Ursula Haverbeck. Il nome
vi dice qualcosa? Probabilmente no. Roberto Saviano non ha scritto nessun
articolo carico di pathos e di viva indignazione su Repubblica; Laura Boldrini
non ha espresso nessuno sgomento per la violazione della libertà di espressione
di un cittadino europeo; i soloni dell’antifascismo e dei diritti umani, sempre
pronti a scendere in piazza per difendere i diritti di clandestini, stranieri,
transessuali, sono stati comodi comodi nelle loro casucce; Twitter non ha
creato nessun “#JesuisUrusulaHaverback, nessun utente lo ha condiviso; Facebook
non ha implementato tra le sue funzioni quella di modificare la propria
immagine del profilo per solidarizzare con Ursula Haverback.
Per che cosa è stata
condannata, questa pericolosa e crudele delinquente? Per quello che è, e
rimane, un reato di opinione: aver pubblicamente dubitato dell’olocausto e –
udite udite! – custodire in casa propria dei testi revisionisti. Ecco quindi
che questa nonnina di 89 anni, che non ha picchiato nessuno, non ha ucciso
nessuno, non ha rubato, non ha frodato il fisco, non ha investito un bambino
sulle strisce pedonali, viene trasferita in un carcere tedesco dove dovrà
scontare 5 anni di pena.
Ursula è solo l’ultimo
nome di una lunga lista di martiri revisionisti che sono stati arrestati, qua e
là in giro per l’Europa, per aver fatto l’unica cosa che in questo continente è
espressamente vietata: dubitare dell’olocausto. A conti fatti, questo
avvenimento pseudostorico è rimasto l’unico dogma in cui è obbligatorio
credere, pena la perdita della propria libertà e, certe volte, anche della
propria salute e incolumità fisica (chiedete a Robert Faurisson, malmenato all’uscita
di una università, da dei teppisti ebrei qualche anno fa).
In questa Europa si può
arrivare da stranieri e da clandestini senza alcun diritto che si viene accolti, coccolati, e si gode di una sorta
di impunità totale per i propri reati, perché, alla fine, qualche
coccola-immigrati o qualche solone della sinistra che ti difende sempre, specie
se sei negro, lo trovi sempre; si possono acquistare bambini come se si fosse
al supermercato; essere omosessuale è quasi una moda: se sei omosessuale le
porte del mondo dello spettacolo e del jet set ti vengono spalancate, e tutto è
bello e colorato; andare in carcere per aver ucciso qualcuno è difficilissimo:
se ti beccano mentre rubi a casa di qualcuno e questo disgraziato, magari
spaventato, ti spara qualche fucilata ad altezza gambe, è lui quello che viene
condannato, e puoi pure chiedergli i danni.
In questa Europa che si auto-incensa
come la patria dei diritti e della democrazia, baluardo della libertà di
pensiero, l’unico reato di opinione per il quale si rischia il carcere è solo
uno: esprimere dubbi sulla reale veridicità dei fatti storici che secondo la
storiografia ufficiale sono avvenuti nella seconda guerra mondiale e che hanno
portato allo sterminio cosciente di sei milioni di ebrei. In questa Europa che
mette in discussione tutto, in primis la propria sovranità (accogliamo tutti i
clandestini, c’è posto per tutti) e la propria cultura (non celebriamo il
Natale, non sia mai che qualche islamico se ne abbia a male), che permette
tutto a tutti, specialmente agli ultimi arrivati, specialmente se fanno parte
di qualche minoranza (omosessuali, clandestini, vegani, antispecisti, obiettori
di coscienza), ebbene in questa Europa c’è un’unica cosa sulla quale non si può
trasgredire, che richiede una obbedienza cieca e la credenza fideistica di
quello che è a tutti gli effetti un dogma storiografico, imposto a suon di
intimidazioni fisiche, incarcerazioni e campagne di odio e di diffamazione:
esprimere dubbi sull’olocausto.
Per questo si può perfino andare
in prigione. Anche se sei una placida vecchina di 89 anni, che ha avuto il solo
torto di andare controcorrente rispetto ai padroni del pensiero unico.
Allora, nel nostro
piccolo, lo diciamo noi, e sarebbe il caso che lo scriviate anche voi su
internet, su Twitter e su Facebook, chè non vi guadagnerete molte simpatie ma
almeno dimostrerete che in questo continente non siamo tutti una amorfa massa
di coglioni: #JesuisUrsulaHaverback.
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