martedì 5 maggio 2009

Il ddl sicurezza tra CIE e medici

Gli incontri all’interno della maggioranza, per trovare un accordo sul ddl sicurezza, procedono a ritmo serrato.

Attualmente sembra che la maggioranza di Governo abbia intenzione di fare marcia indietro su alcune questioni, mentre si prepara a trattare su altre.

VIA LA NORMA CHE PERMETTEVA DI OSCURARE I SITI INTERNET - Innanzitutto Santelli e Sisto, relatori di maggioranza del Governo, hanno cancellato la norma che prevedeva l’oscuramento dei siti internet su decisione del Ministero dell’Interno, senza passare per la Magistratura (ne avevo già parlato qui (http://chessaandrea.blogspot.com/2009/02/pacchetto-sicurezza-ecco-la-censura-di.html). Una tale decisione non può che trovarci d’accordo: se si deve chiudere un sito, ciò deve avvenire in seguito ad una indagine e ad una disposizione della Magistratura, e non in base ai capricci del Ministro.

TORNANO LE RONDE – Il Ministro dell’Interno Maroni sembra voler riproporre, per le ronde, la stessa norma che è già stata a suo tempo bocciata, utilizzando, se necessario, lo scrutinio segreto. L’istituzione delle ronde permetterebbe a semplici cittadini il pattugliamento delle strade, affiancando i normali organi di controllo.

Per quanto strano possa sembrare, istituire le ronde non mi trova d’accordo. Se è vero che spesso ho difeso i cittadini che, stufi di uno Stato lassista, omertoso e sostanzialmente assente nel difendere la sicurezza dei propri cittadini, hanno deciso di tutelarsi da soli, dare una forma legislativa ad una tale soluzione significherebbe un messaggio molto chiaro: che lo Stato rinuncia al suo ruolo di garante della sicurezza interna, per far si che questa venga gestita dai cittadini. In sostanza il messaggio è: “Cari cittadini, arrangiatevi”.

Bisognerebbe riflettere a fondo sull’attuale situazione interna italiana, che conosce una militarizzazione del territorio sconosciuta persino al Fascismo (per il quale uno dei luoghi comuni – con uno stabile elemento di verità – era che “di notte si poteva dormire con le porte aperte”), che della sicurezza fece una priorità insindacabile per tutto il Ventennio. Incredibilmente, però, nonostante ormai il territorio italiano sia generalmente militarizzato, con i militari e l’esercito affiancati, per i normali compiti di controllo, alla Polizia ed ai carabinieri, il problema della sicurezza è un problema grave, per il quale l’ansia di molti cittadini italiani è pienamente giustificata.

CIE: ISTITUZIONE DEI 180 GIORNI – Il Governo sembra intenzionato a non fare marcia indietro per quanto riguarda i 180 giorni non oltre i quali tenere i clandestini in attesa di rimpatrio e/o di identificazione nei CIE (Centri di identificazione ed espulsione). Alla sinistra la norma non va giù: loro i clandestini in libertà li vorrebbero molto prima: non sia mai che vengano rimandati al loro paese di origine!

DIETROFRONT SUI MEDICI-SPIA – Sembra invece ormai definitivamente certo il dietrofront che il centro-destra ha intenzione di fare nei confronti di quella norma che è stata ribattezzata “dei medici-spia”, in senso apertamente diffamatorio e calunnioso.

E’ questa la norma per la quale, soprattutto, si prevede battaglia.

Pensando a quelli che sono stati definiti medici-spia non si può fare a meno di notare come una ben precisa parte politica, la sinistra, abbia messo in moto tutto il suo apparato di disinformazione giornalistica per impedire il varo di una norma sacrosanta. Alla destra va rimproverato di non aver ancora avuto le tanto declamate palle per opporsi, con la forza dei suoi eletti in Parlamento, al fine di far passare una norma per contrastare l’immigrazione clandestina, questione questa per la quale il centro-destra è andato al potere.

A ben vedere, c’è da stupirsi non tanto che si vogliano istituire i medici-spia, quanto del fatto che non siano ancora stati istituiti.

Chiariamo una cosa: il termine medico-spia è una calunnia, propagandata a bella posta da tutta la sinistra (sempre a difesa dell’illegalità) e anche da una certa parte della coalizione governativa. "Medico-spia" richiama alla mente un uomo con il camice bianco - con la classica espressione feroce del Dottor Caligari in finale di pellicola - che si aggira furtivo per gli ospedali e per gli ambulatori, un taccuino in una mano e il telefono cellulare nell'altra, alla ricerca di immigrati clandestini da denunciare... Spia è colui che, per definizione, è incaricato di scoprire determinati segreti anche a costo di tradire persone o ideali: già il termine implica in se l’idea del tradimento come fatto moralmente esecrabile e condannabile. Tradimento di cosa? E nei confronti di chi? Ma nei confronti dei clandestini, naturalmente!, per i quali ogni premura è sempre e costantemente insufficiente.

Con il disegno di legge che il Governo ha cercato (giustamente) di proporre si concede la facoltà, ai medici e più in generale agli operatori sanitari, di denunciare coloro che, affidandosi al servizio sanitario nazionale per ricevere delle cure, risultano poi essere clandestini. Che i clandestini non possano ricevere cure mediche, come tanti imbecilli di sinistra vanno dicendo, è una balla colossale, che causerebbe un richiamo all’Italia, in sede europea, per le violazione delle norme sui diritti umani che l’Italia ha (giustamente) sottoscritto. Con questa norma non si impedisce ai clandestini di accedere alle cure sanitarie, ma si concede la facoltà di segnalare i clandestini alle autorità (cosa che i medici, in quanto cittadini, possono autonomamente fare anche adesso).

Anzi, dirò di più: denunciare chi viola la legge e chi si macchia di comportamenti che contravvengono alle norme italiane non è solo un diritto, ma addirittura un dovere. Supponete di assistere ad una rapina, e che la vittima di tale rapina sia impossibilitata, sul momento a chiedere soccorso. E’ vostro compito prestare soccorso, chiamare le autorità di Polizia, ed eventualmente fornire il vostro aiuto per le indagini giudiziarie volte all’identificazione del rapinatore. C’è da stupirsi, pertanto, che nessuno abbia ancora pensato di estendere e legittimare anche giuridicamente questa facoltà agli operatori sanitari, i quali, a parere del sottoscritto, non solo dovrebbero avere facoltà di denunciare, ma addirittura essere obbligati.

Ancora: supponiate che un medico, di guardia ad un pronto soccorso, debba intervenire per salvare la vita di uno spacciatore di droga rimasto coinvolto in un regolamento di conti. E’ compito del medico fare tutto ciò che è in suo potere per salvare quella vita, ma allo stesso tempo, trattandosi di uno spacciatore di droga – e quindi di una persona che per l’ordinamento italiano si è macchiata di un reato – avvisare le autorità. Perché questo ragionamento elementare, per comprendere il quale basta solo un poco di buon senso – a prescindere dalle appartenenze politiche di ognuno di noi – non vale più se si tratta di clandestini?

2 commenti:

paolo ha detto...

ciao Andrea, sono contrario alle ronde perchè credo che non possano risolvere il problema in quanto le ronde servono solo a segnalare un pericolo alle autorità come può ho fare un singolo cittadino.questo è solo uno strumento di propaganda perchè vedere le ronde fa sentire maggior sicurezza.il problema va risolto a fondo in modo severo non serve segnalare i delinquenti alla polizia perchè in italia in galera non ci va nessuno.sul fatto dei medici spia hai perfettamente ragione inoltre non denunciare un crimine è un comportamento omertoso che non copre solamente il singolo clandestino ma tutto il sistema mafioso attraverso il quale gli immigrati arrivano in italia .avere ha disposizione manodopera in nero a basso prezzo fa comodo a tanti e questo è il motivo per cui non si fa una legge severa che blocchi l'immigrazione.

Andrea Chessa ha detto...

Perfettamente d'accordo. Le ronde sono solamente propaganda: è inutile saturare il territorio di militari, di forze di Polizia e dell'ordine: neanche ai tempi del Fascismo c'è mai stata una tale militarizzazione dell'Italia (condotta, tra l'altro, con le pezze al sedere: qui la Polizia di Cagliari sta pensando a proteste clamorose per pronunciare contro la mancanza di benzina per le auto di pattuglia, le gomme liscie, la mancanza addirittura di carta e penne).
Le soluzioni da attuare sono diverse: 1) controlli severi dell'immigrazione clandestina con rimpatrio forzato; 2) certezza della pena (incredibile che in uno Stato civile, come l'Italia pensa di essere, non vi sia uno degli strumenti principali per far funzionare la giustizia e la civiltà) con divieto di ritorno in Italia per i clandestini recidivi; 3) obbligo a tutti i pubblici ufficiali e a tutti gli enti locali e pubblici e assistenziali di controllo di permesso di soggiorno, con obbligo di denuncia alle autorità costituite (ed eventuali sanzioni, e allontanamenti da detti uffici nei casi di incessante reiterazione del reato, per chi non denunciasse); 4) controlli a tappeto nei confronti di tutte quelle associazioni che con l'immigrazione ci mangiano e ci lucrano (la Caritas in primis); 5) severi controlli alla frontiera.
Misure estreme, dirà qualcuno. Vero, ma la situazione che stiamo vivendo è estrema: una vera e propria invasione senza armi, un vero e proprio colonialismo della disperazione che favorisce le grandi fabbriche e gli imprenditori in primo luogo (un negro si accontenta di una branda, non protesta se gli si chiede di lavorare 10/12 ore, mangia un panino per mezz'ora prima di tornare a lavorare e non chiede aggiustamenti di contratto sindacali), e poi il sistema globalista e mondialista che i poteri forti vogliono imporci a tutti i costi, facendo passare la multietnicità come una realtà ineludibile. Questo perchè al sistema serve un tale tipo di economia per diversi motivi: in primo luogo, come ho già detto mille volte, un popolo di bastardi, senza cultura, tradizione, senza la consapevolezza di quello che è o di quello che potrebbe essere, è molto più facilmente manovrabile di un popolo di patrioti, che amano la propria terra e sono pronti a combattere per difenderla; e ancora il mondialismo permette a questo sistema economico di attuare il potere di pochi sui molti.
Nè vale, a questo punto, l'antica obiezione che gli immigrati fanno i lavori che noi italiani non facciamo più. Prima di tutto c'è molta fame, e un neolaureato che ha la puzza sotto il naso, quando inizia ad essere in difficoltà, si adatta forzatamente; in secondo luogo è una motivazione da schiavisti, che equivale a dire: "I negri e gli ucraini ci servono perchè mentre a voi vi dobbiamo dare dei salari sindacali, contrattare e pagarvi le ferie, a questi qui li possiamo lasciare sotto un campo per 12/14 ore a raccogliere pomodori". Un politico che dice una simile idiozia (e sono tantissimi) è un criminale e andrebbe accusato di istigazione alla schiavitù.
Ma questi sono solo sogni. La verità è che l'Italia resta, da questo punto di vista, specchio dell'Europa. Un'Europa invertebrata e bastarda e meticcia che piega la testa sotto il tallone di pochi uomini disposti a tutto pur di mantenere il loro potere, e disposti a distruggere le loro stesse nazioni.