venerdì 30 giugno 2017

La Boldrini non è parte in causa



Non c’è niente da fare. Nemmeno nelle occasioni più normali, più spontanee e più gioiose, come quella di fare gli auguri ad una coppia per la nascita del proprio figlio, il Presidente della Camera, Laura Boldrini, riesce – nemmeno per un attimo – a mettere da parte quella malattia mentale altrimenti denominata con il nome di “femminismo”.

Succede che, in Parlamento, la Boldrini dà pubblicamente gli auguri a “Celeste Costantino, la nostra collega, che ha fatto una bambina che si chiama bianca e che sta bene: un saluto a mamma e bimba”. Quando qualcuno le fa notare che, in una certa parte, gli auguri bisognerebbe farli anche al padre, che ha in qualche modo contribuito alla nascita della bambina, la Boldrini risponda: “Come dice? Il papà non è parte in causa, in questo caso. Scusate, la bambina è stata fatta da Celeste Costantino, è nostra collega e noi ci rivolgiamo a lei, essenzialmente a lei”. Il papà, ne prendiamo atto, quando nasce il figlio non è parte in causa.

I deliri di questo personaggio sono tutti qui. Completamente avulsa dalla realtà, stomachevole perfino ai senatori e ai deputati più vicini alla sua parte politica, la Boldrini nemmeno sa che i bambini non si fanno, ma si procreano: c’è già tutto il lessico vendoliano del bambino come merce.

Come rispondere a simili vaneggi? Con il deputato Daniele Capezzone, che grazie al cielo fa l’unica cosa che si può fare: riderci su e “fare gli auguri anche al marito o al compagno della nostra parlamentare, visto che crediamo, dopo ampia riflessione, che anche il papà abbia avuto un qualche ruolo nella nascita della bimba”.

Al che alla Boldrini non resta che rispondere: “Allora facciamo gli auguri anche al papà”.

Che personaggetto ridicolo…

martedì 27 giugno 2017

Siamo comandati da malati di mente



Due avvenimenti, slegati tra loro, ci fanno capire che viviamo in un’epoca di malati di mente; i quali sono la netta maggioranza sia al governo, sia tra la comune popolazione.

Cominciamo dalla prima notizia di cronaca (nera, purtroppo): una donna prima evira il compagno, poi lo massacra a coltellate. Agli investigatori afferma che la colpa è, manco a dirlo, dei pericolosissimi nazisti, che le avrebbero fatto il lavaggio del cervello e che complotterebbero per avvelenare le risorse idriche della popolazione mondiale, al fine di avere un mondo di storpi e di malati.

Ho guardato le trasmissioni e le interviste ai politici in TV. Non ho visto nessuna Laura Boldrini stracciarsi le vesti gridando alla violenza di genere, né alcun politico del PD (sarà anche per la batosta elettorale che hanno sonoramente preso alle ultime amministrative) chiedere a gran voce una legge contro il maschicidio (che in Italia c’è), né alcun giornalista montare qualche servizio strappalacrime in qualche trasmissione per casalinghe del pomeriggio.

Quanto all’assassina, nessuno le ha detto che lo scopo degli Stati non è certo avere un mondo di malati decrepiti, poiché peserebbero in maniera insopportabile sulle casse dello Stato e sull’assistenza sanitaria. Comunque sia, la stessa ha ben dimostrato come il canovaccio degli ultimi decenni di questa repubblica antifascista sia ormai consolidato: la colpa è, sempre e comunque, dei Fascisti e dei Nazisti, questa pericolosissima entità satanica che, nel buio di anfratti segreti, complotta segretamente per la distruzione dell’umanità oppure, alla bell’è meglio, per sprangare qualche immigrato.

Insomma: massacri il tuo compagno prima torturandolo barbaramente e poi finendolo a coltellate? Dai la colpa ai cattivissimi nazisti, che tanto non si sbaglia mai!

Secondo episodio: durante il Gay Pride di Latina un uomo, a quanto pare un imprenditore locale, appende al balcone della sua abitazione uno striscione particolarmente chiaro: “Viva la fica!”. Viene fermato, portato in commissariato per accertamenti, e costretto a rimuovere lo striscione “incriminato”.

Esporre uno striscione del genere sarebbe stato una mancanza di sensibilità. Verso chi? Verso gli omosessuali che manifestavano, evidentemente!

Quindi, se ho capito bene: centinaia di omosessuali, transessuali, lgbt, o qualunque cosa siano, bloccano una intera città per inscenare pagliacciate spesso oltre i limiti del buon gusto e del ridicolo per “far valere i propri diritti” ed “esprimere liberamente le proprie preferenze sessuali”, con pagliacciate indecenti condite da musiche indecenti, mentre esporre uno striscione dal proprio balcone di casa è un intollerabile atto prevaricatore, a tal punto che ti arrivano in Carabinieri in casa, con tanto di gita in commissariato.

Siamo sotto il tallone di un padrone crudele nel migliore dei casi, malato di mente (e di politicamente corretto) nel peggiore: mala tempora currunt.

lunedì 26 giugno 2017

Comunicato MFL in merito allo scioglimento della commissione elettorale di Salò

In merito allo scioglimento della commissione elettorale di Salò, successiva alla elezione di nostri tre consiglieri comunali a Mura (Brescia), pubblichiamo il comunicato della Nostra Segreteria Nazionale.

Preg.mi Dottori Pasquariello, Longhi e Monni, mi scuso per l'invio di questa comunicazione, ma non essendo riuscito a trovare un indirizzo mail riferibile al Sig. Preftto, Dott. Vardè, ho deciso di scrivere a Voi, suoi stretti collaboratori, nella speranza che possiate inoltrargli la presente.
Inizio con il presentarmi: sono il Dott. Carlo Gariglio, Segretario Nazionale del Movimento Fascismo e Libertà - Partito Socialista Nazionale (MFL-PSN). Ho deciso di scriverLe dopo avere visionato la notizia della scioglimento della Sottocommissione elettorale di Salò, "rea", a dire dei giornali (ed evidentemente anche del Dott. Vardè), di avere ammesso la nostra lista alle elezioni di Mura (BS), ove abbiamo eletto 3 consiglieri comunali, ottenendo circa il 12% dei consensi.
Ora, non parlo per il povero parlamentare PD Lacquaniti, che non perde occasione per lanciare grida di giubilo e per vantare una certa frequentazione del Sig. Prefetto, nonchè per sfruttare lo spazio concessogli da giornalisti asserviti (che regolarmente cestinano le nostre repliche) al fine di minacciarci, diffamarci e addirittura paragonarci al terrorismo neofascista degli anni passati (per questo ed altri reati verrà a breve denunciato, anche se correrà a nascondersi dietro la sua immunità parlamentare); ma da alti funzionari dello Stato come Voi, con titoli di studio ed esperienza in questioni ministeriali, mi sarei aspettato una maggiore cautela ed una maggiore aderenza ai fatti.
Il nostro movimento, fondato da Giorgio Pisanò nel lontano 1991, da ben 26 anni fa attività politica ed elettorale (dove può) senza essere mai incorso in alcuna condanna, nonostante le ormai centinaia di denunce presentate dai tanti piccoli Lacquaniti, nipotini di Stalin, dalla sua fondazione ad oggi; la Magistratura penale ha più e più volte riconosciuto la nostra totale estraneità a qualsiasi reato riconducibile alla XII Disposizione Transitoria della Costituzione ed alla Legge attuativa cosiddetta "Scelba". Gli stessi Tribunali penali hanno riconosciuto del tutto legittima l'esposizione dei nostri simboli (un Fascio Repubblicano rosso che nulla ha a che fare con il Fascio littorio simbolo del disciolto PNF), nonchè della dicitura abbreviativa che lo accompagna, ovvero "Fascismo e Libertà". Sul nostro sito chiunque può visionare le varie Sentenze e/o Decreti di Archiviazione emessi nel corso di questi 26 anni (http://fascismoeliberta.info/legalita-del-m-f-l-p-s-n/).
Ora, il sottoscritto non è né un alto funzionario ministeriale, né un parlamentare lautamente stipendiato, ma pur da umile cittadino arriva a comprendere un'evidenza: se un movimento politico è legale, e sono legali la sua denominazione ed il suo simbolo, impedirgli di prendere parte alle competizioni elettorali, o obbligarlo a farlo con altri simboli, rappresenta un chiaro reato di abuso di potere in vero stile stalinista (Lacquaniti sarà felicissimo), nonchè una vergognosa limitazione dei diritti politici (art. 294 PC) e costituzionali di noi cittadini facenti parte del MFL-PSN. Questo è un fatto.
Oggi apprendiamo che, mentre non si puniscono mai i vari magistrati del TAR e del CdS, o i Vice Prefetti presidenti di Commissioni elettorali che da decenni ci boicottano illecitamente, si puniscono i funzionari della Sottocommissione di Salò per avere applicato la Legge, ovvero per avere ammesso una lista di un movimento legale, avente come logo un simbolo che lo stesso CdS, nel lontano 1994, ritenne del tutto legittimo!
Allego alla presente quella Sentenza, emessa da quelli che ancora si comportavano da Magistrati, e non da stipendiati del PD, pronti a stravolgere le Leggi e ad abusare del proprio potere, tentando di sostituirsi alla Magistratura Penale. Da essa mi permetto di estrarne un paio di punti significativi:
"(...) La Sezione sottolinea, innanzi tutto, che il quesito non riguarda gli aspetti penali e in particolare il punto se le linee statutarie e programmatiche del Movimento integrino o meno la fattispecie della ricostituzione del partito fascista, o quella di manifestazioni fasciste, ipotesi entrambe contemplate dalla legge del 1952. Dal punto di vista penale, invero, non vi è che da prendere atto delle pronunce intervenute nella sede competente; (...) E questa è anche l’opinione di questo Collegio. Il fascio, usato nell’antica Roma come insegna dei magistrati elettivi dotati di potere di comando (imperium), ha assunto nel tempo il valore di simbolo della forma repubblicana dello Stato - e in particolare di una repubblica non oligarchica né aristocratica, ma retta dalla volontà popolare espressa mediante libere elezioni. Così è stato adottato dalla Rivoluzione francese, ed è tuttora l’emblema ufficioso di quella Repubblica; ed è stato adottato anche dalla Repubblica romana dei Giuseppe Mazzini, e anche da qualche altro Stato (es.: il cantone elvetico di San Gallo). È vero che di questo emblema si è appropriato anche il partito mussoliniano, dapprima solo con riferimento ad una ispirazione genericamente rivoluzionaria, poi con l’intenzione - tanto insistitamente declamata, quanto arbitraria e ingiustificata nei fatti - di accreditare il regime mussoliniano come l’erede e il continuatore della Roma repubblicana ed imperiale. Ed è anche vero che all’occhio dell’osservatore italiano l’emblema del fascio non può non richiamare alla memoria, primariamente, proprio il regime fascista. Ma non si può dire che quel simbolo, in sé e per se, abbia un significato unico ed univoco - e forse si dovrebbe anche distinguere a seconda delle varie elaborazioni grafiche, diversificate dalla forma della scure e dalla sua posizione rispetto alle verghe: solo alcune versioni, infatti possono dirsi tipicamente fasciste. In conclusione, l’emblema del fascio romano, disgiunto dalla parola "fascismo", si può considerare ammissibile, ai fini contemplati dal quesito del Ministero dell’interno".
Ora, pur considerando un abuso ai nostri danni anche questa Sentenza, in quanto ci vieta la dicitura "Fascismo e Libertà" che la Magistratura Penale ci ha invece autorizzato, mi piacerebbe, capire quali violazioni ravvisi il Sig. Prefetto nella presentazione di un logo largamente riconosciuto legittimo dal CdS ed usato nel mondo e nel corso della Storia per rappresentare Stati retti da istituzioni repubblicane e democratici (a quanto citato nella suddetta Sentenza, mi permetto di aggiungere la Repubblica dell'Ecuador ed il Camerun, come Stati che tuttora adottano un Fascio Repubblicano come simbolo), nonchè disgiunto dalla parola "Fascismo", esattamente come richiesto dalla Sentenza del 1994.
Fra l'altro, mi permetto di ricordare che nel corso degli anni allo stesso Ministero dell'Interno sono giunte decine di interpellanze parlamentari da parte di "onorevoli" nipotini di Stalin (Lacquaniti, povero lui, è anche in questo caso in ritardo di una ventina d'anni!) contro il nostro movimento, le quali hanno avuto praticamente la stessa risposta, ovvero: "Non spetta al Ministero dell'Interno decidere della legittimità di un movimento politico, ma alla Magistratura Penale, che si è più volte pronunciata a favore del MFL".
Quindi, dal momento che i fatti che espongo dovrebbero essere ben noti ad alti funzionari dello Stato facenti capo al Ministero dell'interno, torno a chiedermi il senso di certe decisioni del Sig. Prefetto e dei suoi colloqui con il Lacquaniti; non vorrei che si trattasse di un chiaro messaggio ai funzionari della Prefettura, per invitarli a non applicare la Legge in occasioni di future elezioni, aggiungendo abusi ad abusi contro il MFL-PSN.
Chiudo questo mio lungo messaggio allegandovi una sostanziosa documentazione inerente alcune delle nostre passate partecipazioni a competizioni elettorali, che fin dal 1993 ci videro in campo, con l'elezione nel corso degli anni di numerosi consiglieri comunali. Come potrà verificare il Sig. Prefetto, nonostante in molti casi le autorità abbiano abusato dei loro poteri per farci eliminare la parola "Fascismo" (ed al volte anche la sola sigla MFL!), quello che ha caratterizzato sempre le nostre liste è il logo del Fascio della Repubblica Romana di Mazzini, ovvero quello che oggi il Sig. Prefetto ha ritenuto illecito, tanto da sciogliere la Sottocommissione di Salò.
Conscio del fatto che con ogni probabilità nessun alto funzionario perderà il suo tempo prezioso per rispondere al sottoscritto, colgo comunque l'occasione per porgere i miei più distinti saluti al Sig. Prefetto ed ai collaboratori a cui invio la presente.
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Dott. Carlo Gariglio - Segr. Naz. MFL-PSN
www.fascismoeliberta.info
www.lavvocatodeldiavolo.biz

mercoledì 14 giugno 2017

Ho fatto arrabbiare gli omosessuali



Prima o poi doveva accadere anche a me. Anzi, mi stupisco che la cosa non si sia verificata prima: ho fatto arrabbiare gli omosessuali. Su un loro quotidiano in rete hanno dedicato un intero articolo ad un mio precedente intervento. La cosa, di per se, non sarebbe scandalosa: quando si hanno idee e visioni della vita diverse, è perfettamente normale scontrarsi ideologicamente. Certo, lo si dovrebbe fare senza l’isteria e l’astio che notiamo spesso nei nostri avversari politici e che, purtroppo, riscontriamo anche stavolta. Anzi, peggio. Perché arrabbiarsi per un articolo ci sta, è legittimo. A patto, però, di averlo letto, l’articolo in questione. 

Veniamo al sodo. Sul sito gayburg.blogspot.it, e più precisamente a questo indirizzo - http://gayburg.blogspot.it/2017/03/il-partito-fascista-chiede-la-chiusura.html – possiamo leggere un articolo che si intitola così: “Il partito fascista chiede la chiusura dell’Unar (sostenendo che il circolo Mieli di Roma organizzi prostituzione e orge nella sua sede)”. Il riferimento, chiarissimo, è ad un mio articolo, pubblicato prima su questo sito, e poi anche sul sito nazionale di Fascismo e Libertà, dal titolo “Il vero scandalo è che esista l’Unar”, visionabile qui: http://chessaandrea.blogspot.it/2017/02/il-vero-scandalo-e-che-esista-lunar.html

In questo mio intervento riportavo innanzitutto ciò che l’inchiesta de Le Iene ha dimostrato, vale a dire che l’Unar – questo ente non governativo che mette e bocca e censura tutti i partiti politici non allineati al politicamente corretto – ha finanziato movimenti omosessuali nelle cui sedi si praticavano orge omosessuali unite al consumo di alcol e droga. I video e le immagini mostrate dalla trasmissione di Italia Uno, in questo senso, erano chiarissimi. Siamo sempre pronti, se mai verrà dimostrato essere stata tutta una montatura, a prenderne atto. Nello stesso articolo facevo notare, in seguito, che il vero scandalo non era tanto il fatto che i soldi pubblici venissero usati in questo modo (intendendo dire che si, è certamente uno scandalo, ma purtroppo c’è ben poco da stupirsi in questo Paese), quanto che un ente governativo, non eletto da nessuno, non deciso da nessuno, avesse questo potere censorio anche contro movimenti politici legittimi, solo non completamente allineati al pensiero del politicamente corretto e del radicalismo chic che tanto va di moda non solo in politica, ma anche nei mass media e nella società cosiddetta “civile”. Portavo ad esempio un chiaro intervento dell’Unar contro Fratelli d’Italia, reo, a suo tempo, di essersi espresso contro l’immigrazione incontrollata (cosa che qualunque persona di buon senso, non solo di destra, di sinistra o di centro, dovrebbe fare). Fratelli d’Italia è un movimento legale, pienamente inserito nel contesto democratico, e ha quindi tutto il diritto di esprimere il proprio pensiero, allo stesso modo in cui lo ha qualunque altro partito di sinistra o di destra.

Insomma: i toni che utilizzo sono sempre abbastanza polemici, ne prendo atto, ma in effetti non c’è scritto nulla di particolarmente scandaloso o eccessivo. Sulla legittimità dell’Unar e sul suo potere censorio anche Il Giornale – tradizionalmente di destra, ma non certo considerabile su posizioni fasciste o estremiste – esprimeva dei legittimi dubbi: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/unar-lente-che-finanzia-orge-aveva-censurato-giorgia-meloni-1366631.html. Sempre come riferimento alla vicenda che aveva visto coinvolta Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, anche Gaetano Quagliarello e Maurizio Sacconi, senatori di Area Popolare – partito non certo identificabile come “fascista”, avevano presentato una interrogazione diretta al Presidente del Consiglio. 

La vicenda, detta in altre parole, non era sembrata strana e ingiusta solo a noi, ma anche a chi, rispetto a noi, ha idee e posizioni molto diverse.

Tutto ciò, però, non impedisce all’articolista di gayburg.blogspot.it, che non conosciamo di nome perché non si è firmato, di partire in quarta, mettendoci in bocca parole che non solo non abbiamo mai detto, ma non abbiamo nemmeno mai pronunciato.

Si parte subito in quarta. L’anonimo articolista si chiede come mai il nostro Movimento sia stato sempre prosciolto dalle accuse di tentata ricostituzione del Partito Fascista. Basterebbe una semplice ricerca su Google per sapere che la legge punisce i partiti che si ispirano al Fascismo e lo fanno in modo violento e antidemocratico, ma non quelli che, pur ispirandosi, utilizzano modalità pacifiche e democratiche. 

Ed infatti il MFL non ha mai subito alcuna condanna per il reato di apologia del Fascismo o tentata ricostituzione del Partito Fascista. Con gran disdegno dei nostri detrattori (come quelli di gayburg.blogspot.it), che vorrebbero metterci a tacere per via giudiziaria.

Ma c’è di più. Elogiare l’operato di Mussolini o ciò che di buono ha fatto il Fascismo è quasi mai contro la legge. Vediamo perché.

La legge di riferimento è la n° 143 del 23 giugno 1952, “Norme di attuazione della XII Disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione”: stiamo parlando della più conosciuta legge Scelba, che recita testualmente:

«Chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità indicate nell’articolo 1 è punto con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da lire 400.000 a lire 1.000.000. Alla stessa pena (…) soggiace chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. Se il fatto riguarda idee o metodi razzisti, la pena è della reclusione da uno a tre anni e della multa da uno a due milioni. La pena è della reclusione da due a cinque anni e della multa da 1.000.000 a 4.000.000 di lire se (…) commesso con il mezzo della stampa (…)»

Dopo poco tempo la Corte Costituzionale si è dovuta pronunciare al riguardo, in quanto tale legge violava l’articolo 21 della Costituzione Italiana, che dichiara: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure». Nella sentenza n° 1 del 1957 si precisa chiaramente che soltanto il tentativo di riorganizzare il disciolto Partito Fascista, utilizzando quei metodi violenti e antidemocratici imputati allo stesso, può essere sottoposto a una qualche forma di censura. Con la sentenza della Corte di Cassazione del 1977 si precisa ulterioremente che:

«La Costituzione della Repubblica, mentre vieta in modo assoluto la riorganizzazione del disciolto partito fascista, non pone invece alcun limite alla libertà di manifestare il proprio pensiero, neppure quando la manifestazione abbia per oggetto persone, fatti e disegni politici del fascismo. Pertanto, per costituire reato, l’apologia del fascismo deve consistere in una esaltazione tale da poter portare alla riorganizzazione del partito fascista.»

La Cassazione stessa stabilisce, inoltre, che non è vietata la organizzazione e creazione di gruppi politici che si richiamino più o meno espressamente al Fascismo se questi stessi movimenti rispettano la normale dialettica democratica e ripudiano l’utilizzo della violenza come arma di lotta politica.

In barba al pilastro del diritto italiano del ne bis in idem – non si può essere giudicati due volte per lo stesso reato – noi siamo stati giudicati più di 41 volte. Per gradire…

Dopo lo scandalo per il fatto che esistiamo (come la prenderanno quelli di gayburg.blogspot.it quando verranno a sapere che a Brescia abbiamo piazzato altri tre consiglieri comunali, abbiamo vinto altri due processi giudiziari e stiamo attivando nuovi coordinamenti in tutto lo stivale?), l’anonimo articolista definisce senza mezzi termini ciò che ho riportato (l’Unar che finanzia le orge degli omosessuali) come semplici illazioni. Eh no… i video de Le Iene sono chiarissimi. Talmente chiari che non siamo noi a dover dimostrare che siano veri, bensì loro a dover dimostrare che sono falsi. 

Secondo l’anonimo articolista di gayburg.blogspot.it “spergiuriamo” (vedete il linguaggio da Tribunale? È proprio la loro forma mentis) che Mario Mieli (uno dei più famosi attivisti del movimento omosessualista italiano autore di “Elementi di critica omosessuale”), fosse un pedofilo e un coprofago. Secondo loro avremmo estrapolato delle frasi fuori contesto da questo libro per avvalorare la nostra idea. Questo modus operandi in difesa di Mieli è abbastanza tipico, specialmente negli ambienti omosessuali e di sinistra. Saremo pronti a ritrattare quanto abbiamo detto e scritto quando qualcuno avrà l’accortezza di prendere i passi più controversi del Mieli, collocarli nel contesto più ampio (dal quale, a loro dire, noi li avremmo estrapolati) e contestualizzarli opportunamente. Per ora, non ci risulta che questo sia mai stato fatto. E noi, anche se rischiamo di essere accusati di spergiuro, continueremo ad inorridire di fronte a frasi come queste: “Noi, si, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega”

Ma l’anonimo articolista non ha ancora toccato il suo apice. Fino a qui abbiamo, in ordine: lo stupore relativamente al fatto che non siamo tutti in galera (eh vabbè, una ricerca su Google e si tolgono il dente); la difesa a spada tratta dell’Unar (si nega l’evidenza, ma tant’è!); la difesa a spada tratta dell’icona del movimento omosessuale italiano (ci si nasconde dietro la sempre verde tecnica “hanno preso delle frasi fuori dal contesto”, che però qui sembra non funzionare, tanto è esplicito il Mieli).

Più avanti leggiamo il capolavoro: “Non paghi delle menzogne diffamatorie pronunciate, i fascisti passano al sostenere che quei gruppi sociali che venivano sistematicamente sterminati sotto il ventennio non debbano avere alcun ente incaricato di impedire il ripetersi della storia. […] Insomma, oggi come ai tempi del duce, c'è chi sostiene di essere più ariano degli altri ed inneggia a chi fomenta l'odio contro le minoranze nella speranza di un ritorno politico.”

Ora, chiariamo subito che il ritorno politico non c'è, perché esistiamo da più di vent'anni, e anche se così non fosse non avremmo bisogno di quelli di gayburg.blogspot.it, né tantomeno della loro approvazione. 

Sia come sia, nessuno di noi ha mai non solo scritto, ma nemmeno detto o ancor meno pensato simili frasi: pensiamo che chiunque debba essere tutelato, a prescindere dai suoi gusti sessuali, dalle sue idee politiche, dalla sua religione. Solo che, contrariamente a questi “signori”, riteniamo che tale tutela spetti alla Magistratura e alle autorità competenti italiane, e non certo ad un organismo completamente politicizzato e palesemente schierato in difesa del politicamente corretto e del bon ton radical chic, che non deve rendere conto a nessuno del proprio operato e, per di più, spende i soldi dei contribuenti italiani per far si che gli omosessuali possano allegramente inchiappettarsi tra loro.

Si continua poi con l’augurio che il circolo Mario Mieli (esiste un circolo Mario Mieli???) ci denunci e il simpatico epiteto, tra i commenti all’articolo, di “teppisti”, che ovviamente non viene moderato, contrariamente al mio commento che, a distanza di diversi giorni, ancora non è stato pubblicato. Il tutto, ovviamente, in un tripudio di tintinnio di manette, processi, arresti, censure…

Certo che se questi qui devono insegnarci la democrazia non stiamo messi molto bene.

martedì 13 giugno 2017

Buone notizie per Fascismo e Libertà (sulle elezioni amministrative e non solo)



A dispetto delle difficoltà, dei sabotaggi, del tentativo di escluderci completamente da qualunque – anche minimo – dibattito politico, Fascismo e Libertà continua, nel suo piccolo, a raccogliere successi. Tanto più importanti perché non frutto di alleanze dell’ultim’ora o di improvvisi cambi di casacca con rinnegamenti vari: è tutta farina del nostro sacco, e non dobbiamo niente a nessuno. 

Cominciamo dalle ultime elezioni amministrative. A fronte di commissioni elettorali mafiose e magistrature asservite che in Sicilia ci impediscono la presentazione della lista, a Mura, nel bresciano, la lista di Fascismo e Libertà tocca il 10% e porta in consiglio comunale tre consiglieri. Questo, val la pena ricordarlo, in un paesino dove non conoscevamo nessuno, e dove contava solo il nostro nome, il nostro simbolo, la nostra Idea.

Altra vittoria arriva sul fronte giudiziario. Relativamente al banchetto di Bologna nel 2001 – che ci costò l’apertura di due distinti procedimenti giudiziari (uno per apologia del Fascismo, l’altro per istigazione all’odio razziale) – portiamo a casa la richiesta di archiviazione emessa dalla Procura di Bologna: il fatto non sussiste. Ora, dopo la difesa, stiamo pensando a come contrattaccare. Vi terremo aggiornati.

Ancora, da segnalare l’apertura di diverse sedi, anche sul fronte sardo. Il camerata Maurizio Atzori, neo tesserato, è stato nominato referente per la zona di Carbonia e del Sulcis Iglesiente. 

Mentre la lista in provincia di Mantova di un gruppo di traditori che da quasi vent’anni ci copia nome e simbolo crea mal di pancia alla Boldrini in persona, grazie, molto probabilmente, alle conoscenze massoniche dei fondatori di questo pseudo-movimento, noi facciamo i nostri piccoli passi avanti. E non lo dobbiamo nessuno, se non a noi stessi.