lunedì 31 agosto 2020

Piccoli appunti sulla doppia morale dei "democratici"


Stanno facendo discutere le foto del Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che amoreggia in acqua con la propria fidanzata.

Chiariamo subito: non ci troviamo niente di male, finché la cosa mantiene un certo pudore. Non siamo bacchettoni, anzi, siamo abbastanza goderecci, e capiamo che, avendo una bella ragazza quale è la fidanzata del Ministro, si abbia la tendenza ad approfittarne quanto più possibile. Comprendiamo ed approviamo.

Non possiamo fare a meno di ricordare, però, che per molto meno, l’estate scorsa, l’ex Ministro degli Interni Matteo Salvini, colpevole di circondarsi di belle ragazze sulla spiaggia del Papetee con un alcolico in mano, fu crocifisso come un rozzo troglodita che mancava di rispetto al suo ruolo governativo. In questo scenario i Cinque Stelle, che mai hanno perdonato a Salvini di aver fatto cadere il primo Governo Conte, costringendoli a perdere la faccia nell’alleanza col Partito Democratico, furono i più esagitati.

Delle due l’una: se è vietato “fare serata” al Pepetee deve esserlo anche bombarsi la fidanzata in mare, oppure entrambi gli atteggiamenti devono essere permessi, e possono scandalizzare solamente i bacchettoni della politica.

Per noi, ovviamente, non c’è nulla di male in entrambe queste circostanze. Non abbiamo una doppia morale. Noi.

Ad ogni modo, se le discussioni politiche vertono intorno a Salvini al Papetee ed a Di Maio che si bomba la fidanzata in acqua, il degrado della politica non potrebbe essere più totale. O forse no?

mercoledì 26 agosto 2020

Siete riusciti a rendermi simpatico perfino Briatore

 

Incredibile ma vero, gli antifascisti e la maggior parte dei covidioti italiani sono riusciti a rendermi simpatico un personaggio che di simpatico ha ben poco: Flavio Briatore.

In queste ultime settimane il noto imprenditore ha occupato gran parte dei tg nazionali (e specialmente sardi) per la sua diatriba col sindaco di Arzachena, reo di aver imposto la chiusura delle discoteche sul territorio comunale entro la mezzanotte, costringendo alla chiusura anche il noto locale Billionaire, di proprietà dello stesso Briatore, il quale aveva manifestato tutta la sua contrarietà per un provvedimento che metteva ulteriormente in ginocchio il già prostrato settore dell’animazione e dell’intrattenimento. Il Billionaire, poco dopo, è stato uno degli ultimi focolai di epidemia del Covid-19, con decine di lavoratori finiti in quarantena per aver contratto il virus.

Due giorni fa si è sparsa la notizia che Flavio Briatore era stato ricoverato anch’egli per aver contratto il Coronavirus (solita balla che i giornalisti hanno rilanciato, ben contenti di dare in pasto alla plebaglia il solito mostro da prima pagina, senza degnarsi di verificare la notizia: Briatore è stato ricoverato per problemi alla prostata); quasi contemporaneamente, specialmente su internet (Facebook in primis), ha ripreso a circolare la bufala, vecchia ormai di qualche anno, della frase che l’imprenditore avrebbe detto – ma nella realtà questa frase non è mai stata pronunciata – sul fatto che le donne dei poveri fossero immediatamente riconoscibili per il fatto di essere delle cesse.

Ciò è bastato, agli odiatori di professione, per invadere le reti sociali di video e di messaggi di insulti e maledizioni a Flavio Briatore. I sardi, in special modo, si sono distinti in quest passatempo.

È riemerso prepotente l’antico, atavico sardo: rancoroso ed invidioso verso chi, contrariamente a lui, è riuscito a realizzarsi lavorativamente ed a conseguire fama e ricchezza, pronto a bersi le balle più clamorose ed a dare retta a tutte le sparate dei giornalisti, la cui credibilità, almeno agli occhi di chi non ha ancora portato il proprio cervello all’ammasso, è prossima allo zero.

Poco importa che Briatore non abbia mai pronunciato certe frasi: il fatto che egli abbia difeso tenacemente la categoria degli imprenditori dell’intrattenimento – categoria che, per l’italiano medio, nella peggiore degli ipotesi è formata da evasori fiscali e cocainomani, e nella migliore da fancazzisti – messi in ginocchio in questi ultimi mesi dalle norme spesso folli e criminali messe in atto da questo Governo – contrariamente a ciò che è stato fatto in tutti gli altri paesi europei e contrariamente a qualunque evidenza scientifica, è bastato per attirare su di lui l’odio della canaglia di Pavlov, odiatori a comando, pronti a riversare sul prossimo bordate di maledizioni e di insulti non appena ricevuta l’imbeccata dei pennivendoli nostrani.

Flavio Briatore non vincerà l’Oscar della simpatia, d’accordo; spesso non fa nulla per essere gradevole e piacente, d’accordo; spesso si impegna per stare sulle balle a più gente possibile, d’accordo; spesso non è ciò che dice ma come lo dice a scaldare gli animi, d’accordo. Quel che è certo, però, è che Flavio Briatore è stato uno dei pochi imprenditori che ha permesso alla Sardegna ed ai sardi di puntare a qualcosa di più che non fosse il pascolare le pecore o il coltivare carciofi, creando ricchezza con le sue aziende e dando posti di lavoro. Gli italiani, e i sardi in particolare, anziché abbaiare a comando non appena ricevuta l’imbeccata dei loro padroni, farebbero bene ad ascoltarlo ed a soffermarsi su ciò che dice, piuttosto che sul come lo dice. Forse imparerebbero qualcosa.

mercoledì 19 agosto 2020

La borsetta da 80.000 euro della fidanzata di Conte? Non diventiamo come i 5 Stelle

Le polemiche sulla borsetta della fidanzata di Giuseppe Conte sono sterili e stupide, degne solo dei Cinque Stelle.

Ci sono persone che guadagnano molto, anzi moltissimo, ed hanno tutto il diritto di spendere i propri soldi come meglio credono, che siano auto - come magari farebbe il sottoscritto - o borsette di alta moda, come fa la figlia di uno dei più grandi imprenditori europei del settore alberghiero.

Questo Presidente del Consiglio colleziona fallimenti e bugie uno dopo l'altro, un giorno si e l'altro pure: limitiamoci alla critica politica, che basta e avanza, senza inseguire la massa italiana di falliti ed invidiosi che hanno nei Cinque Stelle i loro punti di riferimento.