giovedì 31 luglio 2008

Geniale Scalfaro

Il 12 luglio del 1944 una granata americana esplose all’interno della Chiesa di San Miniato, provocando 50 morti innocenti, tra i quali molti bambini. Si parlò a lungo di eccidio nazifascista. Se ne continua a parlare ancora oggi. La lapide che infatti ricorda il “gelido eccidio perpetrato dai tedeschi” è ancora lì, nonostante oramai le ricerche storiche non lascino nessuno spazio per i dubbi e attribuiscano l’eccidio di San Miniato, senza ombra di dubbio, agli americani. A dirimere la controversia viene chiamato Scalfaro, grande esempio di obbiettività, che così sentenzia nella lapide che viene riscritta all’insegna dell’un colpo al cerchio e uno alla botte:

“Sono passati più di 60 anni dallo spaventoso eccidio del 22 luglio 1944, attribuito ai tedeschi. La ricerca storica ha accertato invece che la responsabilità di quell’eccidio è delle forze alleate. La verità deve essere rispettata e dichiarata sempre. E’ anche verità che i tedeschi, responsabili della guerra e delle ignobili e inique rappresaglie, con la complicità dei repubblichini, proprio in questa terra avevano seminato distruzioni, tragedie e morte. E’ la guerra. Proprio per questo la Costituzione Italiana proclama all’art. 11: l’Italia ripudia la guerra”.

Insomma: quando ad ammazzare sono i tedeschi la colpa è dei tedeschi, quando ad ammazzare sono gli americani la colpa è dei tedeschi. Devo ammettere che non ci avevo pensato.

venerdì 25 luglio 2008

Diciassette anni fa nasceva il Movimento Fascismo e Libertà

Diciassette anni fa nasceva, a Mantova, il Movimento Fascismo e Libertà. Contrariamente a tutti i partiti e i movimenti politici, la tessera n°1, che solitamente viene consegnata "ad honorem" al fondatore del nuovo soggetto politico, resterà vuota per l'impossibilità di consegnarla a colui che ispirò il movimento, deceduto ben diversi anni prima della nascita dello stesso. E vuota rimane. Tessera numero 2: Giorgio Pisanò. Pur guardando indietro e non riconoscendoci nel MFL che fu allora, e che oggi difficilmente avremmo accettato, va riconosciuto al Senatore Pisanò il merito di averci permesso di dire quello che siamo pubblicamente. Contro il comunismo abbiamo avuto ragione. Contro il capitalismo l'avremo presto. E nonostante il regime cerchi di far passare il Fascismo come un'idea obsoleta, vecchia, inadeguata, carica solo esclusivamente di violenza ed ignoranza e priva di qualunque valore costruttivo e propositivo, il Fascismo dimostra di avere ancora tanto da dire.
Presenti.

Barack Obama? Il Bush di colore

Gli italiani che, specialmente a sinistra, vedono in Barack Obama “l’uomo nuovo” che può imprimere una netta svolta alla politica americana, dovrebbero leggere e documentarsi bene sugli ultimi due discorsi del candidato democratico pronunciati a Berlino e Israele, utilissimi di per se stessi a sbollire le piacevoli ambizioni dei comunisti nostrani e a mostrare che, repubblicani o democratici, sarà sempre la stessa minestra. Se infatti prendessimo le parole pronunciate dal candidato democratico alla Casa Bianca, e le accostassimo al nome del criminale di guerra Bush, noteremmo che non vi è alcuna differenza tra l’uno e l’altro, perlomeno in politica estera; argomento che, contrariamente all’Italia, il cui peso internazionale è pressoché nullo, essendosi questa ridotta ad essere non più di una colonia americana, è uno dei cavalli di battaglia anche del politico americano più insignificante.
Dopo le ultime due comparse del probabile primo Presidente americano di colore, la prima in Israele allo Yed Vashem (il simbolo della favola olocaustica dove chiunque deve inginocchiarsi con la kippià per avere la benedizione del padrone) e la seconda a Berlino, appare ancora più giustificato lo scetticismo di coloro (tra i quali il sottoscritto) che non hanno mai banalizzato lo scenario politico americano, collocando aprioristicamente i repubblicani a destra e i democratici a sinistra come sembra di moda fare ultimamente. Pur augurandoci di non vedere più il criminale Bush in qualunque posto che non sia un tribunale che giudichi i suoi crimini e quelli dei suoi sodali (e stavolta per giustiziare questi plutocratici basterebbe usare le leggi vigenti, senza il bisogno di inventarsene di nuove da applicare in processi-farsa come quelli di Norimberga), non va dimenticato che se la dicotomia destra-sinistra è oramai improponibile in Italia (dove un esercito di parassiti composto da politici, mafiosi, massoni, burocrati, enti pubblici lucra e si ingrassa a spese della maggior parte della popolazione) ancor meno lo è negli Stati Uniti, dove le lobbies (in particolare quella sionista, che, come hanno dimostrato Marsheimer e Walt, è riuscita a instradare tutta la politica americana nel senso voluto da Israele) la fanno da padrone. E Obama, nelle sue recenti apparizioni pubbliche, non ha fatto altro che confermare platealmente quella che solo per gli ingenui non è una evidenza.
In Israele le parole d’ordine sono state: posizione anti-iraniana, con eventuale ricorso alla violenza per bloccare la riorganizzazione del nucleare civile di Teheran (“Il nucleare iraniano è un pericolo per tutta l’umanità”: anche quello a scopo civile?); la lotta contro il terrorismo islamico e internazionale, che significa nient’altro che la costante minaccia e il perenne conflitto contro tutti quegli Stati non schierati apertamente con la politica mondialista americana; il sostegno ad Israele, di cui Obama si è vantato di essere un grande amico e un grande estimatore, condensato in due perle degne di nota quali “Gerusalemme capitale di Israele” e l’accenno ai doveri dei palestinesi (non ho mai sentito qualcuno, men che meno americano, parlare di doveri degli israeliani, ma sarà solo una mia impressione).
Discorso diverso a Berlino: cooperazione Europa-USA, che di fatto significa uno schiavizzamento ancora maggiore del vecchio continente nei confronti degli Stati Uniti (“L’Afghanistan non può farcela da solo. Il popolo afgano ha bisogno delle vostre truppe e delle nostre truppe”), con tanto di altra frase ad effetto “Dobbiamo abbattere tutti i muri” (tranne quello alto più di nove metri costruito dagli israeliani in Cisgiordania, si intende).
Ora: cosa c’è di diverso dai discorsi di Bush? In che cosa il programma elettorale del democratico Obama si distingue da quello dei repubblicani?
Per chi vuole vedere, anche da queste semplicissime considerazioni si capisce che repubblicani e democratici sono un unico blocco monolitico le cui due correnti principali si alternano nella gestione del potere, attuando gli stessi identici programmi e le stesse soluzioni in ogni settore. Ma del resto, si sa, la sinistra e i comunisti sono sempre alla perenne ricerca di miti e di capi, ancor meglio se stranieri, ai quali votarsi religiosamente. Ieri era Mussolini (quando ancora non aveva visto il vero volto del socialismo di cui poi diventerà, dopo essere stato il capo, il più fiero degli avversari), poi c’è stato Fidel Castro, per arrivare ai giorni nostri con Chavez e Tony Blair (ricordate quando Rutelli, se non mi sbaglio era lui, che lo definì uno dei migliori uomini della sinistra europea?). Ancora oggi resiste, nella classifica degli amori più irriducibili della sinistra, Zapatero. Oggi è Barack Obama. Immediatamente prima di lui fu Bill Clinton l’ultimo grande amore americano dei comunisti “de no’artri”. Che poi Obama, se sarà eletto Presidente, sarà l’ennesima delusione dei sinistri d’Italia, è un altro discorso. Del resto, quando accetti di essere rappresentato da un borghese con la falce e il martello come Diliberto, o da un travestito come Luxuria, ti basta poco per essere felice.

mercoledì 23 luglio 2008

Più chiaro di così...

La notizia è vecchia di tre giorni, ma, pur non essendosi comunque guadagnata un servizio su uno dei tg, appare nonostante tutto sul Corriere versione internet.
Ricordate la vicenda delle vignette pubblicate da un giornale danese che ironizzavano sull’Islam e sui musulmani rappresentando Maometto con la cintura esplosiva intorno alla vita e simili? Tutto il mondo musulmano, e in particolare quello moderato, il quale giustamente non poteva assolutamente accettare l’equazione musulmano=terrorista, si indignò e protestò vivacemente. Dai difensori occidentali della libertà di opinione dovemmo subirci il pistolotto sulla libertà di opinione, sul diritto di fare satira, e così via. Uniti nella battaglia a favore delle offensiva vignette anti-musulmane trovammo anche i destrorsi nostrani, gli stessi, tanto per intenderci, che si indignano poi per le battute fatte al No Cav Day e altri stomachevoli incontri di ex, post e neo comunisti.
Chi ha la memoria non troppo corta ricorderà sicuramente che, una volta che si placò la comprensibile ira dei musulmani per quelle vignette ingiuriose e offensive, un giornale satirico francese, “Charlie Hebdo”, ripubblicò di nuovo le vignette già a suo tempo pubblicate dal quotidiano danese. Come a dire: non si sa mai che non vengano insultati abbastanza, questi musulmani. Ovviamente quasi tutta la stampa francese, e non solo, fece quadrato rivendicando il diritto a fare satira e fornendoci gli utilissimi pistolotti sulla democrazia e sulla libertà di parola.
In questi giorni il giornale “Charlie Hebdo” è ancora nell’occhio del ciclone, ma non per delle vignette anti-islamiche, bensì vignette considerate antisemite. Nel giornale in questione Siné, questo il nome dell’autore dell’orrendo crimine, avrebbe disegnato alcune composizioni in cui si ironizza sull’unione del figlio di Sarkozy, Jean Sarkozy per l’esattezza, con Jessica Sebaoun, l’ebrea figlia dell’ebreo fondatore dei celebri magazzini “Darty”: nelle vignette viene lasciato intendere che l’unione tra i due non sia casuale ma sia il frutto di un preciso calcolo politico in virtù del quale, grazie alle sue amicizie ebraiche, il figlio del Presidente francese potrebbe puntare molto in alto nella sua carriera. Unione con un ebrea per favorire il proprio successo, insomma.
Ovviamente ci dobbiamo scordare le prediche relative alle vignette musulmane: niente satira, niente libertà di parola e di espressione, ma solo antisemitismo, e bieco e furioso odio contro gli ebrei il connettere il successo sociale alle proprie radici ebraiche. Sinè si difende e, curiosamente, porta a difesa delle sue vignette esattamente le stesse motivazioni che furono date quando qualcuno osò indignarsi per le vignette danesi pubblicate, altrettanto curiosamente, sullo stesso giornale. Oggi chi non se ne fosse ancora accorto può appurare quanto valgano le lezioni di moralità e di democrazia che ci avevano dato a suo tempo questi “signori”, quando qualcuno – me compreso – osò affermare e scrivere che forse la satira non è ironizzare sul fatto che tutti i musulmani siano terroristi, e che a fare satira così siamo bravi tutti. Stavolta, invece, tutta la stampa francese fa quadrato contro Sinè, gridando all’antisemitismo; si unisce al coretto anche la “Lega contro l’antisemitismo e il razzismo” ( figli minori dell’ADL? ), il che non fa mai male. E’ sintomatico che nessuno parli oggi di censura come se ne parlò un po’ di tempo fa. Del resto, quale censura?
Censura che ironizza sugli islamici? Le vignette vengono pubblicate in centinaia di spazi, i giornalisti che le disegnano e gli editorialisti che le pubblicano diventano degli eroi.
Censura che ironizza sugli ebrei? Le vignette vengono bloccate, licenziamento del disegnatore e scuse ufficiali della rivista.

Più chiaro di così…
Oppure vi serve un disegnino?
Fonte: corriere.it

venerdì 18 luglio 2008

Carlo Gariglio - Destra, sinistra o...?

Per nostra somma disgrazia, esistono decine di movimenti che pretenderebbero di qualificarsi “fascisti”, o quantomeno d’area, i quali, forse per scarsa capacità critica o più semplicemente per ammantarsi di un alone di originalità, pretenderebbero di “riscoprire” il Fascismo come forza di sinistra, e partendo da questo piccolo assunto ci costruiscono sopra assurdi paralleli fra, ad esempio, Mussolini e Fidel Castro o fra Hitler e Che Guevara e via discorrendo. Degna prosecuzione di questi deliri è la scomposizione del Fascismo in due “correnti” storiche, ovvero il Fascismo del 1919 unito a quello della RSI come fascismo “di sinistra” e quindi buono, mentre il Fascismo del Ventennio viene considerato “di destra” e quindi cattivo! Dulcis in fundo, si pretenderebbe attualmente di trovare dei “paralleli” con le forze di sinistra, mentre si attacca con veemenza solo e soltanto il liberalcapitalismo e la destra in generale. Ora, a questi ridicoli millantatori sarebbe il caso di chiedere come mai, a suo tempo, il compianto Mussolini non abbia scelto di collocare il Fascismo a sinistra, invece di porsi come terza via, ovvero come sintesi fra quanto vi era di giusto fra le istanze socialiste ed i governi liberali di destra; e ancora, come mai lo stesso Mussolini, pur essendosi posto come sintesi fra destra e sinistra, scelse nella disposizione parlamentare dei suoi uomini proprio la destra, allo scopo di contrapporsi anche visivamente soprattutto alla sinistra? A meno che il povero Mussolini non fosse stato molto confuso, si potrebbe pensare che abbia fatto simili scelte poco lineari per favorire la venuta, una cinquantina di anni dopo, di qualcuno di questi imbecilli nostrani che pretendono di leggere nella testa del Duce e dei Fascisti dell’epoca ciò che probabilmente non ebbero mai l’ardire di pensare! Scherzi a parte, nessuno può negare il passato socialista del creatore del Fascismo, ma proprio per questa ragione, ovvero l’abbandono del socialismo da parte di Mussolini, il Fascismo ben difficilmente può essere catalogato fra i movimenti di sinistra, poiché un uomo intelligente come Mussolini, dopo aver scoperto di colpo il vero volto del socialismo e dei socialisti, ne divenne il più fiero degli avversari. Inoltre, come si potrebbe catalogare “a sinistra” il nazionalismo Fascista, la volontà di fare della propria Patria una potenza mondiale, il rispetto della famiglia, della religione e dell’autorità? Vero è che il Fascismo seppe attuare quelle istanze sociali che gli allora socialisti e tutti i “sinistri” futuri non seppero mai tradurre nei fatti, dimostrando ora come allora di voler fare del sociale, della difesa del debole, del povero, dell’oppresso, un miserabile specchietto per le allodole. Quando mai, prima e dopo il Fascismo, in qualsiasi parte del mondo, la sinistra ha ottenuto qualcosa per le classi meno abbienti?Che si faccia chiamare socialista, comunista o più semplicemente sinistra, questa parte politica, ove ha potuto esprimersi, non ha fatto altro che produrre stermini, miseria, fame e repressioni per conservare il potere, mentre il Fascismo in Italia e le sue emanazioni tedesche, spagnole ed argentine, finche hanno potuto, hanno lavorato nell’interesse delle classi meno abbienti, abbattendo la disoccupazione, migliorando le condizioni dei lavoratori e creando degli Stati sociali che nessun’altra forma di governo demo-comunista ha mai saputo neppure avvicinare. Ed allora, che cosa vuole dire questo Fascismo di sinistra? Dal momento che le realizzazioni del Ventennio Fascista in Italia ancora resistono, nonostante i formidabili colpi assestatigli da 50 anni di DC e dal primo (e speriamo ultimo) governo di sinistra della nostra storia, quale sarebbe la sinistra nella quale qualche cretino pretenderebbe di schierare l’ideologia Fascista? Chi difende il lavoratore, il povero, l’oppresso, l’anziano, non è la sinistra, ma il Fascismo!La sinistra ha sempre e solo finto di curare gli interessi delle categorie suddette, ma dove ha potuto mettere alla prova le sue belle teorie ha dimostrato senza ombra di dubbio che i suoi cavalli di battaglia servivano soltanto ai suoi giochi di potere, mentre il Fascismo, pur senza sbandierare ai quattro venti vuote parole e slanci di solidarietà, ha messo in pratica quanto i sinistri hanno sempre e solo detto. Le bonifiche con le conseguenti costruzioni di cittadine ancor oggi in piedi, la tutela del lavoro di donne e fanciulli (R. D. N° 653 – 26/04/1923), l’assistenza ospedaliera per i poveri (R. D. N° 2841 – 30/12/1923), l’assicurazione contro la disoccupazione (R. D. N° 3158 – 30/12/1923), l’assicurazione invalidità e vecchiaia (R. D. N° 3184 – 30/12/1923), la legge su maternità ed infanzia (R. D. N° 2277 – 10/12/1925), l’assistenza ai bimbi illegittimi ed abbandonati (R. D. N° 798 – 27/10/1927), l’assicurazione obbligatoria contro la TBC (R. D. N° 2055 – 27/10/1927), le esenzioni tributarie per le famiglie numerose (R. D. N° 1312 – 14/06/1928), l’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali (R. D. N° 1397 – 26/07/1929), la creazione dell’INAIL (R. D. N° 264 – 23/03/1933), l’istituzione del libretto di lavoro (R. D. N° 112 – 10/01/1935), la creazione dell’INPS (R. D. N° 1827 – 04/10/1935), la riduzione della settimana lavorativa a 40 ore (R. D. N° 1768 – 29/05/1937), gli assegni familiari (R. D. N° 1048 – 17/06/1937), l’istituzione delle Casse Rurali ed Artigiane (R. D. N° 1706 – 26/08/1937), l’istituzione della tessera sanitaria per addetti ai servizi domestici (R. D. N° 1239 – 23/06/1939), la creazione dell’INAM (R. D. N° 318 – 11/01/1943), senza contare poi tutte le proposte sociali all’avanguardia che la RSI non potè portare a compimento grazie alla vittoria delle armi bolsceviche e americane, gentilmente finanziate dai mondialisti ebrei: questo è il Fascismo! A fronte di questo, ottenuto oltre tutto in soli 20 anni, che cosa può opporre la sinistra italiana e non? Forse le dittature bestiali, forse i gulag, forse i manicomi per i dissidenti, forse la pulizia etnica, le foibe, le migliaia di assassinati in Italia dai partigiani dopo il 25 Aprile, ovvero a guerre finita? O forse ancora la fame, le carestie e le privazioni inaudite inflitte alle popolazioni, a fronte di spese ignobili per costruire arsenali nucleari e per finanziare il terrorismo internazionale di sinistra? O magari, venendo a questioni più attuali, la sinistra può vantare l’amore per gli ex terroristi, le molotov e le sprangate per chi non è d’accordo con i suoi “eroici” militanti, la droga libera come scelta di vita, le comunità o centri sociali dove fare comodamente (a spese altrui) il pieno di droghe, di concerti vomitevoli, di spacca timpani e di sesso libero (tanto c’è l’aborto, altra “conquista” delle sinistre), o ancora la solidarietà con tutto quanto è deviato o deviante, ovvero gay, lesbiche, immigrati clandestini, spacciatori di droga, albanesi assassini, prostitute e papponi vari… Questa e solo questa è la sinistra e qualsiasi pseudo-fascista pretenda di trovare all’interno di esse qualcosa di comune all’ideologia ed alla pratica fascista, beh allora un solo consiglio potrei dargli: si conficchi una siringa di eroina nella vena del braccio, e faccia la fine che merita insieme ai suoi “compagni” di sinistra!
Carlo Gariglio - Segretario Nazionale MOVIMENTO FASCISMO E LIBERTA'

venerdì 11 luglio 2008

I pompini sono l'unica cosa dove nessuno può insegnar loro niente

In questi giorni mi viene quasi da rimpiangere il tanto bistrattato Medio Evo e periodi vicini, quando non a tutti era permesso votare, c’era la ghigliottina, le corti e i principati vivevano staccati dalla plebaglia e bisognava togliersi il berretto al passaggio del signore, pena la fustigazione pubblica.
Osservare l’odio e il rancore perverso con il quale i comunisti, girotondini, ex sessantottini e simili si scagliano contro il Ministro Carfagna e Silvio Berlusconi, a quello che è stato definito il “No Cav Day”, è semplicemente stomachevole. Le battute si sprecano, le allusioni sono all’ordine del giorno, la Guzzanti chiede addirittura le dimissioni del Ministro, tra gli applausi dei decerebrati acritici che vogliono ergersi come i rappresentanti della moralità e della serietà italica. La Guzzanti, per cercare una visibilità che non è mai riuscita ad avere con i suoi lavori teatrali e/o cinematografici, e con lei i Grillo, i Travaglio e compagnia bella, insulta a tutto spiano. Insultano il Papa. Giù applausi. Insultano un Ministro per non si sa bene che cosa. Giù applausi. Insultano il Presidente del Consiglio. Giù applausi e qualche “Brava Sabina!” Ecco la sintesi della giornata in cui tutta la plebaglia pseudo comunista si riunisce e si ritrova insieme: un’orgia odiosa di insulti, di slogan, di battute da taverna portuale del Cinquecento elevata al rango di “satira”. E’ il No Cav Day, ma è anche la giornata durante la quale vengono continuamente calpestati l’educazione, la serietà, il rispetto, la presunzione di innocenza. Quest’ultima, in particolare, viene usata da questa feccia umana quando meglio fa comodo a loro. Garantisti a senso unico, giustizialisti a corrente alternata. Quando si tratta di difendere delinquenti, assassini, pedofili, stupratori e terroristi rossi ti parlano di diritti, di tolleranza, di comprensione, di rispetto dei diritti umani. Quando, come animali, cominciano a sentire l’odore del sangue, eccoli che sbavando insultano un Ministro e un Presidente del Consiglio democraticamente eletti per delle intercettazioni che nessuno ha mai tirato fuori, che non si sa bene neanche se esistano, e che anzi molto probabilmente non esistono: se esistessero, infatti, i giornali, ben consapevoli del volume di vendite che ne potrebbero ricavare e dei danni di immagine che potrebbero provocare al nuovo governo, non esiterebbero neanche un attimo a renderle pubbliche.
Qualcuno lo dica, ai maiali, che una persona, in Italia, è da ritenersi innocente fino a quando non viene provata la sua colpevolezza. Qualcuno faccia notare, a questa spazzatura che cammina su due gambe, che il problema non è tanto se il Ministro delle Pari Opportunità abbia fatto una fellatio al Presidente del Consiglio; del resto loro non è che si interessassero tanto di questo tipo di moralità, fino a qualche tempo fa: è una delle pagine più vergognose del Parlamento Italiano (non per niente qualcuno voleva farne un bivacco per manipoli) il solo ricordare quel finocchio travestito divenuto parlamentare in quota Rifondazione Comunista. Il problema vero sta nell’appurare se il Ministro Carfagna sia diventata Ministro per delle sue particolari qualità – cosa molto difficile – oppure per qualcos’altro. Ma finché questa questione non sarà chiarita nelle sedi appropriate, in un paese civile non dovrebbe esserci spazio per insulti gratuiti. Non si da della “puttana” ad un Ministro per delle intercettazioni che non si sa neanche se esistano. Punto.
Per questa straccioneria umana tutto può passare, tutto è lecito, tutto è permesso: la feccia umana che spaccia droga si; i delinquenti che sono fuori dopo tre giorni si; i sovversivi dei centri sociali che mettono a ferro e fuoco le città si; i traditori e terroristi – tristemente chiamati partigiani – si; i terroristi liberati che diventano grandi opinionisti si; la guerra civile per protestare contro le discariche si; gli sbarchi continui di immigrati si; lo sfruttamento dei bambini rom gli angoli delle strade si; l’arresto per chi espone un faccione di Mussolini si… ma il pompino no, quello proprio no. Del resto, i pompini sono l’unica cosa dove nessuno può insegnar loro niente.

martedì 8 luglio 2008

Lettera di uno dei capi mondialisti ai sudditi europei (e mondiali)

Ricevo e inoltro.

Egregi sudditi dell’Italia e dell’Europa, la presente si impone dalla necessità di alcune considerazioni sui tempi presenti per rendere consapevoli voi,popolazione suddita mondiale, dei tempi che vi attendono. Ve lo dobbiamo per una necessità di chiarezza. Chi vi scrive è uno di coloro che comandano e che decidono da decenni sul vostro destino, uno dei capi della combutta mondialista che vi ha imposto il capitalismo, la società multirazziale, l’antifascismo, la fame nel mondo e Laura Pausini. Non ritengo opportuno svelarvi il mio nome, per ragioni di sicurezza ( non mia, ma vostra ). Cominciamo.
Dovrete ammettere, cari sudditi, che in questi decenni abbiamo lavorato egregiamente, perfino al di là delle nostre aspettative, al fine di sottomettere definitivamente i popoli e la civiltà ( europea ) al volere e al potere di un ristretto numero di persone elette. Ci avviciniamo, lentamente ma inesorabilmente, ad una società dove ogni vostro movimento o azione può essere controllata, documentata, registrata. Dove ogni vostra opinione può essere abilmente manipolata per far si che, pensando di fare i vostri comodi, facciate i nostri. Per quanto riguarda il controllo dei vostri pensieri ci stiamo lavorando sopra, non dubitate che ben presto raggiungeremo anche questo traguardo.
Cari sudditi, so bene che quello che vi dico, per la maggior parte di voi che abbiamo drogato con i telefonini, i Grande Fratello, la pornodipendenza e la droga, può sembrare alquanto strano. Pensate infatti di vivere in una società libera, aperta, progressista, tollerante e che – pur con tutte le sue contraddizioni – vi regala, bene o male, il migliore dei mondi possibili. Invece, questo è solo il migliore dei mondi possibili per noi. Abbiamo creato delle associazioni, più o meno libere, più o meno segrete, e i nostri uomini di quelle associazioni li abbiamo ficcati dappertutto, sicchè è tutto in mano nostra. Una associazione importante è la massoneria, perché i suoi adepti stanno dentro i governi ma, essendo l’associazione segreta, questi ultimi non rispondono al loro governo ma solo alla massoneria. In ogni gruppo importante che decide c’è almeno uno dei nostri, spesso e volentieri e massone. Proverò a spiegarmi con degli esempi, per voi popolino sicuramente più illuminanti di roboanti discorsi.
Prendete l’economia. Lasciate perdere tutto e convincetevi di un fatto: la controlliamo completamente noi. Si, lo so lo so… Vi abbiamo insegnato che il libero mercato è una cosa buona e giusta perché apre alla concorrenza, permette alle merci di viaggiare e di muoversi, a voi di poter usufruire della concorrenza che abbassa i prezzi. Ma noi, grazie al libero mercato, abbiamo fatto soldi a palate. Prendete il petrolio: non siamo più di dieci compagnie a decidere il prezzo che dovete pagare quando mettete il pieno alla vostra Mini Cooper, per pagare la quale vi siete indebitati almeno una decina di anni col nostro sistema bancario. E adesso, alla faccia vostra, il petrolio lo faremo arrivare a 200 dollari al barile. Solo che dobbiamo farlo piano, di modo che non ve ne accorgiate troppo. L’abbiamo già deciso in uno dei diversi organismi che abbiamo per incontrarci periodicamente e che i nostri giornali si guardano bene dal menzionare: il Bilderberg Group. C’è poco da fare, cari sudditi. Entro il 2008 dovremmo arrivarci.
Non vi basta l’esempio del petrolio? Va bene, vi capisco. Prendete allora le granaglie - tutte quelle cose che servono per fare i vostri fiocchi di cereali, le vostre creme di bellezza, il risotto, i biscotti - e che in tanti paesi sfamano un sacco di gente. Anche con le granaglie ci stiamo facendo un sacco di soldi speculandoci sopra con azzardate operazioni finanziarie. Voi direte che per colpa di questo adesso c’è il pericolo di una carestia che può investire tanti paesi. E’ vero, ma del resto queste sono cose che non ci hanno mai preoccupato particolarmente. Anzi, avete visto che da poco, con la scusa di combattere la fame, ci siamo fatti una bella abbuffata a Roma? Vedete, cari sudditi? Affamiamo la gente e vi facciamo anche credere che ci adoperiamo per combattere la fame nel mondo. Non è geniale?
Sempre in tema di economia abbiamo inventato una cosa, che si chiama "signoraggio", ed è talmente fatto bene che ci vivete quotidianamente senza saperlo. Ovviamente abbiamo dato ordine ai nostri giornali di non parlarne. Certo, certo… ne parlano su internet, dirà qualcuno di voi. E’ vero: internet ci ha un poco presi in contropiede, non ci aspettavamo che fosse così "libera": stiamo lavorando per controllare anche quello, con la scusa che ci sono pericolosi "estremisti" ( altra categoria inventata da noi ) e "terroristi" ( pure questa categoria l’abbiamo inventata noi ). A breve risolveremo pure questo. Dateci del tempo.
Abbiamo addirittura inventato degli organismi internazionali e mondiali che ricattano i paesi che non si adattano alle nostre regole. Il più importante è il WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio. Come funziona il WTO è molto semplice: sta lì, attento e concentrato, per guardare che tutte le nazioni rispettino quello che diciamo noi. Se qualcuno non lo fa possiamo avvisarlo, in modo da farlo tornare sulla retta via, oppure, se è proprio testardo, accusarlo di impedire il libero mercato e chiuderlo fuori dal nostro gruppetto, in modo da bloccare completamente la sua economia. Ma il WTO possiamo usarlo anche per altre cose. Prendete l’Iran: ci ha chiesto di entrare un sacco di volte ma noi, con la scusa che finanzia i terroristi ( tenete presente che li abbiamo definiti noi stessi così, e quindi anche voi vi siete abituati a farlo ), l’abbiamo tenuto fuori. Non ci piace proprio questo Iran: è nazionalista ( e noi vi abbiamo insegnato che amare la vostra terra e la vostra gente è male, lo facevano i nostri nemici di un tempo, i Fascisti ), protezionista ( e noi vi abbiamo insegnato che il protezionismo è male, e che il capitalismo e il libero mercato sono molto più belli ) e non crede a quello che vi abbiamo insegnato sulla seconda guerra mondiale, sui Fascisti, sui Nazisti, su Hitler e su Mussolini, sullo sterminio degli ebrei ( anche questo è tutta opera nostra ) e sulle camere a gas. Ma io dico: se ci credete voi perché non ci possono credere loro? No, scusateci ma non ci stanno simpatici questi iraniani. Infatti stiamo studiando tutti i modi per liberarcene una volta per tutte; però dobbiamo prima farvi credere che sono cattivi, puzzolenti, e vogliono uccidere tutti gli ebrei del mondo ( anche l’"antisemitismo" l’abbiamo inventato noi, così chiunque dice qualcosa che non ci piace voi stessi lo bollate come antisemita, e ci fate un gran favore ); così quando li inceneriremo non protesterete eccessivamente.
Rimaniamo però un attimo in Medio Oriente… a proposito, sapete dove è il Medio Oriente? Mi spiego meglio: se io prendo una cartina e vi dico "Indicami grosso modo la zona geografica che solitamente si definisce Medio Oriente" voi me la sapete indicare? Come dite? Cercate di usare il nuovo videofonino che avete comprato ed è da anni che non guardate una cartina geografica? Non sentitevi in colpa, non siete soli. Anzi, compratevi un altro videofonino. Anche Bush, quell’ubriacone sempre nostro, quando doveva ordinare la seconda guerra del golfo è andato a cercare l’Iraq sopra la Spagna, per cui siete in buona compagnia. Vi dicevo, cari sudditi, che anche in Medio Oriente stiamo facendo delle cose divertenti. Prendete ad esempio il conflitto tra Palestina e Israele. Vedete? Comandiamo anche la lingua italiana, perché non c’è nessun conflitto: c’è uno Stato che è uno tra i più potenti eserciti del mondo, e con la scusa di aver paura di tutti i suoi vicini e di essere attaccato mette a morte un intero popolo che non ha neanche l’elettricità. Eppure gran parte dell’opinione pubblica mondiale ce l’ha con i palestinesi: questo si deve sempre a noi. E ce l’ha anche con gli iraniani. Abbiamo inventato infatti che Ahmadinejad, quello che abbiamo definito "il nuovo Hitler", vuole eliminare Israele. Come voglia farlo non l'abbiamo spiegato: non possiamo mica dire che eliminare uno Stato come Israele, armato fino ai denti con sistemi di attacco e di difesa militare ad alta tecnologia, è un'impresa che uno Stato come l'Iran non può nemmeno sognarsi di fare, a meno che non voglia essere incenerito in dieci minuti. Sta di fatto che Ahmadinejad non ha mai detto questo: ha solo espresso una profezia religiosa senza minacciare nessuno e noi, usando l'amicizia di una agenzia di stampa con la quale abbiamo ottimi rapporti, abbiamo inventato questa frase. E' la necessità della politica, cari sudditi, e voi "profani" non la potete capire. Il fatto è che Israele è nostro amico, e lo dobbiamo aiutare cercando di fare del nostro meglio. Per esempio, chiunque critichi Israele lo facciamo etichettare come antisemita, e il gioco è fatto. Come dite? Molti ebrei criticano Israele? Ma vabbè... saranno antisemiti pure loro. Non sottolizziamo.
Come probabilmente avrete capito, cari sudditi, comandiamo l’economia e quindi comandiamo anche tutto il resto. Per esempio, comandiamo la cultura. Ogni direttore di giornale, televisivo o cartaceo, è nostro. Ogni redattore di documentari è nostro. Come credete che abbiamo potuto sparare balle sulla seconda guerra mondiale per sessanta anni? Oddio, anche voi c’avete messo del vostro: senza la vostra cretineria il compito sarebbe stato molto più difficile. Ma la vostra cretineria è stata indotta e voluta. Vi starete chiedendo, i più arguti fra voi, perché le balle sulla seconda guerra mondiale. Perché, come oggi non ci sta simpatico l’Iran, ieri non ci stava simpatica né la Germania né l’ Italia. In Italia, per esempio, Mussolini parlava di socializzazione delle imprese, di partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese stesse, di corporativismo; aveva creato un’idea, il Fascismo, che andava contro l’interesse di noi banchieri, massoni, governanti da strapazzo e simili. Allora gli abbiamo dato le sanzioni internazionali, con la scusa che era cattivone pure lui, ma neanche questo è servito: quel genio sfrontato d’un Duce s’era inventato niente di meno che l’"autarchia", e se la passava bene, pur con qualche sacrificio. Sempre meglio di quello che volevamo noi, comunque. Lo stesso quell’Hitler, che l’ha copiato. Non ci piacevano proprio quelle parole d’ordine di sovranità monetaria, di Nazione, di Patria, di unione spirituale dei popoli fieri contro l’oro, e simili. Per levarceli di torno abbiamo fatto una guerra – sempre con la scusa di portare la libertà, si intende – e a guerra finita abbiamo dovuto inventare un sacco di cialtronate sul loro conto, per far si che nessuno nel dopoguerra li seguisse. Abbiamo fatto anche delle leggi speciali, tra vedere e non vedere. Abbiamo quindi fatto in modo di tenervi nascosta la verità, e quindi il Fascismo ve l’abbiamo nascosto. Vi abbiamo detto, per esempio, che è arrivato al potere con la forza e la prepotenza, ma evitiamo di dirvi che nel biennio rosso i morti Fascisti furono più di 800, e i morti comunisti un centinaio. Vi abbiamo detto che vi ha privato la libertà e vi abbiamo tenuto nascoste tutte le modalità con cui il Duce stesso la libertà ve l’ha data: ha costruito per l’Italia uno Stato sociale talmente efficiente che dopo sessanta anni sopravvive ancora da qualche parte. Stiamo faticando, ma lo stiamo smantellando pezzo per pezzo. Così, quando non avrete più una pensione, non potrete più uscire di casa per timore di essere rapinati e scippati, lo stupratore che ha violentato vostra figlia sarà fuori dal carcere dopo qualche giorno, potrete rallegrarvi perchè vorrà dire che sarete in uno Stato antifascista al 100%. Vi abbiamo detto, per esempio, che i cattivoni di Hitler e Mussolini sono andati in Spagna perché volevano sottometterla, tenendovi nascosto che hanno combattuto invece per impedire che il comunismo entrasse in Europa. Vi abbiamo preconfezionato le cause della seconda guerra mondiale e il suo epilogo, abbiamo messo su la menzogna olocaustica e fatto delle leggi in base al quale perseguire tutti coloro che negano tale evidenza. L’abbiamo deciso noi che l’olocausto è un’evidenza, non vi basta? E così, liberi finalmente da quei rompiscatole, abbiamo creato la nostra dittatura, quella dei banchieri, della moneta che decidiamo noi quando stampare, a quale valore distribuirla, a chi concederla. E così via, cari sudditi, ma non mi dilungo oltre.
Voi obbietterete che comunque tanti sono i gruppi fascisti, sia in Italia, in Germania che altrove. Ma anche lì siamo stati previdenti: siete voi stessi che disprezzate questi uomini fascisti, e voi stessi, ammaestrati da noi, impedite loro ogni movimento. I Fascisti sono il male assoluto, e voi stessi – col vostro odio, i vostri sistemi culturali ( creati da noi ) di controllo, il vostro sistema politico – ci aiutate a riconoscerli e a tenerli sotto controllo. Addirittura fino a qualche decennio fa li massacravate a colpi di chiave inglese, o davate loro fuoco, ed alcuni tra di noi sono anche diventati parlamentari ed intellettuali di tutto rispetto. Dappertutto il Fascista è l’oggetto preferito della vostra indignazione e del vostro odio. Certi di essere dalla parte del giusto, non concepite neanche lontanamente che il Fascista può essere una persona normale come voi, che studia, che lavora, che legge, che fa i tuffi al mare sui sacchi di sabbia, che porta il cane fuori di casa a fare quotidianamente i suoi bisognini. Dappertutto il Fascista è l’oggetto della vostra esecrazione; questo termine è infatti diventato il vaso di Pandora che racchiude al suo interno tutto ciò che di negativo esiste al mondo. I suoi simboli sono vietati e vi incutono paura e imbarazzo al solo vederli, perché vi abbiamo fatto ripetere fino alla nausea che è male. Prendete lo swastica, per esempio. Un tempo questo simbolo mobilitò tanti uomini che scelsero di dare la loro vita per la causa europea del Fascismo e del Nazionalsocialismo; uomini nobili, spesso disinteressati, che vedevano in quel simbolo l’affrancamento dell’Europa dalla tirannia plutocratica ( la nostra, la mia ), sono andati volontariamente a morire con quelle insegne nel petto e quei nomi tra le labbra. Lo swastika era un simbolo di onore, di coraggio, racchiudeva in se un Idea e una vocazione. Ma noi, con tutti i nostri mezzi, vi abbiamo insegnato ad odiarlo cosicché voi vediate in quel simbolo il male, il razzismo, la cattiveria, la brutalità, la tirannia dell'uomo sul proprio simile. Vi abbiamo detto, per esempio, che i nazisti erano i razzisti per eccellenza. Omettiamo di dirvi, naturalmente, che lo stesso Nazionalsocialismo stipulò un'alleanza con paesi razzialmente molto dissimili, l'Italia ed il Giappone; omettiamo di dirvi che l'esercito delle SS, più di un milione di volontari che si sono sacrificati pur di impedire i nostri progetti, era costituito da mille razze, mille volti, mille popoli insieme: asiatici, neri, caucasici, latini, soldati bosniaci, serbi etc. Se qualcuno di voi contesta quello che diciamo del Nazionalsocialismo o del Fascismo, abbiamo un'etichetta anche per lui: "revisionista"; lo accusiamo di essere Fascista, razzista e antisemita e terrorista. Se è un insegnante oppure uno storico facciamo si che nessuna Facoltà o Magistero lo voglia più come docente, impediamo la pubblicazione dei suoi libri, minacciamo la sua incolumità fisica, se necessario. E poco ci importa se solo fino al giorno prima lo storico in questione era stimato come un bravissimo insegnante, o egli stesso abbia avuto dei parenti prigionieri nei campi di concentr... ehm... sterminio, volevo dire sterminio... Il nostro potere è tale che possiamo far diventare buio il giorno e illuminata la notte, se solo lo vogliamo. E così i primi che combattete contro quel simbolo stesso, spesso senza saperne nulla, grazie ai nostri documentari disinformativi, siete proprio voi. Lavorate per noi, e neanche lo sapete. E, cosa più divertente, non vi paghiamo neanche! E’ geniale, cari sudditi, dovrete ammetterlo anche voi.
Per cui adesso costruiamo con ostinazione il nostro nuovo governo mondiale. Lo chiameremo, per adesso, Unione Europea. Sradichiamo qualunque senso di appartenenza nazionale per buttare tutti gli europei nel minestrone del non-essere: è il nuovo ordine mondiale della massoneria. Talmente tanto ci piace questo ordine che lo abbiamo scritto pure nella banconota americana… Ci abbiamo messo secoli per arrivare a questo punto, e penso di poter dire che ce l’abbiamo fatta. Mentre vi rendo un po’ più consapevoli del vostro destino, l’Irlanda si è pronunciata da poco sul Trattato di Lisbona. Scommetto che molti di voi non sanno nulla di questo trattato. E’ ovvio: i nostri media non ne hanno parlato, e non ve lo abbiamo proposto neanche per la votazione. L’abbiamo fatto passare noi, punto e basta. Vi fidate di noi, vero? Se i giornali vi avessero dovuto spiegare che cosa si dice nel Trattato di Lisbona, avrebbero dovuto spiegarvi che cessa di esistere la nazione Italia, così come qualunque altra nazione del Trattato, per diventare una unità europea all’interno della quale perdono di importanza le singole decisioni dei governi nazionali. Cessa di esistere, in altre parole, la sovranità politica delle nazioni allo stesso modo in cui abbiamo eliminato da tempo la sovranità economica. In altre parole, più comprensibili a voi sudditi, le decisioni alle quali dovrete adeguarvi non saranno prese più dai governanti che avete creduto di eleggere con un sistema democratico, bensì da una massa di burocrati europei tra i nostri. Che, ovviamente, non rispondono a voi ma a noi. E a noi, di voi, non ce ne frega nulla. Perdonate la chiarezza, cari sudditi, ma presumo che l’abbiate già capito da tempo. L'Irlanda, come probabilmente non saprete, ha votato NO al referendum. Poco male: nonostante noi massoni europei abbiamo fatto una legge che afferma che il Trattato è nullo in caso di mancata ratifica anche di un solo Stato, ce ne freghiamo altamente e andiamo avanti. Uno Stato non può decidere per tutti, o sbaglio? Quindi procediamo lo stesso: pur di perseguire i nostri obbiettivi non esitiamo a passare sopra le nostre stesse leggi e i nostri stessi cittadini.
Cari sudditi, come avrete potuto capire procedo ad esempi. Si capisce tutto meglio con dei cafoni come voi.
Prendete l’immigrazione. Molti di voi sono arrabbiati per queste immigrazione sfrenata, lo so, ma non potete dirlo perché sennò i nostri/vostri media, e la maggior parte dei vostri stessi cittadini, vi accusano di essere "razzista", "intollerante", "fascista". Notate quando qualcuno si lamenta dell'immigrazione: comincia sempre con la frase "Io non sono razzista, però...": a tal punto è rrivato il potere delle nostre etichette! Anche la categoria dei razzisti è una categoria che abbiamo inventato noi. Chiunque critichi la società multirazziale e i nostri progetti mondialisti diventa razzista. L’immigrazione, dicevo, ci è utile per tanti motivi. Primo: serve alla nostra economia capitalistica: dove c’è la sofferenza, lì arriviamo noi, perché quando hai molta fame ti accontenti dei dieci euro per una mezza spesa e non dei cinquanta che invece ti dovrebbero essere corrisposti per la tua prestazione lavorativa. Secondo: una popolazione impaurita e insicura è molto più controllabile. E voi siete impauriti e insicuri, cari sudditi, perché in certe zone non potete neanche uscire di casa. Noi, invece, siamo al sicuro nelle nostre ville, nelle nostre auto blu, nei nostri jet privati. Anche se combattiamo per derubarvi dalla mattina alla sera ce la prendiamo sempre a ridere. L’avete notato? Immagino di no: non avete più il dono di osservare con attenzione, di afferrare il particolare per collocarlo in un disegno più ampio: non siete più abituati a pensare. Ve lo dirò io, non sforzate troppo il vostro cervellino. Avete notato, quando qualcuno di noi viene processato, arrestato o denunciato, come se la ride davanti alla telecamere? Chiunque di voi, se indagato in un processo, avrebbe paura del carcere, delle ripercussioni pratiche – e magari anche morali – delle sue azioni. Noi, invece, ce la prendiamo a ridere. Sappiamo che qualunque cosa ci succeda c’è sempre qualcuno dei nostri nei posti giusti che ci tira fuori dai pasticci. E infatti ce la caviamo sempre, bene o male.
Voi, a questo punto, potreste pensare, forse, di liberarvi di questo sistema che io, così sinteticamente, porto alla vostra attenzione. Per lo meno di combatterlo. Ahahahaha… scusate cittadini, ogni volta che penso ad una cosa simile mi viene da ridere.
Voi potreste pensare di informarvi su chi siamo, e fare opera di informazione su di noi. Ma per far ciò vi serve un giornale, vi serve lo spazio di una pagina. E quello spazio decidiamo noi a chi concederlo: i nostri redattori sono tutti nostri.
Allora potreste pensare, se magari siete giornalisti, di fare una bella inchiesta e piazzarla in prima serata, cosicché tutti vedano le nostre malefatte. Ma siamo noi che decidiamo che cosa va in prima serata. E se lo fate, potete perdere il posto e magari anche la testa.
Allora potreste pensare, se siete a conoscenza di uno di noi che ha commesso degli atti illeciti, di andare dalle autorità competenti e denunciare tutto. Ma, cari sudditi, noi siamo anche lì. I prefetti sono nostri, e comunque anche i magistrati son nostri. E sono già oberati da un sacco di lavoro, cosicché magari avrete giustizia, se l’avrete, quando siete già morti. Bello vero?
Allora potreste pensare di boicottare le nostre banche. Ma, cari cittadini, siamo noi che abbiamo "tutte" le banche. E senza soldi come fate? Dovrete pur campare pure voi, ed è a noi altri che dovete chiedere i soldi.
Ma poi, cari sudditi, a pensarci bene di che cosa stiamo parlando? Chi di voi potrà mai fare simili ragionamenti? In Italia, rimaniamo a casa nostra, anzi vostra ( dato che io sono per la "fratellanza internazionale" e quindi ho casa dappertutto ) abbiamo fatto un buon lavoro con voi. Siete una popolazione di ignoranti, di cafoni, senza le minime regole della civiltà e del vivere comune, solo concentrati sulle vostre vacanze al mare, sul vostro i-pod, sulle trasmissioni demenziali con le quali vi intrattengono le nostre televisioni. Siete circondati dalla pubblicità, dal sesso promiscuo, dai Tiziano Ferro, dalla droga e dall’alcol che vi vendiamo a tonnellate. Siete insicuri e ignoranti, vi ammazzate per un niente, vi abbiamo divisi con lo sport del calcio e con la politica ( sempre controllata da noi, nonostante pensiate che si sia in "democrazia" ): siete persi nei vostri mille orticelli, avete perso ogni minimo spirito di coesione nazionale, e mai potrete unirvi per cambiare qualcosa.
Potrete pensare che il futuro sarà migliore, e di lasciare l’importante compito di cambiare il mondo ai vostri figli. Ma li vedete i vostri figli? Sono ignoranti e cafoni, proprio come voi. Proprio come voi non hanno il senso della misura, del rispetto per l’altro, dell’amore per gli uomini e del suo ambiente e dei suoi animali; non apprezzano tutto quello che un tempo ha nobilitato l’uomo: la musica, l’arte, la letteratura. Siete tutti così, voi e i vostri figli. I vostri figli sono solo più piccoli. I vostri figli tiranneggiano i propri compagnetti un po’ più deboli, li picchiano, li seviziano e poi mettono il tutto su internet; hanno quindici o quattordici anni e già si drogano ( e qui ammetterete, cari sudditi, che siamo migliorati: prima dovevamo arrivare almeno ai venticinque/trent’anni per drogarvi. Procediamo bene ), bevono e si ammazzano il sabato sera; le vostre figlie magari non hanno neanche il ciclo mestruale, ma già si concedono volenterose ai loro compagnetti nei cessi delle discoteche. Se qualche giovane è comunque studioso, serio e coscienzioso, si forma alle nostre università e alle nostre scuole: gli insegniamo che Hitler ha ammazzato sei milioni di ebrei, che la società multirazziale è un dato di fatto, che Mussolini ha portato la dittatura, che l’11 settembre 2001 cinque musulmani cattivi hanno dirottato degli aerei con dei taglierini e, in barba alla prima potenza mondiale, li hanno fatti schiantare sulle Torri Gemelle. Dove volete andare con una gioventù così? Abbiamo fatto in modo che le loro menti e i loro cuori siano aridi, cattivi, inadatti ad accogliere qualunque testamento spirituale, se qualcuno tra voi avrà la forza di lasciarglielo. Ci siamo riparati al meglio, cari sudditi, e siamo in una botte di ferro. Lo ammetterete.
Giungiamo alla conclusione di questa lettera che ho voluto scrivervi per rendervi dotti dei tempi presenti e futuri, che saranno sempre più difficili e duri. Per voi, si intende, non per noi.
Vi chiederete, nella vostra sciocca ingenuità, perché ho voluto mettere il tutto nero su bianco e rendervi consapevoli dei nostri piani, seppur così brevemente. Ahahahahaha… siete divertenti, cari sudditi, lo devo ammettere. E sapete una cosa? Mi state simpatici, per cui vi dirò il perché, anche se questo si impone attraverso il solo criterio dell’evidenza.
Innanzitutto, come già vi ho detto, pochi di voi hanno voglia di leggere, di informarsi e di informare, di cambiare un minimo questo mondo in positivo: per cui questo messaggio inevitabilmente sarà letto da una cerchia ristretta di persone. Secondo: la maggioranza di queste stesse persone sono state plagiate da noi per decenni, e non crederanno neanche ad una riga di quello che leggeranno. Fedeli ai nostri insegnamenti, in qualunque schieramento politico militino o qualunque squadra di calcio tifino, mi prenderanno per un complottista, un estremista, un ignorante, magari anche Fascista… Quindi, cari sudditi, io vi spiego il perché e il come della vostra sudditanza politica, culturale e spirituale, con una franchezza senza precedenti nella storia di questo mondo; ma voi, cari sudditi, siete talmente sudditi e servi che non mi credete. Ahahahahaha… Dovrete ammettere, cari sudditi, che per me è un divertimento senza uguali questo, e che il nostro ingegno machiavellico non ha limiti. Quindi possiamo anche dirvi la verità: tanto siete talmente ben addestrati che non ci crederete!
Un minimo ve lo dovevamo, cari sudditi. Era necessario, cari sudditi, per rendervi consapevoli del futuro, che sarà sempre più difficile.
Non vi saluto. Avremo modo di rivederci. O meglio, io vedo voi, perché sono dappertutto.
Con affetto
Uno dei capi del gruppo massonico-mondialista

mercoledì 2 luglio 2008

Faccio outing: da quasi Papa-boy al Fascismo


Leggo, divertito, una simpatica notizia che mi riporta indietro di qualche anno. Lo racconto con qualche imbarazzo – quello che oggi si definirebbe un innocente “outing” - ai miei (pochi) lettori, e anche a me stesso. Dal 15 al 20 luglio, a Sidney, si terrà l’incontro dei Papa-boys, i supercattolici devoti al Papa ed alla Chiesa; in vista dell’evento i bordelli, i troiai e i casini incrementano il personale ed i servizi. Simpatiche donne, gnocche, gentili e soprattutto disponibili, dietro congruo compenso sollazzeranno le giornate dei cattolicissimi giovini. Cattolici che più cattolici non ce n’è. Qualche mese fa parlai con uno di questi Papa-boys. Cercò di convincermi a seguirmi con questi argomenti molto spirituali e cattolici: “Vieni, caro Andrea, si tromba come dei matti!”
Apro una parentesi: il termine “cattolico” è molto diverso da “cristiano”. Mentre un cattolico – perlomeno in teoria – segue fedelmente gli insegnamenti ufficiali della Chiesa e dell’autorità autodefinitasi infallibile in tema di morale, il Papa, viceversa il cristiano ha una fede, cristiana per l’appunto, ma non necessariamente cattolica: può cioè differire dall’insegnamento cattolico in diversi punti (l’aborto, la verginità fino al matrimonio etc). Quindi coloro che si definiscono cattolici, ma che allo stesso tempo non seguono fedelmente gli insegnamenti della Chiesa, automaticamente non sono più cattolici. In sintesi, in Italia non c’è neanche un cattolico, ma si sa che in Italia le etichette piacciono più della coerenza, per cui tantissime persone si definiscono cattoliche, ignorando platealmente la dottrina della loro stessa Chiesa. Un po’ come per il Fascismo ed i Fascisti, insomma.
Questa notizia, scrivevo, mi riporta indietro a quando, intorno ai 17 anni, frequentavo la Comunità Neocatecumenale. Non guardatemi così. Tutti possono commettere degli errori nella vita, ed io ero anche molto giovane. C’è chi a 17 anni ascolta i Gemelli Diversi, chi si droga, chi si ubriaca, chi gira sul motorino senza il casco: io ero in Comunità Neocatecumenale e, a parte drogarmi e ascoltare i Gemelli Diversi, facevo tutte queste cose insieme. Ovviamente l’impegno spirituale che dedicavo alla Comunità era la minima, anzi la minimissima parte, in luogo di un impegno ben più terreno, cioè le conoscenze dell’altro sesso che nei cosiddetti “ritiri spirituali” – delle full immersion di alcuni giorni che ci vedevano pregare in qualche albergo di Provincia senza sosta – potevamo fare durante le ore notturne o del dopo pranzo. Ho grandi ricordi dei ritiri spirituali. Si incontravano personaggi di tutti i generi. Così ti poteva capitare di incontrare il povero skin-head cinquantenne pentito, con panzone, riportino e tre figli, che si chinava e chiedeva perdono per tutti i calci nel sedere dati ai comunisti nei bei tempi passati e per le sue idee così poco progressiste; nella mia diciassettenne mente si faceva già strada una parola: “traditore”. Oppure potevi incontrare uno dei migliori liberi professionisti di Cagliari proclamare solennemente una vita di castità ed ascesi, salvo poi, alla fine del ritiro, salire sul suo lussuoso SUV per andare alla sua villa da mezzo miliardo di vecchie lire. Oppure la sgualdrina della compagnia – quella sulla quale noi giovincelli spendevamo i nostri piccoli patrimoni in alcol per riuscire anche solo ad avvicinare – che si commuoveva davanti al racconto della Madonna, e così via. Il tutto condito da buonismo, pietà a buon mercato e filantropia spicciola, da mercatino delle pulci. Tutti i propositi fasulli e artificiali di castità, purezza, contemplazione divina e santità che noi ragazzi proclamavamo a mani giunte davanti ai candelabri e ai catechisti (“catechista” si definisce colui che officia la messa neocatecumenale) con solenne contrizione, svanivano nella notte o dietro i boschetti dei giardini dell’albergo. Dopo cena l’alcol scorreva a fiumi e noi ragazzi facevamo il giro delle stanze, cercando di mettere su troiai epici: ci ubriacavamo, qualcuno di noi trombava, qualcun altro riusciva a toccare un seno o una chiappa; per consolarti ci poteva scappare anche una slinguazzata, e tornavi ubriaco alla tua stanza convinto di aver compiuto una impresa. Qualche anno fa incontrai un camerata ex neocatecumenale pentito e contrito, come me, e gli chiesi: “Che cosa ti ricordi della comunità neocatecumenale?” E lui: “Che da quando me ne sono andato da lì non ho più trombato come allora. Che tempi!” Nostalgia canaglia, dico io!
Parlo per mia esperienza personale, non me ne vogliano i cattolici o i neocatecumenali: le persone che ho conosciuto lì sono tra le più losche, squallide e povere di spirito che abbia mai visto.
Lì dentro avevo un amico, una persona che ritenevo un grande amico, colui che mi fece entrare nella comunità: anni dopo mi tradirà miseramente. Non vi dico i motivi, ma erano molto terreni, quasi “carnali”, oserei dire… Del resto si sa: Gesù aveva dodici discepoli e uno di loro lo tradì; noi, in Italia, andiamo sui settanta milioni. Ma non era solo lui, erano tutti così: la vita che facevano finta di avere davanti alla croce lasciava il posto, nella vita reale, ai più squallidi egoismi e voltagabbanismi, ad una condotta morale ricca di bassezze e povertà morale, politica, intellettuale e spirituale. Forse era proprio per questo che poi sentivano il dovere di consumare le proprie ginocchia a chiedere perdono. Probabilmente si sentivano sporchi e luridi dentro. Io, che avevo ben poco di cui rimproverarmi se non forse la mia ingenuità, e che ero stanco di pregare un Dio un po’ troppo distratto, dopo tre anni circa me ne andai, lasciando quella gente al loro destino. Cominciavo a maturare l’idea che, dato che Dio esita a mandare la sua giustizia qui sulla Terra, e fa si che ogni secondo qualche essere umano muoia, qualche donna venga violentata, qualche bambino venga violentato davanti alla telecamera per uno snuff-movie, qualche animale venga sventrato per farci strafogare o per darci i nostri “interni in pelle”, è ora di usare la nostra, di giustizia, mentre aspettiamo la sua. Non sentii più nessuno di loro. Mi chiamarono per un po’, invitandomi a tornare, fino a che non capirono che avevo deciso di smarrirmi definitivamente tra le selve oscure del peccato. Del resto cominciavo a seguire le file del “male assoluto”. Anche per i Papa-boys.


Chessa Andrea