martedì 19 maggio 2009

Piccoli mostri crescono

Sono tre ragazzini: 9, 14 e 15 anni. Prendono un cane – mica un Labrador, che può mordere, ma un piccolo Yorkshire – lo bastonano, e poi lo impiccano alla maniglia di una porta. Mentre il più piccolo esegue il gesto, ecco che i più grandicelli filmano il tutto, in modo da mandarlo su internet. Tanto di cani impiccati se ne trovano tanti in rete, no?

E’ la nuova moda, ormai. Da piccolo il massimo della trasgressione era rubare cinquemila lire dalla borsetta di mamma per spenderle ai videogiochi, oppure all’autoscontro… cosa ci sembrava di fare, all’epoca! Qualche anno fa andava di moda filmarsi mentre si correva in autostrada. Poi è arrivato il porno amatoriale, ti riprendi mentre scopi la tua fidanzata, o quella di un altro. Ora va di moda seviziare gli animali, davanti alla telecamera, così si fa vedere l’impresa agli amici, ci si fa fichi con le amichette, troie già a 12 anni, per far vedere che si è uomini duri.

Siamo arrivati agli ultimi gironi dell’inferno, e continuiamo a scendere precipitosamente.

A 14/15 anni io ero psicologicamente già formato. Cioè: il mio carattere era quello, avevo i miei hobby, le cose che mi piacevano e le cose che non mi piacevano, la musica che mi piaceva e quella che non mi piaceva; avevo già delle idee politiche, alcuni politici mi piacevano più di altri.

C’è da chiedersi: che coscienza potranno mai avere dei ragazzini che non si fermano neanche davanti ad un cagnolino, un essere piccolo piccolo, indifeso, innocente e con gli occhioni grandi grandi? Quale limite di crudeltà abbiamo superato, forse senza accorgercene?

Allucinante, deprimente, incredibile, vergognoso, stupefacente. Possiamo stare ore e ore a trovare aggettivi nuovi, ma la verità è che la violenza di questi ragazzini è la stessa che respirano tutti i giorni alla tv, al cinema, in internet… Loro copiano, come fanno i bambini, e coloro che non hanno coscienza.

C’è una cosa che non ho mai sopportato, ed è proprio la violenza sugli animali. Perché sono le creature che meno di tutti possono difendersi. Non hanno parole per comunicare: sta alla sensibilità di noi uomini capirli, ascoltare il loro linguaggio, e regolarci di conseguenza. Odio non solo la violenza manifesta, quella esplicita, ma anche quella che non vediamo, o che non siamo più abituati a vedere. Un uccellino chiuso in una gabbia è violenza. Un cane legato ad una corda venti ore al giorno è violenza. Un cane chiuso in un recinto piccolo piccolo è violenza.

Ho imparato una cosa: che chi odia gli animali, ed è capace di commettere su di loro tutte le crudeltà possibili ed inimmaginabili, non è capace di amare neanche gli uomini. Per questo sono preoccupato: chi sono questi piccoli mostri che abbiamo creato e che ci stanno intorno?

Mentre scrivo, la mia cagnolona, ai miei piedi, fa quello che sa fare meglio: ronfare sonoramente. Ogni tanto si alza, abbaia i fantasmi, e poi torna a dormire. Negli occhi del mio cane vedo ogni cane ed ogni animale del mondo, che non ha voce, eppure ci chiede di starlo a sentire, di prestare attenzione.

Ora qualcuno ci dirà che bisogna capirli, che è la società che li circonda che li ha resi tali, la tv, internet, la televisione. Tutto vero, probabilmente. Eppure c’è un problema, un’emergenza, che va affrontata adesso, e subito. Ci sono dei piccoli mostri che a 14 anni già si drogano, incendiano i compagnetti più timidi, sodomizzano le compagnette nei cessi delle discoteche (spesso con la complicità di queste ultime), impiccano i cani. E' un esercito di pornofili, maniaci e sadici quello che sta crescendo... E’ colpa della società, probabilmente.


Questi ragazzi vanno aiutati. Comincerei con una bella passata di calci nel culo. Anzi, tanti calci nel culo. Tantissimi: gli farei la faccia come una rosetta… Ma attirerei su di me eserciti di pedagogisti ed educatori pronti a farmi la pelle. Probabilmente sarei un pessimo educatore… Io…

4 commenti:

Pietro Melis ha detto...

purtroppo non vi è stato alcun commento su questo fatto oltre al mio. E ciò mi conferma nell'idea che molta umanità vale meno di un cane.Questa è la consegenza di concezioni ancora antropocentriche derivanti dalla asserita dignità della persona umana. Ma quale dignità! Non esistono i valori morali, che sarebbero fondati su tale inesistente dignità. Esiste solo il diritto naturale all'autoconservazione della vita. Quei criminali della atroce notizia meritano di non essere considerati nemmeno uomini, ma subanomali. Ucciderli non dovrebbe essre reato.

Andrea Chessa ha detto...

Buonasera Professore.

Per quanto riguarda la conoscenza del mondo umano e di quello animale, preferisco di gran lunga il secondo. Quanto meno gli animali uccidono appunto per necessità di sopravvivenza e per mangiare, e non per divertirsi sadicamente a spese delle altrui vite.

Se un bambino è capace di tali atrocità a 9 anni possiamo solo immaginarci che cosa sarà in grado di fare quando comincerà a crescere un po'. E possiamo solo immaginarci il tipo di educazione (trasmissioni tv demenziali, coetanee dodicenni che troieggiano nei cessi delle discoteche, telefonini di ultima generazione)alla quale è stato sottoposto. Bisognerebbe prendere a calci nel culo i genitori, prima di tutto.

Anonimo ha detto...

Ragazzi calma..capisco
che il primo istinto
sarebbe quello di prendere
a calci nel culo i 3 ragazzini.
Invece ragionando col cervello
e meno con le emozioni direi
che i calci in faccia(o qualcosa di più)vanno riservati
A)Allo stato infame nato dalla resistenza giudaizzante che non
è riuscito a formare i cittadini
B)Ai genitori con la testa vuota che mettono su figli viziati,senza spina dorsale,senza carattere..non si lamentino poi se a 17 anni si trovano dei figli
tossici che li faranno a fette per meno di 50€...
Per i 3 bastardi avrei invece
questa soluzione:farli lavorare in un canile o gattile a spalare merda sotto il sole cocente.
Ma in una democrazia questa è pura utopia.

Andrea Chessa ha detto...

Quello che dici tu è giustissimo. Ma io, anche a mente fredda, ripeto che personalmente li darei una passata di calci nel culo.

Di questo dobbiamo ringraziare lo Stato italiano nato dalla "resistenza", che ha affidato l'educazione dei giovani alla televisione, alle industrie mondialiste, alla pubblicità pornofila...

Ragazzini senza palle, senza spina dorsale, che sanno solo ubriacarsi nelle discoteche e palpare le coetanee. Oltre, ovviamente, a seviziare gli animali e dare fuoco ai compagnetti più timidi per dimostrare di essere qualcuno, o per provare delle emozioni forti che evidentemente lo Stato antifascista non riesce a garantire.

Avessimo avuto simile marmaglia nel '22 non avremmo fatto neanche la marcia su Quartucciu, altro che marcia su Roma...

I genitori, poi... Sono quelli che il loro figlio ha sempre ragione, anche quando ha palesemente torto; sono quelli che il figlio merita il cellulare già a dieci anni, perchè ce l'hanno tutti; sono quelli che delegano l'educazione dei figli alla TV, senza più trasmettere loro nessun valore, nessun ideale, nessuna morale da rispettare o da combattere.

Ci vorrebbe un patentino anche per poter diventare genitori, mestiere antico e difficile, oltrechè pericoloso (c'è il rischio che appena tuo figlio si regge in piedi ti accoltelli per una dose o ti sbatta qualcosa in testa per avere l'ultimo videogioco di moda): il fatto che si possa infilare un pene dentro una vagina, e far nascere un figlio, non deve giustificare nè permettere la nascita di troppe imitazioni umane come se ne vedono di questi tempi.

E la mia mente corre ala sterilizzazione forzata che in Germania si attuava nei confronti di assassini e feccia sociale varia: nazioni che un tempo erano civili, o cercavano di esserlo, anche con crudeltà.

Ma in uno Stato civile mi accontenterei anche di quello che dici tu. Siccome però l'Italia non è uno Stato civile, ma un'accozzaglia di sub-umani, queste sono solo parole.

Grazie mille antifascisti.