Qui non è più questione di destra o di sinistra: qui è questione che se esulti perché la tua Nazione è stata umiliata sei un emerito coglione.
Carola
Rackete ha dimostrato che se fai per 14 giorni un braccio di ferro col Governo
Italiano per imporgli forzatamente dei clandestini e violi un blocco navale
rischiando di uccidere 4 militari della Guardia di Finanza non hai solo tutta l’intellighenzia
di sinistra e sinistra dalla tua parte, le istituzioni europee intimamente
antinazionali, bensì perfino la Magistratura Italiana.
A
cosa sarebbe servito per Carola Rackete avere dei buoni avvocati quando si può
contare su ottimi magistrati?
Alessandra
Vella, la gip che l'ha scarcerata, ha contribuito ulteriormente a distruggere, casomai ce ne fosse ancora
bisogno, la sovranità militare dell’Italia con una sentenza assolutamente politica.
Diciamo
chiaramente sentenza politica, perché non può essere diversamente, vista la
palese e sfacciata mistificazione della realtà.
Ha
affermato che Carola Rackete non può essere imputata per la violazione del
blocco navale perché ha agito in stato di necessità per salvare i 43 migranti,
e che il contatto con la nave della Guardia di Finanza non è stato voluto. Due
balle in una.
Sulla
violazione del blocco navale e lo stato di necessità: il capitano della Sea
Watch era costantemente in contatto con i militari e le autorità italiane, e la
situazione sanitaria sulla nave era monitorata e tenuta costantemente sotto
controllo. Non vi era, in altre parole, alcuno stato di necessità. Del resto
non doveva essere certamente una situazione drammatica se la stessa Rackete si
è potuta permettere, per ben 14 giorni, un braccio di ferro con il Governo
Italiano, rifiutandosi di dirigersi in qualunque altro porto europeo ed
africano – in due settimane sarebbe perfino potuta arrivare negli Stati Uniti –
se solo lo avesse voluto.
Sul
contatto con la nave della Guardia di Finanza: i filmati, reperibili da
chiunque su internet, sono chiarissimi. Si sente addirittura un militare andare
nel panico, ed un altro collega, sulla banchina, che cerca di tranquillizzarlo:
si tratta di una situazione effettiva di pericolo. La Sea Watch forza il blocco
della nave da guerra italiana, con una manovra tanto spericolata e inattesa quanto
vergognosa, perché eseguita con parlamentari italiani a bordo.
La
sinistra italiana, che cerca disperatamente di far dimenticare lo scandalo di
pedofilia e tratta di minori in cui è coinvolta a Bassano – uno scandalo
talmente grave che lo stesso Luca Zingaretti, il segretario del PD, ha
ingaggiato una squadra di esperti legali per cercare di tutelare, nei limiti
del possibile (o dell’impossibile), la reputazione di un partito in costante
calo di consensi e di dignità, e che oramai può solo sperare, almeno nel
breve-medio termine, nell’iniezione forzata di nuovi italiani per sperare in
una risalita delle proprie percentuali di consenso – afferma, per bocca di
Delrio (quell’ex Ministro delle Infrastrutture che, pochi giorni prima che il
ponte Morandi di Genova venisse giù, faceva lo sciopero della fame per lo ius
soli) che se le leggi sono ingiuste si possono infrangere.
Sono
frasi dal contenuto eversivo, né più né meno: poiché chiunque di noi ha idee
diverse sulle leggi giuste e/o ingiuste, su quelle che andrebbero cambiate e
quelle che invece andrebbero rispettate, con queste frasi si rompe il contratto
sociale tra gli individui e lo Stato. Basterebbe leggere Rousseau, uno di
quegli autori che, almeno in teoria, dovrebbe far parte del bagaglio culturale
di un qualunque militante della sinistra.
Io
posso evadere le tasse, perché sono costretto a dare il 70/75 per cento dei
miei utili aziendali ad uno Stato vampiro e banditesco, e tu puoi speronare gli
alt della Guardia di Finanza: si aprirebbe un vaso di Pandora di anarchia. Provateci
voi comuni mortali, voi che non cercate di far entrare illegalmente centinaia
di clandestini all’anno all’interno dei confini italiani, voi che siete persone
normali, a forzare un posto di blocco delle forze dell’ordine, e poi vedete che
cosa succede.
Si
è trattato di un atto squisitamente politico ed eversivo, avallato da quelli
che – nelle Nazioni civili – vengono definiti collaborazionisti e messi al muro
per alto tradimento. Si è trattato di mettere in difficoltà l’Italia e sfidare
apertamente la sua politica della tolleranza zero e dei porti chiusi. Operazione
perfettamente riuscita, grazie alla Magistratura, la stessa che dovrebbe
tutelare le Istituzioni alle quali ha giurato fedeltà.
Il
nemico è in casa, ed esulta apertamente su Facebook e sui social network, sfottendo
Salvini che rosica (imbecilli:Salvini si sfrega le mani per i consensi
che aumentano clamorosamente) come se vedere la propria Nazione tradita ed
umiliata sia una cosa della quale andare fieri.
Avete
ben poco da esultare, razza di coglioni.
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