Diciamolo chiaro e senza
mezzi termini: l’ideologia immigrazionista rischia di portare il Paese verso la
guerra civile o, alla meglio, che qualcuno si faccia male sul serio.
L’isteria con cui la
sinistra accantona la possibilità di prolungare il colpo di Stato con Gentiloni
capo del Governo pur di far passare lo ius soli – dimostrando, quasi ce ne
fosse ancora bisogno, di avere in totale spregio il popolo italiano e i suoi
organi rappresentativi quando uno dei due o entrambi non siano d’accordo con le
loro insane idee – è significativa di un modo di pensare che ha superato da
tempo il normale dibattito politico, bensì si configura come una lotta tra Bene
e Male.
Da una parte i paladini, i
buoni per definizione, gli altruisti, i sostenitori dei diritti umani (come se
quelli di una parte politica diversa invece non lo siano), i democratici; dall’altra
i Fascisti, gli xenofobi, gli intolleranti, quelli della destra violenta che
ritorna.
A niente serve cercare di
ragionare con questa gente, esporre delle argomentazioni, provare a parlare
insieme: diventano immediatamente isterici. Come ha ben dimostrato il caso dell’Unicef,
che dalla sua pagina Facebook dà dell’idiota e del fascista ad un utente che
aveva avuto il solo torto di esprimersi contro lo ius soli e contestare la
chiara netta presa di posizione in favore dello stesso, anziché pensare a
svolgere la sua azione super partes e difendere i bambini, come dovrebbe
essere. Invece un organismo sovranazionale, che viene finanziato con 60 milioni
all’anno di soldi dei cittadini italiani, entra a gamba tesa nel dibattito
politico sull’immigrazione, disprezzando la scelta del Parlamento Italiano e di
una grandissima parte della cittadinanza italiana che lo ius soli non lo vuole,
prendendo una posizione nettamente e squisitamente politica.
I toni, come da copione,
sono quelli piagnucolosi e patetici dei sinistri: veniamo a sapere che lo ius
soli non passerà in questa legislatura (e molto probabilmente nemmeno nella
prossima perché, lo speriamo vivamente, questi personaggi verranno asfaltati
nelle urne elettorali) e ciò costituirà un motivo allarmante di discriminazione
per 800.000 bambini stranieri che di colpo – non si sa come - saranno diversi
dal resto degli altri bambini. Grandissime balle: la legge italiana permette ai
bambini di diventare italiani al compimento del diciottesimo anno di età dopo
la conclusione di almeno un ciclo scolastico (cosa buona e giusta perché è innanzitutto
frequentando la Scuola che ci si forma a vivere secondo gli ordinamenti e gli
indirizzi dello Stato ospitante) e, fino a quel momento, tutti i diritti
fondamentali (istruzione, sanità, scuola) sono garantiti come a tutti i
bambini. Oppure abbiamo avuto per settant’anni una legge che discrimina gli
stranieri e non ce ne siamo mai accorti?
Queste argomentazioni,
come detto, non valgono: basta l’epiteto di “fascista” per squalificare
immediatamente il proprio interlocutore, porlo di colpo nel campo del “non
umano” e quindi inadatto ad esprimere qualunque opinione, per quanto questo
possa esser fatto in maniera pacata e civile: l’Unicef ci ha dimostrato
chiaramente come si sia oramai accodato definitivamente al buonismo imperante. Viene
da augurarci, come molto probabilmente accadrà, che le donazioni verso questo
ente diminuiscano sensibilmente: se devono almeno insultarci che lo facciano
con i loro soldi, e non con i nostri.
Se la sinistra, nel suo
fortissimo desiderio di disgregare questa Nazione, fosse stata un po’ più
onesta, non sarebbe certo andata da Mattarella ad elemosinare ancora qualche
giorno di questo governicchio farlocco (dei vaneggiamenti di Gentiloni nella
sua conferenza stampa di fine mandato ci sarà modo di parlare altrove), ma
avrebbe agito con più coraggio. Non avrebbe cercato di introdurre lo ius soli
forzatamente a fine legislatura, bensì avrebbe impostato questa istanza in
apertura del nuovo governo. In altre parole si sarebbe presentata agli elettori
con un programma elettorale chiaro che dicesse: “Se vinceremo le prossime
elezioni introdurremo lo ius soli”. Ma sanno che, così facendo, perderebbero sonoramente
le elezioni. Sanno che, in fondo, non è certo la parte maggioritaria di questo
Paese a votare lo ius soli.
Tornando a quanto scritto
in precedenza: il Male, almeno stavolta, ha vinto. E noi, che siamo sempre
stati dalla parte del “Male assoluto”, non possiamo che esserne contenti.
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