martedì 23 novembre 2010

Scegliamoci un buon medico, perlomeno...

A volte la lettura di un semplice articolo di cronaca, e lo trattamento che ne da’ la stampa, riesce ad essere più chiaro di mille parole.

Mi riferisco, in particolare, ad un evento di cronaca accaduto in Germania, e che in molti abbiamo sentito solo tramite la rete internet e non certo perché i giornali nostrani si sono premurati di darcene notizia: un medico ebreo si è rifiutato di operare un paziente tedesco che aveva tatuato, sulla spalla, lo swastika.

Ovviamente, nella maggior parte dei commenti che ho potuto leggere sull’argomento, l’accento viene posto sul povero ebreo colpito nella sensibilità, talmente elevata da costringerlo a venir meno all’etica professionale medica che obbliga il medico a curare qualunque paziente senza alcuna discriminazione di sesso, di razza o di fede politica (sempre che non si sia Fascisti, naturalmente!). Ci piacerebbe, ogni tanto, che una così profonda sensibilità si girasse un attimo a guardare che cosa avviene a Gaza. Ma questo è un altro discorso.

In alcuni articoli, sempre su internet, leggo che il “povero” medico sarebbe il figlio di un detenuto morto ad Auschwitz. Come un uomo di 46 anni possa essere il figlio di un uomo che è morto invece venti anni prima rimane un mistero della fede. La fede nell’olocausto, ovviamente!

Ma per capire la questione vi basta fare sempre il famoso giochetto, quello che funziona sempre: invertite i ruoli. Pensate ad un medico che, mentre si accinge a fare un’operazione, si accorge che il paziente ha tatuato sul braccio un stella di David e si rifiuti di operarlo. Vi immaginate a quale linciaggio mediatico, per non parlare delle conseguenze gravi ed immediate sulla sua carriera, verrebbe sottoposto? Ci direbbero, giustamente, che avere tatuato un determinato simbolo, per quanto questo possa ricollegarsi a delle idee che molti possono trovare sgradevoli o ripugnanti, non significa di per se essere dei criminali o aver commesso un reato (a meno che il simbolo non sia in bella vista, cosa che non è in questo caso); e ci direbbero che un medico deve operare tutti, senza alcuna distinzione: tant’è che anche i criminali hanno diritto all’assistenza medica primaria.

Questa è un’altra piccola dimostrazione che le regole, anche quelle mediche, evidentemente per qualcuno di ben determinato possono essere interpretate in maniera un po’ più elastica. Sia ben chiaro: il paziente, questo pericolosissimo criminale che ha osato solo avere tatuato sul braccio un simbolo contrario allo squallido politicamente corretto (antifascista) così di moda ai nostri giorni, non è stato lasciato morente sul tavolo operatorio. È stato trovato un altro medico con un’etica professionale un po’ più solida. Vabbè che sono eletti, ma qui non siamo in Medio Oriente e certe cose, non ancora perlomeno, non possono permettersele!

giovedì 11 novembre 2010

Giornalisti, magistratura e avvocatura: stessa spazzatura!

di Carlo Gariglio

Pubblicato sul mensile "Il Lavoro Fascista", luglio 2010

Dico la verità: se avessi a disposizione la classica bacchetta magica delle fiabe, non esiterei un solo istante a cancellare definitivamente dalla faccia della terra le tre immonde categorie di persone che il titolo di questo articolo ben identifica. Personaggi ignobili in grado di rovinare l’esistenza a fior di galantuomini, ed il tutto per meri interessi di portafoglio e/o per assurdo ed ingiustificato odio politico… Quante volte abbiamo visto giornalisti, che meglio sarebbe definire pennivendoli, pronti a ribaltare la verità pur di danneggiare un avversario politico loro, o dei loro direttori ed editori? Quante volte abbiamo visto magistrati assolvere da reati gravissimi i loro sodali e condannare alla galera gli avversari, anche per reati inesistenti o assolutamente veniali? E quante volte abbiamo visto dei nobili avvocati rapinare a destra ed a manca ignobili parcelle, spesso superiori a sei mesi di stipendio di un onesto lavoratore, per arrivare poi a perdere le cause e lasciare i poveri Cristi senza un centesimo ed alla mercé della controparte?

Dei magistrati abbiamo spesso parlato, anche di recente, evidenziando le angherie ed i soprusi cui andiamo incontro come Fascisti e come privati cittadini senza Santi in paradiso… Ed anche volendo tralasciare le questioni politiche, le cose non cambiano affatto, come dimostrano i casi eclatanti di Enzo Tortora e di altri personaggi del mondo dello spettacolo finiti fra le grinfie di questa casta di parassiti, incapaci, corrotti e malati di protagonismo.

Non molto tempo fa, assistendo alla trasmissione di “Italia 1” intitolata “Vite Meravigliose”, mi è capitato di vedere una drammatica testimonianza d’epoca dello stesso Tortora, il quale raccontava che fra le prove principali della sua colpevolezza spiccava la rubrica telefonica di un camorrista contenente il numero di telefono dello stesso Tortora… Peccato che quel numero appartenesse ad un certo Enzo Tortona (con la “N” al posto della “R”), imprenditore campano che non aveva nulla a che fare con il noto presentatore televisivo. Sarebbe stato sufficiente usare il servizio “12” (allora esistente), oppure comporre quel numero e verificare a chi corrispondeva realmente… Ma per certi solerti PM, desiderosi di pubblicità, queste verifiche erano troppo laboriose, indi preferirono seppellire di accuse il povero Tortora, il quale riuscì a cavarsela (ma pagando un prezzo che lo avrebbe poi portato alla morte) solo grazie alla sua notorietà ed all’interessamento conseguente che ne ebbero i media ed i Radicali di Pannella… Immaginatevi quanti poveri Cristi meno noti di Tortora subiscono trattamenti analoghi senza riuscire ad avere mai giustizia!

E che dire dei casi più recenti che hanno visto protagonisti personaggi in vista, perseguitati ed arrestati da canaglie in toga alla ricerca di sovraesposizione mediatica, usciti alla fine dalla galera ed assolti con tante scuse? Potremmo fare i nomi degli attori Gigi Sabani, anch’egli prematuramente scomparso a causa di questa esperienza, e Valerio Merola, accusati entrambi di torbide storie di prostituzione da un PM che, a forza di interrogatori pressanti, riuscì a portarsi a letto la fidanzata di Sabani… Sapete come pagò la sua inchiesta basata sul nulla questo signore? Con il trasferimento ad altra sede, ove fu libero di ricominciare il suo infame mestiere, al fianco della gentildonna che seppe abbandonare al momento giusto l’attore caduto in disgrazia!
Persino il tanto osannato magistrato Giovanni Falcone ha nel suo curriculum l’arresto dell’attore Franco Franchi (quello che faceva coppia con Ciccio Ingrassia), al quale rinfacciò di avere fatto il suo mestiere, ovvero, degli spettacoli organizzati da famiglie mafiose… Classico esempio di uno Stato da operetta che lascia liberi i mafiosi di organizzare spettacoli, ma pretende che siano i privati cittadini ad identificarli ed a boicottarli! E chissà se un privato cittadino avesse l’ardire di rifiutarsi di lavorare per qualcuno perché “mafioso”, come andrebbe a finire? Con una querela o con una cassa da morto, a seconda dei casi!

Anche nei giorni scorsi abbiamo visto concludersi casi analoghi a quelli già citati, ovvero PM che sbavano per andare in TV e sui giornali che arrestano ed accusano personaggi da gossip quali Vittorio Emanuele di Savoia… Arresto, pubblico sputtanamento colossale, intercettazioni telefoniche del tutto private ed irrilevanti pubblicate da giornalisti infami… Ed assoluzione perché il fatto non sussiste! Il PM, naturalmente, resta al suo posto in attesa di ripresentarsi ai media con altre inchieste farsa!

Del resto loro si definiscono garanti della Costituzione, anche se di quella Carta hanno a cuore solo quegli articoli che li rendono un po’ meno uguali agli altri, come l’art. 104 (La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere…) ed il 105 (Spettano al Consiglio superiore della magistratura, secondo le norme dell’ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni ed i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati). Ecco, in estrema sintesi, il motivo per il quale questa casta di parassiti e malfattori non paga mai per i suoi misfatti: le disposizioni di quella Carta Costituzionale che, come raccontano ai coglioni creduloni, dovrebbe garantire a tutti i cittadini parità di diritti e trattamento!

Se a tutto questo parassitismo professionale uniamo anche la malafede politica, eccoci davanti ai cari magistrati eredi di Togliatti che da anni tentano di “resistere” al fenomeno Berlusconi, senza preoccuparsi del fatto che tale fenomeno deriva da quella “democrazia” che manda al Governo il leader della coalizione più votata… Ma si sa, la democrazia vige solo quando vincono loro, altrimenti scattano le sanzioni… Ricordate quando in Austria vinse Haider? L’Europa intera sanzionò quello Stato sovrano per avere votato a destra! Mentre qui in Italia quel ruolo viene svolto dalla magistratura, in carica appositamente per sanzionare tutti quelli che hanno l’ardire di opporsi al Governo dei Soviet che ancora sognano!


Certo, a volte non riescono a creare inchieste contro Berlusconi, ma si tengono allenati condannando dei ragazzotti cretini alla galera per avere fatto il saluto romano in piazza, oppure bloccando le liste elettorali del nostro piccolo MFL, o ancora assolvendo dai loro crimini gli immancabili pidocchiosi dei centri sociali che scorrazzano liberi per le nostre città… Meglio ancora, perseguendo i pochi agenti delle forze dell’ordine che tentato di difendere la collettività dalle molotov degli “eroi” della sinistra, tipo Carlo Giuliani…

Degni compari di questi mucchi di letame in toga sono i giornalisti, altra immonda casta pagata profumatamente per mentire e per rovinare la vita a persone degne… Spesso questi pennivendoli da strapazzo sono a contatto diretto ed occulto (si fa per dire, ovviamente! Basterebbe un’indagine seria…) con i magistrati di cui sopra, dai quali ricevono sottobanco intercettazioni e notizie riservate che sbattono sulle prime pagine di tutti i giornali, senza avere un minimo di riguardo e di compassione per i tanti personaggi innocenti spesso coinvolti e sputtanati.

Ovviamente, anche questi immondi personaggi con la penna, si riempiono sempre la bocca di paroloni a base di democrazia, libertà d’informazione, Costituzione ed altre boiate simili, soprattutto per giustificare i loro misfatti. Addirittura, negli ultimi tempi, per meglio prendere per il deretano gli italiani, si sono inventati scioperi e proteste contro quella Legge civile che dovrebbe impedirgli di pubblicare notizie riservate… Apriti cielo! Ma come osa questo Governo? Pretendere che i pennivendoli di regime smettano le loro campagne diffamatorie nei confronti di chi non si allinea al pensiero marxista? Esigere il rispetto per la segretezza degli atti processuali e per la privacy delle persone finite nel mezzo del tritacarne delle intercettazioni? Sciopero! E periodici pistolotti sui giornali e dalle redazioni dei vari TG, con i quali ci assicurano che le loro proteste tendono a tutelare gli interessi e le libertà di noi poveri minorati mentali che non lo vogliamo capire…

Uno dei quotidiani più stomachevoli d’Italia, “La Stampa” di Torino, negli ultimi tempi sta pubblicando articoli su inchieste giudiziarie a due colori; uno di questi colori, come sottolineano, serve ad evidenziare le parti dell’articolo che il lettore non potrebbe vedere se passasse la nuova Legge… Peccato che nessun rappresentante di quel foglio di carta igienica stampata si sia mai preso la briga di sottolineare quali e quante parti di verità non abbiamo mai visto semplicemente perché pennivendoli, direttori ed editori non gradiscono rendere pubblica!

Non a caso, proprio “La Stampa” è uno dei quotidiani più sfacciatamente sionisti d’Italia, tanto da pubblicare quotidianamente articoli di noti giornalisti ebrei che lodano e magnificano il loro cosiddetto Stato di Israele, criminalizzando al contempo tutti quanti parteggiano per la causa degli oppressi arabi e palestinesi… E non a caso lo stesso quotidiano è tanto visceralmente antifascista da continuare a pubblicare con regolarità vari falsi storici, conditi da insulti assortiti per quanti si richiamino, come noi, all’ideologia Fascista.

Fra le centinaia che potrei citare, mi limito a riportare un solo episodio riferito a quel giornale – spazzatura…

Alle elezioni comunali del 2006 fui candidato Sindaco a Torino in rappresentanza della lista MFL; per tutta la durata della campagna elettorale, il quotidiano “La Stampa” mi ignorò completamente. Soltanto due giorni prima delle elezioni, una nota baldracca della Redazione torinese mi contattò telefonicamente, chiedendomi alcune dichiarazioni a proposito della nostra presenza con il logo parzialmente censurato (come ricorderanno i Camerati, la parola “Fascismo” scomparve); raccontai con chiarezza e pacatezza tutte le nostre traversie legali ed i vari sabotaggi subiti, citando le tante Sentenze che ci legittimano ed i numerosi precedenti elettorali. Ebbene, l’indomani trovai sul fogliaccio della Sinagoga torinese più o meno queste parole: “Gariglio è un reazionario che disprezza la nostra Costituzione; benché la Costituzione vieti l’uso della parola Fascismo (?), lui ha tentato di usarla comunque su dei manifesti, ma è stato inseguito (?) e multato (??) durante le affissioni”.

In poche parole, due insulti ed una ridicola scena a base di inseguimenti e multe totalmente inventata!

Ovviamente querelai la baldracca, ma un solerte PM (mi sorge un dubbio: non vorrà mica dire “Pezzo di Merda”?) mi rispose che la querela era archiviata, perché se uno si sceglie un partito chiamato “Fascismo e Libertà”, non può che aspettarsi di essere definito “reazionario”!

Capito? All’insulto della baldracca pennivendola si aggiunse quello dell’infame in toga… Reazionari noi, e magari progressisti loro, che vivono ancorati a visioni sociali, politiche ed economiche che non esistono più dai tempi di Marx!

Ma vogliamo parlare della “libertà” di stampa tanto cara ai giornalisti che in questi giorni scioperano contro il “bavaglio” voluto dal Governo? Bene, vediamo un esempio di bavaglio voluto dal mondo del giornalismo asservito al giudaismo:

“Lettera alla stampa, sulla vicenda mediatica della Freedom Flotilla.

Scritto il 2010-06-18 in News

Gentili colleghi,

vogliamo esprimere un ringraziamento forte, sentito e particolarmente apprezzato alle e ai poche/i giornaliste/i che, rompendo a proprio rischio il muro della comunicazione a senso unico, ci hanno aiutato nel difficile compito di far passare informazioni, e informazioni corrette, nella vicenda seguita dal nostro ufficio stampa, relativa alla Freedom Flotilla.
Ma prima che un dramma come quello che si è consumato pochi giorni fa nelle acque internazionali prospicienti Gaza venga ricoperto da un velo di ipocrita silenzio, ci preme, come ufficio stampa,condividere con voi qualche considerazione.
Qualche giorno prima della partenza della Freedom Flotilla per Gaza abbiamo iniziato il nostro lavoro, chiamando le redazioni, inviando materiale sulle navi, sul loro carico, sui passeggeri e il loro scopo. Eravamo convinti che una copertura mediatica potesse accompagnare le nostre navi e fornire loro più credibilità, oltre che trattenere la mano che si fosse alzata per far loro del male. Perché la nostra flotta, nonostante la campagna di discredito attuata dalla maggior parte delle vostre redazioni, opportunamente imbeccate, quello era: una flotta pacifica, con un codice morale ben stampato nell’anima di ciascuno dei suoi partecipanti. Anche in quello dei morti turchi, di cui la maggior parte di voi si è guardata bene dal fornire un solo nome, una sola notizia che li connotasse come persone, esseri umani partiti per un ideale e finiti ammazzati perché Israele potesse riaffermare al mondo il suo diritto a imporre la propria legge.
Difficilmente, in situazioni simili, un giornalista rinuncerebbe al suo diritto di investigare, di sentire tutti, di intervistare, ricostruire la dinamica dei fatti. E qualcuno di voi l’ha fatto, e lo ringraziamo per aver sfidato non solo la censura, ma anche l’autocensura, forse ancora più pericolosa.
Ma molti,dopo aver ignorato la partenza delle navi e averle lasciate sole, senza il sostegno della pubblica opinione che forse,chissà, avrebbe potuto scongiurare il bagno di sangue che si è poi verificato (e si trattava di missioni umanitarie della società civile, e non di governi), si sono ben guardati dal fare il loro mestiere, si sono solamente seduti e hanno atteso.
Ed ecco che, come la manna, la verità a senso unico è arrivata. Qualcuno però ci chiamava, e ci chiedeva dei numeri di telefono, dei contatti, dei video di quello che stava succedendo. Indubbiamente conoscete il nostro lavoro, e sapete bene quanto sia dipendente dalla tempestività e dal possesso di informazioni di prima mano.
Molti di voi si sono stupiti e meravigliati che noi non avessimo che pochissimi dati con cui controbattere la versione offerta dall’esercito israeliano, ma quello che è accaduto è in realtà quello che accade tutti i giorni alle notizie provenienti da quella che noi ci ostiniamo a chiamare ancora Palestina, e che forse, dovremmo cominciare a chiamare “riserva”, perché che cos’altro, se non le riserve degli Indiani d’America potrebbe fornire il giusto paragone? Prigioni a cielo aperto, un termine che ci ha perfino nauseato nella sua ossessiva ripetizione, come l’altro, “omicidi mirati”, per nascondere quella che in realtà è una pena di morte applicata senza alcun processo e senza possibilità alcuna di difesa… Che tristezza appropriarsi di certi termini senza averli verificati, così, solo per un senso di comodo… Tornando al nostro lavoro, vi assicuriamo che è stato difficilissimo, perché siamo stati oscurati, noi e le persone che erano sulle barche: a livello mediatico si è scatenata la più impressionante offensiva a cui abbiamo mai assistito: non solo nessuno poteva più trasmettere dalle navi, utilizzare i telefoni o inviare immagini, ma anche noi siamo stati colpiti da un potere che spande ovunque la sua longa manus. I nostri I phone si sono spenti improvvisamente per giorni, le nostre mail sembravano impazzite, e perfino la telefonia fissa ha sofferto per i black out. Paranoie? Può darsi, ma tanto è successo, e a tutti noi.
L’unica, sovrana informazione, è stata quella israeliana. “falsi pacifisti” “terroristi”, i termini giusti sono stati pronunciati, e molti di voi, non tutti per fortuna, li hanno presi come oro colato, confortati dalle immagini a senso unico che vi venivano fornite. E i video che stanno uscendo ora, quelli che spiegano la dinamica esatta degli eventi, filmati durante l’attacco alla Mavi Marmara che rivelano come ben prima di scendere dall’elicottero i soldati avessero iniziato a sparare e a uccidere, quelli no, voi non li utilizzate. Perché ormai non fa più notizia, ormai tutto quello che la parte vincente voleva farvi dire è stato detto: che c’erano pacifisti buoni e cattivi, come vuole del resto la logica del divide et impera, e che gli altri tacciano, con i loro morti scomodi, morti non occidentali, morti di infima serie. I morti della Marmara lasciano 28 figli, sono figli bambini, ma questo vi lascia indifferenti. E in fondo anche alcuni degli uccisi (fossero stati occidentali voi avreste detto: trucidati) anche alcuni di loro erano poco più che bambini, idealisti, come la ragazza il cui nome era stato scelto per la nave irlandese, idealisti giovani che pensavano di avere un mondo migliore quando la loro età fosse divenuta matura. Come i Palestinesi, che muoiono ogni giorno, ammazzati dall’indifferenza del mondo che, con termine poco appropriato, si definisce “civile”. E la strage non è più solo di persone, è d’informazione, di verità. Deontologia professionale? Per molti di voi è un vuoto retaggio d’altri tempi, come la legge morale, che ciascuno dovrebbe conservare dentro di sé come il bene più caro. Parlate di bavaglio? Con quale diritto vi opponete, seppur giustamente, quando il bavaglio voi stessi lo mettete per non aver disturbi in alto loco?
Vi accontentate delle ragioni del più forte, che, come insegnava Esopo, sono di gran lunga le migliori. Ma forse, quello che vi sta sfuggendo è, come scrive Arundhati Roy, “che forse c’è una piccola dea lassù, nel cielo, che si sta preparando per noi. Un altro mondo non solo è possibile: la dea è già in viaggio. Forse molti di noi non saranno qui ad accoglierla, ma in una giornata tranquilla, se rimango in ascolto, riesco a sentire il suo respiro”. ..
Peccato che tanti di voi, non tutti per fortuna, non se ne accorgeranno fino alla fine, di quel respiro di vita….. perché tutti noi, donne e uomini liberi, insofferenti dell’ingiustizia e del terrore, quello vero, noi che non potremmo mai sentirci liberi finché non lo saranno tutti, perché è nello specchio dell’altro e delle sue sofferenze che giornalmente ci riconosciamo, noi torneremo.
A Gaza con le nostre navi e dovunque ci sia bisogno, “torneremo, e saremo milioni…” e voi ci sparerete ancora addosso col vostro silenzio, e noi cattureremo uno, due di voi alla nostra causa, volta per volta, finché resterete in pochi, servi dei potenti e della morte, che vi aleggerà intorno e che onorerete col vostro silenzio, o con le vostre colonne dettate dalle bugie del più forte e tintinnanti degli spiccioli che sembrano dare l’unico senso al vostro lavoro di g i o r n a l i s t i…

Per l’ufficio stampa della Freedom Flotilla Italia – Giovanna Nigi, Patrizia Cecconi.
Tratto dal Sito: www.infopal.it”.

Finiamo in bellezza (si fa per dire!) questa mia analisi sulle tre categorie di persone più indegne d’Italia parlando degli avvocati… Ovvero altra pletora di cialtroni, fannulloni e sfruttatori del bisogno altrui, che spesso si colorisce di rosso per restare all’altezza degli altri loro compari in toga…

Fateci caso: quando questi signori intravedono il miraggio della celebrità e di una ricca parcella, non esitano a difendere neppure il più inumano dei criminali, il più indegno dei pedofili, il più sanguinario dei mafiosi, il più crudele dei brigatisti… Esitano soltanto nel difendere i galantuomini, semplicemente perché questi non hanno grosse disponibilità e non possono permettersi le ricche parcelle con le quali si arricchiscono… Li avete mai visti mentre con l’aria di quelli che vi stanno facendo un favore, vi chiedono un “piccolo” acconto di mille o duemila Euro? E che importa se voi per dare a loro il piccolo acconto dovete lavorare due mesi e smettere di mangiare e pagare tutte le altre spese? Poi, naturalmente, pur portandovi via tali acconti, lorsignori non si dannano l’anima più di tanto per difendere i vostri interessi… Che diamine, mica avete pagato le parcelle di Alberto Stasi o della Franzoni? Mica assicurerete alle loro auguste persone decine di passaggi in TV ed interviste sui giornali!

Personalmente e come Segretario Nazionale del MFL sono stato raggirato più volte da “nobili” avvocati che, una volta spremuto il poco che c’era da spremere, si dimenticavano persino di presentarsi alle udienze ove avrebbero dovuto difendermi, o al massimo si recavano in aula per svolgere il minimo sindacale, consegnando qualche memoria difensiva preparata interamente dal sottoscritto… E non provate ad accusarli di infedele patrocinio! Anche loro, come i magistrati, vengono giudicati dal loro ordine professionale, immonda casta che vieta ogni forma di concorrenza e di libera professione!

L’ultima perla di un avvocato mi è capitata di recente; un legale torinese ha curato i ricorsi al TAR del Piemonte per la riammissione della lista MFL, perdendo in ben due occasioni. Molto gentilmente si è offerto di assisterci a prezzo stracciato: mille euro a ricorso (anche se questi erano già pronti, uguali a quelli degli anni scorsi), più spese di notifica. Totale: 2500 euro. Dopo avere saputo dal sottoscritto che intendevo ricorrere al Consiglio di Stato, il galantuomo mi ha confermato il prezzo “di favore”, più 500 euro per il collega romano che doveva presentare materialmente il ricorso. Aggiungeva che non c’era fretta, essendoci un anno di tempo! Però il 25 luglio mi comunicava, trafelato, che aveva sbagliato i conti: i termini scadevano dopo 2 giorni, ed il collega romano voleva 3000 euro! Ovviamente lo mandavo a quel paese e rinunciavo al ricorso…

Ma non dite che sono cattivo se desidero la famosa bacchetta magica per eliminare certi parassiti!

Carlo Gariglio

www.fascismoeliberta.it

martedì 9 novembre 2010

Ora lo chiamate traditore, ma è anche colpa vostra

Guardando dalle ultime file il miserevole spettacolo della politica italiana, non si può fare a meno di sorridere per la stupidità di quanti, non se ne abbiano a male alcuni camerati, chiamano Fini con gli appellativi e i soprannomi peggiori fra i quali, primo fra tutti, quello di “traditore”.

Viene da chiedersi, e da chiedere a tutti i presunti fascisti di destra e dell’area che in questi giorni strepitano e inveiscono contro il Presidente della Camera: ma dove siete stati in tutti questi anni? Forse che il tradimento di Fini, se così lo possiamo chiamare, sia cominciato solo in questo ultimo periodo? Niente affatto. La svolta di Gianfranco Fini comincia da lontano, dal Congresso di Fiuggi. Ed è stata costellata, in tutti questi anni, da clamorose e vigliacche retromarcie a tutta velocità sul Fascismo e sul suo capo da parte di chi voleva a tutti i costi sdoganarsi dalla scomoda etichetta di “fascista” per abbracciare altri simboli e gruppi ben più redditizi.

Solo che, diciamocela tutta, a destra si è sempre stati di bocca buona: finché Fini vinceva attaccato al carro berlusconiano, e lasciava cadere qualche briciola di sotto, dove i militanti neofascisti di bocca buona aspettavano qualche pezzo di pane a naso in su e bocca aperta (qualche sede qui e lì, qualcuno dell’estrema destra sdoganato e messo nei posti giusti), ci si è sempre dati da fare per cercare in tutti i modi di far passare le vigliaccate di Fini come manovre silenziose e geniali di un grande statista. In questi anni mi sono sentito dire in continuazione: macché abiura del Fascismo, sono strategie per entrare nelle stanze del potere! Ed oggi è sotto gli occhi di tutti il risultato di questa strategia: Fini vota compatto con la sinistra e i comunisti contro un provvedimento sull’immigrazione della stessa maggioranza che lo ha eletto. Eccole qui, le manovre del grande statista! Ed eccoli qui i militanti che anziché sputarsi in un occhio chiamano colui che hanno sostenuto per anni “traditore”!

Facciano un bel mea culpa i militanti di destra, quelli che, alle ultime vittorie elettorali di Berlusconi o di Alemanno, giravano per Roma con la bandiera della RSI o facendo i saluti romani. Facciano un bel mea culpa tutti coloro che in tutti questi anni ci hanno insultato e sbeffeggiato, esultando per i nostri problemi elettorali e con la giustizia (la “g” minuscola non è un errore di battitura), noi di Fascismo e Libertà che non siamo mai diventati né forzanovisti, né fiammisti, né di destra radicale sociale estrema o moderata che dir si voglia, né forzaitalioti né qualunque altra cosa, ma coerentemente siamo rimasti sempre e solo Fascisti, con tutti contro tranne qualche pacca sulla spalla!

Avete sostenuto per anni i vari Storace (colui che si "vantava" di essere andato prima di Fini a chinare la testa allo Yed Vashem), Fini, Alemanno, Rauti, Fiore… avete regalato anni ed anni di militanza e di impegno politico a chi in continuazione vi ha preso per il culo, delegittimandovi anno dopo anno, elezione dopo elezione… e adesso vi indignate come tante donnine isteriche, gridando al traditore ed al cospiratore che VOI avete osannato e sostenuto per anni, gettando tonnellate di fango (per non dire altro) a chi, come noi, ha sempre lavorato per il bene dell’ideale Fascista! Ci avete dato dei coglioni, noi di Fascismo e Libertà, rimproverandoci in continuazione di essere i soliti quattro gatti, solo perché abbiamo pagato, e continuiamo a pagare, la nostra voglia di essere coerenti e di non svenderci al Berlusconi di turno per un piatto di lenticchie!! Forse che la grandezza di un ideale si misura dal semplice numero dei suoi sostenitori, o dai soldi che sono nei suoi conti bancari? Non sono certo io ad aver militato in Alleanza Nazionale e ad aver votato a destra alle ultime elezioni politiche! Fare un bel mea culpa, e riconoscere che solo Fascismo e Libertà in tutti questi anni ha portato e porta avanti la battaglia del Fascismo e dei Fascisti, sarebbero le basi minime dalle quali ricominciare a lavorare seriamente, con noi, con Fascismo e Libertà, con chi fin dal 1991 si è espressamente proposto come casa e come ritrovo dei Fascisti di tutta Italia, per il benessere della nostra Idea.

Concludiamo con Gianfranco Fini. Mi si dirà: solo gli stupidi non cambiano idea. E fin qui è verissimo. Io stesso, che nel mio piccolo ho l’onore di militare nell’unico Movimento dichiaratamente Fascista di tutta Italia, conosco e frequento persone che di Fascismo, di Nazionalsocialismo o di revisionismo storico o di massoneria mondiale non ne vogliono neanche sentire parlare. E sono persone che, nonostante siano espressamente antifasciste, sono persone intelligentissime, con una cultura non indifferente e capaci di confrontarsi anche sui temi più disparati e impegnativi. Ma solo Fini è passato dal Fascismo senza se e senza ma al “male assoluto”, cosa che neanche gli antifascisti più seri ormai sostengono più (si pensi a Pansa e a quanti, anche a sinistra, non faticano a riconoscere i risultati ottenuti dal ventennio mussoliniano). Se è vero che solo gli stupidi non cambiano mai idea, è anche vero che per sostenere fino in fondo le proprie idee senza vigliacche abiure badogliane bisogna essere degli Uomini e non dei pidocchi. E noi vogliamo essere Uomini. E voi?