lunedì 21 settembre 2020

In queste ore, in Italia, c'è stato un colpo di Stato

In queste ore emerge una notizia gravissima, che, proprio per questo, viene vergognosamente e complicemente sottaciuta dalla politica che conta (quella che sta a sinistra, ovviamente), nonostante anche i media nazionali se ne stiano occupando (ha dovuto trattarla anche il Corriere).

Sappiamo tutti cosa è successo intorno alla cosiddetta vicenda Palamara: Luca Palamara è, infatti, l’ex Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati che, ammanicato con la sinistra istituzionale (della quale tesseva le lodi e della quale favoriva i propositi politici – come quella di mettere Salvini alla sbarra per aver osato, da Ministro dell’Interno, difendere i confini nazionali dall’invasione di ong e scafisti vari) faceva e disfaceva promozioni, nomine, incarichi, in un tramestio di corruzione e di omertà tipicamente mafiosa che ha infettato gran parte della Magistratura. Ebbene: il processo a Luca Palamara non si farà. Meglio: si farà, ma sarà un processo monco, devitalizzato, mangime per polli (gli italiani) e nulla più, ma certamente destinato ad eludere il cuore del problema, cioè la corruzione, l’inadeguatezza e la partigianeria della Magistratura Italiana. La Procura Generale della Cassazione è intervenuta a gamba tesa sul caso, tagliando 127 testimoni sui 133 che la difesa dell’ex Presidente ANM aveva chiamato a testimoniare. La difesa di Palamara era scontata: il marcio e la corruzione erano un cancro che esisteva già da prima del suo ingresso ai vertici della Magistratura Italiana, e Palamara si sarebbe semplicemente limitato a cavalcare l’onda (di melma, per non dire altro), insomma, si sarebbe limitato a fare il Cristiano Ronaldo della situazione, ma in un campo e con delle regole precedentemente decise da altri. Chi sono, quindi, i 127 testimoni chiamati a testimoniare e che la Procura Generale ha “tagliato” via? I magistrati che avrebbero dovuto testimoniare come il marcio e la corruzione erano cosa già nota ben prima che Palamara cominciasse a giocare il suo ruolo di deus ex machina. Cosa ovvia, del resto: Palamara non poteva certo gestire da solo tutte le nomine e le promozioni di mezza Italia, avrà sicuramente avuto dei collaboratori, magistrati e funzionari che assecondavano i suoi desiderata in cambio di altri favori, in un turbinio di mercanteggiamenti. Tutti fuori: nessuno di questi sarà chiamato a testimoniare. Rimangono solamente i 5 ufficiali della Guardia di Finanza che, per quanto preparati possano essere, non saranno mai così addentro alle questioni come chi, in quella cloaca, ci ha mangiato ed ha grufolato abbondantemente.

Forse non si capisce bene la portata della questione, ma stiamo parlando, né più né meno, di un vero e proprio colpo di Stato. La Magistratura Italiana assolve se stessa ed i suoi membri e lancia un messaggio chiarissimo ed agghiacciante: su di noi non si deve indagare, noi siamo un corpo intoccabile. Il capro espiatorio, del resto, la vittima sacrificale di tutte le porcate compiute in nome e per conto del popolo italiano, è già stata trovata: Luca Palamara, forse (non siamo certi nemmeno su questo, effettivamente), verrà radiato a vita dalla Magistratura, ma il marcio continuerà a proliferare, ed a far danni.

Questa è una prova di forza incredibile, potentissima, micidiale, inesorabile, un vero e proprio colpo di Stato compiuto dal potere giudiziario che si erge ad assolutore di se stesso e che darà in pasto al popolo giusto un po’ di biada per farlo biascicare un poco, un processino dove si identifichi in fretta il colpevole – già trovato, la graticola deve solo essere accesa in mondovisione per consacrarne definitivamente la colpevolezza – per poi riprendere come sempre.

Spaventa e lascia ammutoliti il fatto che tutto ciò avvenga senza un “ma”, né dalla maggioranza, né dall’opposizione, né dai giornali.

Perché la maggioranza di Governo stia in silenzio è facilmente spiegabile: la Magistratura è nient’altro che il loro braccio armato più potente, più infallibile, più devastante, con il quale, da almeno trent’anni a questa parte, si è consacrata la pratica di mettere a tacere gli avversari politici per via giudiziaria, essendo incapaci di farlo su quello politico, e la sinistra ha potuto continuare non solo ad esistere, ma finanche a comandare (non vincono un’elezione che conti da dieci anni, ma nonostante tutto sono sempre lì). Perfino Silvio Berlusconi è dovuto cadere, dopo decenni di strenua lotta, contro questo potere titanico e quasi sovrannaturale: egli ha potuto resistere così tanto perché forte dei suoi miliardi e della forza di mercato delle sue aziende, ma alla fine ha ceduto, non per le accuse di corruzione, non per le accuse di connivenza con la mafia, non per le accuse di mala politica, ma solo e semplicemente per aver fatto qualche regalino alle sue puttane personali (la Storia, a volte, può essere davvero una commedia plautina). Ma non tutti siamo Silvio Berlusconi, non tutti abbiamo i suoi miliardi: qualunque povero Cristo, chiunque di noi, può essere letteralmente rovinato e mandato in mezzo ad una strada dai giudici. Accendete una TV o leggete un giornale: le cronache rigurgitano di poveri cristi rovinati, uccisi o distrutti da qualche criminale togato, che ha partorito sentenza oscene, illogiche, quando non deliberatamente persecutorie e crudeli, e non ha mai pagato.

Non stupisce nemmeno il silenzio dei giornali: sono culo e camicia con i potentati che in questa Nazione contano davvero. E, spiace dirlo, pendono tutti verso sinistra. I nemici dell’Italia hanno completamente infiltrato ogni funzione vitale dell’apparato statale, come aveva teorizzato quasi cento anni fa Antonio Gramsci: Magistratura – per l’appunto – Scuola, istituzioni, enti pubblici, partiti politici e, ovviamente, anche i giornali: tutto quello che conta davvero, in Italia, i gangli fondamentali della Nazione, sono “cosa loro”.

Ma non bisogna stupirsi nemmeno del silenzio dell’opposizione. Forse dalle parti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni si stanno organizzando, stanno decidendo il da farsi – perché il nemico è potentissimo, quasi invincibile, e non bisogna lanciarsi alla cieca – ma il sottoscritto propende più per un’altra ipotesi (mi auguro, ovviamente, di sbagliarmi): la Magistratura fa paura. Salvini e la Meloni, politicamente, sono molto forti e dicono la loro, d’accordo, ma il loro potere si basa su qualcosa di tanto legittimante quanto effimero: il consenso popolare. Per farli fuori basta un processo giudiziario. Solo uno. Come quello per i 49 milioni spariti dalle casse della Lega (che è parte lesa nel processo, giova ricordarlo) ed al quale i giudici hanno impresso una accelerazione importante non appena Matteo Salvini è diventato Ministro; o come quello per i fondi russi, che non sono mai stati trovati. Ma la Magistratura sa attendere. Con Berlusconi hanno atteso 30 anni, ma alla fine il suo tallone d’Achille (le donne) lo hanno trovato. Salvini e Meloni non sono Berlusconi, non hanno i suoi miliardi: fino a quanto potranno resistere? Quanto in fondo potranno e vorranno spingersi in un braccio di ferro con la Magistratura Italiana, braccio di ferro che altri, ben più forti e “corazzati” di loro, hanno perso?

Cosa farebbe un Parlamento sovrano, facente parte di uno Stato sovrano? Si riunirebbe in seduta straordinaria per nominare una Commissione di Inchiesta, al fine di fare il lavoro che i giudici non hanno voluto fare; il Ministro della Giustizia convocherebbe immediatamente gli organi più importanti della Magistratura - incluso quel Presidente della Repubblica che esce dal proprio sarcofago solo quando si tratta di "cassare" i Ministri proposti dalle destre (Paolo Savona docet) o di condannare gli episodi di violenza compiuti da italiani contro stranieri (e mai il contrario) - per dare un segnale importante, cioè che lo Stato c'è e non tollera che un corpo fondamentale per la tenuta democratica e per la concordia civile della Nazione, il corpo giudiziario, per l'appunto, travalichi così sfacciatamente e così arrogantemente i propri compiti e le proprie funzioni. Accadrà qualcosa del genere? Credo proprio di no.

In questa Nazione, in queste ore, si è compiuto un colpo di Stato. Nel silenzio di tutti, perché il Moloch togato mette davvero paura.

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