La Sea Watch che viola
prima una sentenza della Corte Costituzionale Italiana, poi la sentenza della
Corte dei Diritti Umani di Strasburgo (che ha stabilito che i 43 migranti a
bordo della Sea Watch non stanno affrontando alcuna emergenza sanitaria e
pertanto non hanno alcun diritto di sbarco), ed infine forza il blocco
impostole dalla Marina Militare Italiana dopo aver stazionato per 13 giorni
davanti al porto di Lampedusa compie, né più né meno, un atto di guerra.
La schiavista Rackete, la
mercante di uomini e di schiavi, la “capitana” della Sea Watch si sarebbe
potuta recare, nei 13 giorni in cui è rimasta ferma davanti alle coste italiane
nel braccio di ferro col governo, in qualunque porto europeo; sarebbe
addirittura potuta arrivare negli Stati Uniti, e raggiungere qualunque porto
sicuro avesse desiderato.
Non che mancassero porti
sicuri vicini quanto quelli italiani: la Libia e la Tunisia in primis.
“In
Libia c’è la guerra”, dicono. Sarà... Non si capisce, comunque, come la Libia,
la Tunisia e l’Albania possano essere un porto sicuro per milioni e milioni di
visitatori ogni anno, ma non possano esserlo per 43 clandestini, freschi
freschi di parrucchiere e palestra, come si vede chiaramente dalle foto.
La verità, pura e
semplice, è che alla Rackete, la mercante di nuovi schiavi per i campi di
pomodori italiani, non importa assolutamente nulla dei diritti umani, dei
poveri migranti che fuggono dalla guerra, del salvare altri esseri viventi da
morte certa: si è voluto mettere in difficoltà il Governo Italiano che, per la
prima volta dopo molti anni di governi di sinistra i cui principali esponenti si
sarebbero dovuti mettere al muro per alto tradimento, cerca, pur con molte
difficoltà, di far rispettare la propria sovranità territoriale e i propri
confini.
Violati, davanti agli
occhi del mondo, da una ricca stronzetta tedesca che ha cercato addirittura di
forzare il blocco di navi della Guardia Costiera, pur di attraccare al porto di
Lampedusa. In Russia o negli Stati Uniti, o ancor più in Israele, una cosa del
genere sarebbe stata semplicemente inconcepibile: Rackete e i suoi palestrati
ospiti si sarebbero presi qualche sacrosanta cannonata appena forzato il primo
metro di confine marittimo, tra gli applausi scroscianti dell’opinione pubblica.
Ma come si può pretendere
che uno Stato faccia lo Stato, cioè ristabilisca la propria autonomia e la
propria legittimità militare sui confini della Nazione, quando il nemico è
prima di tutto interno? Quando la Magistratura Italiana – la cui affidabilità è
stata nuovamente affossata, casomai ce ne fosse bisogno, dall’ennesima
inchiesta che ne ha svelato platealmente la corruzione, l’inadeguatezza, la
meschinità umana, prima ancora che istituzionale, dei suoi più illustri
rappresentanti – indaga un Ministro dell’Interno Italiano colpevole solo di
voler far rispettare le regole e si mostra stranamente tentennante nei
confronti di una nave pirata tedesca? Quando tutta la stampa e i mass media invocano
a gran voce l’invasione sotto la falsa bandiera dell’umanità? Quando gli stessi
esponenti politici di un partito che è stato (per fortuna non più) di Governo,
come quelli del Partito Democratico, patteggiano platealmente per chi ha
violato arrogantemente le leggi e si è comportato, né più né meno, come un bulletto
di quartiere, consapevole di avere Magistratura, mass media e buona parte dell’opinione
pubblica e della politica dalla sua parte, perfettamente conscia, cioè, della
totale impunità garantitale?
Invece abbiamo visto i
filmati della Guardia di Finanza che ispeziona la Sea Watch: sembra quasi che
sia Rackete a condurre l’ispezione, e non a doverla subire. Trattata con tutti
gli onori, con sorrisi e strette di mano, anziché fare l’unica cosa che si sarebbe
dovuto fare: pistola alla tempia, faccia a terra e mani dietro la schiena,
arresto immediato.
In tutto questo fa da
contorno la disgustosa canea della sinistra e degli intellettuali
pro-invasione, sempre e comunque dalla parte sbagliata, vale a dire quella di
chi viola così sfacciatamente le leggi a danno dell'Italia.
Alcuni deputati PD,
dovendo scegliere tra i pirati e gli italiani, hanno ovviamente scelto di stare
dalla parte dei pirati, mentre il loro partito viene travolto dal Forteto-bis:
bambini torturati psicologicamente per poter pilotare le loro adozioni, il
tutto mentre gli indagati, fino a poche ore prima del loro arresto,
pubblicavano insulti e contumelie contro Matteo Salvini. Uno scandalo disumano
che imbarazza il PD e che si cercherà di mettere a tacere, come accadde per la
vicenda del Forteto.
Adriano Sofri, un
terrorista che non si capisce come non sia finito con un proiettile in testa in
anni in cui gli ex Gladio di destra con un po’ di pelo sullo stomaco non
mancavano, può permettersi articoli traboccanti di un odio, di una bestialità e
di un livore quasi disumani, ai limiti del paradosso, contro il Ministro dell’Interno,
quel Matteo Salvini che, alla fine della fiera, è quasi spettatore attonito e consapevole
di una squallida fiera e che, alla fine, la dignità della Nazione è stata
tragicamente compromessa, ancora una volta (saprà utilizzare questo smacco per
fini elettorali, probabilmente).
Il #restiamoumani vale solo se sei africano o omosessuale, se sei italiano e non sei succube del dogma immigrazionista sei un ratto che deve tornare nelle fogne, o che merita di affogare (come mi ha gentilmente fatto notare un utente di Facebook), o che deve finire a testa in giù.
Il #restiamoumani vale solo se sei africano o omosessuale, se sei italiano e non sei succube del dogma immigrazionista sei un ratto che deve tornare nelle fogne, o che merita di affogare (come mi ha gentilmente fatto notare un utente di Facebook), o che deve finire a testa in giù.
A dare manforte a chi
insulta e umilia un Ministro della Repubblica Italiana, ovviamente, Roberto
Saviano, già sotto processo per diffamazione ai danni di Matteo Salvini.
Recidivo, ed arrogante, consapevole della totale impunità che gli garantisce la
Magistratura Italiana. Se fossimo nel suo avvocato, ovviamente, saremmo meno
tranquilli.
Per Laura Boldrini la “capitana
Rackete” è, ovviamente, un’eroina. Sempre dalla parte dei criminali, sempre e
comunque dalla parte degli sbruffoni, se serve per far passare il dogma
immigrazionista.
Il parroco di Lampedusa dormirà sul sagrato fino a che i clandestini non saranno fatti sbarcare: ormai la Chiesa è totalmente complice del nuovo ordine mondiale, dimostrandosi nemica, come è sempre accaduto da mille anni a questa parte, dell'Italia e della sua integrità territoriale.
Il parroco di Lampedusa dormirà sul sagrato fino a che i clandestini non saranno fatti sbarcare: ormai la Chiesa è totalmente complice del nuovo ordine mondiale, dimostrandosi nemica, come è sempre accaduto da mille anni a questa parte, dell'Italia e della sua integrità territoriale.
In qualunque Nazione
civile i confini, anche quelli marittimi, sono sacri ed inviolabili. Violarli
così platealmente, così arrogantemente, solo per dimostrare che nonostante
Matteo Salvini e un Governo contrario a trasformare l’Italia in un suk, altro
non è che una azione di guerra. E ad azioni di guerra si risponde con azioni di
guerra: speronare la nave, arrestare tutti i componenti dell’equipaggio,
affondare la nave, e ristabilire, davanti agli occhi dei propri cittadini e del
mondo, il fatto che l’Italia è una Nazione sovrana, i cui confini devono essere
rispettati.
Dovremo accontentarci,
presumibilmente, dell’iscrizione della pirata tedesca nel registro degli
indagati e del sequestro della nave. Sperando che la Magistratura di sinistra,
vale a dire la maggioranza, non si metta, per l’ennesima volta, di traverso.
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