sabato 18 agosto 2018

Dopo la tragedia di Genova avete capito chi sono i nemici?


La tragedia di Genova deve segnare, senza se e senza ma, un prima e un dopo. Uno spartiacque per riconoscere davvero chi sono gli amici e chi, invece, i nemici.

I nemici sono nei giornali, prima di tutto. Conte, Salvini, Di Maio e Toninelli, le principali voci di questo governo, sono compatte nell’affermare che si revocherà la concessione della gestione autostradale ad Autostrade per l’Italia per manifesta incapacità (e le altre decine di ponti caduti o pericolanti sparsi in giro per l’Italia lo dimostrerebbero). Eppure su tutti i giornali leggiamo che non si può fare, che sono previsti 20 miliardi di risarcimento da dare alla società (e alla famiglia Benetton in particolare) per rescissione anticipata del contratto. Un contratto, si badi bene, su cui è stato apposto il segreto di Stato: non sappiamo, detto per inciso, come e perché i vari governi di sinistra hanno affidato le autostrade alla famiglia Benetton, con quali clausole, con quali condizioni, con quali penali. Perché le penali, in qualunque contratto, devono esserci per forza e non comportano per forza un risarcimento da parte del Committente (lo Stato) se il contratto viene rescisso per inadempienza contrattuale. Se nel contratto, che allo stato attuale non possiamo vedere, sono previste delle penali a favore del prestatore d’opera (Autostrade per l’Italia) a prescindere dal comportamento di quest’ultimo, allora si tratterebbe non più di un contratto, bensì di un vero e proprio regalo fatto alla famiglia Benetton. Chi ha ideato e scritto quel contratto, allora, dovrebbe penzolare sul palo più alto, magari appeso per i testicoli, per alto tradimento. Aspettiamo di vedere quel contratto. Anzi, aspettiamo ancora di più che esso venga vagliato attentamente dai Ministeri e che magari gli venga tolto il segreto di Stato. 

Tra i nemici c’è la sinistra, ovviamente. Fanno finta di dimenticarsi che sono stati al governo fino a quattro mesi fa e chiedono al governo attuale risposte concrete e precise, scalando i cadaveri dei morti di Genova per arrampicarsi sulle macerie di quella distruzione che sono stati loro stessi a portare. Dimenticando che per quasi cinque anni hanno avuto un Ministro delle Infrastrutture, Graziano Del Rio, che di tutto si occupava tranne di fare il Ministro delle Infrastrutture, ed anzi faceva lo sciopero della fame per lo ius soli, il piede di porco con il quale si sarebbero garantiti qualche centinaia di migliaia di voti sicuri da parte di stranieri e parassiti, quelli stessi voti che gli italiani ormai non gli danno più. E se in tutto ciò si fosse disintegrata la Nazione, o quel che ne resta, se ne sarebbero fatti una ragione.

Tra i nemici ci sono i Benetton, ovviamente. Sono quelli che hanno permesso il genocidio di una tribù vivente tra Patagonia e Cile, i Mapuche, alla quale hanno rubato quasi un milione di ettari di terra sulla quale questa popolazione viveva pacificamente, sloggiandoli forzatamente con l’aiuti di bande di sicari e di tagliagole prezzolati. Sono quelli che appaltano la produzione delle magliette a fabbriche senza scrupoli, in cui vengono impiegati donne e minori con orari di lavoro massacranti. Ma vuoi mettere il massacro sistematico di un popolo che ha l’ardire di non voler andare via dalla propria terra o lo sfruttamento del lavoro minorile con la pubblicità multirazziale e meticcia che campeggia nelle vetrine dei negozi Benetton, vero inno della sinistra globalista e capitalista?

In difesa di questa famiglia di rapaci giudei si è mosso quel comunista al caviale, quell’Oliviero Toscani che dalla pagina del Corriere.it non ha speso una sola parola di ricordo per le vittime della Polcevera ma si è scapicollato per difendere il suo padrone: “Io li conosco perché ci ho lavorato insieme, sono una grande famiglia, sono gli italiani che dovrebbero andare dallo psicanalista perché intrisi di odio”. Anche su questo ci sarebbe da fermarsi a riflettere. Prima della campagna elettorale, e non solo, la loro bassa manovalanza fatta di centri sociali e criminali ha assaltato militarmente gazebi elettorali e manifestazioni politiche colpevoli solo di non essere di sinistra, lasciando sul terreno decine di feriti (essenzialmente appartenenti alla destra) e solo per qualche caso fortuito non ci è scappato il morto; solo qualche ora fa gli artificieri hanno disinnescato due ordigni atti ad uccidere posti davanti ad una sede leghista e che solo per caso non hanno fatto vittime: andate a leggervi sulle bacheche Facebook di questi sinistri i vari commenti: “se la sono messa loro”, “chi semina vento raccoglie tempesta”, “se la sono cercata”. Eppure questi qui hanno la faccia come il culo di parlare di clima di odio solo perché una forza politica al governo, finalmente, esprime chiaramente l’intenzione di non far diventare l’Italia il campo profughi d’Europa. 

Insomma: i criminali e gli imbevuti di odio siamo tutti noi altri, colpevoli di non essere di sinistra, ma quelli che mettono bombe nelle sedi degli avversari politici e che ci fanno schiattare come animali sulle “loro” autostrade regalategli da governi compiacenti non siamo certamente noi. E in più dobbiamo sorbirci questo Oliviero Toscani, famoso per le sue campagne pubblicitarie volgari e di cattivo gusto, che ci dice pure che dobbiamo andare dallo psichiatra. Il tutto dopo che 42 italiani – questo è il dato accertato mentre scrivo – sono morti sulle autostrade del suo padroncino.

Per chiudere. Dove è finito Sergio Mattarella? Per Daisy Osasuke, l’africana con cittadinanza italiana che si è presa un uovo in testa dal figlio di uno del Partito Democratico, si è mobilitato, ha parlato di clima d’odio, si è indignato. Lo stesso fece quando uno squilibrato uscì sul balcone, sparò a casaccio, e colpì alla schiena una bambina. Ma non una bambina qualsiasi, no! Una rom! Anche lì l’indignazione del nostro (meglio sarebbe dire “loro”) Sergio nazionale fu grande. Qui non trova nulla per cui indignarsi, Presidente? Ah già, scusi, sono morto solamente 42 italiani.

3 commenti:

Nicola ha detto...

Ancora nessun segno di "presa di coscienza " all'orizzonte, Camerata. Lo spettro della rassegnazione all'iniquità di questo popolo, aleggia sempre più tetro sulla nostra forza d'animo, sulla nostra ferrea volontà di riscatto, sulla nostra strenua difesa delle rovine di Roma.

Andrea Chessa ha detto...

Eppure qui e lì qualcosa si muove. L'attuale situazione politica sarebbe stata impensabile tre anni fa.

Pietro Melis ha detto...

pietromelis.blogspot.com
domenica 19 agosto 2018
PASSATO FASCISTA E PRESENTE "DEMOCRATICO"