La
batosta delle elezioni politiche di marzo, alla sinistra, non è ancora bastata.
Si, c’è qualcuno, come il sindaco Nardella a Firenze, che cerca di recuperare
il terreno perduto sul terreno dell’attenzione verso gli italiani, proclamando
che “Bisogna ridare la precedenza agli stranieri per le case popolari”. Per il
resto possiamo dire che la sinistra si avvii compatta verso il baratro. A noi,
beninteso, non può che fare piacere. Sempre che Sergio Mattarella non faccia un
altro colpo di Stato, come quello del suo predecessore Giorgio Napolitano, che
si disinteressò completamente del voto popolare degli italiani e piazzò un
governo tecnico per cui stiamo piangendo ancora oggi, difficilmente si avrà un
altro esecutivo così smaccatamente neutro nei confronti degli italiani e così
vergognosamente succube con i nuovi parassiti che quasi quotidianamente
sbarcano sulle nostre coste.
Paolo
Gentiloni, che si spera possa lasciare quanto prima Palazzo Chigi, dal Festival
di Limes al Palazzo Ducale di Genova, la tocca piano: “L'Italia ha bisogno di migranti ma con un flusso sicuro. Abbiamo
bisogno di migranti nel Nostro paese, a condizione che il flusso sia sicuro,
organizzato e non porti a morti nel Mediterraneo. Penso che l'unica ricetta
sensata per un Paese con la nostra geografia, di fronte all'Africa, sia rendere
il numero dei flussi governabile, riducendoli in modo drastico e facendo
partire in parallelo un meccanismo di migrazioni legali, sicure e se possibile
legate al mercato del lavoro nel paese in cui si va a migrare. Noi siamo leader
di questa questione e ce lo riconosce tutto il mondo”.
Si capisce
bene che Gentiloni si è dimenticato di prendere le medicine, non c’è altra
spiegazione. Siamo talmente leader, sulla questione migranti, che l’Europa non
solo ci ha lasciati soli a fronteggiare l’emergenza, dandoci però le
indicazioni col ditino puntato da lontano, stando bene attenta a non sporcarsi
le mani, ma anche gli altri Paesi ci hanno più volte sputato in faccia per poi
dirci che pioveva. Penso, ad esempio, alla Francia che insegue i migranti fin
dentro il nostro territorio, alla Spagna che scarica nei nostri porti tutti i
relitti umani che pescano le loro navi, e a tutti quei paesi dell’UE che non
hanno rispettato le quote minime di immigrati che l’Italia era riuscita a far
loro accettare in sede UE: una presunta vittoria spacciata dalla sinistra come
un mirabile esempio di capacità diplomatica e di cui abbiamo sperimentato il
valore, cioè zero.
Del resto
non che ci si possa aspettare un grande patriottismo, da parte di Gentiloni: se
non fosse stato per la denuncia di Mauro Pili, il deputato sardo di Unidos,
adesso ci saremmo ritrovati i pescherecci francesi sulle nostre coste, grazie
al regalino che il nostro premier stava per fare a Macron.
Se sbagliare
è umano, perseverare è diabolico. Ed è proprio diabolico questa volontà
formidabile di riempire il proprio Paese di criminali e di relitti subumani, in
un momento storico di grandissima difficoltà economica della Nazione e di
sicurezza interna.
Ne sa
qualcosa Laura Boldrini, che ha fatto della pulizia etnica degli italiani un
suo cavallo di battaglia.
Qualche settimana
fa l’abbiamo trovata a Vicofaro, la parrocchia di Don Vito Biancalani, che si
prodigava per l’accoglienza senza frontiere. Ricordate Don Biancalani? Era
quello dei migranti portati in piscina (uno dei quali poco dopo arrestato per
possesso e spaccio di droga) a spese degli italiani, anche di quei cretini come
noi che ad agosto lavorano per pagare le tasse di questo Stato infame e
criminale. Matteo Salvini aveva pubblicato le foto del prete e dei suoi amici
negri su Facebook ed era scoppiato un putiferio. Il putiferio è scoppiato anche
stavolta che la chiesa del prete coccola-immigrati è diventata il palco
politico dal quale la Boldrini prima e la Kyenge poi possono fare i loro comizi
pro-invasione.
Il vescovo di Pistoia, Monsignor Fausto Tardelli, ha scritto in
merito: “Come già detto in passato e ribadito
in altre occasioni - si legge - gli ambienti parrocchiali e tanto più le
chiese, non possono essere utilizzati per manifestazioni, conferenze, dibattiti
e incontri di carattere politico in senso stretto né in particolare organizzati
da partiti politici o associazioni e movimenti ad essi afferenti". E ancora: "La signora Laura Boldrini, non più
presidente della Camera dei deputati ma esponente di spicco di un partito
politico, ha tenuto una conferenza nella chiesa di Vicofaro, insieme ad altri
rappresentanti politici. Il Vescovo esprime tutto il suo disappunto per
l’accaduto e richiama i parroci alle loro responsabilità affinché cose del
genere non abbiano a ripetersi, né a Vicofaro né in altre parrocchie della
diocesi”. Tardelli ne ha approfittato
per togliersi un altro sassolino dalla scarpa: i comizi che i teppisti di
sinistra fanno utilizzando gli spazi della Chiesa, gentilmente concessi da Don
Biancalani: “[…] La cosiddetta Assemblea permanente
antifascista e antirazzista di Vicofaro non ha niente a che fare con la
parrocchia di Vicofaro e non si può confondere in alcun modo con essa. Per
questo motivo, se fosse successo in passato, è desiderabile che d’ora in avanti
le riunioni di detta assemblea non si tengano nei locali parrocchiali”.
Quale sia il rispetto della Chiesa di Bergoglio da parte di Don
Biancalani e dei preti no global come lui ci ha pensato lo stesso pretino a
metterlo bene in chiaro: “In coscienza rifarei
tutto quello che è stato fatto sabato scorso a Vicofaro in occasione
dell’incontro con l’on. Laura Boldrini. È stata invece l’occasione per
ascoltare parole esperte e sagge sul problema dell’immigrazione e dei rifugiati
dette da una personalità delle istituzioni del paese e per lunghi anni uno dei
massimi esponenti dell’UNHCR”. Sfugge a
questo personaggio che Laura Boldrini, da qualche anno, non è più nell’organismo
dei rifugiati di guerra delle Nazioni Unite (e anche se fosse le statistiche
dimostrerebbero che al 90% i migranti che accogliamo non scappano da alcuna
guerra): adesso, casomai non lo sapesse, è esponente di punta di un partitino
di estrema sinistra, quel Liberi e Uguali che tra le ultime sue perle ci ha
regalato i “corsi di non violenza per i poliziotti”. Bergoglio non ha niente da
dire? Figuriamoci! Chi è lui per giudicare? E poi Bergoglio – il grande amico degli immigrati – è solo un
Don Biancalani che ce l’ha fatta.
In
un'Italia piegata dalla crisi economica, dalle gangs di stranieri che
impazzano senza alcun controllo sul territorio e dagli immigrati che
godono sempre più di una situazione di tolleranza, quando non di vera e
propria impunità, la soluzione dovrebbe essere una sola: espulsione
forzata di tutti gli stranieri irregolari presenti sul territorio
nazionale e istituzione di un blocco navale e militare per fermare gli
sbarchi, se serve con qualche sacrosanta cannonata. Questo farebbe un Governo serio, che ha a cuore le sorti della Nazione.
Viene da
chiedersi come mai così tanto odio verso l’Italia, verso gli italiani,
considerati alla stregua di un gigantesco bancomat da salassare per mettere a
proprio agio gli amici immigrati. A questa domanda abbiamo risposto decine e
decine di volte, converrà rispondere anche questa volta. Ciò non si spiega solo
con le turbe mentali di Gentiloni, l’immigrazionismo di bassa lega della
Boldrini, il disgustoso politicamente corretto del gesuita argentino. Qui c’è
un disegno preciso, ormai sempre più evidente: cancellare i popoli europei, la
loro cultura, le loro tradizioni, la loro composizione etnica, per sostituirli
e imbastardirli con stranieri e gente africane: perché un popolo di genti
bastarde, senza alcuna coscienza del proprio ruolo nella Storia e nel mondo, è
molto più manipolabile di un popolo di patrioti, che amano la propria Nazione e
sono disposti a combattere per difenderla.
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