mercoledì 21 ottobre 2020

Di Covid19 non si muore: lo dicono i giapponesi

Casomai ce ne fosse ulteriormente bisogno, a demolire ancora una volta la pagliacciata del Covid19 arriva uno studio giapponese.

Al Kobe City Medical Centre Hospital, in Giappone, le prove e le analisi compiute su un campione di 1000 pazienti hanno evidenziato una mortalità dello 0,01%, meno della solita influenza stagionale. Praticamente non muore nessuno. Si attendono i risultati di altri tre laboratori giapponesi che hanno compiuto la stessa indagine per confermare o smentire il risultato.

Se questo venisse confermato, ad ogni modo, il Governo dovrebbe spiegarci perché ha introdotto da marzo un vero e proprio Stato di Polizia che ha visto le libertà della cittadinanza enormemente ridimensionate, uno schieramento di militari e di forze dell’ordine per le strade che probabilmente non si è visto nemmeno durante l’ultimo conflitto mondiale, e che ha portato al collasso economico la Nazione, con la chiusura di decine di migliaia di attività.

Perché ciò è stato fatto, quando è sempre più evidente che la pandemia da Covid19 non è tale – non esiste un documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che parli con chiarezza di “pandemia”? Perché si è militarizzata una Nazione? Perché la si è disintegrata dal punto di vista economico? Perché contro i suoi cittadini si è schierata una mole incredibile di forze di polizia a tal punto da trasformare quasi l’intera Nazione in un teatro di guerra?

È sempre più fondante il sospetto che si sia trattato di un enorme, gigantesco ed incredibile esperimento sociale, per vedere fino a che punto ci si poteva spingere e fino a che punto la cittadinanza avrebbe sopportato tali misure. Se di esperimento si è trattato, inutile dire che esso è riuscito incredibilmente bene: le nostre strade sono popolate da masse di rincoglioniti, a metà strada tra gli ipocondriaci disadattati ed i delatori di corridori della domenica, che applaudono alle misure repressive del Governo.

Certo, è molto facile e comodo chiedere e pretendere mascherine in strada, distanziamento sociale, tamponi a tappeto e chiusura delle attività considerate non fondamentali quando sei un dipendente pubblico o quando sei un percettore del reddito di cittadinanza. Per tutti gli altri la scelta è se morire di Covid19, una ipotesi dello zero virgola qualcosa, o se morire di fame. E magari smettere di pagare le tasse dei fancazzisti che siedono nei Comuni o in Regione. Forse, quando il loro comodo stipendietto sarà a rischio, cominceranno a svegliarsi anche loro.

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