mercoledì 16 febbraio 2011

Donne, smettetela di piagnucolare: non siete vittime

Mi perdonino le mie (poche) lettrici più o meno affezionate. Ma non potevo pensare ad un titolo migliore per esprimere tutto il mio disgusto nei confronti della manifestazione che si è avuta domenica scorsa, con un milione di donne in piazza che, a loro dire, protestavano a sostegno della libertà delle donne e contro il Presidente del Consiglio.

L’Italia ha avuto un’ondata – si spera e si pensa comunque temporanea e già finita – di quel femminismo d’accatto che tanto ha contribuito nel devastare la società italiana.

Fanno ridere queste femministe improvvisate. Perché il ricordo non può non andare agli anni ’70, ’80 e anche oltre, quando si vedevano le donne “lottare”, diciamo così, per la libertà sessuale più esplicita. “La vagina è mia e me la gestisco io”: chi non ricorda questo slogan che centinaia di migliaia di donne urlavano nelle piazze, in nome della libertà sessuale più totale? Eccola, la vostra libertà sessuale! L’avete voluta? E adesso tenetevela!

Ma si dirà: il Presidente del Consiglio è indagato per prostituzione minorile! È un reato gravissimo, tutti speriamo che la Magistratura faccia il suo dovere e indaghi a fondo. Ma, a prescindere da questo, da tutto ciò che è stato scritto sui giornali, dalle intercettazioni, dai dibattiti spesso tristissimi e squallidi sui mass media e in TV, ciò che emerge è un esercito di ragazze, spesso giovani e giovanissime, che fanno di tutto per entrare, con le loro abilità erotiche, nelle grazie del Presidente del Consiglio. Del resto non era forse Gigi Sabani che raccontava, in tempi non sospetti, come dopo i provini per le comparse femminili delle sue trasmissioni si ritrovasse in tasca biglietti di questa o quella mamma che lo autorizzava a disporre della figlia come meglio riteneva opportuno, non escludendo l’ipotesi di letto? Sembra che i tempi non siano cambiati molto: un'intera legione di troiette drogate e completamente rincitrullite da falsi modelli di vita, imposti dalla televisione e più in generale dai mass media, non aspettano altro che entrare nelle grazie del potente di turno per avere benefici e prebende di ogni genere che in altro modo non vedrebbero mai. E in questo modo riescono anche ad entrare come consiglieri in Regione, o a diventare addirittura Ministro: un traguardo che chi fa politica seriamente, ed è più piccolo rispetto ai partiti cosiddetti “istituzionalizzati”, è una vera e propria chimera. Noi del MFL stiamo lì a dimostrarlo. Ma non abbiamo avuto e non abbiamo ancora sui banchi del Parlamento personaggi ben più impresentabili, con condanne definitive per reati gravissimi come quello di mafia? Eppure non mi risulta che ci sia stata alcuna manifestazione delle donne! Il Presidente del Consiglio potrebbe astenersi dal trombarsi le ragazzine, certamente! Ma non lo fa! Non è certo il primo e l’unico uomo di potere al quale le donne si gettano addosso, e non mi risulta che nessuna di queste donne si sia mai ritrovata una pistola puntata alla tempia per fare quello che ha deciso coscientemente di fare.

Berlusconi sceglie di dilettare il suo illustre e regale batacchio con delle signorine provocanti e disponibili? Apriti cielo! Ecco le donne in piazza a manifestare gridando “Se non ora, quando?” Mai! Rispondiamo noi! Ci sarebbe piaciuto vederle, queste donne, manifestare il 10 febbraio in nome della dignità della donna a ricordare tutte le italiane che sono state barbaramente trucidate, violentate, torturate e seviziate dai partigiani titini, in stretta collaborazione con quelli italiani. Magari, se il tema era troppo difficile per le loro rosse coscienze, ci sarebbe piaciuto vederle manifestare con coraggio contro le altre donne, quei manichini di plastica che ogni giorno fanno a gara per spogliarsi in TV, per fare calendari, per partecipare a trasmissioni demenziali e tristissime come il Grande Fratello, e via dicendo. Del resto il sottoscritto, per esperienza, sa che basta molto meno: provate a prenotare un tavolo del privè in una bella discoteca, e vedrete quante ragazze che fino a cinque minuti prima non vi avrebbero nemmeno degnato di uno sguardo vi si fanno intorno compiacenti, aspettando solo il momento per farsi offrire qualcosa da bere. Che tristezza! E pensare che era proprio in nome delle donne e del loro ruolo eterno che le nostre ausiliarie morivano e finivano violentate o davanti ai plotoni di esecuzione del nemico! Da Giuseppina Ghersi a Ruby: che tonfo!

Una cosa mettetevela in testa: non siete affatto vittime. È o non è di Ruby la vagina di Ruby? E’ o non è della Minetti la vagina della Minetti? Siete voi che vi spogliate davanti alla TV per fare soldi, voi che vi rifate il seno o le labbra in una squallidissima gara contro il tempo per sembrare più belle e più giovani, voi che partecipate al Grande Fratello, voi che andate a Veline a mostrare le natiche davanti ad una folla di uomini frustrati che vi riempiono di urla e di commenti indegni perfino della peggiore osteria di porto, voi che prendete come modello le Belen Rodriguez e le Elisabetta Canalis! E non mi risulta che nessuna di voi abbia mai avuto la pistola puntata alla tempia per fare queste cose, anzi! Avete voluto il femminismo? Adesso tenetevelo! Vergognatevi di questo, tanto per cominciare!

mercoledì 9 febbraio 2011

Per non dimenticare

Sono passati più di sessant’anni, ma la verità, il racconto di un olocausto (vero, stavolta!) che ha coinvolto buona parte della popolazione dell’Istria, di Fiume e Dalmazia, non poteva venire infoibato per sempre. Mentre i degni eredi degli assassini e dei criminali comunisti domani si riuniranno per i loro soliti e squallidi presidi antifascisti, gli ultimi sussulti di un’ideologia fallimentare e sanguinosa che solo nell’esaltazione della violenza (la sua) e dei suoi crimini trova oggi la sua ragion d’essere, chi ha ancora a cuore l’onore della Patria domani si raccoglierà in un minuto di silenzio, per portare Onore e rispetto a chi diede la propria vita per il solo e semplice fatto di essere italiano.

È un vero e proprio olocausto, quello delle foibe. Ma è un olocausto di serie B. Quell’altro, quello più famoso, ha gli onori della ribalta, a causa di una temutissima lobby talmente potente da essere addirittura innominabile, che ha letteralmente blindato la versione ufficiale in nome della quale continua a chiedere risarcimenti, a pretendere scuse mai dovute, a far incarcerare pensatori e storici che hanno il diritto di essere controcorrente e di non credere ai dogmi.

Ve la dovete immaginare, la tragedia delle foibe. Ve la potete solo immaginare. Perché contrariamente a quell’altro, questo olocausto non gode di speciali TV in prima serata, non ci sono testimoni oculari che piagnucolano davanti ai microfoni di giornalisti conniventi, non ci sono i parenti degli esuli che chiedono risarcimenti miliardari agli Stati (in primis la Jugoslavia) colpevoli, non ci sono lobby potenti che riescono a mettervi in galera se negate che una precisa operazione di pulizia etnica, per liberare le terre istriane e fiumane dalla presenza italiana, abbia avuto luogo. Questo, abbiamo detto, è un olocausto di serie B. E allora siete voi che dovete provare a fare uno sforzo di immaginazione. Pensate ai partigiani jugoslavi che procedono casa per casa, con in mano delle liste che hanno compilato i loro degni compari, i partigiani italiani. Pensate alla fucilazioni, agli stupri, alle torture contro donne, bambini e anziani che venivano praticate in nome del comunismo e dell’odio atavico contro l’Italia. Pensate ai sacerdoti fucilati, ai politici appesi ai lampioni delle piazze, ai ragazzi che diedero la loro vita solo per l’ultimo gesto ardito, la sostituzione della odiosa bandiera rossa col tricolore. E pensate ai corpi, a volta ancora vivi, orribilmente martoriati, legati l’uno con l’altro con il filo spinato e poi scaraventati giù, in quelle profondissime gole carsiche che vengono chiamate foibe. Provate ad immaginare quei carri stracarichi, tirati da poveri animali spossati e stanchissimi, che portano via persone e cose, per sfuggire alla tragedia. Pensate a tutti coloro che, presi dal terrore e dalla paura, lasciano la loro casa e la loro terra per cercare rifugio in una Italia ingrata, che spesso li ha stipati in veri e propri lager a cielo aperto improvvisati qui e lì per le varie città del nord Italia, negando addirittura una memoria. Pensate ai figli che cercano di portare via a forza i propri genitori, spesso anziani che non vogliono rassegnarsi e lasciare la propria terra, prima dell’arrivo dei titini nelle città cosiddette liberate dal Fascismo. Pensate agli esuli che guardano dal finestrino dei treni che entrano in stazione le manifestazioni ostili organizzate dai comunisti e dai loro lacchè che li insultano e li deridono: bastardi, vi abbiamo portato il socialismo in casa, vi diamo un assaggio di paradiso sovietico, e voi scappate! Fascisti!

È una tragedia che, in nome del comunismo e dell’antifascismo, è stata occultata per decenni. E chi scrive ricorda ancora bene gli insulti e le derisioni che doveva subire quando a scuola provava a parlare di certi argomenti: sei un pazzo, un bugiardo, un millantatore. E i libri di Storia, ancora oggi in gran parte votati alla causa antifascista, ben poco potevano aiutare, dato che nascondevano e nascondono ancora oggi quei misfatti.

I corpi degli italiani massacrati dai titini sono stati uccisi diverse volte. E la memoria di coloro che dovettero fuggire ancora di più. Molti dei criminali partigiani italiani, che spesso hanno partecipato attivamente alle mattanze, hanno poi ricevuto pensioni, medaglie d’oro, sono scritti con gloria nelle vie, nelle piazze, nei monumenti. Assassini, che hanno ricevuto per decenni pensioni e prebende di ogni genere da parte di uno Stato infame, vile e complice, come quello italiano dal 1945 in poi.

Ci tapperemo le orecchie per non sentire la vile propaganda comunista che da decenni a questa parte ammorba l’Italia tutta, sguaiata, dissacrante ed isterica come solo il comunismo nostrano sa essere, e ci dedicheremo a pensare, magari in un angolo della nostra casa, ai nostri morti, al nostro olocausto, che merita di essere ricordato e pianto. Ci piace pensare che ai nostri morti, se ci staranno guardando da qualche parte, non potrà che fare piacere.

domenica 6 febbraio 2011

Robert Brasillach vive tra gli eroi


Ti costituisti, perchè i democratici non esitarono a catturare tua madre, minacciando di assassinarla. Che cosa aspettarsi da americani e da partigiani, se non queste bassezze da mafioso di provincia?
E moristi davanti al plotone di esecuzione, raggiungendo i nostri martiri e tutti coloro che si batterono per una nuova Europa sotto il simbolo del Sole Nero. In questi momenti di sconforto, quando gli indifferenti sono
peggiori dei nemici, noi ti onoriamo come si deve ai soldati ed agli eroi.
Robert Brasillach: presente!

mercoledì 2 febbraio 2011

Economia inumana


Non servivano più, erano diventati assolutamente inutili quei cento splendidi husky, sanissimi ed in splendida forma, che alle ultime Olimpiadi invernali trascinavano i turisti avanti e indietro. Finite le Olimpiadi erano diventati un peso, cento vite da eliminare. E così la ditta di trasporto ha deciso di incaricare un proprio operaio per ucciderli. Come si potevano conciliare i freddi ed asettici bilanci aziendali con cento musetti da sistemare, magari da regalare? Era sicuramente chiedere troppo. Anche spendere per un veterinario che almeno desse una morte indolore alle povere bestie era chiedere troppo ai freddi burocrati di questa ditta, della quale purtroppo non riusciamo a trovare il nome. Così si è optato per la soluzione più drastica: cento proiettili, un proiettile per cane (non uno di più, sennò poi come si fa a far quadrare la contabilità?) ed eventualmente lavorare di coltello per finire i superstiti. Per il lavoro sporco hanno incaricato un operaio. Che, a lavoro finito, è stato talmente male da chiedere i risarcimenti alla propria Ditta.

Non facciamo fatica a crederlo. Già il solo provare ad immaginare cento vite stupende che agonizzano, i lamenti estremi di dolore dei superstiti, qualche povera bestia che cerca di uscire dalla fossa comune, l’odore pregnante del sangue, e gli occhi che chiedono pietà… già questo non può causare dolore in chiunque sia anche solo lontanamente un essere umano. E così l’operaio ha chiesto il risarcimento. Ecco perché noi comuni mortali lo siamo venuti a sapere: è solo perché la questione è finita in tribunale.

Non c’è modo migliore ed esempio più calzante per descrivere il sistema in cui viviamo, dominato totalmente da un sistema politico che ha perso qualunque briciolo di umanità, incapace di ragionare diversamente da qualunque cosa che non sia il dollaro. Siamo sotto il tallone di un proprietario spietato e crudele, che ci sta facendo perdere qualunque briciolo di umanità.