Effettivamente ha ragione Luca Agati, il segretario
provinciale del SAP, il Sindacato Autonomo di Polizia: Cagliari, fino a solo
qualche anno fa, era effettivamente una città felice. A misura d’uomo, sicura,
placida e tranquilla.
È bastato qualche anno di immigrazione
selvaggia, che il sindaco Zedda (di Sinistra Ecologia e Libertà, partito
fortemente immigrazioni sta, è bene ricordarlo) e la Giunta Pigliaru non hanno
mai contestato ma verso il quale sono stati capaci di pronunciare al massimo
qualche rimbrotto, per rovinare definitivamente questa città. Scippi, rapine,
furti non si contano più. E anche Cagliari, si è tristemente adeguata alle
altre metropoli più grandi di lei, con i famosi quartieri dove, dopo una certa
ora della sera, è pericoloso uscire di casa. Anche noi abbiamo il nostro Porta
Nuova, o il Nuovo San Siro: chiedere agli abitanti della Marina, o a chi la
notte è costretto ad attraversare Piazza del Carmine o Piazza Matteotti.
Luca Agati è chiaro, diretto e preciso, ed evidenzia una
situazione della quale si sono accorti tutti i cagliaritani:
“Cagliari non é più
la città sicura e felice di qualche anno fa. I crimini violenti ad opera degli algerini appena sbarcati sono
quotidiani, vi sono evidenti lacune normative che permettono ai clandestini di
girare indisturbati senza correre il rischio di subire carcerazioni nonostante
condotte violente e reiterate e l’espulsione é di fatto un semplice documento
senza valore che mai si accompagna ad un allontanamento dal territorio
nazionale. [… ] La microcriminalità si contrasta soprattutto con più
uomini in strada, peccato che in sei
anni Cagliari abbia perso circa 120 Poliziotti andati in pensione e mai
sostituiti. Ci sono evidenti difficoltà a pagare gli straordinari, con un
arretrato di un anno, grazie al ”forbicione” dei tagli nonostante numerose
realtà funzionino proprio grazie al sacrificio degli operatori che
volontariamente protraggono gli orari di servizio, ci sono uffici in grave
carenza di personale sebbene oberati dalle attività legate alle emergenze
criminalità, immigrazione ed ordine pubblico, gli uffici investigativi sono spogliati delle loro peculiarità per
l’esigenza di contrastare fenomeni di criminalità sconosciuti fino a qualche
anno fa”, prosegue. “Nel periodo estivo addirittura si é faticato a
concedere ferie e riposi , proprio per evitare di lasciare sguarnita la città.
Siamo sempre più anziani e stanchi e con una media di età di 49 anni ed é
sempre più difficile contrastare una criminalità giovane e spregiudicata. La
situazione è preoccupante ed é necessario un cambio di rotta, lanciamo
l’ennesimo appello alle istituzioni affinché intervengano urgentemente per
porre rimedio a queste palesi imperfezioni che rischiano di mettere in pericolo
la sicurezza dei Poliziotti e degli stessi cittadini”.
Due cose
saltano all’occhio, ancora più importanti proprio perché pronunciate da chi,
quotidianamente, ha a che fare con la criminalità: la sensazione di impunità
che gli immigrati hanno nei confronti dello Stato italiano (specialmente gli
algerini: è bastato qualche sbarco di questi parassiti, che non fuggono da
nessuna guerra, per far impennare il numero dei reati compiuti ad opera loro) e
il fatto che a Cagliari vi siano dei tipi di reati che prima la città non
conosceva.
Io ho vissuto ,
specialmente gli anni passati, la Cagliari notturna. Mai mi è capitato di
temere per la mia incolumità o la mia sicurezza passando alle quattro di notte
davanti alla Stazione, parcheggiando l’automobile nei parcheggi del CIS o sotto
il Bastione, o passando davanti all’oncologico, magari per accompagnare un
parente gravemente malato a sottoporsi a delle visite mediche. Invece tutto ciò
è diventato quotidianità: solo nelle ultime due settimane si sono contati
diversi scippi, aggressioni davanti ad un noto ristorante cagliaritano ai danni
di una giovane ragazza, palpeggiamenti di clandestini in Via Roma alle 15.00 di
pomeriggio ai danni di una tredicenne che camminava tenendo la mano della
madre. Sono tutti avvenimenti che, solo fino a qualche anno fa, accadevano una
volta ogni morte di Papa, e quando accadeva se ne parlava per giorni. Ora è quotidianità,
situazioni di tutti i giorni con le quali, volenti o nolenti, tutti noi ci
troviamo a fare i conti.
Cagliari
diventa sempre più una grande città italiana: con i suoi quotidiani tentativi
di scippo, i suoi frequenti casi di aggressioni da parte di immigrati, i suoi
quartieri off limits per chi ha la sfortuna di non far parte della feccia
africana. Era un tipo di parità del quale avremmo fatto volentieri a meno. Il tutto grazie ad un governo criminale, che ormai privilegia l'invasione di fancazzisti africani come metodo privilegiato di sostituzione etnica della popolazione italiana.
Grazie, Sindaco
Zedda, grazie PD.
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