mercoledì 3 luglio 2019

Carola Rackete è libera: cosa avete da esultare, coglioni?



Qui non è più questione di destra o di sinistra: qui è questione che se esulti perché la tua Nazione è stata umiliata sei un emerito coglione. 

Carola Rackete ha dimostrato che se fai per 14 giorni un braccio di ferro col Governo Italiano per imporgli forzatamente dei clandestini e violi un blocco navale rischiando di uccidere 4 militari della Guardia di Finanza non hai solo tutta l’intellighenzia di sinistra e sinistra dalla tua parte, le istituzioni europee intimamente antinazionali, bensì perfino la Magistratura Italiana.

A cosa sarebbe servito per Carola Rackete avere dei buoni avvocati quando si può contare su ottimi magistrati?

Alessandra Vella, la gip che l'ha scarcerata, ha contribuito ulteriormente a distruggere, casomai ce ne fosse ancora bisogno, la sovranità militare dell’Italia con una sentenza assolutamente politica.

Diciamo chiaramente sentenza politica, perché non può essere diversamente, vista la palese e sfacciata mistificazione della realtà.

Ha affermato che Carola Rackete non può essere imputata per la violazione del blocco navale perché ha agito in stato di necessità per salvare i 43 migranti, e che il contatto con la nave della Guardia di Finanza non è stato voluto. Due balle in una. 

Sulla violazione del blocco navale e lo stato di necessità: il capitano della Sea Watch era costantemente in contatto con i militari e le autorità italiane, e la situazione sanitaria sulla nave era monitorata e tenuta costantemente sotto controllo. Non vi era, in altre parole, alcuno stato di necessità. Del resto non doveva essere certamente una situazione drammatica se la stessa Rackete si è potuta permettere, per ben 14 giorni, un braccio di ferro con il Governo Italiano, rifiutandosi di dirigersi in qualunque altro porto europeo ed africano – in due settimane sarebbe perfino potuta arrivare negli Stati Uniti – se solo lo avesse voluto. 

Sul contatto con la nave della Guardia di Finanza: i filmati, reperibili da chiunque su internet, sono chiarissimi. Si sente addirittura un militare andare nel panico, ed un altro collega, sulla banchina, che cerca di tranquillizzarlo: si tratta di una situazione effettiva di pericolo. La Sea Watch forza il blocco della nave da guerra italiana, con una manovra tanto spericolata e inattesa quanto vergognosa, perché eseguita con parlamentari italiani a bordo.

La sinistra italiana, che cerca disperatamente di far dimenticare lo scandalo di pedofilia e tratta di minori in cui è coinvolta a Bassano – uno scandalo talmente grave che lo stesso Luca Zingaretti, il segretario del PD, ha ingaggiato una squadra di esperti legali per cercare di tutelare, nei limiti del possibile (o dell’impossibile), la reputazione di un partito in costante calo di consensi e di dignità, e che oramai può solo sperare, almeno nel breve-medio termine, nell’iniezione forzata di nuovi italiani per sperare in una risalita delle proprie percentuali di consenso – afferma, per bocca di Delrio (quell’ex Ministro delle Infrastrutture che, pochi giorni prima che il ponte Morandi di Genova venisse giù, faceva lo sciopero della fame per lo ius soli) che se le leggi sono ingiuste si possono infrangere.


Sono frasi dal contenuto eversivo, né più né meno: poiché chiunque di noi ha idee diverse sulle leggi giuste e/o ingiuste, su quelle che andrebbero cambiate e quelle che invece andrebbero rispettate, con queste frasi si rompe il contratto sociale tra gli individui e lo Stato. Basterebbe leggere Rousseau, uno di quegli autori che, almeno in teoria, dovrebbe far parte del bagaglio culturale di un qualunque militante della sinistra. 

Io posso evadere le tasse, perché sono costretto a dare il 70/75 per cento dei miei utili aziendali ad uno Stato vampiro e banditesco, e tu puoi speronare gli alt della Guardia di Finanza: si aprirebbe un vaso di Pandora di anarchia. Provateci voi comuni mortali, voi che non cercate di far entrare illegalmente centinaia di clandestini all’anno all’interno dei confini italiani, voi che siete persone normali, a forzare un posto di blocco delle forze dell’ordine, e poi vedete che cosa succede. 

Si è trattato di un atto squisitamente politico ed eversivo, avallato da quelli che – nelle Nazioni civili – vengono definiti collaborazionisti e messi al muro per alto tradimento. Si è trattato di mettere in difficoltà l’Italia e sfidare apertamente la sua politica della tolleranza zero e dei porti chiusi. Operazione perfettamente riuscita, grazie alla Magistratura, la stessa che dovrebbe tutelare le Istituzioni alle quali ha giurato fedeltà.

Il nemico è in casa, ed esulta apertamente su Facebook e sui social network, sfottendo Salvini che rosica (imbecilli:Salvini si sfrega le mani per i consensi che aumentano clamorosamente) come se vedere la propria Nazione tradita ed umiliata sia una cosa della quale andare fieri.


Avete ben poco da esultare, razza di coglioni.

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