giovedì 14 maggio 2009

Ipocrisia vaticana

Non si placano le polemiche sul ddl sicurezza sul quale il Governo ha posto la fiducia.

Il Vaticano, in special modo, è in prima fila nella sua crociata anti-italiana ed anche in questi giorni ha ulteriormente ribadito la sua contrarietà al disegno di legge.

Eppure, mi fa notare il camerata Alberto, il Vaticano è proprio uno di quegli Stati che ha più severamente regolamentato gli ingressi all’interno del proprio territorio, e questo non da ieri.

Ringrazio il camerata Alberto per avermi passato alcuni stralci di un articolo de La Padania di 2 giorni fa (12 maggio), e che anche io ripropongo all’attenzione di tutti i lettori.

La lezione che se ne trae, per tutte le persone dotate di un minimo di intelligenza e di onestà intellettuale, è esattamente questa: il Vaticano che pretende di imporre regole e morali in casa altrui, travalicando (e non è la prima volta) la propria sfera di competenza, è quello stesso Stato che, quando si parla dei propri confini e della propria sovranità territoriale, si è già da tempo dotato (1929, per l’esattezza) di una legislazione assai restrittiva per quanto riguarda la libera circolazione di cittadini stranieri sul territorio della Chiesa Cattolica.

E’ evidente la piena adesione, anche da parte della Chiesa Cattolica, alla dottrina mondialista e massonica che in questi giorni ha ulteriormente gettato la maschera, schierandosi compatta contro la necessità dell’Italia di difendere le proprie frontiere e regolamentare gli ingressi sul suo territorio.

Ecco qui di seguito il testo de La Padania che riassume la legge vaticana sulla cittadinanza ed il soggiorno (disponibile integralmente qui: http://host.uniroma3.it/progetti/cedir/cedir/Lex-doc/SCV_SS/SCV_7-6-29.pdf):

Giusto l'altro giorno il ministro dell'interno ricordava che anche il Vaticano ha le sue regole. Come l'Acta Apostolicae Sedis, che è la legge sulla cittadinanza e il soggiorno, legge pontificia del 7/6/1929. Tempi caldi e profetici. Perchè si legge che sono cittadini della Città del Vaticano coloro che siano autorizzati dal Sommo pontefice per ragioni da apprezzarsi sovranamente. Non ci sono ricongiungimenti: il diritto alla cittadinanza non si eredita perchè parenti. Coloro che non sono cittadini vaticani devono munirsi di permesso previo accertamento dell'identità personale. E il permesso ha effetto per rimanere nella Città del Vaticano soltanto per le ore stabilite con il provvedimento del governatore. Coloro che si trovano nella Città del Vaticano senza le autorizzazioni previste o dopo che esse siano scadute o revocate, possono essere espulsi anche con la forza pubblica. E per gravi motivi, può scattare il divieto perpetuo o temporaneo di accedere alla Città del Vaticano. Chi ci prova è punito con l'ammenda di lire 180.000(non male per essere nel 1929,ndr) o l'arresto fino ad un anno. Non è forse il reato di clandestinità?
(tratto da La Padania del 12 maggio 1929)

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