martedì 24 luglio 2018

Le balle di OpenArms: sono minchioni loro o lo siamo noi?




Probabilmente quelli della OpenArms – una delle tante ong che col nuovo schiavismo di africani importati forzatamente dall’Africa sta facendo affari d’oro – e quelli del Corriere.it ci considerano una pletora di minchioni e di rincoglioniti (per carità, in alcuni casi hanno anche ragione). Perché non si spiega diversamente la difesa d’ufficio della ong e di Josepha – la donna soccorsa presumibilmente dalla stessa ong su un gommone alla deriva partito dalle coste africane – quando milioni di persone hanno potuto notare, dopo più di 48 ore di immersione nelle acque africane – come Josepha avesse pelle perfetta, senza alcuna delle caratteristiche pieghe che vengono provocate da una prolungata immersione in acqua, monili e braccialetti tutti rigorosamente al loro posto, unghie laccate alla perfezione. 

“Josepha fuggiva dalla guerra e da un marito che la picchiava perché non poteva avere figli”. Sarà… le donne africane che fuggono dalla guerra e che subiscono violenza, però, ce le immaginiamo diversamente da signore bene in carne – con tanto di panza bene in vista – capelli in piega, smalto e braccialetti di ordinanza. 

Che poi, a dirla tutta, di questa ong non è che ci sia da fidarsi. Non sono farina per fare ostie, diciamo. Sono gli stessi che hanno immesso in Europa, e specificamente in Italia, decine di migliaia di clandestini africani, spesso criminali; che hanno simulato un naufragio di africani con tanto di attori e troupe televisiva; gli stessi che vengono ripresi mentre squarciano un gommone di migranti, per poter vendere più facilmente la balla delle morti in mare; gli stessi che sono talmente cretini – oppure ritengono tali tutti noi, non si spiega diversamente – da prendere un’attrice africana per farla recitare nella parte della povera migrante che scappa dalla guerra, ma non hanno nemmeno l’accortezza, che so io, di scompigliarle un po’ i capelli, farle fare un po’ di dieta per farle perdere un po’ di pancia, o toglierle lo smalto dalle unghie.

“Lo smalto glielo abbiamo messo noi per tranquillizzarla dopo le ore di sofferenza”, dicono quelli della OpenArms. E beh, ovvio. Tu soccorri una clandestina in mezzo al mare e quale è la prima cosa che fai? Non somministrarle un ansiolitico, non farle bere un bicchiere d’acqua o darle qualcosa da mangiare. No: le fai lo smalto alle unghie. Logico, no? Come se mi soccorressero da un naufragio e mi dicessero “Caro signor Chessa, è rimasto 48 ore in ammollo, senza mangiare e senza bere, sotto il sole cocente, venga che le facciamo un bel taglio di capelli, così non ci pensa più”.

Per salvare questa clamorosa balla interviene l’Ansa – derubricata ormai da tempo da agenzia di informazione a voce ufficiale del politicamente corretto – e perfino il Corriere.it. Lo stesso, per dirne una, che ha spacciato come acclarati e certi gli attacchi chimici di Assad contro i siriani, attacchi chimici poi puntualmente smentiti dalle agenzie internazionali. Per dire da che pulpito si permettono di dire che è una bufala, insomma.

Sono minchioni loro o lo siamo noi?

Nessun commento: