sabato 16 maggio 2009

Una piccola diatriba

Sul blog “OneWeb 2.0”, al quale sono abbonato e del quale ricevo giornalmente gli articoli che vengono postati dagli scrittori, compare un articolo, a firma di Giorgio Rini, intitolato significativamente “Facebook non banna i gruppi favorevoli all’olocausto”.

Già il titolo è fuorviante, ed a parere di chi scrive in malafede. Nessuno approva l’olocausto. Chi lo fa è sadicamente perverso e pericoloso. Nessun revisionista ha mai approvato pubblicamente l’olocausto come deliberato massacro di uomini, donne e bambini, ma crede nell’esistenza di prove che ridimensionino questo drammatico avvenimento della seconda guerra mondiale.

Ridimensionare un avvenimento non significa assolutamente difenderlo, o sminuirlo, ma darne una interpretazione “altra” rispetto a quella che è convenzionalmente stabilita. In questo senso, la Storia dovrebbe essere revisionista per definizione. Dovrebbe, cioè, perennemente rianalizzare e riconsiderare gli avvenimenti storici, proprio perché il continuo studio e l’acquisizione di nuove prove pongono in una diversa luce gli avvenimenti.

Chi afferma che dell’olocausto si è già scritto e detto di tutto, e che pertanto tutto sia già dimostrato e non valga la pena di parlarne, non dimostra solo la propria ignoranza, ma si pone anche in un atteggiamento esplicitamente anti-culturale (cultura è dibattito, contraddizione) ed antistorico.

Perché antistorico? Perché, diciamo noi, non sta scritto da nessuna parte che dell’olocausto si sia detto e scritto di tutto. E se qualcuno sente ancora l’esigenza di parlarne, data la sua importanza per la Storia moderna e contemporanea, perché no?

Se gli anti-negazionisti ragionassero così allora dovrebbero, coerentemente, anche indignarsi contro quella parte minoritaria di gli studiosi di letteratura latina che affermano che il saturnio sia un verso con influenze greche, e non solo ed esclusivamente latine. E così via contro tutte le minoranze culturali.

Anche Pansa, storico e giornalista di sinistra, fa il verso a molte pubblicazioni di Pisanò, cadute nell’oblio, e le spaccia come roba “revisionista” propria. Si, avete letto bene. Deve addirittura pubblicare un libro dal titolo “Il revisionista”.

Tale corrente storica, insomma, fa proseliti, nonostante il regime cerchi in tutti i modi di mettere a tacere le voci controcorrente. Teste d’ariete della censura sono proprio commentatori (del web e non solo) come quello che scrive l’articolo sotto proposto, i quali, in contraddizione con la libertà di espressione sancita dalla Costituzione Italiana e dai Diritti dell’Uomo, vorrebbero mettere a tacere le voci controcorrente con la scusa che inneggerebbero all’olocausto.

Ci chiediamo: ignoranza o malafede? Da quando in qua ridimensionare l’olocausto equivale a difenderlo? O forse si vuole che l’olocausto sia un dogma, e non un fatto storico da analizzare e studiare ancora?

Solitamente evito di commentare gli articoli che ricevo dai vari notiziari internet ai quali sono registrato, ma stavolta ho fatto un eccezione. Pubblico qui di seguito l’articolo di Giorgio Rini con le mie annesse due risposte.

****

Facebook non banna i gruppi a favore dell’olocausto
di
Giorgio Rini - Mercoledì 13 Maggio 2009 alle 08:37

L’olocausto rappresenta una delle pagine più difficili e tragiche della storia europea, in rapporto alla quale vanno prese tutte le misure necessarie, per evitare che fatti simili si ripetano.
Nella piazza virtuale di Facebook si ritrovano spesso per condividere le loro idee anche
gruppi che propugnano il loro odio nei confronti degli Ebrei. Quello che è grave è il fatto che da parte di Facebook non c’è stato alcun intervento per rimuovere tutti i contenuti che trattano questo argomento.
In effetti Facebook vuole porsi ai suoi utenti come uno spazio Web, nell’ambito del quale è possibile portare avanti discussioni aperte, ma questo non vuol dire che tutte le discussioni vanno avallate in nome di una democrazia che a volte finisce col ledere i diritti e la dignità di altri gruppi di utenti.
Alcuni messaggi presenti su Facebook sono costituiti da veri e propri insulti contro gli Ebrei e altri vertono sulla negazione della Shoah. Da parte di Facebook non c’è stata nessuna presa di posizione e, anche se il social network non vuole intervenire facedone una questione morale, dovrebbe comunque tenere presente che i gruppi a favore dell’olocausto stanno violando i termini di utilizzo del servizio.
Nella nuova era del Web la storia e i suoi eventi entrano a pieno titolo nelle innovative modalità di socializzazione offerte dai social network, ma si dovrebbe evitare che il razzismo, la discriminazione, la negazione della memoria storica possano passare all’interno di forme relazionali senza l’attivazione di strumenti adeguati per contrastarli.

****

E’ un peccato che un sistema, come internet, che dovrebbe servire ad informare e a “rivoluzionare” il nostro modo di intendere la conoscenza, appaia viceversa così servile nei confronti dell’ideologia dominante, voluta da chi ha vinto il secondo conflitto mondiale.

L’ignoranza di Giorgio Rini, nell’era di internet, non è più giustificata, e pertanto egli diventa intellettualmente colpevole.

Si informi questo signore: scoprirà che il “revisionismo” è una categoria concettuale che riunisce moltissimi storici ebrei (Hardwodd) e di sinistra (Faurisson, Irving), non insulta gli ebrei, ma porta a sostegno delle sue tesi prove ed analisi chimiche (Rapporto Leuchter), nonchè testimonianze, contro testimonianze, paragoni di testimonianze ed analisi scientifiche volte a fare luce su un tragico periodo della Storia europea che è stata monopolizzato da una precisa parte politica e da precise categorie di pensiero.

Perchè il signor Giorgio Rini non dice che, con la scusa di punire il razzismo, il revisionismo dell’olocausto rappresenta l’unico tabu europeo su cui sorveglia un sistema repressivo giudiziario e mediatico ed è l’unico reato di opinione in Europa? Forse gli storici non riescono a difendere le proprie tesi sterminazioniste, se è vero - come è vero - che hanno bisogno di farsi difendere da giornalisti e giudici?

Perchè il “signor” Giorgio Rini non parla di coloro che hanno perso la vita per difendere le proprie analisi storiche, o di coloro che vivono attualmente blindati pur avendo partecipato alla resistenza nazifascista, come Faurisson?

Si informi, signor Rini: il revisionismo non è nè discriminazione, nè razzismo. E’ una corrente scientifica. Se gli storici riescono a difendersi senza invocare la censura, ciò è un vantaggio per la ricerca e per la verità. Se, viceversa, hanno bisogno di leggi repressive e di giudici e di giornalisti compiacenti, significa che la loro teoria fa acqua, e allora i revisionisti hanno ragione.

Il signor Rini, e chi con lui, dovrebbe riflettere su un sistema repressivo che, anzichè sbugiardare i revisionisti, li mette alla gogna, li criminalizza, li denuncia e li imprigiona. E molta gente si convince che, se non viene data loro la capacità di esprimersi, allora se ne ha paura, e conseguentemente hanno ragione.

Per concludere: lo stesso Pansa, storico di sinistra, si è definito “revisionista”, e sta per pubblicare un libro con omonimo libro. La stessa casa editrice “Settimo sigillo” ha pubblicato vari volumi revisionisti: il revisionsimo nasce a sinistra, checchè ne diciate voi, che lo affiancate al Fascismo per delegittimarlo.

Ripeto: nell’era di internet l’ignoranza e la malafede sono una colpa. Oggi basta poco per informarsi e diventare più consapevoli. Chi non vuole sapere è ignorante, in malafede, oppure entrambe le cose.

I revisionisti hanno torto? Bene: sbugiardateli in prima serata, davanti a tutta l’Italia, e cada su di loro l’infamia e l’eterno sberleffo che merita l’ignorante. O forse ne avete paura, se sentite il dovere di imprigionarli e di metterli a tacere con una scusa, l’antifascismo, che è oramai uno scudo bucato?

E adesso che un revisionista come il sottoscritto ha osato scrivere sul suo blog che cosa farà, signor Rini? Prenderà il mio indirizzo ip per venire a cercarmi a casa? Mi denuncerà? Mi bannerà dal suo blog? Perchè non dimostra, se è intellettualmente coraggioso e preparato, che le tesi revisioniste sono una balla? E non mi tiri fuori la solita scusa delle foto e delle testimonianze: poteva farlo venti anni fa, non oggi.

La saluto.

****

Mi lasci aggiungere una cosa. Già il suo titolo è fuorviante e in malafede.Il suo titolo è fuorviante per chi non conosca bene la questione “revisionsimo”, e anche lei sembra non conoscerla bene. Solo un criminale può essere a favore del massacro di uomini, donne e bambini; come tale andrebbe denunciato ed arrestato. Non è il caso dei revisionisti, nè di nessuna persona civile ed umana.Gli storici revisionisti non sono a favore dell’olocausto, come dice lei, ma lo ridimensionano alquanto. “Ridimensionare l’olocausto” non significa “Approvare l’olocausto”: si dice - con prove e testimonianze suscettibili di controprova scientifica (che gli storici ufficiali non hanno mai dato, preferendo far arrestare i loro “nemici”) - che i nazisti non avevano in programma il deliberato sterminio degli Ebrei e che il numero dei sei milioni è fortemente da rivedere. Le stesse fonti ebraiche (AIPAC) sono estremamente contraddittorie; e ad Auschwitz stesso è stata cambiata la targhetta commemorativa delle vittime che porta queste da 4 ad 1 milione. Per dirgliene due, signor Rini…

Si informi, signor Rini. Si informi. Nell’era di internet, dei dvd, di Wikipedia, delle librerie e biblioteche dietro ogni angolo basta poco.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusa Andrea.
Premesso che sono d'accordo sul tuo discorso e più in generale sulla innegoziabilità del diritto di espressione.
Premesso pure che, almeno per me revisionismo, non è sinonimo di incitazione a delinquere.
Però...
Tu, cercandoti su internet, ho visto che appartieni al movimento F&L, il quale, nella home page, dichiara di far parte della unione mondiale dei movimenti nazional-socialisti (WUNS), e anche li, guarda potrei sospendere ogni pregiudizio e sentire nel dettaglio cosa si possa intendere per nazional-socialismo.
Però... Mi son fatto un giro, e ho visto e letto che alla suddetta unione aderiscono un numero abbastanza ampio di movimenti dichiaratamente razzisti, specie di derivazione anglosassone e nord-americana.
In quel caso, non ci intravedi un'incitazione alla violenza? E se il tuo movimento aderisce, questo vuol dire che è solidale a quei signori e ne condivide principi e battaglie?

Andrea Chessa ha detto...

Salve.

Lasciami innanzitutto complimentare con te.
No, non sono affatto ironico, se te lo sei chiesto. Da come scrivi mi pare di capire che tu sia un antifascista. Ebbene: tu antifascista sei venuto qui e probabilmente mi hai letto; non solo: sei andato ad informarti sul MFL; non solo! Ti sei informato anche sul WUNS. Io immagino il tuo parere e lo sdegno che tu hai evitato di esternare qui: ti sei limitato a farmelo capire. Ma questo non basta ancora. Potevi spegnere il pc ed andartene via schifato, pensando a quegli sporchi e bastardi nazisti, ma non l’hai fatto. Con estrema correttezza sei qui e mi stai scrivendo delle domande legittime. Questo per me vuol dire molto: significa che mi consideri un interlocutore, uno a cui almeno puoi fare una domanda per sentirti rispondere qualcosa che somigli ad una risposta intelligente. Ed ecco il significato di questo spazio: tu l’hai colto in pieno.

Torniamo alla tua domanda. Far parte del WUNS significa aderire e condividere in pieno tutto quello che fanno gli associati? Certo che no! Allo stesso modo in cui aderire ad una alleanza non ti obbliga a sottoscrivere tutto ciò che fanno i partiti di quella stessa alleanza.

Il WUNS è un “cartello” virtuale che si pone come obiettivo quello di riunire insieme – virtualmente – tutti gli appartenenti all’idea Fascista e Nazionalsocialista. Quello che fa un singolo partito, in seguito, è esclusivamente responsabilità sua. Essendo un’alleanza a livello mondiale è innanzitutto impossibile sapere per filo e per segno quello che fa ogni singolo partito, dall’Iran al Belgio agli USA.

Detto questo, alcune cose non mi piacciono proprio, come il movimento che risulta alla voce del Belgio sul cui sito campeggia un filmato di pessimo gusto.

Aggiungo un’altra cosa. Come MFL quello che mi preme di più è dimostrare che il Fascista non è un rozzo ignorante, privo di qualunque fondamento propositivo, costruttivo e di concordia, bensì un interlocutore che porta avanti una ideologia avvalendosi delle proprie idee, e non della violenza. Movimenti di estrema destra, svastiche allo stadio, pestaggi, skin-heads e graffiti sui muri sono tutte cose che non ci competono: non abbiamo niente a che fare con la destra estrema o radicale che dir si voglia, né italiana né altro. E, lo ripeto, aderire ad una alleanza virtuale non significa approvare in toto le politiche o le iniziative che poi vengono prese dai singoli movimenti. Mi vanto, come MFL, di avere un primato che penso nessun altro possa vantare tra i movimenti che vengono considerati in Italia fascisti (anche se ce ne è solo uno, e siamo noi): nessuna condanna per atti di violenza e di razzismo è mai stata riportata da nessuno dei nostri militanti fin dalla nostra fondazione. Intendo continuare così.

Spero di essere stato chiaro. Per qualunque cosa non esitare.

Un saluto

Anonimo ha detto...

Grazie per la risposta, e per i complimenti, non dovuti. Mi reputo persona aperta mentalmente per non avere preclusioni di sorta nei confronti di nessuno. Son d'accordo con te che, di questi tempi, la cosa appaia straordinaria, ma in fondo sappiamo io, te ed ogni persona intelligente, che stiamo ancora parlando delle condizioni minime...
No, non sono "anti-fascista" (o forse lo sono, ma l'etichetta non mi piace): quello è comunque un problema che lascio tutto ai comunisti e alla ex an.
Diciamo che, pagando dazio alla mie ideee polimorfe, sono "orientativamente" socialista, senza troppa convinzione, anche in virtù di una tradizione italiana del PSI che -ammettiamolo- non è mai stata un bel vedere (anche se forse è stata migliore di quella del PCI, della DC, del MSI e degli altri giullari al seguito).
Ma certamente sono anti-razzista, ed a favore di una politica di inclusione, non di esclusione e di segregazione.
Ti leggo volentieri, perchè quel che scrivi in linea di massima mi piace: laico, giusto, di buon senso.
Devo ammettere però che la tua ultima risposta mi suona tanto "mastelliana": mi spiego meglio.
Se il PD si allea con Di Pietro, l'alleanza che ne sortisce, ancorchè male assortita, e magari ammettendo pure che i singoli politici razzolino male, tuttavia non consente all'un partito di rinfacciare all'altro posizioni "gravi" come l'esser razzisti, o il non voler ebrei o negri tra le proprie fila, o ancora l'incoraggiare scontri in piazza contro gli avversari politici (anche se forse qualcuno lo fa, dietro le quinte?).
Alcuni paletti, ad ogni modo, le alleanze democratiche li hanno messi.
Mi pare invece che, nel WUNS, questi paletti non ci siano. E, a mio modesto avviso, contaminare il vostro impegno politico, per certi versi encomiabile ancorchè la gran parte di noi non ne condividano i contenuti, e la vostra idea di fascismo con movimenti simil-KKK è del tutto fuori luogo.
Come giustamente dite sul vostro sito, non avete nulla a che spartire con gente come forzanuova o la lega: ma allora perchè esporvi ad un'alleanza con signori forse ancor peggiori, sulla quale nulla avete da guadagnare, se non discredito ed ulteriore confusione attorno al vostro nome ed alle vostre idee?
Conobbi un ebreo, tempo fa, tale Mario Cohen, che ha sempre militato nel MSI anche ricoprendo ruoli attivi. Quella persona (ed ogni ebreo non sionista) potrebbe probabilmente militare anche nel vostro movimento, ma non certo nella gran parte di quelli aderenti al WUNS...
Suggerimento spassionato: converrebbe che -tra di voi- mettiate a dibattito nella prossima agenda del vostro movimento, l'opportunità di mantenere quel link...

Andrea Chessa ha detto...

Ho approffittato di questa tua notazione e mi sono fatto un giretto approfondito per questo sito del WUNS. Devo ammettere che negli ultimi mesi, rispetto a come lo ricordavo io, si è un poco "radicalizzato", se così possiamo dire.

Mi ha colpito molto un video, in particolare (mi pare sia su un sito belga o francese), dove ci sono degli skin-heads "in azione". E' lo stesso video per il quale feci il diavolo a quattro, qualche anno fa, in quanto comparve su un sito MFL Sardegna che misero in piedi alcuni militanti dell'epoca. La cosa mi creò non pochi problemi, dato che i militanti lasciarono il MFL (per fortuna!) e subito dopo comparvero dei siti di insulti alla mia persona (sui quali pende ancora una causa giudiziaria della quale non si vede la conclusione).

Questo per dirti, sinteticamente, che quel sito non mi piace affatto per lo spazio che offre ad alcuni soggetti politici di dubbia legittimità. Ma la Segreteria Nazionale - avvallata dai suoi dirigenti tra i quali il sottoscritto - pensò, a suo tempo, di sottoscrivere questo cartello "simbolico" proprio per dimostrare che il MFL non rinnegava quell'alleanza e quei simboli, come invece hanno fatto e fanno tutti gli altri partiti considerati eredi di un ideale che non è il loro. Ecco il significato di questo WUNS: noi non abbiamo paura di dirci idealmente seguaci di quel sito e di quella ideologia.

E' anche vero, però, che all'epoca certi materiali non erano presenti (o almeno io non li avevo notati, ad un'occhiata non approfonditissima). L'ho fatto ieri, in diretta, con il Segretario Nazionale, proprio spinto dalle tue considerazioni. Ora faccio un altro giro.

Il tuo appello non è caduto nel vuoto, insomma...

Un saluto, e grazie di avermi fatto notare i cambiamenti su quel sito.

Sono sempre qui.

Andrea Chessa ha detto...

Tra l'altro noto solo ora il messaggio che hai lasciato su OneWeb 2.0.

Ti ho comunque già risposto qui.

Un saluto

Anonimo ha detto...

Bene così.
Continuo a leggerti/vi volentieri.

Andrea Chessa ha detto...

Grazie.

Un saluto