domenica 6 maggio 2018

La sinistra non demorde: vuole la pulizia etnica

La batosta delle elezioni politiche di marzo, alla sinistra, non è ancora bastata. Si, c’è qualcuno, come il sindaco Nardella a Firenze, che cerca di recuperare il terreno perduto sul terreno dell’attenzione verso gli italiani, proclamando che “Bisogna ridare la precedenza agli stranieri per le case popolari”. Per il resto possiamo dire che la sinistra si avvii compatta verso il baratro. A noi, beninteso, non può che fare piacere. Sempre che Sergio Mattarella non faccia un altro colpo di Stato, come quello del suo predecessore Giorgio Napolitano, che si disinteressò completamente del voto popolare degli italiani e piazzò un governo tecnico per cui stiamo piangendo ancora oggi, difficilmente si avrà un altro esecutivo così smaccatamente neutro nei confronti degli italiani e così vergognosamente succube con i nuovi parassiti che quasi quotidianamente sbarcano sulle nostre coste.

Paolo Gentiloni, che si spera possa lasciare quanto prima Palazzo Chigi, dal Festival di Limes al Palazzo Ducale di Genova, la tocca piano: L'Italia ha bisogno di migranti ma con un flusso sicuro. Abbiamo bisogno di migranti nel Nostro paese, a condizione che il flusso sia sicuro, organizzato e non porti a morti nel Mediterraneo. Penso che l'unica ricetta sensata per un Paese con la nostra geografia, di fronte all'Africa, sia rendere il numero dei flussi governabile, riducendoli in modo drastico e facendo partire in parallelo un meccanismo di migrazioni legali, sicure e se possibile legate al mercato del lavoro nel paese in cui si va a migrare. Noi siamo leader di questa questione e ce lo riconosce tutto il mondo”

Si capisce bene che Gentiloni si è dimenticato di prendere le medicine, non c’è altra spiegazione. Siamo talmente leader, sulla questione migranti, che l’Europa non solo ci ha lasciati soli a fronteggiare l’emergenza, dandoci però le indicazioni col ditino puntato da lontano, stando bene attenta a non sporcarsi le mani, ma anche gli altri Paesi ci hanno più volte sputato in faccia per poi dirci che pioveva. Penso, ad esempio, alla Francia che insegue i migranti fin dentro il nostro territorio, alla Spagna che scarica nei nostri porti tutti i relitti umani che pescano le loro navi, e a tutti quei paesi dell’UE che non hanno rispettato le quote minime di immigrati che l’Italia era riuscita a far loro accettare in sede UE: una presunta vittoria spacciata dalla sinistra come un mirabile esempio di capacità diplomatica e di cui abbiamo sperimentato il valore, cioè zero.

Del resto non che ci si possa aspettare un grande patriottismo, da parte di Gentiloni: se non fosse stato per la denuncia di Mauro Pili, il deputato sardo di Unidos, adesso ci saremmo ritrovati i pescherecci francesi sulle nostre coste, grazie al regalino che il nostro premier stava per fare a Macron.

Se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Ed è proprio diabolico questa volontà formidabile di riempire il proprio Paese di criminali e di relitti subumani, in un momento storico di grandissima difficoltà economica della Nazione e di sicurezza interna.

Ne sa qualcosa Laura Boldrini, che ha fatto della pulizia etnica degli italiani un suo cavallo di battaglia.

Qualche settimana fa l’abbiamo trovata a Vicofaro, la parrocchia di Don Vito Biancalani, che si prodigava per l’accoglienza senza frontiere. Ricordate Don Biancalani? Era quello dei migranti portati in piscina (uno dei quali poco dopo arrestato per possesso e spaccio di droga) a spese degli italiani, anche di quei cretini come noi che ad agosto lavorano per pagare le tasse di questo Stato infame e criminale. Matteo Salvini aveva pubblicato le foto del prete e dei suoi amici negri su Facebook ed era scoppiato un putiferio. Il putiferio è scoppiato anche stavolta che la chiesa del prete coccola-immigrati è diventata il palco politico dal quale la Boldrini prima e la Kyenge poi possono fare i loro comizi pro-invasione. 

Il vescovo di Pistoia, Monsignor Fausto Tardelli, ha scritto in merito: Come già detto in passato e ribadito in altre occasioni - si legge - gli ambienti parrocchiali e tanto più le chiese, non possono essere utilizzati per manifestazioni, conferenze, dibattiti e incontri di carattere politico in senso stretto né in particolare organizzati da partiti politici o associazioni e movimenti ad essi afferenti". E ancora: "La signora Laura Boldrini, non più presidente della Camera dei deputati ma esponente di spicco di un partito politico, ha tenuto una conferenza nella chiesa di Vicofaro, insieme ad altri rappresentanti politici. Il Vescovo esprime tutto il suo disappunto per l’accaduto e richiama i parroci alle loro responsabilità affinché cose del genere non abbiano a ripetersi, né a Vicofaro né in altre parrocchie della diocesi”. Tardelli ne ha approfittato per togliersi un altro sassolino dalla scarpa: i comizi che i teppisti di sinistra fanno utilizzando gli spazi della Chiesa, gentilmente concessi da Don Biancalani: “[…] La cosiddetta Assemblea permanente antifascista e antirazzista di Vicofaro non ha niente a che fare con la parrocchia di Vicofaro e non si può confondere in alcun modo con essa. Per questo motivo, se fosse successo in passato, è desiderabile che d’ora in avanti le riunioni di detta assemblea non si tengano nei locali parrocchiali”. 

Quale sia il rispetto della Chiesa di Bergoglio da parte di Don Biancalani e dei preti no global come lui ci ha pensato lo stesso pretino a metterlo bene in chiaro: “In coscienza rifarei tutto quello che è stato fatto sabato scorso a Vicofaro in occasione dell’incontro con l’on. Laura Boldrini. È stata invece l’occasione per ascoltare parole esperte e sagge sul problema dell’immigrazione e dei rifugiati dette da una personalità delle istituzioni del paese e per lunghi anni uno dei massimi esponenti dell’UNHCR”. Sfugge a questo personaggio che Laura Boldrini, da qualche anno, non è più nell’organismo dei rifugiati di guerra delle Nazioni Unite (e anche se fosse le statistiche dimostrerebbero che al 90% i migranti che accogliamo non scappano da alcuna guerra): adesso, casomai non lo sapesse, è esponente di punta di un partitino di estrema sinistra, quel Liberi e Uguali che tra le ultime sue perle ci ha regalato i “corsi di non violenza per i poliziotti”. Bergoglio non ha niente da dire? Figuriamoci! Chi è lui per giudicare? E poi Bergoglio –  il grande amico degli immigrati – è solo un Don Biancalani che ce l’ha fatta. 

In un'Italia piegata dalla crisi economica, dalle gangs di stranieri che impazzano senza alcun controllo sul territorio e dagli immigrati che godono sempre più di una situazione di tolleranza, quando non di vera e propria impunità, la soluzione dovrebbe essere una sola: espulsione forzata di tutti gli stranieri irregolari presenti sul territorio nazionale e istituzione di un blocco navale e militare per fermare gli sbarchi, se serve con qualche sacrosanta cannonata. Questo farebbe un Governo serio, che ha a cuore le sorti della Nazione.

Viene da chiedersi come mai così tanto odio verso l’Italia, verso gli italiani, considerati alla stregua di un gigantesco bancomat da salassare per mettere a proprio agio gli amici immigrati. A questa domanda abbiamo risposto decine e decine di volte, converrà rispondere anche questa volta. Ciò non si spiega solo con le turbe mentali di Gentiloni, l’immigrazionismo di bassa lega della Boldrini, il disgustoso politicamente corretto del gesuita argentino. Qui c’è un disegno preciso, ormai sempre più evidente: cancellare i popoli europei, la loro cultura, le loro tradizioni, la loro composizione etnica, per sostituirli e imbastardirli con stranieri e gente africane: perché un popolo di genti bastarde, senza alcuna coscienza del proprio ruolo nella Storia e nel mondo, è molto più manipolabile di un popolo di patrioti, che amano la propria Nazione e sono disposti a combattere per difenderla.

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