Due
domande. La prima: la sovranità del popolo che si è espresso nelle elezioni del
4 marzo scorso conta ancora qualcosa? La seconda: il reato di alto
tradimento esiste ancora?
Viene naturale chiederselo
leggendo le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla
manifestazione “The State of the Union” di Fiesole:
“Pensare
di farcela senza l'Europa significa ingannare i cittadini. […] Il sovranismo è
inattuabile. Credere di farcela da soli è pura illusione o, peggio, inganno
consapevole delle opinioni pubbliche. […] Tutti sanno che nessuna delle grandi
sfide, alle quali il nostro continente è oggi esposto, può essere affrontata da
un qualunque Paese membro dell'Unione, preso singolarmente. È da qui che
occorre partire per avviare una riscoperta dell'Europa come di un grande
disegno sottraendoci all'egemonia di particolarismi senza futuro e di una
narrativa sovranista pronta a proporre soluzioni tanto seducenti quanto
inattuabili, certa comunque di poterne addossare l'impraticabilità all'Unione. […] Numerosi concittadini europei hanno smesso di pensare
che l'Europa possa risolvere - nell'immediato o in prospettiva - i loro
problemi. Vedono sempre meno nelle istituzioni di Bruxelles un interlocutore
vantaggioso, rifugiandosi in un orizzonte puramente domestico, nutrito di una
illusione: pensare che i fenomeni globali che più colpiscono possano essere
affrontati a livello nazionale”.
Qualcuno dovrebbe
ricordare a Mattarella qualche cosettina. Innanzitutto che gli italiani si sono
espressi chiaramente sull’Europa e su come questa “possa risolvere, nell’immediato,
i loro problemi”, in questo confermando il momento particolarmente positivo per
i partiti anti-euro, non solo in Italia, ma in tutto il resto del continente. Che
gli piaccia o meno deve farsene una ragione.
La seconda, forse ancora più
importante, è che la sovranità nazionale è un elemento imprescindibile della
vita di una Nazione, per l’appunto. Così importante che anche i padri
costituenti l’hanno inserita in quella Costituzione che, a quanto pare, serve solo
quando si devono citare la Dodicesima Disposizione Transitoria per usarla come
un randello morale per mettere a tacere le voci scomode.
E allora sarebbe il caso
di fare un ripassino della Costituzione e, ancor più, di farlo fare anche a Sergio
Mattarella.
“Art. 1. La sovranità
appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione
(principio fondamentale).”
“Art. 5. La Repubblica è
una e indivisibile.”
“Art. 52. La difesa della
Patria è sacro dovere del cittadino.”
“Art. 87. Il Presidente
della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.”
Avete capito? Difesa della Nazione, Patria una e indivisibile, e popolo
pienamente autorevole quando si tratta di esercitare la sovranità. Sopra tutto
questo la figura del Capo dello Stato, che salvaguarda l’unità nazionale.
Difesa dei confini nazionali, Patria, sovranità nazionale: ce n'è abbastanza per far venire un colpo apoplettico a Laura Boldrini!
Detto in altri termini:
con queste parole Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblcia Italiana,
ha palesemente violato la Costituzione. Si chiama alto tradimento, e in epoche
civili era motivo sufficiente per finire davanti ad un plotone di esecuzione.
Qualcuno tra i magistrati,
garanti anch’essi dell’unità e dell’inviolabilità della Patria, hanno qualcosa
da dire?
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