venerdì 8 maggio 2009

A quando una bella "R" sul petto?

Il Parlamento UE ha approvato una legge “ad personam” per impedire a Jean Marie Le Pen – in qualità di membro più anziano del Parlamento stesso – di presiedere alla seduta inaugurale della nuova legislatura europea.

Quello che vale per l’Italia, in questo caso vale anche per l’Europa. Dove tutti possono dire e fare di tutto, contando nella più assoluta impunità. C’è solo una cosa che non si può fare: negare o minimizzare l’Olocausto. C’è un solo reato di opinione, in Europa come in Italia, ed è quello di pensare all’olocausto ed agli eventi del secondo conflitto mondiale come eventi storici, da studiare e da analizzare.

L’olocausto, viceversa, deve restare quello che è: un dogma. E, come ogni dogma, è vietato porsi delle domande, dubitare perfino della sua esistenza o addirittura rifiutarsi di commentarlo nei termini e nei modi richiesti dal bon ton ufficiale. Andando a memoria, ricordo un intervento di Marcello Pera, dalle telecamere di uno speciale di approfondimento sul canale 100 di Sky, che parlava di revisionismo come un serpente da schiacciare immediatamente; e si indignava nei confronti di un prete di una qualche città del nord – mi sfugge il nome – il quale, alla domanda rivoltagli dal giornalista se credesse o meno nelle camere a gas, si era permesso di dire che, non essendo uno storico, non pretendeva di partecipare a diatribe che non erano di sua competenza.

Si noti bene: il prete non aveva negato l’olocausto, ma si era dimostrato imparziale nei confronti dello stesso, giudicandolo un affare nel quale non voleva entrare. Questo ha provocato le ire di Marcello Pera, che lo ha assunto ad emblema del serpente da schiacciare. Il serpente: lo stesso che tentò Adamo ed Eva, offrendo loro la mela della conoscenza.

Forse Pera non lo sa, ma il suo paragone non è affatto fuori luogo, per quanto contenga degli elementi molto gravi di intimidazione (ci dica: che cosa intende con schiacciare la testa? Forse l’approvazione futura di qualche legge che non punisca l’omicidio o le aggressioni fisiche condotte contro i revisionisti?).

Il revisionismo, da questo punto di vista, è proprio come il serpente che tentò le prime due creature umane di Dio. Offre la conoscenza, in quanto non si limita a riciclare i dogmi della storiografia ufficiale, bensì propone nuove tesi, nuove interpretazioni della Storia. Che sia ad uso esclusivo dei Fascisti e dei Nazionalsocialisti è una balla colossale: basta guardare ai semplici dati biografici dei principali storici revisionisti, per vedere che molti di loro stanno, senza mezzi termini, a sinistra. Faurisson, pioniere del revisionismo e scrittore de “La menzogna di Ulisse”, fu un partigiano, pluridecorato al valore militare e civile, e deportato ad Auschwitz.

Né si può dire che revisionismo equivalga ad antisemitismo (termine che, a furia di sentire nominare così spesso, non capiamo più quale significato abbia. Per esempio: l’attacco di Israele contro i palestinesi, i quali sono di origine semitica, può considerarsi un atto di antisemitismo?): altrettanto lunga è la lista degli storici revisionisti ebrei. Una semplice ricerca su internet può bastare.

Ma se la vita è dura per quei revisionisti, diciamo così, di professione, possiamo dire che è ancora più ardua per tutti quei movimenti i quali, stufi di una memoria storica a senso unico, volta alla criminalizzazione totale delle ideologie perdenti della seconda guerra mondiale – alla quale si sentono legati – tentano di riappropriarsi della loro Storia nazionale ed europea.

Da questo punto di vista, la criminalizzazione e la censura del potere contro i Fascisti procede a pieno ritmo. C’è, in Italia come in Europa, una categoria che non gode di libertà di parola e che viene discriminata, calunniata, oltraggiata e privata dei suoi più elementari diritti politici e civili. Perché il Fascista è per definizione un violento, uno dedito alla distruzione del mondo, uno che non ha e non potrà mai avere valori costruttivi, propositivi, di concordia e di pace. Contro il Fascista si può dire e fare di tutto: ancora oggi molti cantano che “Uccidere un Fascista non è reato”; sostituiamo al termine “fascista” un’altra parola, magari quella di qualche etnia o di qualche gruppo politico che gode della difesa ad oltranza del politicamente corretto, e chiediamoci che cosa succederebbe su un tale slogan venisse cantato nelle pubbliche piazze, impunemente.

Quando gli atti di violenza da parte dei Fascisti non ci sono – come noi del MFL, che possiamo vantarci, in 18 anni, di non aver mai riportato alcuna condanna giudiziaria ma solo ed esclusivamente assoluzioni riguardo all’operato della nostra dirigenza e dei nostri militanti – se li inventano. Per contestare una nostra normalissima e legatissima affissione manifesti, un esponente del Comune di Mira (vicino Venezia) – potete trovare ulteriori dettagli qui: http://chessaandrea.blogspot.com/2009/04/classico-esempio-di-diffamazione.html – ha contestato le nostre azioni “violente di iniziativa”. Come dire che, quando lo fanno i Fascisti, le azioni sono violente anche se si tratta di distribuire dei volantini, o affiggere dei manifesti. Senza contare le tonnellate di fango (per non dire altro!) e di calunnie che, in quell’occasione, sono state dette su di noi.

Ora, alla crociata europea contro i revisionisti – i quali evidentemente spaventano non poco il potere costituito, se si sente il dovere di schierare contro di loro non una semplice ricerca storica (che sarebbe necessaria e sufficiente, se i revisionisti fossero tutti dei caproni e dei criminali ignoranti come si cerca in tutti i modi di dipingerli) ma tutto l’apparato giudiziario, politico e mediatico – si aggiunge un nuovo asso nella manica.

Sappiamo, d’ora in poi, che non solo i revisionisti possono essere arrestati, offesi, minacciati, uccisi (è capitato anche questo: si veda l’articolo “Terrorismo ebraico”, sul nostro sito, relativo ai tentativi di omicidio che varie organizzazioni europee hanno tentato di attuare, a volte con successo, contro revisionisti considerati particolarmente pericolosi), calunniati, delegittimati e privati di ogni elementare diritto. Ora valgono anche le leggi “ad personam”.

Nel caso di Le Pen si è ritenuto necessario stravolgere le regole del Parlamento Europeo pur di impedirgli, in qualità di membro più anziano dell’emiciclo, di presiedere alla cerimonia di apertura.

Non aspettiamoci democratici e pacifisti che si strappano i capelli per difendere il diritto di parola. I Fascisti sono l’unica categoria alla quale non è concesso. Cominciamo a pensare a qualche Paese in cui emigrare, e magari a preparare anche i biglietti: quando ci appiccicheranno una “R” (la “R” di revisionista) sul petto, e ci vieteranno di entrare nei luoghi pubblici, e cominceremo a vedere tanti di noi stipati sui treni per destinazioni sconosciute, ci servirà conoscere un Paese che possa darci diritto di asilo, almeno clandestinamente. Consiglio l’Iran.

2 commenti:

diciamo com'è ha detto...

Ti ricordo che la legge n.645 del 1952, all'art. 4 punisce come REATO l'apologia di fascismo. Inoltre ti faccio i complimenti per l'ottima demagogia che sai mettere nell'argomentare. Non è da tutti. Nel terzo millennio i problemi sono ben altri, non il revisionismo storico. Non si dovrebbe fare politica ancora ragionando con i "rossi" e con i "neri". Perchè continuare a commettere gli stessi errori sarebbe darsi una martellata sulle palle. Adesso rispondimi pure con la tua ottima demagogia.

Andrea Chessa ha detto...

Infatti il MFL ha più di 20 sentenze di assoluzione riguardo proprio questo reato ed affini. Di solito perchè si venga considerati innocenti di sentenza ne basta una. Non per i caporioni della morale democratica, evidentemente. Per te quante sentenze di assoluzione dovremmo collezionare ancora? O forse vuoi metterci a tacere solo per quella parola che non abbiamo paura a pronunciare?

Inoltre studiati bene le leggi. L'articolo 21 della Costituzione garantisce libertà di espressione. E la legge alla quale ti riferisci tu non intende per apologia del fascismo semplicemente la difesa del regime fascista, bensì deve considerarsi il reato delittuoso, ovvero teso alla sediziosità e alla sovversione antidemocratica. Ti consiglio, a te e a coloro che usano questa legge Scelba come una sorta di falce con la quale fare tabula rasa dei pensieri non conformi, l'articolo dell'Avvocato Giovanni Cipollone, "Negazionismo e libertà di espressione", che puoi trovare liberamente su internet.

Dimmi: rispondere a tono a te ed alle persone come te si chiama demagogia? Svergognare le balle dell'antifascismo cos'è, demagogia?

Affermi, ancora, che il revisionismo storico non è un problema. Permettimi di dissentire, e permetti soprattutto a chi è stato arrestato (Irving), malmenato (Faurisson) e processato (Zundel), nonchè tutte queste cose messe insieme, di dissentire. Soprattutto quando, nella democraticissima Europa, si viene ancora incarcerati e perseguitati per reati di opinione.

Del resto, se per te il revisionismo storico non è un problema, ciò indica che non ti interessa minimamente la sorte di chi viene perseguitato dalla "democrazia" per le proprie ricerche storiche - E' un tuo diritto scegliere di cosa interessarti o non interessarti. Se del revisionismo non te ne frega niente buon per te. Ma permetterai a me di interessarmene, oppure quello che non interessa a te non deve interessare neanche me, e deve essere impedita la mia ricerca?

Va bene per te questa risposta, oppure sei uno di quelli abituati a classificare come demagogia ciò che non gli piace sentire?