lunedì 26 ottobre 2020

De Pierro vuole sparare sulla folla: è l'ennesima finestra di Overton


Probabilmente molti di voi avranno letto l’intervento di Antonio De Pierro, Presidente e fondatore della solita, ennesima sigla antirazzista (Italia dei Diritti), in cui si caldeggiano, molto candidamente, le fucilate sui manifestanti. Il riferimento è in primis ai disordini scoppiati a Napoli, dove gente sempre più esasperata ed alla fame ha protestato, anche in maniera violenta, contro l’ennesimo blocco totale attuato dal Governo (e scaricato vigliaccamente sulle Regioni, in modo da non prendersi alcuna responsabilità politica).

Se pensate che l’intervento di De Pierro sia semplicemente il delirio di un coglione sbagliate di grosso, o meglio: avete una visione limitata del problema. La questione è molto più interessante, o più grave.

Il Presidente della Repubblica ha convocato per domani una riunione con i vertici di sicurezza nazionali (servizi segreti, rappresentanti dell’Esercito, e così via). Apparentemente si tratta di mettere sul tavolo alcune importanti questioni di politica internazionale; se ve lo state chiedendo… no: non vi rientrano né i pescatori sequestrati dai tunisini, né i francesi che si annettono unilateralmente pezzi del territorio italiano, né il problema dei confini nazionali violentati continuamente da scafisti ed ONG. Il sospetto di molti, però, è che si tratti di prepararsi a quello che si prospetta sempre più come uno scenario eventuale: una vera e propria guerra civile, con lo Stato che sarà costretto a ricorrere alla forza militare per ricondurre alla ragione – mettiamola così – sacche di cittadini sempre più esasperati ed in difficoltà a causa della gestione fallimentare legata alla questione Coronavirus.

Non sia mai che l’intervento di De Pierro si debba configurare nella cornice più grande della finestra di Overton? Di cosa parliamo? Dello schema, ideato dal sociologo e politologo statunitense Joseph Overton, grazie al quale il potere può instillare nelle masse qualunque idea, anche quella considerata la più incredibile, seguendo questi sei passi, che devono svolgersi nel preciso ordine in cui vengono enunciati:

1) inconcepibile;

2) estrema;

3) accettabile;

4) ragionevole;

5) diffusa;

6) legalizzata.

In una prima fase l’idea è, per l’appunto, inaccettabile. Pensiamo alle coppie omosessuali, alle famiglie allargate, all’aborto: tutte questioni che, solo fino a qualche decennio fa, vedevano la popolazione italiana – formata per la maggior parte da cattolici – compattamente schierata per il “no”. Una massiccia propaganda di stampa, programmazione neuro-linguistica, l’introduzione della discussione politica – magari ad opera di partiti e movimenti più o meno radicali ed ai margini del tradizionale schieramento politico – fanno il resto. Già dal secondo punto l’idea è estrema, ma se ne comincia comunque a parlare: l’idea che fino a poco tempo prima era inaccettabile entra a far parte del dibattito politico, seppur, come ovvio, in posizione marginale.

Non si tratta di complottismo: si tratta, né più né meno, di vedere come i mass media e la politica procedano non cercando di interpretare la realtà, bensì manipolando i dati relativi alla realtà stessa. Ecco che la realtà diventa qualcosa di elastico, di liquido, qualcosa da interpretare a seconda della convenienza politica del momento.

I gilet gialli protestano per le strade di Parigi? Manifestazione interessante, gli italiani prendano esempio dai francesi che lottano per i loro diritti.

Gruppi di disadattati violano la quarantena per festeggiare la celebrazione farsa del XXV Aprile? Beh, è la festa più importante d’Italia, si tratta di respingere indietro i vergognosi rigurgiti di Fascismo e razzismo che, mai come oggi, devono essere combattuti  sconfitti, incarnati nel sovranismo ignorante e xenofobo della destra.

Orde di negri mettono a ferro e fuoco gli Stati Uniti per protestare contro un inesistente problema razzismo, con tanto di esecuzioni sommarie per le strade? Massima solidarietà ai Black Lives Matter, il razzismo deve essere combattuto, l’America deve fare i conti con la propria storia, si tratta di proteste che spesso degenerano in violenza ma del resto è perfettamente comprensibile la rabbia dei negri, così vergognosamente e brutalmente discriminati.

Dei cittadini italiani protestano per le strade contro la crisi ed il fatto che il Governo sacrifichi, a fronte di una pandemia che crea morti tra lo 0,03% della popolazione, interi settori economici, portando così alla rovina l’intera Nazione? Beh, io sono democratico, però bisognerebbe dare l’ordine di sparare. Se una cosa del genere l’avesse detta Matteo Salvini il Partito Democratico, come minimo, avrebbe invocato i caschi blu dell’ONU. Ci siamo però abituati da tempo al fatto che a sinistra si possano evocare i lanciafiamme sulla folla ed i rimedi curativi del Partito Comunista Cinese oppure evocare il ritorno di Bava Beccaris senza che nessuno batta ciglio, mentre se chiedi di fermare i barconi dei clandestini sei uno schifoso e xenofobo razzista.

Ovviamente qui non vogliamo esaltare gli assalti contro le forze di Polizia, ma è anche intellettualmente disonesto derubricare il tutto a mere contestazioni di piazza fini a se stesse: i napoletani sono gli unici che fino ad ora hanno osato protestare attivamente contro questo Governo, dando voce ad un malcontento ed ad un dramma percepito da fasce sempre più ampie di popolazione che non sa – letteralmente – come dar da mangiare alla propria famiglia.

Quale è il pericolo maggiore? Sempre quello: la solidarietà o la supina accettazione di una certa parte della popolazione, la stessa che invoca l’esercito in strada per imporre le regole anti-Covid o che applaude contro i ciclisti della domenica che non rispettano il distanziamento.

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