giovedì 28 dicembre 2017

Il Male, almeno stavolta, ha vinto: non possiamo che esserne contenti



Diciamolo chiaro e senza mezzi termini: l’ideologia immigrazionista rischia di portare il Paese verso la guerra civile o, alla meglio, che qualcuno si faccia male sul serio.

L’isteria con cui la sinistra accantona la possibilità di prolungare il colpo di Stato con Gentiloni capo del Governo pur di far passare lo ius soli – dimostrando, quasi ce ne fosse ancora bisogno, di avere in totale spregio il popolo italiano e i suoi organi rappresentativi quando uno dei due o entrambi non siano d’accordo con le loro insane idee – è significativa di un modo di pensare che ha superato da tempo il normale dibattito politico, bensì si configura come una lotta tra Bene e Male.

Da una parte i paladini, i buoni per definizione, gli altruisti, i sostenitori dei diritti umani (come se quelli di una parte politica diversa invece non lo siano), i democratici; dall’altra i Fascisti, gli xenofobi, gli intolleranti, quelli della destra violenta che ritorna.

A niente serve cercare di ragionare con questa gente, esporre delle argomentazioni, provare a parlare insieme: diventano immediatamente isterici. Come ha ben dimostrato il caso dell’Unicef, che dalla sua pagina Facebook dà dell’idiota e del fascista ad un utente che aveva avuto il solo torto di esprimersi contro lo ius soli e contestare la chiara netta presa di posizione in favore dello stesso, anziché pensare a svolgere la sua azione super partes e difendere i bambini, come dovrebbe essere. Invece un organismo sovranazionale, che viene finanziato con 60 milioni all’anno di soldi dei cittadini italiani, entra a gamba tesa nel dibattito politico sull’immigrazione, disprezzando la scelta del Parlamento Italiano e di una grandissima parte della cittadinanza italiana che lo ius soli non lo vuole, prendendo una posizione nettamente e squisitamente politica.

I toni, come da copione, sono quelli piagnucolosi e patetici dei sinistri: veniamo a sapere che lo ius soli non passerà in questa legislatura (e molto probabilmente nemmeno nella prossima perché, lo speriamo vivamente, questi personaggi verranno asfaltati nelle urne elettorali) e ciò costituirà un motivo allarmante di discriminazione per 800.000 bambini stranieri che di colpo – non si sa come - saranno diversi dal resto degli altri bambini. Grandissime balle: la legge italiana permette ai bambini di diventare italiani al compimento del diciottesimo anno di età dopo la conclusione di almeno un ciclo scolastico (cosa buona e giusta perché è innanzitutto frequentando la Scuola che ci si forma a vivere secondo gli ordinamenti e gli indirizzi dello Stato ospitante) e, fino a quel momento, tutti i diritti fondamentali (istruzione, sanità, scuola) sono garantiti come a tutti i bambini. Oppure abbiamo avuto per settant’anni una legge che discrimina gli stranieri e non ce ne siamo mai accorti?

Queste argomentazioni, come detto, non valgono: basta l’epiteto di “fascista” per squalificare immediatamente il proprio interlocutore, porlo di colpo nel campo del “non umano” e quindi inadatto ad esprimere qualunque opinione, per quanto questo possa esser fatto in maniera pacata e civile: l’Unicef ci ha dimostrato chiaramente come si sia oramai accodato definitivamente al buonismo imperante. Viene da augurarci, come molto probabilmente accadrà, che le donazioni verso questo ente diminuiscano sensibilmente: se devono almeno insultarci che lo facciano con i loro soldi, e non con i nostri.

Se la sinistra, nel suo fortissimo desiderio di disgregare questa Nazione, fosse stata un po’ più onesta, non sarebbe certo andata da Mattarella ad elemosinare ancora qualche giorno di questo governicchio farlocco (dei vaneggiamenti di Gentiloni nella sua conferenza stampa di fine mandato ci sarà modo di parlare altrove), ma avrebbe agito con più coraggio. Non avrebbe cercato di introdurre lo ius soli forzatamente a fine legislatura, bensì avrebbe impostato questa istanza in apertura del nuovo governo. In altre parole si sarebbe presentata agli elettori con un programma elettorale chiaro che dicesse: “Se vinceremo le prossime elezioni introdurremo lo ius soli”. Ma sanno che, così facendo, perderebbero sonoramente le elezioni. Sanno che, in fondo, non è certo la parte maggioritaria di questo Paese a votare lo ius soli.

Tornando a quanto scritto in precedenza: il Male, almeno stavolta, ha vinto. E noi, che siamo sempre stati dalla parte del “Male assoluto”, non possiamo che esserne contenti.

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