316072
       Vice Segreteria Nazionale MFL (Andrea Chessa): sardegna@fascismoeliberta.info; cell. 3484418898.
       3) Attendere la ricezione del mensile e la comunicazione dei dati necessari per la connessione internet.

sabato 12 gennaio 2013

Dieci euro all'anno vi sembrano tanto?

E' finalmente operativo e fruibile il sito online del nostro mensile “Il Lavoro Fascista”: http://www.lavorofascista.fascismoeliberta.info/. Ne avevamo già parlato, e quello che prima era un progetto, ora è diventato una realtà. Con dieci euro all’anno – lo ripetiamo: non ci sembrano affatto troppi – si può diventare abbonati al nostro mensile, che riteniamo il garante di una vera e sana informazione italiana, non filtrata da pennivendoli e giornali di regime affiliati a logge, sinagoghe e simili. Dieci euro e il file in .pdf – leggibile con Acrobat Reader, liberamente e gratuitamente scaricabile dalla rete internet – è fruibile direttamente dallo schermo di casa del vostro pc, insieme a tutto l'archivio consultabile. Voi lettori risparmiate i soldi di un abbonamento cartaceo, noi abbiamo modo di coprire un bacino di utenza più ampio e con più rapidità.
Ovviamente, come già abbiamo detto, questa è un’opportunità in più che viene data a chi vuole abbonarsi al nostro giornale. Coloro che hanno sottoscritto un abbonamento al MFL come militanti, simpatizzanti o con l’abbonamento minimo, saranno tutti registrati al sito online del giornale, di diritto. Non cambia nulla, per loro, se non il fatto che possono leggere il giornale anche online: sarà loro compito informare il sottoscritto, il camerata Agostini o il Segretario Nazionale Carlo Gariglio se intendono registrarsi al sito. Coloro che invece non sono tesserati in alcun modo al MFL, ma vogliono abbonarsi solo ed esclusivamente al giornale, potranno farlo in due modi: 1) con l’abbonamento annuale classico di 20 euro, che da’ diritto a ricevere il giornale cartaceo a casa propria (ma è compresa anche la registrazione online); 2) con l’abbonamento online, da 10 euro, che permetterà di leggere “Il Lavoro Fascista” sul proprio pc, senza ricevere la copia cartacea a casa.
Riepiloghiamo. Siete militanti o simpatizzanti MFL? Dovete avvisarci se volete che venga aperta una vostra registrazione sul sito, in modo che possiate accedere al giornale online, e dovete avvisarci se volete continuare a ricevere il formato cartaceo a casa. Noi suggeriamo vivamente, a tutti, di scegliere l’abbonamento online, senza il formato cartaceo. Siete invece desiderosi di abbonarvi solo al giornale? Venti euro per l’abbonamento normale, con il giornale che vi viene spedito a casa; dieci euro per l’abbonamento online, col giornale che sarà fruibile solo dal vostro pc connesso ad internet.
Non ci sembra tanto.
Buona lettura!

mercoledì 9 gennaio 2013

E vissero tutti felici e contenti



Voglio raccontarvi una storia che molto probabilmente la stragrande maggioranza di voi non conosce.

C’erano una volta quattro ragazzi: Maurizio, Daniele, Diego e Luca. Una notte, alle quattro di mattina, la Polizia bussa alle loro porte. I poliziotti hanno un mandato di perquisizione firmato dal sostituto procuratore Luca Tescaroli e hanno la facoltà di mettere a soqquadro tutta la casa, con particolare riferimento alle stanze da letto. Si controlla cosa si è fatto con il pc, i libri che ci sono, i cd, i fumetti, i quadri attaccati alla parete, e si minacciano psicologicamente questi ragazzi. Che, non essendo dei criminali, non sanno che cosa fare. Perché da una parte c’è un nutrito gruppo di poliziotti che li sta trattando in tutto e per tutto come dei criminali; dall’altra ci sono i loro genitori, svegliati anch’essi nel cuore della notte, che si chiedono se non si tratti di una clamorosa svista delle autorità o di un figlio terrorista e criminale che non si erano mai accorti di avere. A ciò si aggiungono le minacce psicologiche: “Tu non sai bene che cosa hai fatto”, “Tanto stanotte vieni con noi”, “Un po’ di galera non te la toglie nessuno”. E, infatti, vengono tutti portati in caserma, perquisiti, intimoriti e poi buttati fuori. 

È arrivata la mattina, ma la voce corre già sui giornali nazionali. I poliziotti hanno agito contro il Male Assoluto e le loro azioni devono essere rese di dominio pubblico, in modo che tali uomini di valore non vengano dimenticati. I nomi di Maurizio, Daniele, Diego e Luca sono sulle prime pagine dei giornali con nome, cognome ed anche indirizzo, ad uso e consumo di chi fosse desideroso di farsi giustizia da solo per vendicare i crudeli crimini dei quali vengono accusati i quattro. Perché si sa: il diritto alla privacy vale per spacciatori di droga, stupratori immigrati, pedofili, pirati della strada ed evasori fiscali. Il loro nome non compare mai sui giornali, e benché meno compare sui giornali quando ancora nessuna sentenza di condanna è stata emessa. Ci sono solo quelle famose iniziali, nome e cognome, che ci impediscono sempre, quando leggiamo il giornale, di capire di chi si tratti, anche se è qualcuno della nostra città. Ma la legge, evidentemente, non si applica per questi quattro ragazzi, che sicuramente appartengono ad una categoria tutta particolare.

Dei pericolosi estremisti e terroristi sono stati arrestati, il Bene ha trionfato ancora una volta. Quali sono questi crimini? In virtù di che cosa la loro casa è stata perquisita da cima a fondo, in piena notte, davanti ai genitori allibiti e intimoriti? In virtù di che cosa sono stati trascinati in caserma, ancora in pigiama? In virtù di che cosa il loro nome e il loro indirizzo finiscono sulle prime pagine? In virtù di che cosa la loro vita viene stravolta?

Sono gli stessi giornali a dirlo. C’è una pagina web americana, con server americani, con provider americano, e sottomesso pertanto alla legislazione di quel Paese che questo sito controlla quotidianamente. Maurizio, Daniele, Diego e Luca sono entrati in questo sito, si sono registrati con il loro nome, cognome e indirizzo – tanto non avevano niente da nascondere, non c’era bisogno di alcun passamontagna virtuale – e hanno cominciato a scrivere con altri utenti. Storia, politica, attualità, musica… Si pubblicano documenti, si dice la propria idea, si visionano filmati da YouTube, ci si racconta la propria esperienza in un mondo che cambia, troppo e male. Questi ragazzi sono preoccupati per il futuro della propria Patria, che si ostinano ancora a voler considerare tale e nel nome della quale hanno ancora voglia di dire la loro. Non hanno picchiato nessuno, non hanno minacciato nessuno, non hanno commesso alcun reato che non fosse quello di dire e di pensare diversamente rispetto a quello che un intero sistema si ostina a imporre a tutti. Ma non ci dicono in continuazione che bisogna sviluppare le diversità? Che bisogna apprezzare chi ha il coraggio di pensarla diversamente? E allora di che cosa si scandalizzano?

Maurizio, Daniele, Diego e Luca sono ancora in carcere per aver commesso un delitto di opinione. Questo delitto non è ancora stato provato, non c’è stata alcuna sentenza, ma loro intanto sono in carcere, a scontare colpe per le quali, probabilmente, verranno dichiarati innocenti. 

L’etichetta che è stata affibbiata a questi quattro ragazzi è quella di “Fascista”. Per tanti, purtroppo per il Bene Assoluto, ciò non è affatto un’offesa, anzi… Rappresenta e sintetizza le virtù dell’Onore, dell’amore verso la propria terra, della Lealtà, del Cameratismo… tutti valori che trovano ben poco spazio nell’epoca della Coca-Cola e di Nichi Vendola. Ma lo sappiamo bene: i Fascisti non sono persone. Si possono sparare, imprigionare, picchiare, uccidere e perfino dargli fuoco, perché tanto nessun magistrato verrà mai a chieder conto a qualcuno di aver ammazzato un Fascista. E si può ben sperare anche nella buona fede di quei giornali che si dichiarano progressisti e democratici: ci pensano loro a “silenziare” le date scomode, come quella del 7 gennaio. Perché è in questa data che esattamente 35 anni fa venivano uccisi Francesco, Franco, Stefano e Alberto, senza che mai nessuno si sia deciso a fare Giustizia. Perché fare Giustizia per i Fascisti?

E se nessuno tranne le vittime o i familiari chiede Giustizia per i Fascisti che vengono uccisi o bruciati vivi, perché mai si dovrebbe chiedere Giustizia per i Fascisti che vengono “semplicemente” arrestati?

Vi hanno insegnato che il Fascista è il Male Assoluto. E quindi ve ne fottete se Maurizio, Daniele, Diego, Luca e con loro tanti altri sono in carcere. Quello che hanno da dire, del resto, non vi interessa. Ci pensa Mario Monti e Lilli Gruber a pensare per voi. Un giorno, però, potrebbero bussare alla vostra, di porta, nel cuore della notte, con i vostri genitori che piangono silenziosamente perché non sanno che cosa dire, che cosa fare, perché loro sono di quelle persone che si prendono un coccolone solo per trovarseli in casa, i Poliziotti, perché loro hanno sempre lavorato e rispettato le leggi, mica come i pedofili, gli assassini, gli stupratori, quelli che non sono Fascisti e che quindi godono della privacy, e il loro indirizzo sul giornale non lo si mette…

E vissero tutti felici e contenti. Per ora. Tranne Maurizio, Daniele, Diego e Luca…

Uccidere un Fascista non è reato


lunedì 7 gennaio 2013

Gli eroi non muoiono

Trentacinque anni fa il terrorismo comunista compiva la sua ennesima strage. Noi non dimentichiamo. Pagherete tutto, e pagherete caro.

Camerata Francesco Ciavatta: PRESENTE!
Camerata Franco Bigonzetti: PRESENTE!
Camerata Stefano Recchioni: PRESENTE!

domenica 6 gennaio 2013

Se non il plotone di esecuzione, almeno...



Che quello schifoso e abbietto golpista massone fosse totalmente lontano dalla vita reale di quelli che – almeno in teoria – dovrebbero essere i suoi concittadini, l’avevamo capito già da tempo. Ma vedere Mario Monti che, con quel sorrisino fastidioso e irritante stampato in faccia, gira tutte le televisioni, osannato e incensato come un “moderato” dalla stampa complice e venduta, non può non creare il voltastomaco.

Con che faccia osa ricandidarsi questo criminale? Quali sono i risultati conseguiti dal suo governo? Spread altissimo come ai tempi di Berlusconi, con la non piccola differenza che il Cavaliere aveva contro di lui tutto il mondo finanziario internazionale, che pilotò artificialmente la crisi italiana nel tentativo, poi riuscito, di farlo cadere; mentre Monti usufruisce, viceversa, di una congiuntura economica assai più favorevole, con il favore dei suoi amici banchieri e speculatori internazionali e con l’enorme massa di liquidità che la Banca Centrale Europea ha pompato nelle vene dell’Europa. Tassi di interesse altissimi, quando in epoca berlusconiana erano quantomeno sotto controllo. Debito pubblico altissimo, a livelli da primato. Inflazione altissima. Disoccupazione a livelli insostenibili. Suicidi come se piovesse, da secondo dopoguerra.

Circondato dalle puttane della politica come Fini e Casini, lo vediamo intervenire ad ogni trasmissione con quel fare arrogante e saputello, con la stessa enorme faccia da culo che mostrò a suo tempo quando, interpellato espressamente da Lilli Gruber sulla sua vera o presunta appartenenza alla massoneria, disse placidamente di non sapere nemmeno che cosa fosse, essendo lui persona molto pragmatica! E quando qualche giornalista osa tirare fuori un briciolo di dignità, per chiedergli conto di qualche disastro del suo governo, ecco che piagnucola pietosamente sull’eredità che gli hanno lasciato. Facendo finta di non ricordare una riforma del lavoro che ha sgretolato completamente lo Stato sociale in Italia, il suo decreto che tagliava i fondi alle vittime della SLA, il regalo di svariati miliardi alle banche, il regalo di 200 milioni di euro alle scuole private, l’introduzione dell’IMU che certamente fu decisa del governo Berlusconi, ma non riguardava la prima casa e non comprendeva la rivalutazione catastale e dalla quale sono escluse le proprietà ecclesiastiche e le banche… e via dicendo.

Ora viene da chiedersi: di quale miracolo blatera quest’uomo? Di quale rinascita vuole ergersi a fautore? Pensa davvero di accreditarsi come moderato? Uno che ha causato più di duecento suicidi, che ha svenduto la propria Nazione a banche e alla massoneria bancaria internazionale, che ha dissanguato la povera gente senza toccare minimamente chi i soldi ce li ha( Chiesa e banche in primis)? Solo in un Paese malato, profondamente malato, e soprattutto carente di memoria storica e civile, potrebbe accadere una cosa simile. Vogliamo intestardirci a pensare che gli allegri signorotti di mezza età che appaiono sulle nostre TV davanti alle telecamere, decretando il loro entusiasta sostegno al massone golpista, siano solo una netta minoranza, opportunamente selezionata dalla stampa asservita e drogata, e che non siano stati mandati in onda tutti gli altri, la stragrande maggioranza, ci auguriamo!, che ne hanno approfittato per insultarlo a dovere.

Sappiamo molto bene che è dal 1945, da quando ci hanno inoculato a suon di bombe e stragi di massa la democrazia a stelle (di David) e strisce, che non siamo più una Nazione civile. Non possiamo sperare, almeno nell’immediato futuro, di vedere gli artefici della rovina di quella che un tempo avremmo considerato la nostra Patria, bendati e con le mani legate dietro la schiena, mentre attendono il loro turno davanti al plotone di esecuzione. Ma ci auguriamo che gli italiani sappiano dare almeno una risposta simbolica, evitando di votare per il massone golpista e per gli sgherri che, a destra come a sinistra, lo sostengono.

mercoledì 2 gennaio 2013

Il golpista rosso ha fatto flop



Il 31 dicembre il popolo italiano – se così possiamo ancora definirlo – ha riportato una piccola ma significativa vittoria. Il comunista golpista, che già da troppo tempo vaneggia ogni ultimo dell’anno a reti unificate per sproloquiare con le sue noiose e tristi tirate politicamente corrette, è stato lasciato solo. Nessuno l’ha ascoltato. L’indice d’ascolto è implacabile: 16 e qualcosa tra Rai, Mediaset e La7. Praticamente ha fatto flop. La dimostrazione più lampante è stata che i nostri democraticissimi media hanno taciuto la notizia, dando invece ampio respiro alle cariatidi parlamentari che continuano a far finta che questo “signore” sia un garante della democrazia e dell’unità d’Italia, mentre ha svenduto la nostra Patria a massoni e mediatori finanziari senza scrupoli.
Che quello attuato dal comunista golpista sia un vero e proprio colpo di Stato imposto da innominabili poteri occulti è oramai acclamato. Lo stesso ministro (la “m” minuscola non è un errore di battitura) Elsa Fornero lo ha amesso pubblicamente al World Pension Summit di Amsterdam, svoltosi nel novembre scorso. Che cos’è il World Pension Summit? È una sorta di G8 dei colossi finanziari, assicurativi e pensionistici. “Mostri” del sistema economico mondiale che riescono, in un solo anno, a smuovere più di 2000 (leggasi duemila!) miliardi di dollari in un solo anno, roba che con un decimo l’Italia fa una Finanziaria. Ed è ovvio che mettano in atto, legittimate e anzi incoraggiate (sic!) dai governi nazionali, mediante i loro uomini di fiducia, tutte quelle azioni volte a scardinare dall’interno i sistema pensionistici tradizionali e nazionali per sostituirli con le assicurazioni private. A questo importante simposio la Fornero ha testualmente dichiarato:

I cambiamenti portati dalla riforma delle pensioni del governo Monti erano necessari per compiacere i mercati finanziari, altrimenti i mercati avrebbero devastato l’Italia.

E’ difficile rendersi conto della gravità di queste dichiarazioni, e rispondere alla domanda su come sia stato possibile che un’affermazione così scandalosa sia passata sotto silenzio, ignorata e boicottata dai media progressisti e democratici. Perché significa, né più né meno, che un Ministro del nostro Stato ha pubblicamente affermato di aver elaborato una riforma pensionistica ed economica non pensando al bene dei suoi cittadini, ma per “compiacere i mercati finanziari” che altrimenti “avrebbero devastato l’Italia”. Si è fattivamente svenduto il nostro Paese ai “mercati finanziari”, questa entità generica che non si capisce da chi sia rappresentata, come si muove, ma che riesce a sovvertire tutto il sistema economico europeo.

E colui che ha patrocinato tutto questo, che ha aperto le porte del Parlamento ai massoni golpisti, ogni fine anno si sente in dovere, a reti unificate, di darci consigli e direttive morali. Ma stavolta il golpista rosso è rimasto deluso: più dell’80% degli italiani l’ha boicottato, ha accuratamente evitato di guardare la sua faccina mummificata e la sua vocina da Prozac. Resta da augurarsi che gli italiani sappiano continuare su questa strada, magari ripetendo il colpaccio anche per il festival di Sanremo e tutti quegli altri programmi demenziali con i quali un sistema politico e culturale svenduto alla finanza apolide cerca disperatamente di legittimare il proprio potere.