venerdì 23 luglio 2021

Green passo e TSO: venite avanti, c'è posto

Misure di emergenza prorogate al 31 dicembre, obbligo di carta verde per i ristoranti al chiuso, ancora la Nazione suddivisa in zone.

Proprio nel momento in cui il Covid19, in Italia, non c’è più (lo Stivale è tutto “zona bianca”), il Governo butta nuovamente la palla avanti, imponendo ulteriori misure draconiane fino alla fine dell’anno.

Riteniamo, ormai, che solamente dei cretini o delle persone in malafede (oppure una combinazione – pericolosissima – di entrambe le cose) non riescano a vedere come si stia andando incontro a pericolosissime derive di “controllo alla cinese” e come l’Italia sia una gigantesco laboratorio di controllo sociale.

Eppure il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, lo ha ammesso chiaramente anche ieri, in conferenza stampa: chi rischia di più sono coloro che hanno dai settant’anni in su. Lo diciamo da mesi, anzi, da più di un anno, ma siamo stati sostanzialmente inascoltati. Per una variante di influenza che colpisce prevalentemente anziani e persone con gravi patologie ai polmoni o al cuore una intera Nazione è tenuta in ostaggio da una banda di criminali, e ciò da quasi due anni.

È utile ricordarci come siamo arrivati a questo punto.

A febbraio 2020 il miserabile pagliaccio in giacca e cravatta proclamava a gran voce che non ci fosse alcuna emergenza in Italia, e che la Nazione era assolutamente preparata per gestire quella nuova ondata di influenza (si aveva ancora il coraggio di chiamarla col proprio nome, all’epoca) che veniva dalla Cina. Galvanizzati dalla propaganda governativa ecco che guitti d’avanspettacolo alla Scanzi ed alla Lucarelli invitavano la popolazione ad uscire in strada ed a godersi la vita (“Abbracciamo un cinese”, diceva la velina di Rolling Stone – “Che cazzo vi chiudete in casa per una influenza!?”, esclamava l’intellettuale di riferimento dei Cinque Stelle… ve li ricordate?).

Dopo nemmeno un mese la Nazione veniva completamente bloccata, intere attività chiuse d’ufficio, buona parte della popolazione gettata nella disperazione più nera. Questi sacrifici sarebbero stati necessari solo per qualche settimana, ci dicevano, giusto il tempo di riportare la situazione alla normalità, di alleggerire un po’ le terapie intensive degli ospedali italiani, che erano strapiene. L’attività governativa, nel mentre, si muoveva a pieno ritmo: ambulanze vuote che giravano ripetutamente per le città, le bare di Bergamo, gel e mascherine letteralmente introvabili, talvolta acquistate per milioni di euro e mai ritirate (chiedere a Nicola Zingaretta ed ai suoi affari in Regione Lazio).

Una popolazione un tempo brillante, faro di Civiltà, trasformata in un’amorfa massa di morti viventi ipocondriaci, pronta a puntare il dito contro i kulaki di volta in volta indicati dal regime: prima erano i corridori della domenica, braccati in diretta TV con elicotteri e droni di sorveglianza, nemmeno si trattasse di Pablo Escobar; poi quelli dello “spritz” del sabato sera, con tanto di emeriti parassiti statali che su Facebook invocavano la serrata dei locali a tempo indeterminato; poi fu la volta di quelli che portavano a passeggio il cane, con tanto di agenti della municipale trasformati in sceriffi del Bronx (ricordate la coppia picchiata selvaggiamente a Sassari da 4 pattuglie di Polizia, oppure il ragazzo trascinato in commissariato e costretto ad abbandonare il suo cagnolino legato ad un albero in mezzo alla strada?). Un clima di terrore e da caccia alle streghe che ha portato i più cretini della popolazione – purtroppo la stragrande maggioranza – a vere e proprie scene di isteria collettiva (persone aggredite sul treno perché non rispettavano adeguatamente la distanza, risse in metropolitana per chi non utilizzava la mascherina ma stava a decine di metri di distanza dagli altri).

Nel frattempo la Nazione era nella disperazione sempre più nera: decine di migliaia di attività chiuse (i ristoratori e gli albergatori sono coloro che hanno pagato, e continuano a pagare, il prezzo più alto di questa deriva totalitaria), ragazzini costretti a stare a casa per fare la DAD già in terapia psichiatrica a dodici anni, impennata del numero di suicidi.

Poi venne il vaccino. In pochi mesi le case farmaceutiche hanno fatto ciò che in quarant’anni non sono riuscite a fare per l’AIDS, per il cancro: ecco l’intruglio miracoloso che ci salverà tutti. Però chi prenderà questo intruglio miracoloso dovrà continuare ad utilizzare la mascherina anche per andare in bagno, rischierà di ammalarsi comunque, non sarà protetto da eventuali varianti del virus. Di più: le stesse case farmaceutiche, la Pfizer, la AstraZeneca, la Johnson & Johnson, non potranno essere chiamate a rispondere di eventuali danni – che non si conoscono nel medio-lungo termine – e lo stesso dicasi per lo Stato Italiano. È scritto lì, nero su bianco, nei moduli che milioni di imbecilli si affrettano a firmare, ovviamente senza nemmeno prendersi la briga di leggerli, nei centri di vaccinazione di massa.

L’Italia, finalmente, può tornare a respirare: l’estate sta arrivando e non allentare la stretta sulle attività economiche che ancora riescono a produrre ricchezza in questa Nazione (piccoli e medi imprenditori, la spina dorsale dell’economia italiana) significherebbe la rivolta sociale, anche per un popolo, il Nostro, che la parola “rivolta” non sa nemmeno più come si scriva da tempo.

I polli, però, non possono razzolare troppo tempo dentro il recinto. Potrebbero ricordarsi nuovamente di che cosa significhi la libertà, quando per spostarsi non c’era la necessità di nessuna autocertificazione, quando per transitare da una Regione all’altra non ci si doveva sottoporre a nessun tampone, quando si poteva uscire a bere qualcosa la sera senza stare a guardare l’orologio per non infrangere il coprifuoco, quando si poteva ancora andare a trovare amici e parenti senza doversi contare.

Ecco allora che, proprio mentre l’Italia è completamente in zona bianca, e questo nel momento più alto della stagione turistica estiva, si introduce la carta verde, la nuova patente di cittadinanza, acclamata e sostenuta a gran voce dai colti, dai letterati, dai salotti buoni. Ecco il definitivo spartiacque tra i cittadini probi ed onesti ed i pericolosi negazionisti novax (per essere incluso in questa categoria non c’è bisogno di essere davvero un novax: basta semplicemente farsi qualche domanda e porsi qualche dubbio), linciati h24 – per adesso solo mediaticamente – dalla propaganda governativa come criminali, irresponsabili.

Complottisti, negazionisti, ignoranti: ecco la sintetica descrizione che giornali e TV di regime riservano a tutti coloro – anche all’interno della categoria dei medici e degli operatori sanitari – che osano porsi qualche domanda, avere dei dubbi, chiedersi verso quale deriva stia andando la Nazione.

Novax: negazionisti squilibrati da escludere dalla vita politica e sociale dell’Italia, anche da internare, da sottoporre a trattamento psichiatrico. Dite che non si arriverà mai a questo? Ma sta già accadendo, sotto i vostri occhi. Ricordate il caso di Dario Musso, internato e sottoposto a TSO perché girava per la città con un megafono? Ricordate il caso di Giuseppe, lo studente che si è incatenato simbolicamente al banco della sua classe, portato via di peso ed anche lui sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio come l’ultimo dei malati di mente?

Piccole, piccolissime finestre di Overton buone per saggiare gli umori della popolazione, una popolazione che, salvo rare e lodevoli eccezioni, acclama a gran voce misure coercitive di questo tipo. “Dario Musso era uno squilibrato”, “Giuseppe frequentava amicizie di destra, che simpatizzavano per il Nazismo”: questo il tenore dei commenti su Facebook, nei telegiornali, al bancone del caffè (quelli che il Governo non è riuscito ancora a far chiudere).

Il trattamento psichiatrico obbligatorio, tranquillanti, calmanti, l’elettroshock: è uno dei modi con i quali i regimi  mettono a tacere i dissidenti. E si che non fate altro che parlare di regime qui e regime lì, invocando a gran voce quella Costituzione della quale ricordate solo XII Disposizione Transitoria che vi serve solo ed unicamente per tappare la bocca agli avversari politici, quegli stessi che, dopo una guerra mondiale persa ed un’infinità di leggi e leggine contro, non avete ancora piegato.

Una popolazione schiava e complice, che in ginocchio, le mani sporche di gel alcolico e la bocca chiusa da un lurido straccio appiccicato sulla bocca, guarda pregante il proprio carnefice affinché stringa ancora più forte le catene: questo sono diventati gli italiani, questo è il triste spettacolo con il quale dobbiamo confrontarci.

Noi altri, noi Fascisti, quelli sempre e comunque dalla parte sbagliata, ve lo abbiamo continuato a ripetere ad oltranza, quando non ci avete tappato la bocca con qualche magistrato prezzolato o con qualche estremista di sinistra che ci sfasciava la scatola cranica a colpi di chiave inglese: adesso ridete perché ci passiamo noi, ma prima o poi toccherà a voi. Noi altri ci siamo già passati: negazionista, psicopatico, criminale, assassino… sono tutti termini che ci avete affibbiato voi, tra gli applausi scroscianti della folla con gli occhi iniettati di sangue. Noi altri ce lo sentiamo dire da un pezzo che dobbiamo essere rinchiusi dentro qualche recinto e sottoposti ad un TSO. Adesso tocca anche a voi. Ci stringiamo un po’, state tranquilli, mostrate il vostro “green pass”, alzate sulla faccia quello straccio lurido: venite avanti, ché c’è posto.