La tragedia di Genova deve
segnare, senza se e senza ma, un prima e un dopo. Uno spartiacque per
riconoscere davvero chi sono gli amici e chi, invece, i nemici.
I nemici sono nei
giornali, prima di tutto. Conte, Salvini, Di Maio e Toninelli, le principali
voci di questo governo, sono compatte nell’affermare che si revocherà la
concessione della gestione autostradale ad Autostrade per l’Italia per
manifesta incapacità (e le altre decine di ponti caduti o pericolanti sparsi in
giro per l’Italia lo dimostrerebbero). Eppure su tutti i giornali leggiamo che
non si può fare, che sono previsti 20 miliardi di risarcimento da dare alla
società (e alla famiglia Benetton in particolare) per rescissione anticipata
del contratto. Un contratto, si badi bene, su cui è stato apposto il segreto di
Stato: non sappiamo, detto per inciso, come e perché i vari governi di sinistra
hanno affidato le autostrade alla famiglia Benetton, con quali clausole, con
quali condizioni, con quali penali. Perché le penali, in qualunque contratto,
devono esserci per forza e non comportano per forza un risarcimento da parte
del Committente (lo Stato) se il contratto viene rescisso per inadempienza
contrattuale. Se nel contratto, che allo stato attuale non possiamo vedere,
sono previste delle penali a favore del prestatore d’opera (Autostrade per l’Italia)
a prescindere dal comportamento di quest’ultimo, allora si tratterebbe non più
di un contratto, bensì di un vero e proprio regalo fatto alla famiglia
Benetton. Chi ha ideato e scritto quel contratto, allora, dovrebbe penzolare
sul palo più alto, magari appeso per i testicoli, per alto tradimento. Aspettiamo
di vedere quel contratto. Anzi, aspettiamo ancora di più che esso venga
vagliato attentamente dai Ministeri e che magari gli venga tolto il segreto di
Stato.
Tra i nemici c’è la
sinistra, ovviamente. Fanno finta di dimenticarsi che sono stati al governo
fino a quattro mesi fa e chiedono al governo attuale risposte concrete e
precise, scalando i cadaveri dei morti di Genova per arrampicarsi sulle macerie
di quella distruzione che sono stati loro stessi a portare. Dimenticando che
per quasi cinque anni hanno avuto un Ministro delle Infrastrutture, Graziano
Del Rio, che di tutto si occupava tranne di fare il Ministro delle
Infrastrutture, ed anzi faceva lo sciopero della fame per lo ius soli, il piede
di porco con il quale si sarebbero garantiti qualche centinaia di migliaia di
voti sicuri da parte di stranieri e parassiti, quelli stessi voti che gli
italiani ormai non gli danno più. E se in tutto ciò si fosse disintegrata la
Nazione, o quel che ne resta, se ne sarebbero fatti una ragione.
Tra i nemici ci sono i
Benetton, ovviamente. Sono quelli che hanno permesso il genocidio di una tribù
vivente tra Patagonia e Cile, i Mapuche, alla quale hanno rubato quasi un
milione di ettari di terra sulla quale questa popolazione viveva pacificamente,
sloggiandoli forzatamente con l’aiuti di bande di sicari e di tagliagole
prezzolati. Sono quelli che appaltano la produzione delle magliette a fabbriche senza scrupoli, in cui vengono impiegati donne e minori con orari di lavoro massacranti. Ma vuoi mettere il massacro sistematico di un popolo che ha l’ardire
di non voler andare via dalla propria terra o lo sfruttamento del lavoro minorile con la pubblicità multirazziale e meticcia che campeggia nelle vetrine dei
negozi Benetton, vero inno della sinistra globalista e capitalista?
In difesa di questa
famiglia di rapaci giudei si è mosso quel comunista al caviale, quell’Oliviero
Toscani che dalla pagina del Corriere.it non ha speso una sola parola di ricordo
per le vittime della Polcevera ma si è scapicollato per difendere il suo
padrone: “Io li conosco perché ci ho lavorato insieme, sono una grande
famiglia, sono gli italiani che dovrebbero andare dallo psicanalista perché intrisi
di odio”. Anche su questo ci sarebbe da fermarsi a riflettere. Prima della
campagna elettorale, e non solo, la loro bassa manovalanza fatta di centri sociali
e criminali ha assaltato militarmente gazebi elettorali e manifestazioni
politiche colpevoli solo di non essere di sinistra, lasciando sul terreno
decine di feriti (essenzialmente appartenenti alla destra) e solo per qualche
caso fortuito non ci è scappato il morto; solo qualche ora fa gli artificieri
hanno disinnescato due ordigni atti ad uccidere posti davanti ad una sede
leghista e che solo per caso non hanno fatto vittime: andate a leggervi sulle
bacheche Facebook di questi sinistri i vari commenti: “se la sono messa loro”, “chi
semina vento raccoglie tempesta”, “se la sono cercata”. Eppure questi qui hanno
la faccia come il culo di parlare di clima di odio solo perché una forza
politica al governo, finalmente, esprime chiaramente l’intenzione di non far
diventare l’Italia il campo profughi d’Europa.
Insomma: i criminali e gli
imbevuti di odio siamo tutti noi altri, colpevoli di non essere di sinistra, ma
quelli che mettono bombe nelle sedi degli avversari politici e che ci fanno
schiattare come animali sulle “loro” autostrade regalategli da governi
compiacenti non siamo certamente noi. E in più dobbiamo sorbirci questo Oliviero
Toscani, famoso per le sue campagne pubblicitarie volgari e di cattivo gusto,
che ci dice pure che dobbiamo andare dallo psichiatra. Il tutto dopo che 42
italiani – questo è il dato accertato mentre scrivo – sono morti sulle
autostrade del suo padroncino.
Per chiudere. Dove è
finito Sergio Mattarella? Per Daisy Osasuke, l’africana con cittadinanza
italiana che si è presa un uovo in testa dal figlio di uno del Partito
Democratico, si è mobilitato, ha parlato di clima d’odio, si è indignato. Lo stesso
fece quando uno squilibrato uscì sul balcone, sparò a casaccio, e colpì alla
schiena una bambina. Ma non una bambina qualsiasi, no! Una rom! Anche lì l’indignazione
del nostro (meglio sarebbe dire “loro”) Sergio nazionale fu grande. Qui non
trova nulla per cui indignarsi, Presidente? Ah già, scusi, sono morto solamente
42 italiani.
3 commenti:
Ancora nessun segno di "presa di coscienza " all'orizzonte, Camerata. Lo spettro della rassegnazione all'iniquità di questo popolo, aleggia sempre più tetro sulla nostra forza d'animo, sulla nostra ferrea volontà di riscatto, sulla nostra strenua difesa delle rovine di Roma.
Eppure qui e lì qualcosa si muove. L'attuale situazione politica sarebbe stata impensabile tre anni fa.
pietromelis.blogspot.com
domenica 19 agosto 2018
PASSATO FASCISTA E PRESENTE "DEMOCRATICO"
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