mercoledì 15 agosto 2018

Crolla L'Italia (come la Grecia)




Crolla l’Italia. Crolla moralmente, economicamente, spiritualmente.


Nel 2018 i ponti non dovrebbero crollare. Non è accettabile. Con i grattacieli da 70 piani e tunnel che passano sott’acqua si dovrebbe riuscire a fare un ponte. E invece no. invece il ponte crolla, e già nel 2012 le autorità liguri facevano le interrogazioni parlamentari per quel ponte che non sarebbe durato altri dieci anni. 

Il Ministro Graziano Del Rio, che è stato Ministro dei Trasporti Pubblici, che cosa ha fatto in questi ultimi anni? Lo sciopero della fame per lo ius soli. 

Non è l’abitudine di tirare sempre e comunque in mezzo gli immigrati, come qualcuno ci ha rinfacciato, ma è davvero l’immagine più veritiera e lampante di questo Paese: mentre l’Italia crolla sotto ogni punto di vista, questi pensavano allo ius soli, alle unioni civili, al matrimonio omosessuale, agli accendini con la foto di Mussolini, a far entrare in Italia centinaia di migliaia di disperati, nella maggioranza dei casi conclamati criminali e delinquenti.

La difesa d’ufficio dei sinistri è già cominciata sulle loro pagine Facebook, e ci soffermiamo solo per far capire al lettore con che tipo di gente abbiamo a che fare. “Non possiamo prendercela con lo Stato né tantomeno con l’Europa, perché il ponte Morandi faceva parte di Autostrade Italiane, che sono private”. Non capiscono che se uno Stato rinuncia alle sue funzioni primarie – trasporti, scuole, autostrade e infrastrutture – è proprio perché non è più in grado di garantire quei servizi a causa delle misure di austerità e dei tagli voluti e imposti dall’Unione Europea e attuati senza fiatare da una classe politica che negli ultimi vent’anni si è resa complice della spoliazione di sovranità ai danni dell’Italia, e quindi li appalta ai privati . 

Quando parliamo di austerità imposta dall’Unione Europea, di tagli statali, spesso siamo abituati a pensare che si tratti solo di numeri, di cifre, di “cose” lontane da noi e dalla nostra vita quotidiana. Invece quello che dovremmo sempre tenere a mente è che poi il risultato di queste politiche va ad incidere concretamente nella nostra vita quotidiana, magari quando attraversiamo un ponte pericolante. In Grecia hanno accettato i tagli dell’Unione Europea, hanno accettato di fare l’agnello sacrificale per salvare l’Europa e permettere alla Germania e alla Francia di fare la spesa al discount ellenico: i vigili del fuoco greci non hanno nemmeno la disponibilità minima di automezzi per affrontare un incendio di medie proporzioni, come quello che si è mangiato metà Grecia qualche settimana fa. Noi non abbiamo nemmeno i soldi per fare le strade. 

Le autostrade, in Italia, sono gestite da una cordata di imprenditori privati che fa capo alla famiglia Benetton, alla quale D’Alema vendette (meglio dire regalò) le autostrade italiane per manutenzionarle e gestirle. Si, i Benetton. Quelli che hanno i negozi con le vetrine pieni di bianchi con negri, per celebrare l’Italia multirazziale e meticcia, e nel frattempo ci lasciano morire come nemmeno gli animali. 

La questione di fondo è una sola: spesso e volentieri non è vero che il privato porta efficienza e una migliore gestione della cosa pubblica. Spesso, come in questo caso, è incompetente quanto e come lo Stato. E se i Benetton, o chi per loro, non sono in grado di gestire le autostrade, allora ci deve pensare lo Stato.

Che queste morti servano almeno per ripensare a tutto, per ripensare a noi tutti.

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