mercoledì 27 gennaio 2021

Giuseppe Conte si è dimesso, ma ha dalla sua parte la massoneria internazionale

Il pagliaccio bastardo in giacca e cravatta si è dimesso, ma non c’è granché da esultare. Cercherà nuovamente un terzo Governo, con lui stesso come Presidente del Consiglio, ovviamente. Tutto pur di non andare a casa, tutto pur di non consegnare la Nazione alla destra, netta maggioranza sia nei gradimenti della popolazione, sia nei consigli regionali (15 su 20).

Dalle reazioni che si percepiscono a caldo, qua e là, emerge come il terrorismo mediatico abbia funzionato alla perfezione, trasformando buona parte degli italiani in una massa di ipocondriaci rincoglioniti che acclamano a gran voce il loro stesso carnefice. Parliamo di un Presidente del Consiglio che è riuscito a fare quello che nemmeno ad un Benito Mussolini in tempo di guerra era mai passato per la testa: ridurre l’Italia sul lastrico, disintegrarla economicamente, reprimere le libertà individuali e di spostamento dei cittadini, il tutto con l’approvazione dei potentati europei e della massoneria internazionale.

Relativamente al ruolo di quest’ultima è necessario fare qualche accenno. Il 12 gennaio, a Cartabianca della Berlinguer, va in scena un siparietto rivelatore tra Paolo Mieli, Massimo Cacciari e Gad Lerner. Si discute, ovviamente, della tenuta del Governo Conte: dovrebbe andare a casa? Restare? Si dovrebbe fare un terzo Governo Conte? Interviene Paolo Mieli: “Nemmeno per sogno: Conte è invincibile”. In che senso “invincibile”?, gli chiede Cacciari. “Conte ha in se una energia forte, qualcosa che sfugge…” Mieli abbozza il sorrisino di chi la sa lunga, ma non può dire più di tanto. Interviene Gad Lerner a spiegare il mistero: dietro Giuseppe Conte agirebbe, nell’ombra, “una massoneria trasversale, che ha riferimenti interni ed internazionali”. Chi conosce la Massoneria ed il potere che essa esercita ininterrottamente, a livello mondiale, da trecento anni a questa parte, saprà spiegarsi meglio il perché questo Signor Nessuno sia al potere da anni, pur senza essere mai stato eletto, e pur portandosi appresso una scia di errori e di incompetenza – una Nazione disastrata, ben oltre l’orlo della recessione economica, con danni psicologici elevatissimi causati alla popolazione da un blocco totale di un anno che non ha impedito all’Italia di avere il più alto numero di morti al mondo dopo l’Argentina – che non hanno eguali nella Storia d’Italia.

Qualche giorno dopo è Massimo Giannini, direttore de La Stampa, a fare delle rivelazioni clamorose ed inedite, che in una Nazione civile avrebbero acceso un dibattito infuocatissimo, e che invece, in Italia, sono passate pressoché sotto silenzio. In un suo articolo di qualche giorno fa pubblicato su La Stampa, Giannini ci rivela che dietro Giuseppe Conte opererebbero, trasversalmente, forze occulte della massoneria e dei servizi segreti: due poteri formidabili e temibilissimi, il secondo dipendente direttamente dal primo, che agirebbero per un eventuale terzo Governo Conte. Sempre più probabile, a questo punto. Si imbarcherà perfino Matteo Renzi, dandogli qualche ministero in più per non fargli rompere troppo le balle, e li vedremo tutti insieme: Cinque Stelle, Partito Democratico, Italia Viva, tutta la sinistra più o meno estrema, più almeno una decina di voltagabbana presi dagli altri schieramenti partitici (in Italia i traditori ed i panciafichisti non mancano mai). Il collante di questa armata Brancaleone? Il terrore delle elezioni, che cercheranno di rimandare fino all’inevitabile, e posti di potere e prebende. Ad avvallare questa vergognosa pagliacciata? Sergio Mattarella. Del resto parlavamo o no di massoni e traditori dell’Italia?

venerdì 22 gennaio 2021

In risposta ad un lettore sinistrorso

Uno dei miei lettori mi scrive in privato:

Ho letto con un certo interesse il suo articolo intitolato “Davvero paghiamo il canone Rai” e le scrivo relativamente all’ultima parte del suo post. Se la critica ad Alan Friedman può essere anche condivisibile, lei dimostra chiaramente tutta la sua malafede quando ironizza sugli insulti razzisti alla Kyenge, oppure alle battute sessiste (avvallate spesso e volentieri dal Capitone che lei tanto difende) contro Laura Boldrini, donna da sempre impegnata nella lotta contro la parità di genere. Sarebbe il caso che facesse pace con il suo cervello.

Caro lettore, lei mi “ispira” un articolo bello e buono: noi siamo piccolini, non riceviamo tanti commenti, ma che un radical chic si prenda la briga di commentare sul nostro profilo, dimostrando così tutta la propria pochezza, malafede ed ignoranza, è un fatto che deve essere in qualche modo festeggiato.

Anzitutto, quando cita il mio articolo, lo faccia con completezza: il titolo è “Davvero paghiamo il canone Rai per vedere un cialtrone che imita Ollio dare della escort a Melania Trump?” (sono un estimatore di Lina Wertmuller: mi piacciono gli articoli lunghi).

Quanto alla mia supposta ironia, lei, se lo faccia dire, non ha capito un beneamato tubo. Le spiego. Le idee di una persona sono apprezzabili e rispettabili quando le stesse mantengono, di fondo, una loro coerenza, quando, cioè, rimangono tali siano con gli amici che con i nemici, e non quando vengono continuamente e tortuosamente piegate e ripiegate per castigare sempre e solo una determinata parte politica – rigorosamente costituita, secondo la vulgata corrente, da analfabeti funzionali, fascisti, omofobi, gente con l’osso in testa e la clava in mano, per intenderci – a favore dell’altra parte politica che è autonomamente salita sul piedistallo della virtù e della superiorità morale e da quel piedistallo pretende di stravolgere la cultura, il pensiero, il costume, e finanche il vocabolario (“ingegnera” e “tutt*” le ricordano qualcosa?). Ci disgusta chi pretende di confutare le idee di qualcuno irridendolo relativamente al suo aspetto fisico (la Bindi), al suo modo di vestirsi (la Bellanova), al suo colore della pelle (la Kyenge): questo è ovvio. Gradiremmo, però, che questo valga sempre, sia per gli amici che per i nemici. Perché Rosy Bindi non può essere bruttarella ma Giuliano Ferrara o Mario Adinolfi possono essere delle balene? Perché la Kyenge non può essere un orango però di Daniela Santanché ci si può chiedere se debba essere buttata nella plastica o nell’umido? Perché Teresa Bellanova non può essere ridicola con un vestito blu ma Silvio Berlusconi può essere un nano malefico? Ha capito quali sono i termini della questione? Se vi indignate perché si dà della zozzona alla Rackete (a proposito: lei ci dormirebbe con una con quei capelli? Se la risposta è “si” ho una brutta notizia per lei) ma non battete ciglio quando si dà della escort alla moglie del penultimo Presidente degli Stati Uniti – e questo solo per rimanere all’ultimo degli insulti che quotidianemente propinate agli avversari politici – non siete contro il sessismo, non vi battete contro un linguaggio d’odio: siete solo degli stronzi ipocriti che, dietro il paravento del politicamente corretto, pretendete di mettere a tacere gli avversari usando contro di loro le stesse armi che, a parole, così tanto disprezzate.

Altre due precisazioni. Molto probabilmente lei non bazzica spesso sul mio spazio pubblico. Se lo facesse saprebbe che siamo equidistanti sia dalla destra che dalla sinistra, e che allo stesso modo in cui critichiamo la sinistra così facciamo con la destra. Matteo Salvini, per dirla in parole a lei più facilmente comprensibili, non ci sta simpatico proprio per nulla, anzi. Lei, però, ha letto due righe e ci ha subito etichettato come è stato addestrato a fare. Tutto molto semplice: sono contro il cialtrone americano sessista ma di sinistra? Allora, sicuramente, saranno dei temibili fascio-leghisti!!!

Seconda precisazione: si dice “faccia pace con il suo cervello”, non “facesse”.

Mi rendo conto che tra piddioti e cinquestelle i congiuntivi siano solo inutili orpelli, però sa, queste sono le figure di merda che si rimediano quando si pretende di fare da maestri agli altri senza nemmeno aver conseguito la licenza elementare.

Davvero paghiamo il canone Rai per vedere un cialtrone che imita Ollio dare della escort a Melania Trump?


Davvero paghiamo il canone Rai per vedere una cialtronesca imitazione di Ollio dare della escort a Melania Trump? State scherzando?


La storia la conoscete. Siamo ad “Unomattina”, programma di Rai Uno, due giorni fa, e si commenta il passaggio di consegne tra Donald Trump ed il neo-eletto Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Alan Friedman, questo miserabile leccaculo radical-chic che solo in Italia poteva essere invitato in ogni trasmissione del servizio pubblico ed osannato come chissà quale maitres a pensier, sentenzia; “Ecco Donald Trump che scende dall’aereo con la sua escort… moglie!” Si corregge subito, scuote la testa, ma la frittata è fatta. Anzi: no. In studio ridacchiano, nessuno dice assolutamente nulla, e la trasmissione continua come nulla fosse. Ma nel tempo di internet basta qualche minuto per far montare una bufera e così Myrta Merlino, la conduttrice, poco dopo si trova costretta a chiedere al cialtrone di ritrattare le sue affermazioni. Il cialtrone ritratta e chiede scusa.

La lingua batte dove il dente duole, dice sempre mia zia. Certo, per un cialtrone come Friedman sarà difficile comprendere come una come Melania Trump, prima fotomodella di livello mondiale, poi imprenditrice capace di parlare correttamente sei lingue, in seguito moglie del Presidente degli Stati Uniti, non abbia scelto lui al posto di The Donald. Noi una mezza idea ce la siamo fatta.


Ad ogni modo quello che sconvolge è come nessuno, almeno inizialmente, abbia avuto alcunché da eccepire, né la giornalista in studio che ridacchia divertita a questa battuta volgare e chiaramente sessista, né quella Myrta Merlino solitamente così inginocchiata e prona al politicamente corretto (non solo metaforicamente). 

“Intendevo accompagnatrice (nel senso di colei che accompagna, supponiamo, nda) ed ho avuto un lapsus, non c’è da fare alcuna polemica”, si difende la testa d’uovo americana. Ovvio: sono sempre e solo loro che decidono quando si deve o non si deve fare polemica. La toppa, però, è peggio del buco: nella lingua inglese il termine “escort” ha lo stesso significato che ha in Italia, e Friedman ce lo dimostra nel suo profilo Twitter, quando dà nuovamente della escort a Melania, nel silenzio dei progressisti e delle femministe. 


Se le donne sono di destra si possono tranquillamente offendere ed insultare, e nessuno ha mai avuto nulla da ridire, benché meno dalle parti dei soloni del politicamente corretto: provate a chiedere qualcosa a Giorgia Meloni, Daniela Santanché, Mara Carfagna, tutti personaggi che non stanno simpatici nemmeno a noi, sia ben chiaro, ma che abbiamo sempre attaccato solo ed esclusivamente sul piano politico, senza mai utilizzare espressioni come “pesciarola”, “busta di plastica”, “velina personale del Presidente”. Oppure, per uscire dal circuito istituzionale, chiedete alla vignettista di Pubble, pagina satirica di Facebook, che riceve minacce di morte e di venir appesa a testa in giù un giorno si e l’altro anche.  

La sinistra, nel caso non lo abbiate ancora capito, è esattamente questo. La sinistra è quella che ce le tritura quotidianamente col sessimo, il machismo, il femminismo d’accatto, che si indigna per la Boldrini declinata a bambola gonfiabile, per le battute sui vestiti della Bellanova, per gli apprezzamenti rivolti da Berlusconi a Maria Elena Boschi (“Come fa ad essere così carina e di sinistra?” – si è chiesto il Presidente di Forza Italia – ed effettivamente se lo è chiesto anche qualcuno tra noi, ma vabbè…), per la Kyenge come un orango, per le vignette satiriche sulla bellezza di Rosy Bindi, per le osservazioni sulla scarsa igiene della capitana tedesca che rischia di ammazzare dei finanzieri italiani pur di sbarcare il suo carico di clandestini… la sinistra ha costantemente il ditino puzzolente rivolto contro la controparte, ma poi insorge come un sol uomo, compatta, per difendere questo miserabile leccaculo liberista: “Ha avuto un lapsus!”, “Si è confuso!”.

Ipocriti, crudeli, cattivi, doppiopesisti, esclusivisti e sessualmente frustrati: questa è diventata la sinistra in Italia (e non solo). Sputargli in faccia è un dovere morale.

martedì 19 gennaio 2021

Se sei di sinistra ed ebreo le norme anti-Covid non valgono

Liliana Segre se ne frega delle norme anti-Covid e, come da lei stessa dichiarato, violerà le prescrizioni del suo stesso medico personale per andare in Senato a sostenere il Governo Conte. “È una vergogna”, esclama indignata.

Prendiamo atto che se sei di sinistra, e per di più ebrea – “miracolosamente” sopravvissuta ad Auschwitz, per te non valgono le regole che hanno messo in ginocchio una Nazione intera. Distanziamenti, chiusura delle attività, divieto di spostamenti, zone gialle, rosse, verdi… tutto passa in secondo piano. Quando si tratta di non lasciar soli i nostri anziani, o di salvaguardare le nostre attività perché è ormai molto più probabile morire di fame che non di Covid, o di abbracciare le nostre famiglie, magari dopo settimane e settimane di lavoro in cui non abbiamo potuto vederle e stare con loro come avremmo desiderato, siamo degli egoisti irresponsabili, negazionisti/no vax/analfabeti funzionali/fascisti.

Le leggi ridicole e fallimentari da loro stessi imposte, che hanno distrutto una Nazione intera con danni che impiegheremo decenni a riparare, possono venire tranquillamente infrante, purché siano loro stessi a farlo. E te lo dicono col sorriso sulle labbra, col ditino puntato, di quelli che hanno a cuore gli interessi della Nazione, mica come quei coglioni che hanno violato il coprifuoco per fare il pranzo di Natale con i genitori anziani.

Del resto Liliana Segre è di sinistra, ebrea, “sopravvissuta” ad Auschwitz: lei può, in nome della tenuta di questo Governo criminale, difesa da un alone di impunità eterno, quasi mistico, perché se dici qualcosa a Liliana Segre sei uno schifoso antisemita.

A proposito: ma i Cinque Stelle non dovevano abolire i senatori a vita?

mercoledì 13 gennaio 2021

Negli USA una intera fazione politica è stata eliminata con un click

Come i più affezionati lettori tra voi sapranno, Fascismo e Libertà non è presente su Facebook o, quando ciò accade, la nostra pagina rimane attiva per pochissimo tempo. Il motivo è presto detto: dopo qualche mezz’ora dalla sua creazione, la pagina viene rimossa unilateralmente da Facebook, indipendentemente dai contenuti. Insomma: sul sito di Zuckerberg non ci possiamo stare, ed anche provare a creare un nostro spazio è solo una inutile perdita di tempo.

Ogni volta che qualcuno di noi è stato silenziato o messo a tacere (profili bloccati, pagine eliminate, limitazioni al proprio profilo anche in seguito alle segnalazioni più demenziali) attorno a noi abbiamo sentito solo applausi: “Dove non arriva la legge italiana arriva Facebook!”, “Facebook fa quello che dovrebbero fare i giudici italiani, cioè far rispettare la Costituzione!” (e vaglielo a spiegare a questi disadattati che non violiamo la Costituzione, per quanto ciò possa sembrare contraddittorio), e via dicendo. Ora Facebook, e con lui Instagram, ha censurato una intera parte politica, vale a dire quella dei repubblicani e del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e la cosa davvero scandalosa è che nessun giudice americano si sia alzato in piedi per contrastare il fatto che un sito internet, gestito da una organizzazione privata, decida chi possa e chi non possa avere voce in capitolo. Quando i trumpiani hanno provato a spostarsi su Parler, un sito internet simile a Facebook ma ben meno conosciuto, è stato Google ad impedire a Parler di essere ospitato sui server di Google Play, e sembra che Apple stia pensando una soluzione simile per il proprio sistema operativo. Con un solo colpetto di mouse centinaia di migliaia di attivisti, politici, scrittori, militanti pro-Trump sono stati messi a tacere, e la loro socialità virtuale è stata completamente azzerata. Il tutto tra gli applausi degli antifascisti, senza che nessuno abbia detto un “ma”.

Provate a pensare a cosa potrebbe significare questo in un mondo in cui la moneta contante è abolita e le transazioni economiche avvengono solo virtualmente: basterà un “Invio” sulla tastiera per non saper più come mangiare, il nostro conto corrente portato a “zero”. Di più: con qualunque apparecchio della nostra vita sempre connesso ad internet (il 5G serve proprio a questo: a gestire decine di miliardi di operazioni internet e enormi flussi di dati) smetteremo letteralmente di essere uomini. Non potremo più mettere in moto la nostra automobile, aprire la porta di casa, benché meno utilizzare il nostro telefono cellulare. Completamente eliminati dalla vita sociale ed economica, allo stesso identico modo in cui, con pochi colpetti, decine di migliaia di persone che non sono conformi al politicamente corretto (noi primi tra tutti) ora sono stati eliminati da Facebook.

Vi rendete conto di quanto questi personaggi siano ben introdotti nelle sale del potere, e di quanto siano ben consapevoli di averlo, il potere, se possono permettersi di prendere a cazzi in faccia il Presidente degli Stati Uniti e tutti i suoi sostenitori? Probabilmente no: vi abbiamo sempre visto dalla parte opposta della barricata, ad applaudire le restrizioni contro i Fascisti (o presunti tali).

”Non sputare troppo in alto che poi in testa ti ritorna”, diceva mio nonno. Aveva ragione. Prima o poi toccherà anche a voi.

martedì 5 gennaio 2021

"Amen and awomen": la gaffe del deputato di sinistra che imbarazza gli antifascisti americani

L’ideologia radicale antifascista è barbarie, ignoranza, violenza. Ne dà l’ennesima dimostrazione il deputato americano Emanuel Cleaver, eletto rappresentante alla Camera del Missouri (per i Democratici, ovviamente), il quale, in un discorso politico, conclude con un disgustoso politicamente corretto “Amen and Awomen”. Questo disadattato, nella sua crassa ignoranza, non conosce il significato della parola “Amen”, di chiare origini ebraiche, che significa “Così sia”.

Poiché l’antifascismo mira a destabilizzare ogni Cultura ed ogni Civiltà, specialmente quella europea, il cialtrone antifascista, pensando sicuramente che “Amen” stesse per “A man” – “un uomo”, in italiano – ha equilibrato diabolicamente tale espressione con “Awoman” – “una donna”.

Anche commentare accadimenti simili è diventato finanche imbarazzante, e ciò non fa altro che sottolineare come la violenza ideologica di questa gente sia arrivata oramai a livelli da malattia mentale.

Una domanda ci sorge spontanea: non è che Cleaver e Di Maio sono parenti?